DIFFERENZA
TRA ‘ FARE ’ E
‘ VIVERE ’
LA
< DIVINA
VOLONTA’
>
-
IL ‘‘
FIAT
’’ -
S.
Giovanni Rotondo - 5.10.1997
Relazione
di Antonietta
Abbattista
Non
appena, in questi ultimi anni, mi sono avvicinata alla spiritualità
di Luisa Piccarreta, ne ho sentita subito un’attrattiva fortissima
e mi è parso di aver trovato finalmente ciò che da sempre nella mia
vita avevo cercato.
I
temi che mi sono stati assegnati per questa conferenza sono:
1°)
La differenza che esiste tra fare e vivere la Divina Volontà.
2°)
Il FIAT.
Mi
atterrò perciò a questi temi assegnatimi. Voglio iniziare
ricordando alcune parole
di Gesù a Luisa, del 1923
(vol. 16). Eccole: “Passeranno
secoli e secoli, come
nella Redenzione così anche in questo, ma l’uomo tornerà nelle
mie braccia come fu da Me creato”. Ci chiediamo: “Qual’è
la caratteristica che distingue il primo uomo da tutti gli altri
venuti successivamente?”. Per capire questo dovremo andare con la
mente nell’Eden, là dove ebbe principio la nostra origine, dove
l’Ente Supremo creò l’uomo e poi gli assegnò un regno da
dominare. Lo scettro, il dominio di questo regno dipendevano però
dal fondo dell’anima di quest’uomo, perché il
primo uomo possedeva la Divina Volontà, possedeva il FIAT Divino
nell’interno del suo intimo. E proprio perché possedeva questo
FIAT, questa DIVINA VOLONTA’, era anche il padrone dell’universo,
che era stato creato da Dio proprio per lui. Tanto
è vero che le
sue vesti erano regali, i suoi atti erano nobili e
Dio all’inizio lo chiamava solitamente: “Mio piccolo re e
figlio”. Quindi,
quando venne creato il primo uomo tutto era armonia, bellezza,
ordine.
Ad un certo punto però questo nostro primo padre ha messo
da parte la Divina Volontà ed ha fatto la sua volontà
amareggiando
il Creatore. Dio allora riprese il regno che gli aveva affidato e gli
chiuse le porte; però, nel ritirare a Sé questo regno non ha detto
che non l’avrebbe più dato all’uomo, ma l’ha tenuto in riserbo
per le future generazioni Dio
intendeva assalire le future generazioni con attrattive meravigliose,
con grazie sorprendenti, con conoscenze mirabili sulla Divina
Volontà; desiderava che le future generazioni si rendessero conto
della necessità di mettere a parte la volontà umana, per fare la
Volontà di Dio.
Ed è appunto questo che Luisa ha scritto nel suo Appello,
per tutti i contemporanei e per quelli che sarebbero venuti dopo.
Esortando tutti gli uomini, Luisa dice: “Mettete da banda la
volontà umana, lasciamo le vesti da lutto della nostra schiavitù e
vestiamoci da regine, fregiamoci con ornamenti divini”; perché
appunto, possedere
la Divina Volontà significa diventare re, regine, possedere
l’universo, possedere quello che Dio ha creato per noi. Non
possedere invece la Divina Volontà significa essere schiavi.
Possiamo ora chiederci: “Come
fare e come vivere la Divina Volontà? In
che modo? In che maniera? ”. I
modi per fare la Divina Volontà sono tanti. Certo, ognuno si accosta
ad essa a seconda delle proprie disposizioni d’animo. Tanto è vero
che Gesù stesso ha detto a Luisa: “Come per la luce del sole si
può godere in maniera diversa, così è anche per la Divina
Volontà”.
Difatti il Signore ha detto a Luisa: “Supponi tu una
persona che viva all’interno di una casa; questa persona potrà
soltanto godere della luce del sole. Immagina poi una seconda persona
che vive fuori dell’abitato; questa persona oltre a vedere la luce,
cercherà di cogliere anche il calore del sole. Una terza persona
invece si andrà a porre in una parte della
superficie terrestre dove i raggi del sole cadono
perpendicolarmente: questa terza persona oltre ad avere la luce e il
calore, sarà proprio investita dalla luce del sole. Immaginiamo
invece una quarta persona che spicca il volo verso il centro della
sfera, del sole: in questo caso, la quarta persona è quella che
viene eclissata totalmente nella luce del sole”. Con questo
paragone il Signore vuole farci capire che la stessa cosa succede per
quanto riguarda la Divina Volontà.
Facendo
il parallelo con l’esempio esposto si può dire che la prima
persona - quella che abita nella stanza – non possiede ancora il
Regno, ma vive solo alla luce di questo Regno; la seconda persona è
quella che si avvicina appena ai confini del Regno; la terza - quella
che viene investita dalla luce e dal calore - è quella che ha già
oltrepassato i
confini
del Regno; la quarta è la più felice, perché è quella che si è
eclissata totalmente nella Divina Volontà, ed ha quindi acquistata
la Divina Volontà.
Quindi,
fare la Divina Volontà alla prima o alla seconda maniera, cioè
vivere soltanto degli effetti della Divina Volontà e non possederla
totalmente, significa conoscere
il
Regno, vivere alla luce del Regno ed essere forse anche persone
virtuose; ma dobbiamo ricordare che le virtù che vengono praticate
sulla terra non sono mai esenti da fini umani, dal gusto di piacere
agli altri e di comparire, per cui queste virtù non ci porteranno
mai alla vera e propria santità, ci daranno una santità umana che
ci darà sempre qualche guadagno umano. Invece
la
Volontà Divina atterra la volontà umana, lasciando digiuno il
proprio io in colui che compie la Divina Volontà. La persona che fa
la Divina Volontà dice: “Io sono incapace... non so fare niente;
chi opera in me è solo Dio”. Spesso
negli Scritti di Luisa, il
Signore paragona la Divina Volontà al sole. Il sole diventa quindi
il simbolo della Divina Volontà. Gesù spiega che quando la Divina
Volontà sorge sull’anima, la imperla di
grazia
e le dà le tinte più belle e le qualità divine. E
questo perché la
Volontà Divina ha in Sé una grande capacità di dare forza e grazia
all’anima che la possiede. E l’anima che riceve questa forza e
questa grazia sa che avrà la capacità di compiere il bene che dovrà
fare e che avrà la forza di accettare qualsiasi sacrificio le venga
richiesto. L’anima che fa la Divina Volontà è ferma, non è
soggetta a tentazioni e ad incostanze: chi fa la Divina Volontà è
costante.
Questo non avviene invece per chi fa la volontà umana,
perché la volontà umana non sarà mai completamente ferma, potrà
avere dei turbamenti, degli intervalli. Gesù dice a Luisa che in
chi fa la Volontà Divina vi è “il trabocco del Creatore sulla
creatura”; sembra quasi che il Creatore riversandosi su di essa le
partecipi tutte le Qualità divine; potremmo dire che l’anima che
fa la Volontà Divina si trasforma quasi in Dio.Nel
Volume 12°, nel 1917, il Signore ribadisce ancora il
fatto che si
può conoscere la Divina Volontà e vivere alla luce della Divina
Volontà, ma non vivere in stretta unione con Essa.
Pensiamo all’esempio fatto prima, di chi vive fuori
dell’abitato e viene investito dalla luce e dal calore del sole, ma
non è totalmente eclissato nel sole. Sempre nel 12° Volume, in
maniera diversa il Signore riprende e ribadisce questo concetto
dicendo che vivere
rassegnato e vivere nel Divin Volere sono due modi diversi di
accostarsi alla Divina Volontà;
perché chi vive rassegnato alla Divina Volontà sarà
rassegnato alla Divina Volontà in tutte le cose,
sia
quelle prospere che quelle avverse e saprà riconoscere in tutte le
cose create da Dio l’ordine e la disposizione che Lui ha loro dato,
sapendo che nemmeno un capello
del
nostro capo può cadere se Dio non vuole; e questo l’anima che si
sottomette alla Volontà di Dio lo capisce, lo conosce. Però, chi
è solo sottoposto e rassegnato alla Divina Volontà, non è in
continua comunione con Essa,
perché vi saranno dei momenti, degli intervalli, in cui
la corrente della Volontà del Padre non è in comunione continua con
la corrente della volontà del figlio; e in questi momenti il figlio
potrebbe
abituarsi a fare la propria volontà umana. Nonostante ciò questo è
comunque un primo avvio, un primo grado verso la santità.
Invece,vivere
totalmente nella Divina Volontà significa vivere in stretta unione
con Essa; significa che l’anima
si
sente incapace di agire da sola, per cui l’anima si rivolge al
Signore dicendogli: “Mio Dio, Signore, se devo operare, operiamo
insieme”. In questa maniera l’anima fa suoi tutti i pensieri del
Padre; soffre, ama, guarda, cammina: fa tutto
ciò
che fa il Padre. L’anima è il ritratto perfetto del Padre; non c’è
quasi più differenza, perché è Dio che agisce in noi. Si può dire
che l’anima che opera in stretta unione con la Divina Volontà è
la ripetitrice della Vita di Gesù.
In
questo appunto consiste la vera Santità. E’ la santità più
bella, è la Santità delle santità. Questa Santità affonda tanto
le radici nel profondo della terra che non c’è pericolo che
oscilli; riempie Cielo e terra, ed i fiori di questa Santità
sbocciano soltanto nel Cielo.
Difatti,
in questo tipo di Santità non possono esserci far strepitare ed
eccitare la gente. La Santità di quest’anima a volte è conosciuta
soltanto da Dio: è una Santità
che sboccia in Cielo e vive nascosta in Dio. Il mondo a
volte conosce quasi nulla di quest’anima. La sua passione è la
Divina Volontà ed il FIAT diventa il suo motto continuo. Questa
è perciò la Santità per eccellenza.
Come ha detto anche S. Giovanni Maria Grignon de
Montfort: “Questa è la Santità
che fisserà tutte le altre santità delle vecchie generazioni”.
Anche le stelle più belle del
passato, i Santi più grandi, quelli che si sono contraddistinti dai
miracoli o per le conversioni strepitose, al confronto di questa
grande Santità saranno quasi eclissati, perché questa è
la Santità per eccellenza. Per
inculcare meglio in noi questo concetto della Divina Volontà, in un
altro Volume del 1926 il Signore ripete gli stessi concetti in
maniera diversa, e lo fa portando degli esempi bellissimi,
chiarificatori, in modo che anche l’anima più semplice possa
comprendere.
Qui
il Signore parla ancora della differenza
che esiste fra l’anima che vive soltanto degli effetti della Divina
Volontà e l’anima invece che vive in pieno la Divina Volontà.
Per capire bene questa differenza, Gesù suggerisce a
Luisa di tenere presente il sole e la terra: il sole si trova nella
volta del cielo e manda i suoi raggi sulla terra; la terra riceve gli
effetti della luce del sole. Sembra quasi che tra il sole e la terra
vi sia un accordo: il sole da un lato nel mandare i suoi raggi sulla
terra e la terra nel riceverli. Dobbiamo tenere presente però che
gli effetti del sole non sono duraturi, non sono perpetui, perenni;
ci sono momenti in cui, per effetto del moto di rotazione, di
rivoluzione, la terra riceve in maniera efficace i raggi del sole e
momenti in cui non li riceve; vi saranno perciò dei momenti in cui
la terra apparirà fiorita, verde, lussureggiante, e dei momenti in
cui la terra apparirà spoglia. E questo perché la terra non è
ferma, ma gira; questo perché la terra non
è ferma, ma gira; non è ferma come invece è l’anima
che vive continuamente ferma, fissa, legata al Divin Volere. Gesù
continua a spiegare a Luisa dicendo che se la terra possedesse in
pieno gli effetti che il sole produce, la terra non avrebbe più
bisogno di mendicare gli effetti dal sole perché diverrebbe sole
essa stessa; ma questo in realtà non succede.
Questa
immagine della terra che muta, che ora ci appare spoglia ed ora
fiorita, è l’immagine dell’anima che a volte si sottopone alla
Divina Volontà, ed a volte invece fa subentrare degli intervalli nei
quali fa la sua volontà, la volontà umana. Per non parlare poi
della terra che non vuole invece assolutamente farsi toccare dalla
luce del sole e così ci appare sempre squallida, senza un filo
d’erba! Tale, dice Gesù, è l’anima che vive lontana dalla
Divina Volontà. Questo è lo stato in cui si viene a trovare Adamo
dopo il peccato; perché dopo
aver peccato, dopo aver voluto fare la sua volontà, Adamo ha perso
la pienezza della luce che gli era stata data nel momento della
creazione e si è trovato così immiserito; e mentre prima era la
nota di accordo della Creazione, si è trovato ad essere la nota
scordante fra Cielo e terra. Perché Adamo riconquistasse la Divina
Volontà era necessario che venisse sulla terra un Riparatore,
appunto il Verbo, che si è Incarnato perché ritornasse
nuovamente
la pienezza della Luce della Divina Volontà.Questa pienezza è stata
ottenuta anche dalla Madre Celeste, Colei che nella sua vita ha fatto
in pieno la Divina Volontà e
che quindi è da paragonare al Sole, e come Sole può dare luce a
tutti. Nel 9°
Volume, Nostro Signore spiega come fare la Divina Volontà,
in senso stretto. L’unione
suprema con la Volontà Divina si ha quando l’anima fa sua la vita
della Divina Volontà , quando cancella qualsiasi ombra della volontà
umana e accetta tutto ciò che Dio dispone per lei e per gli altri;
per
cui accetta la povertà,
accetta la morte e,
anche se sembra un discorso paradossale, l’anima
accetta anche le cose più brutte, perché sa che quelle cose le
vuole Dio. Solo in tal modo l’anima si abituerà a fare pienamente
la Volontà di Dio. E persino i castighi che a volte Dio manda li
accetta, perché pensa che sono castighi che Dio deve mandare per
scuotere un po' le coscienze degli uomini.
Questa
è quindi la differenza fra chi vive soltanto rassegnato, sottoposto,
alla Volontà di Dio e chi vive invece in unione stretta, intima, in
comunione perfetta con il nostro Creatore. Ed è questo il sogno, il
piano di Dio.
Dio
aspetta le generazioni a cui affidare il TERZO FIAT, queste
generazioni che accoglieranno questo Terzo Fiat ; Dio sogna che
l’uomo possa tornare come allo stato d’origine, com’era
all’inizio Adamo, prima del peccato. Possiamo
ora passare all’altro tema: Il ‘
FIAT ’. La
parola Fiat noi la pronunciamo tutte le volte che recitiamo il Padre
nostro, quando appunto diciamo: ‘Sia fatta la Tua
Volontà, come in Cielo così in terra’. Che cosa significa questa
espressione: così in terra come in Cielo? Cioè, noi dovremmo fare
la Volontà Divina così come viene vissuta dai Beati nel Paradiso.
Sembra difficile, ma se noi cominciamo veramente ad annullare la
nostra volontà e ad accettare tutto quello che ci viene da Dio,
perché Dio lo vuole, non ci sembrerà più difficile;
basterà
invocare la Divina Volontà in ogni momento, in ogni azione della
nostra vita quotidiana, anche la più semplice. Basta cominciare dal
mattino, appena ci si alza, e dire:
‘Divina
Volontà, vieni ad operare in me; Divina Volontà, vieni a camminare
in me... vieni a fare colazione in me...’E così, anche nelle
azioni più banali, più semplici, non saremo più noi ad agire, ma
sarà Dio ad agire in noi. Gesù parlando del Padre nostro spiega a
Luisa le espressioni: ‘Sia fatta la Tua Volontà’ e ‘Dacci oggi
il nostro pane quotidiano’. Noi
siamo portati a pensare che il pane quotidiano sia il pane materiale
di cui ci nutriamo tutti i giorni. In realtà dovremmo
pensare a tre tipi di pane: dovremmo
invocare da Dio il Pane della Divina Volontà, poi
il Pane Eucaristico, ed infine
e soltanto dopo, il pane materiale, quello
di cui non abbiamo poi necessità assoluta, perché potremmo anche
vivere senza pane materiale (Gesù stesso ha detto che non si vive
solo di pane, ma anche di tutto ciò che è spirituale e che
arricchisce la nostra anima). Stavamo parlando del FIAT’.
Il PRIMO FIAT è stato pronunciato da
Dio nel momento della Creazione. Quando Dio, senza
l’intervento della creatura ha pronunciato il FIAT’, da quel FIAT
sono venuti fuori miliardi e miliardi di stelle. Il
SECONDO FIAT è stato pronunciato da Maria nel momento in cui ha
accettato di fare incarnare in
Sé
il Verbo Eterno; e questo Fiat pronunciato da Maria ha
dato origine poi alla Redenzione.E come
il primo FIAT ha fatto scaturire miliardi e miliardi di
stelle, il FIAT della Redenzione invece ha fatto scaturire miliardi e
miliardi di atti di grazia; atti di grazia che hanno investito ed
investono tuttora tutte le creature. In qualsiasi cosa subentrata
dopo la Redenzione, noi vediamo impresso il FIAT MIHI di Maria. Lo
vediamo impresso nell’Ostia Sacramentale -
se non ci fosse stato il FIAT’ di Maria, nemmeno l’Ostia avremmo
avuto; quell’Ostia tanto cara, tanto importante, per la quale
mettiamo dentro di noi il nostro stesso Signore!
-
Vediamo questo Fiat mihi di Maria impresso anche nel
bambino che viene battezzato -
se non ci fosse stata la Redenzione l’uomo non avrebbe avuto la
possibilità di redimersi e di cancellare il peccato originale
tramite questo Sacramento -. E vediamo il Fiat di Maria
anche tutte le volte che siamo convinti che le porte del Paradiso ci
sono state aperte - quelle
porte del Paradiso che dopo il peccato originale ormai erano state
per noi chiuse.
Si
può dire quindi che i frutti della Redenzione sono forse molto più
importanti dei frutti del Primo FIAT, perché mentre le stelle create
subito dopo il Primo FIAT sono delle cose fisse, gli atti che vengono
fuori dal Secondo FIAT, pronunciato da Maria, sono degli atti che si
moltiplicano all’infinito; non sono cioè degli atti che si sono
avuti solo in quel momento e basta, ma si moltiplicano e si
moltiplicheranno fino alla fine dei tempi. Possiamo quindi veramente
dire che il FIAT della Redenzione è stato uno dei Doni più
grandi.Però
non è finita qui. Secondo Nostro Signore, il
TERZO FIAT, quello che il Signore chiede di pronunziare a Luisa - e
spera che condividano tante altre anime! -, questo
TERZO FIAT inaugurerà un’epoca ancora più bella, ancora più
grande e piena di grazia, ancora più sorprendente. Perché il TERZO
FIAT farà in modo che l’uomo possa tornare allo stato originario,
così come fu creato nel momento della Creazione, quando era privo di
macchia, quando era il piccolo re e figlio di Dio. Gesù
disse a Luisa che il Terzo FIAT sarà come
l’arcobaleno
che subentrò dopo il diluvio universale; l’arcobaleno, come un
milite di pace, assicurò ai superstiti che il diluvio era cessato.
Così
sarà l’avvento di questa nuova era, l’era del Terzo FIAT. Tutte
quelle anime che si consacreranno alla Divina Volontà, saranno come
tanti arcobaleni e tanti iridi di pace; ed i colori di cui
sfolgoreranno queste anime saranno tutti colori divini: la Bontà, la
Misericordia, la Giustizia, L’amore e tutti i valori più belli.
Queste saranno le caratteristiche delle anime che faranno la Divina
Volontà.
Il Signore dice ancora a Luisa che nel momento in cui Lui
ha fatto le opere più grandi ha avuto dinanzi a Sé una sola
creatura. Durante la Creazione, quando ha pronunziato il FIAT ed ha
creato l’uomo, ha avuto soltanto Adamo davanti a Sé; solo dopo si
è avuta Eva e poi turbe e turbe di popoli. Così, quando Dio ha
pronunciato il secondo FIAT aveva davanti a Sé soltanto Maria.
La Madonna avvertiva in Sé una grande forza, avvertiva in Sé la
grandezza dell’opera che Dio stava facendo e si sentiva quasi
confusa; così non ha neppure avuto il coraggio di riferire a
Giuseppe ciò che le stava accadendo; e se Giuseppe un giorno è
venuto a conoscenza del fatto è perché è stato avvisato dal
Signore. E soltanto dopo l’Incarnazione, solo dopo che l’Umanità
di Gesù si è fatta conoscere, solo dopo sono aumentate le persone
che sono venute a conoscenza di questo grandioso fenomeno della
Redenzione. E così sarà anche per il
TERZO FIAT:
all’inizio
sarà conosciuto solo da Dio e dall’anima che pronuncerà per prima
questo FIAT, questo Sì nel Volere Supremo; poi saranno pochissime le
anime che si avvicineranno ad Esso; infine seguiranno turbe e turbe
di popoli, perché il sogno, la realizzazione del piano di Dio è
appunto che tutti gli uomini tornino allo stato primiero.
Il
Signore poi definisce questi FIAT e dice che questi
TRE FIAT sono appunto:il
FIAT CREANTE, il FIAT REDIMENTE ed il FIAT SANTIFICANTE.
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