Tu devi sapere che il vivere nella nostra Volontà è un Dono che la nostra magnanimità vuol dare alle creature e con questo Dono la creatura si sentirà trasformata: da povero ricco, da debole forte, da ignorante dotto, da schiavo di vile passione, dolce e volontario prigioniero d’una Volontà tutta Santa che non lo terrà prigioniero, ma re di se stesso, dei domini divini e di tutte le cose create. Il gran Dono della nostra Volontà, dato come dono, cambierà la sorte infelice delle umane generazioni, menoché chi volontariamente vuol restare nella sua infelicità, molto più che questo Dono fu dato all’uomo nel principio della sua Creazione ed, ingrato, lo respinse col fare la sua volontà, sottraendosi dalla Nostra.Ora, chi si dispone a fare il nostro Volere prepara il posto, la decenza, la nobiltà dove poter mettere questo Dono sì grande ed infinito; le nostre conoscenze sul Fiat aiuteranno e prepareranno in modo sorprendente a ricevere questo Dono e, ciò che non hanno ottenuto fin oggi lo potranno ottenere domani.

venerdì 1 giugno 2012

Preghiera di Preparazione
O Signor mio Gesù Cristo, prostrata alla tua divina presenza, supplico l’amorosissimo tuo Cuore che voglia ammettermi alla dolorosa meditazione delle 24 ore, in cui per nostro amore tanto volesti patire nel corpo adorabile e nell’anima tua santissima fino alla morte di Croce.  Deh! dammi aiuto, grazia, amore, profonda compassione e intelligenza dei tuoi patimenti, mentre ora medito l’Ora...  (si dica quale).
E per quelle che non posso meditare, Ti offro la volontà che avrei di farle, e intendo intenzionalmente meditarle in tutte le ore che sono costretta o ad applicarmi ai miei doveri o a dormire.
Accetta, o misericordioso Signore, la mia amorosa intenzione, e fa’ che sia di profitto per me e per molti come se effettivamente e santamente eseguissi quanto desidererei praticare.  Intanto grazie Ti rendo, o mio Gesù, che per mezzo della preghiera mi chiami all’unione con Te, e per piacerti di più, prendo i tuoi pensieri, la tua lingua, il tuo Cuore, e con questo intendo pregare, fondendomi tutta nella tua Volontà e nel tuo Amore; e stendendo le braccia per abbracciarti, poggio la mia testa sul tuo Cuore ed incomincio.
     

Mio amabile Gesù, Tu mi hai chiamata in quest’Ora della tua passione a tenerti compagnia, ed io son venuta.  Mi parve di vederti angosciato e dolente, pregare, riparare e patire, e con le voci le più tenere ed eloquenti perorare la salvezza delle anime.  Ho cercato di seguirti in tutto e ora, dovendoti lasciare per le mie solite occupazioni, sento il dovere di dirti un Grazie e un Ti benedico.   Sì, o Gesù, Grazie Ti ripeto le mille e mille volte, e Ti lodo e benedico per tutto ciò che hai fatto e patito per me e per tutti.  Grazie e Ti benedico per ogni goccia di Sangue che hai versato, per ogni tuo respiro, palpito, passo, parola, sguardo, e per ogni amarezza e offesa che hai sopportato.  Per tutto, o mio Gesù, intendo segnarti con un Grazie e un Ti benedico.   Deh, o Gesù, fa’ che tutto il mio essere Ti mandi un flusso continuo di ringraziamenti e benedizioni, in modo da attirare su di me e su tutti il flusso delle tue grazie e benedizioni!
Deh, o Gesù, stringimi al tuo Cuore colle tue santissime mani e segna tutte le particelle del mio essere col tuo Ti benedico, per fare che da me altro non possa uscire che un inno continuo verso di Te!   Perciò mi lascio in Te, per seguirti in ciò che farai; anzi opererai Tu stesso per me.   Ed io, fin d’ora, lascio i miei pensieri in Te per difenderti dai tuoi nemici, il respiro per corteggio e compagnia, il palpito per dirti sempre Ti amo e a rifarti dell’amore che non Ti danno gli altri;  le gocce del mio sangue a ripararti e a restituirti gli onori e la stima che Ti tolgono i tuoi nemici con gl’insulti, sputi e schiaffi, e tutto il mio essere per guardia.   Dolce mio Amore, sebbene debbo attendere alle mie occupazioni, resto nel tuo Cuore;  ho paura d’u-scirne.  Tu Mi terrai in Te, non è vero?  I nostri palpiti si intenderanno a vicenda e si confonderanno insieme in modo da darmi vita, amore, stretta unione inseparabile con Te.  Mio Gesù, se vedi che sto per sfuggirti, il tuo palpito si acceleri nel mio, le tue mani mi stringano più forte al tuo Cuore, i tuoi occhi mi guardino e mi gettino saette di fuoco, affinché io, sentendoti, mi lasci subito tirare all’unione con Te.   Deh, mio Gesù!  Dammi il bacio del Divino Amore, abbracciami e benedicimi;  io Ti bacio nel dolcissimo tuo Cuore, e mi resto in Te.
 
 
 

DICIANNOVESIMA ORA
Dalle 11 a mezzogiorno
La crocifissione[2]
( Preghiera di Preparazione)

Gesù, Amor mio, già sei stato spogliato delle tue vesti, ed hai il tuo santissimo Corpo tanto lacero che mi sembri un agnello scorticato.  Ti vedo tremare tutto, mentre i nemici Ti preparano la croce e, non reggendoti in piedi, cadi a terra su questo monte.  Mio Bene e mio Tutto, il cuore mi si stringe per il dolore nel guardarti, vedendo che il Sangue diluvia da tutte le parti del tuo santissimo Corpo, tutto piagato da capo a piè.
I tuoi nemici, stanchi ma non sazi, nello spogliarti hanno strappato con indicibile dolore dal tuo Capo la corona di spine, e poi di nuovo Te l’hanno conficcata con spasimi inauditi, forando la tua sacratissima Testa con nuove ferite.  Ah!  Tu ripari la perfidia dell’uomo e l’ostinazione del peccato, specialmente di superbia.
Gesù, vedo che se l’amore non Ti spingesse più in alto, saresti morto per l’acerbità del dolore che hai sofferto in questa terza coronazione di spine.  Ma vedo che non puoi più reggere al dolore e, con gli occhi velati di Sangue, guardi se uno almeno si avvicini a Te per sorreggerti in tanto dolore e confusione.
Dolce mio Bene, cara mia Vita, qui non sei solo come nella notte della passione:  c’è la dolente Mamma che, lacerata nel Cuore, tante morti subisce per quante pene Tu soffri;  c’è l’aman-te Maddalena, che pare impazzita per le tue pene;  c’è il fido Giovanni, ammutolito per la forza del dolore della tua Passione.  Questo è il monte di chi ama.  Non puoi essere solo.  Dimmi, Amor mio, chi vorresti per sorreggerti in tanto dolore?  Deh!  Permettimi che venga io a sorreggerti, sono io che ho più bisogno di tutti.
La cara Mamma e gli altri mi cedono il posto.  Ed ecco, o Gesù, mi avvicino a Te, Ti abbraccio e Ti prego di poggiare la tua Testa sulla mia spalla e di farmi sentire le tue spine nella mia.  Voglio mettere la mia testa vicina alla tua, non solo per sentire le tue spine, ma anche per lavare col tuo preziosissimo Sangue, che dal Capo Ti scorre, tutti i miei pensieri, perché possano stare in atto di ripararti ogni offesa che le creature commettono col pensiero.  Deh!  Amor mio, stringiti a me.  Voglio baciare una ad una le gocce di Sangue che scorrono sul tuo santissimo Volto, e Ti prego, mentre le adoro, che ogni goccia sia luce ad ogni mente di creatura, affinché nessuna Ti offenda con pensieri cattivi.
Ma mentre Ti tengo stretto e poggiato a me, Ti guardo, o Gesù, e vedo che tu guardi la croce che i nemici Ti preparano;  senti i colpi che danno, per fare i fori dove T’inchioderanno.  O mio Gesù, sento che il tuo Cuore batte forte forte e dà in sussulto, agognando questo letto, da Te il più desiderato, sebbene con dolore indescrivibile, in cui suggelli la salvezza delle anime nostre in te.  Già Ti sento dire:
“Amor mio, cara croce, letto mio prezioso, tu sei stata il mio martirio in vita, ed ora sei il mio riposo.  Deh, o croce!  Ricevimi presto nelle tue braccia, Io sono impaziente di aspettare.  Croce santa, in te darò compimento a tutto.  Presto, croce!  Adempi i desideri ardenti che Mi consumano di dare vita alle anime, e queste vite saranno suggellate da te, o croce.  Oh, non più indugiare!  Con ansia aspetto di stendermi su di te per aprire il Cielo a tutti i miei figli e chiudere l’inferno.

O croce, è vero che tu sei la mia battaglia, ma sei pure la mia vittoria ed il mio trionfo completo, ed in te darò grandi eredità, vittorie, trionfi e corone ai figli miei”.
Ma, chi può dire tutto ciò che il mio dolce Gesù dice alla croce?
Ma, mentre Gesù si sfoga con la croce, i nemici gli comandano di stendersi su di essa, e Lui subito ubbidisce al loro volere per riparare le nostre disubbidienze.  Amor mio, prima che Ti distenda sulla croce, permettimi che Ti stringa più forte al mio cuore e di baciarti;  e Tu, dammi un bacio.  Senti, o Gesù, non voglio lasciarti:  voglio venire a distendermi insieme con Te sulla croce e restare insieme con Te inchiodato.  Il vero amore non soffre nessuna separazione.  Perdonami l’arditezza del mio amore e concedimi di rimanere con Te crocifissa.
Vedi, tenero Amor mio, non solo io Ti chiedo questo, ma pure la dolente Mamma, l’inseparabile Maddalena, il prediletto Giovanni;  tutti Ti dicono che sarebbe più sopportabile rimanere crocifissi con Te, che assistere e vedere Te solo crocifisso.  Perciò insieme con Te mi offro all’Eterno Padre, immedesimata con la tua Volontà, col tuo Amore, con le tue riparazioni, col tuo stesso Cuore e con tutte le tue pene.
Ah!  Pare come se il mio addolorato Gesù mi dicesse:
“Figlia mia, hai prevenuto il mio amore, questa è la mia Volontà:  che tutti quelli che Mi amano restino con Me crocifissi.  Ah, sì!  Vieni pure a distenderti con Me sulla croce:  ti farò vita della mia vita e ti terrò come la prediletta del mio Cuore”.
Ed ecco, dolce mio Bene, che Ti distendi sulla croce e guardi i carnefici con tanto amore e con tanta dolcezza, che già tengono nelle mani chiodi e martelli per inchiodarti, da far loro dolce invito a che presto Ti crocifiggano.  E quelli, sebbene ne sentano ri-

brezzo, con ferocia inumana prendono la tua mano destra, fermano il chiodo e a colpi di martello lo fanno uscire dalla parte opposta della croce.  È tale e tanto il dolore che soffri, o mio Gesù, che tremi;  la luce dei tuoi begli occhi si eclissa, ed il tuo Volto santissimo impallidisce e diventa livido.
Destra benedetta del mio Gesù, ti bacio, ti compatisco, ti adoro e ti ringrazio per me e per tutti.  [Per] quanti colpi ricevesti, tante anime Ti chiedo di liberare in questo momento dalla condanna all’inferno;  per quante gocce di Sangue hai versato, tante anime Ti prego di lavare in questo tuo Sangue preziosissimo.  E per il dolore acerbo che soffristi specialmente quando inchiodarono la mano alla croce e nello stiramento dei nervi delle braccia, Ti prego di aprire a tutti il Cielo e di benedire tutti.  Possa la tua benedizione chiamare i peccatori alla conversione, e gli eretici e gli infedeli alla luce della fede.
O Gesù, dolce Vita mia, appena finiscono d’inchiodare la destra, i nemici prendono con crudeltà la sinistra e, per farla giungere al foro segnato, Te la tirano tanto che Ti senti slogare le giunture delle braccia e delle spalle, e per la forza del dolore, le gambe, convulse, si contraggono.  Poi con ferocia instancabile, come la destra, la inchiodano sulla croce.
Sinistra mano del mio Gesù, ti bacio, ti compatisco, ti adoro e ti ringrazio.  Per i colpi e i dolori che soffristi quando Te la inchiodarono, tante anime Ti prego di concedermi in questo momento, di far volare dal Purgatorio in Cielo.  E per il Sangue che spargesti, Ti prego di smorzare le fiamme che le bruciano, e di fare che a tutte sia refrigerio e bagno salutare che le purifichi da ogni macchia e le disponga alla visione beatifica.
Amor mio e mio Tutto, per l’acuto dolore sofferto quando T’inchiodarono la mano sinistra, Ti prego di chiudere l’inferno a tutte le anime e di non lasciar cadere i fulmini della Divina Giustizia, purtroppo irritata dalle nostre colpe.  Fa’, o Gesù, che que-sto chiodo nella tua sinistra benedetta sia chiave che serri la Divina Giustizia, perché non faccia piovere i flagelli sulla terra e che apra i tesori della divina Misericordia a pro di tutti.
Già pare che [Tu] sia rimasto immobile a tutto e che noi siamo liberi di poterti far tutto.  Quindi, nelle tue braccia metto il mondo e tutte le generazioni;  e Ti prego, Amore mio, con le voci dello stesso tuo Sangue, di non negare il perdono a nessuno, e per i meriti di questo tuo preziosissimo Sangue, Ti chiedo la salvezza e la grazia per tutti.  Non escludere nessuno, o mio Gesù.
Amor mio, Gesù, i tuoi nemici non sono contenti ancora.  Con ferocia diabolica Ti prendono i tuoi santissimi piedi (sempre instancabili in cerca di anime), e, contratti come stavano per la forza del dolore delle mani, li tirano tanto che restano slogate le ginocchia, le costole e tutte le ossa del petto.  Il cuore non mi regge, mio Bene.  Per la forza del dolore, vedo che i tuoi begli occhi, eclissati e velati di Sangue, stralunano;  le tue labbra livide e gonfie dai pugni si contorcono, le tue guance si affossano, i denti sbattono, il petto si affanna ed il Cuore resta tutto sconquassato per la forza delle stirature delle mani e dei piedi.  Amor mio, quanto volentieri prenderei il tuo posto per risparmiarti tanto dolore!  Voglio distendermi su tutte le tue membra per lenirti, baciarti, confortarti e ripararti per tutti.
Mio Gesù, vedo che mettono un piede sull’altro e Te li trapassano con un chiodo, per giunta spuntato.  Deh, o mio Gesù!  Mentre il chiodo Te li trapassa, permettimi che nel piede destro Ti metta tutti i sacerdoti, affinché siano luce alle genti, specialmente quelli che non vivono una vita buona e santa;  e che nel sinistro metta tutte le genti, affinché ricevano luce dai sacerdoti, li rispettino e siano loro ubbidienti.  E come il chiodo trapassa i tuoi piedi, così trapassi i sacerdoti e le genti, affinché gli uni e gli altri non possano spostarsi da Te.
Piedi benedetti del mio Gesù, vi bacio, vi compatisco, vi adoro e vi ringrazio.  Per gli acerbissimi dolori che soffristi, per le stirature con cui Ti slogarono tutte le ossa e per il Sangue che spargesti, Ti chiedo di rinchiudere tutte le anime nelle tue piaghe, non disdegnare nessuno, o Gesù.
I tuoi chiodi inchiodino le nostre potenze, affinché non si spostino da Te;  inchiodino il nostro cuore, affinché si fissi sempre e solamente in Te;  e tutti i nostri sentimenti restino inchiodati dai tuoi chiodi, affinché non prendano nessun gusto che non venga da Te.
O mio Gesù crocifisso, Ti vedo tutto insanguinato, nuotare in un bagno di Sangue.  Queste gocce di Sangue altro non dicono che anime.  In ogni goccia vedo brulicare anime di tutti i secoli, sicché tutti in Te ci contenevi, o Gesù.  Ebbene, per la potenza di questo Sangue, Ti chiedo che nessuna più sfugga da Te.
O mio Gesù, i carnefici finiscono d’inchiodarti i piedi ed io mi avvicino al tuo Cuore.  Vedo che non ne puoi più, ma l’amore grida più forte:
“Più pene ancora!”.
Mio Gesù, mi abbraccio al tuo Cuore, Ti bacio, Ti compatisco, Ti adoro e Ti ringrazio per me e per tutti.  O Gesù, voglio poggiare la testa sul tuo Cuore, per sentire ciò che soffri in questa dolorosa crocifissione.  Ah!  Sento che ogni colpo di martello rimbomba nel tuo Cuore.  Il tuo Cuore è il centro di tutto:  da esso incominciano i dolori ed in esso finiscono.  E se non fosse che aspetti una lancia per essere trafitto, le fiamme del tuo amore ed il Sangue che rigurgita all’interno, si sarebbero fatti via e Ti avrebbero squarciato il Cuore.  Questo Sangue e queste fiamme chiamano le anime che Ti amano a far felice soggiorno nel tuo Cuore.  Ed io, per amore del tuo Cuore e del tuo preziosissimo Sangue, Ti chiedo, o Gesù, la santità delle anime che Ti amano.  O Gesù, non farle uscire giammai dal tuo Cuore, e con la tua grazia moltiplica le vocazioni delle anime vittime, che continuino la tua vita sulla terra.  Tu hai voluto dare un posto distinto nel tuo Cuore alle ani-me che Ti amano, fa’ che questo posto non lo perdano mai.  O Gesù, le fiamme del tuo Cuore mi brucino e mi consumino, il tuo Sangue mi abbellisca, il tuo amore mi tenga sempre inchiodata al-l’amore col dolore e con la riparazione.
O mio Gesù, già i carnefici hanno inchiodato le tue mani e i tuoi piedi alla croce, e voltando questa per ribattere i chiodi, costringono il tuo Volto adorabile a toccare la terra insanguinata dallo stesso tuo Sangue.  E Tu, con la tua bocca divina, la baci.  Con questo bacio, o dolce Amor mio, Tu intendi baciare tutte le anime e vincolarle al tuo amore, suggellandone la loro salvezza.  O Gesù, lascia che prenda io il tuo posto, e mentre i carnefici ribattono i chiodi, fa’ che questi colpi feriscano me pure e m’in-chiodino tutta al tuo amore.
Mio Gesù, metto la mia testa nella tua.  Mentre le spine si addentrano sempre più nella tua Testa, voglio offrirti, o dolce mio Bene, tutti i miei pensieri che come baci affettuosi Ti consolino e leniscano l’amarezza delle tue spine.
O Gesù, metto i miei occhi nei tuoi, e vedo che i tuoi nemici non sono ancora sazi d’insultarti e deriderti, ed io voglio confortare i tuoi sguardi divini coi miei sguardi di amore.
Metto la mia bocca nella tua, o Gesù.  La tua lingua è quasi attaccata al palato per l’amarezza del fiele e per la sete ardente.  Per ristoro alla tua sete, o mio Gesù, Tu vorresti tutti i cuori delle creature traboccanti d’amore, e non avendoli, bruci sempre più per loro.  Dolce Amor mio, intendo mandarti fiumi d’amore, per mitigarti in qualche modo l’amarezza del fiele e la tua sete ardente.
O Gesù, metto le mie mani nelle tue.  Ad ogni movimento che fai, le piaghe delle tue mani più si squarciano, e il dolore si fa più intenso e acerbo.  Caro mio Bene, per ristorarti e raddolcire questo dolore, Ti offro le opere sante di tutte le creature.

O Gesù, metto i miei piedi nei tuoi.  Quanto soffri nei tuoi santissimi piedi!  Tutti i movimenti del sacratissimo tuo Corpo pare che si ripercuotono in essi, e nessuno è a Te vicino per sorreggerti e lenire un po’ l’acerbità dei tuoi dolori.  Vita mia dolcissima, vorrei riunire i passi delle creature di tutte le generazioni, passate, presenti e future, ed indirizzarli tutti a Te, per venirti a consolare nelle tue dure pene.
Mio Gesù, metto il mio cuore nel tuo povero Cuore.  Com’è straziato!  Se muovi i piedi, i nervi della punta del Cuore li senti strapparsi;  se muovi le mani, i nervi d’ambo le parti del Cuore restano tirati più che da chiodi;  se muovi la Testa, la bocca del Cuore dà Sangue e soffre la completa crocifissione.  O mio Gesù, come confortare tanto dolore?  Mi diffonderò in Te, metterò il mio cuore nel tuo, i miei ardenti desideri nei tuoi, perché sia distrutto qualunque desiderio cattivo.  Diffonderò il mio amore nel tuo, perché col tuo fuoco siano bruciati i cuori di tutte le creature e distrutti gli amori profani.  Il tuo Cuore sacratissimo rimarrà confortato ed io, fin d’ora, prometto, o Gesù, di tenermi sempre inchiodata a questo Cuore amorosissimo con i chiodi dei tuoi desideri, del tuo amore e della tua Volontà.
O mio Gesù, crocifisso Tu, crocifissa io in Te.  Tu non permettere che mi schiodi menomamente da Te, ma vi resti sempre inchiodata per poterti amare e riparare per tutti, e lenire il dolore che Ti arrecano le creature con le loro colpe.
Mio buon Gesù, vedo che i tuoi nemici innalzano il pesante legno della croce e lo lasciano cadere nella fossa da essi preparata;  e Tu, dolce Amor mio, resti sospeso fra cielo e terra.  In questo solenne momento Ti volgi al Padre, e con voce debole e fioca, Gli dici:
 “Padre Santo, eccomi qui, carico di tutti i peccati del mondo.  Non vi è colpa che non si riversi su di Me, perciò non più scaricare sugli uomini i flagelli della tua Divina Giustizia, ma su di Me, tuo Figlio.  O Padre, permettimi di legare tutte le anime a questa croce, e che per loro implori perdono con le voci del mio Sangue e delle mie piaghe.  O Padre, non vedi come Mi son ridotto?  Per questa croce, in virtù di questi dolori, concedi a tutti vera conversione, pace, perdono e santità”.

[Preghiera per disarmare la Divina Giustizia[3]]
Gesù, mentre sei sulla croce trafitto, la tua Anima non è più in terra, ma nei Cieli con il tuo Divino Padre, per difendere e perorare la causa delle anime nostre.
Crocifisso Amor mio, anch’io voglio seguirti innanzi al trono dell’Eterno e disarmare insieme a Te la Divina Giustizia.  La tua santissima Umanità la faccio mia:  unita con la tua Volontà, ed insieme con Te, voglio fare ciò che fai Tu.  Permetti, Vita mia, che scorrano i miei pensieri nei tuoi;  il mio amore, la mia volontà ed i miei desideri nei tuoi, che scorra il mio palpito nel tuo Cuore e tutto il mio essere in Te, affinché nulla mi possa sfuggire, e possa ripetere, atto per atto, parola per parola, tutto ciò che fai Tu.[4]
Vedo, crocifisso mio Bene, che Tu, vedendo grandemente sdegnato il Divino tuo Padre contro le creature, Ti prostri innanzi a Lui e nascondi tutte le creature dentro la tua santissima Umanità, mettendoci al sicuro, affinché il Padre, guardandoci in Te, per amore tuo, non scacci la creatura da Sé.  E se Egli la guarda sdegnato, è perché tante anime hanno contraffatto la bella immagine da Lui creata, hanno pensieri soltanto per offenderlo.  E della loro intelligenza che doveva occuparsi di comprenderlo, ne fanno ricettacolo dove annidano tutte le colpe.  E Tu, o mio Gesù, per placarlo, chiami l’attenzione del Divino Padre a guardare la tua santissima Testa, trafitta di spine tra spasimi atroci.  Così tieni come inchiodate nella tua mente tutte le intelligenze delle creature, per ognuna delle quali offri una espiazione per soddisfare la Divina Giustizia.  Oh, come queste spine scusano tutti i pensieri cattivi delle creature, come voci pietose innanzi alla Maestà Divina!

Mio Gesù, i miei pensieri sono una sola cosa con i tuoi;  perciò insieme con Te prego, imploro, scuso e riparo innanzi alla Maestà Divina tutto il male commesso dalle creature con la loro intelligenza.  Permettimi che prenda le tue spine e la tua stessa intelligenza e che vada con Te da tutte le creature, ad attaccare la tua intelligenza alla loro.  Voglio restituire loro l’intelligenza, come Tu la creasti all’origine, con la santità della tua.  [Voglio] riordinare con la santità dei tuoi pensieri tutti i pensieri delle creature in Te, e trafiggere con le tue spine tutte le menti delle creature, per restituirti il dominio ed il regime di tutti.  O Gesù, Tu solo sii il dominatore di ogni pensiero, di ogni affetto e di tutti i popoli.  Reggi Tu solo ogni cosa;  solo così la faccia della terra, che fa orrore e spavento, si cambierà.
Crocifisso Gesù, continui a vedere che il Divino Padre, sdegnato, guarda le povere creature e le trova tutte insozzate di colpe e coperte delle più brutte luridezze, da far schifo a tutto il Cielo.  Oh, come resta colpita la purità dello sguardo divino, quasi non più riconoscendo la povera creatura come opera delle sue mani santissime!  Anzi, le creature pare che siano tanti mostri che occupano la terra, che attirano lo sdegno dello sguardo paterno.
Ma Tu, o mio Gesù, per placarlo cerchi di addolcirlo, scambiando i suoi occhi con i tuoi, e facendoglieli vedere coperti di Sangue e gonfi di lacrime.  Dinanzi alla Maestà Divina piangi, per muoverla a compassione per la sventura di tante povere creature.  E sento la tua voce che dice:
“Padre mio, è vero che la creatura ingrata si va sempre più lordando di colpe da non meritare più il tuo sguardo paterno.  Ma guardami, o Padre, innanzi a Te voglio tanto piangere, da formare un bagno di lacrime e di Sangue, per lavare queste luridezze di cui si sono coperte le creature.  Padre mio, vuoi Tu forse rigettarmi?  No, non puoi, sono tuo Figlio;  e mentre sono tuo Figlio, sono anche il capo di tutte le creature ed esse sono mie membra.  Salviamole, o Padre, salviamole”.

Mio Gesù, Amore sconfinato, vorrei avere i tuoi occhi per piangere innanzi alla Maestà Suprema per la perdita di tante povere creature e per questi tempi così tristi.  Permettimi che prenda le tue lacrime e i tuoi stessi sguardi, che sono una sola cosa con i miei, e vada da tutte le creature.  Per muovere a compassione le loro anime del tuo amore, farò loro vedere che Tu piangi per causa loro e che, mentre si vanno lordando, Tu hai pronte le tue lacrime ed il tuo Sangue per lavarle;  e vedendoti piangere, si arrenderanno.  Sì, permettimi di lavare con queste lacrime tutte le sozzure delle creature:  scendano nei loro cuori, rammolliscano tante anime indurite nella colpa e vincano l’ostinatezza di tutti i cuori.
Con i tuoi sguardi, permettimi che penetri le creature in modo da fare innalzare tutti i loro sguardi al Cielo per amarti, invece che smarrirsi sulla terra per offenderti;  così il Divino Padre non avrà più sdegno nel guardare la povera umanità.
Crocifisso Gesù, vedo che il Divino Padre non Si placa ancora nel suo sdegno, perché mentre la sua paterna bontà, presa da tanto amore per la povera creatura, ha riempito il cielo e la terra di attestati di amore e di benefici per essa che, quasi ad ogni passo e ad ogni atto, sente scorrere l’amore e le grazie di quel Cuore paterno, la creatura, sempre ingrata, disprezzando questo amore, non lo vuole riconoscere.  Anzi contrasta tanto amore, riempiendo il cielo e la terra di insulti, disprezzi ed oltraggi, fino a metterlo sotto i suoi immondi piedi, volendo quasi distruggerlo, idolatrando se stessa.  Ah, tutte queste offese penetrano fin nei Cieli e giungono innanzi alla Maestà Divina!  Oh, come Si sdegna nel vedere che la vile creatura giunge ad insultarla e ad offenderla in tutti i modi!
Ma Tu, o mio Gesù, sempre intento a difenderci, con la forza rapitrice del tuo amore, costringi il Padre a guardare il tuo santissimo Volto, coperto di tutti questi insulti e disprezzi, e dici:

“Padre mio, non disdegnare le povere creature:  se disdegni loro disdegni Me.  Deh, placati!  Tutte queste offese le porto sul mio Volto, che Ti risponde per tutti.  Padre mio, arresta il tuo furore contro la povera umanità:  sono ciechi e non sanno quello che fanno.  Perciò guardami bene come sono ridotto per causa loro.  Se non Ti muovi a compassione per la misera umanità, Ti intenerisca questo mio Volto insozzato di sputi, coperto di Sangue, illividito e gonfio per i tanti schiaffi e colpi ricevuti.  Pietà, Padre mio!  Ero Io il più bello di tutti, ed ora sono tutto sfigurato, tanto che non Mi riconosco più;  son diventato l’abiezione di tutti.  Perciò, a qualunque costo voglio salva la povera creatura”.
Mio Gesù, possibile che ci ami tanto?  Il tuo amore stritola questo mio povero cuore.  Volendo seguirti in tutto, permettimi che prenda il tuo santissimo Volto per averlo in mio potere, per mostrarlo così sfigurato continuamente al Padre per muoverlo a compassione della povera umanità, che è tanto oppressa sotto la sferza della Divina Giustizia che giace quasi morente.
Permettimi che vada in mezzo alle creature, e faccia loro ve-dere questo tuo Volto così sfigurato per causa loro, per muoverle a compassione delle loro anime e del tuo amore.  E con la luce che tramanda il tuo Volto e con la forza rapitrice del tuo amore, faccia loro comprendere chi sei Tu e chi sono esse che ardiscono offenderti, e faccia risorgere le loro anime da tante colpe in cui vivono morte alla grazia, perché tutte si prostrino innanzi a Te in atto di adorarti e glorificarti.
Mio Gesù, Crocifisso adorabile, la creatura va sempre irritando la Divina Giustizia, e dalla sua lingua risuona l’eco di bestemmie orrende, voci di imprecazioni e di maledizioni, discorsi cattivi, intese di come meglio uccidere e fare carneficine.  Ah!  Tutte queste voci assordano la terra e penetrano fin nei Cieli, assordando l’udito divino, il quale, stanco di questa eco velenosa che Gli manda la creatura, vorrebbe disfarsi di essa, cacciandola da Sé lontana, perché tutte queste voci velenose imprecano e chiedono vendetta e giustizia contro di essa stessa.  Oh, come la Divina Giustizia Si sente spingere a scagliare flagelli!  Oh, come accendono il suo furore contro la creatura tante bestemmie orrende!
Ma Tu, o mio Gesù, amandoci di amore sommo, fai fronte a queste voci micidiali con la tua voce onnipotente e creatrice, in cui raccogli tutte queste voci, e fai sentire all’udito del Padre la tua voce dolcissima per rinfrancarlo delle molestie che le creature Gli danno, con altrettante voci di benedizioni e lodi, e gridi misericordia, grazie, amore per la povera creatura.
E per placarlo di più, Gli mostri la tua santissima bocca, e dici:
“Padre mio, tornami a guardare;  non sentire le voci delle creature, ma senti la mia.  Sono Io che soddisfo per tutti.  Perciò ti prego di guardare la creatura e di guardarla in me.  Se la guardi fuori di me, che sarà di essa?  È debole, ignorante, capace solo di far male, piena di tutte le miserie.  Pietà, pietà della povera creatura.  Rispondo Io per essa con questa mia lingua amareggiata dal fiele, inaridita dalla sete, arsa e riarsa dall’amore”.
Mio amareggiato Gesù, la mia voce nella tua vuole far fronte a tutte queste offese.  Permettimi che prenda la tua lingua, le tue labbra, e giri per tutte le creature, toccando le loro lingue con la tua, affinché sentendo l’amarezza della tua nell’atto di offenderti, se non per amore, almeno per l’amarezza che sentono, non bestemmino più;  che tocchi le loro labbra con le tue, affinché facendo sentire il fuoco della colpa sulle labbra di tutti e facendo risuonare la tua voce onnipotente in ogni petto, possa arrestare la corrente di tutte le voci cattive e cambiare tutte le voci umane in voci di benedizioni e lodi.
Mio Crocifisso Gesù, la creatura, a tanto tuo amore e dolore, non si arrende ancora, anzi disprezzandoti, va aggiungendo colpe a colpe, commettendo sacrilegi enormi, omicidi, suicidi, duelli,
frodi, inganni, crudeltà e tradimenti.  Ah, tutte queste opere cattive appesantiscono le braccia paterne!  E il Padre, non potendo so-stenere il peso, sta per abbassarle, per riversare sulla terra furore e distruzione.  E Tu, o mio Gesù, per strappare la creatura dal furore divino, temendo di vederla distrutta, stendi le tue braccia al Padre, affinché non le abbassi per distruggere la creatura.  E aiutando con le tue braccia a sostenere il peso, Lo disarmi e impedisci che la Giustizia faccia il suo corso.  E per muoverlo a compassione della misera umanità ed intenerirlo, Gli dici con la voce più insinuante:
“Padre mio, guarda queste mani squarciate e questi chiodi che Me le trafiggono, che Mi inchiodano insieme a tutte queste opere cattive.  Ah, è in queste mani che sento tutti gli spasimi che Mi danno queste opere cattive!  Non sei contento, o Padre mio, dei miei dolori?  Non sono forse capaci di soddisfarti?  Sì, queste mie braccia slogate saranno sempre catene che terranno strette le povere creature, affinché non Mi sfuggano, tranne quelle che volessero strapparsi a viva forza.  E queste mie braccia saranno catene amorose che Ti legheranno, Padre mio, per impedirti di distruggere la povera creatura.  Anzi Ti attirerò sempre vicino ad essa, perché versi su di lei le tue grazie e misericordie”.
Mio Gesù, il tuo amore è un dolce incanto per me, e mi spinge a fare ciò che fai Tu.  Perciò dammi le tue braccia, ché insieme con Te voglio impedire, a costo di qualunque pena, che la Divina Giustizia faccia il suo corso contro la povera umanità.  E per muovere il Padre a pietà delle creature, permettimi che metta nelle tue braccia le tante membra straziate, i gemiti di tanti poveri feriti, i tanti cuori addolorati ed oppressi.  Permettimi che vada da tutte le creature e le stringa tutte nelle tue braccia, affinché tutte ritornino al tuo Cuore.  Permettimi che con la potenza delle tue mani creatrici arresti la corrente di tante opere malvagie e ritragga tutti dall’operare il male.

Mio amabile crocifisso Gesù, la creatura non è ancora contenta di offenderti.  Vuol bere fino in fondo tutta la feccia della colpa, e corre quasi all’impazzata nella via del male.  Si precipita di colpa in colpa, disobbedisce alle tue leggi e, disconoscendoti, si ribella a Te e, quasi per farti dispetto, vuole andare all’inferno.  Oh, come si sdegna la Maestà Suprema!  E Tu, o mio Gesù, trionfando di tutto, anche dell’ostinatezza delle creature, per placare il Divin Padre, Gli fai vedere tutta la tua santissima Umanità lacerata, slogata, straziata in modo orribile.  Mostri i tuoi santissimi piedi trafitti, nei quali contieni tutti i passi delle creature, che Ti danno dolori mortali, al punto che sono contorti dall’atrocità degli spasimi.
E sento la tua voce più che mai commovente, come in atto di spirare, che vuol vincere per forza d’amore e di dolore la creatura, e trionfare sul Cuore paterno:
“Padre mio, guardami dalla Testa ai piedi:  non c’è parte sana in Me, non ho dove farmi aprire altre piaghe e procurarmi altri dolori.  Se non Ti plachi a questo spettacolo di amore e di dolore, chi mai potrà placarti?
O creature, se non vi arrenderete a tanto amore, che speranza vi resta di convertirvi?  Queste mie piaghe e questo Sangue saranno sempre voci che chiameranno dal Cielo alla terra grazie di pentimento, perdono, compassione per la povera umanità”.
Mio Gesù, Ti vedo in uno stato di violenza per placare il Padre e per vincere la povera creatura.  Permettimi che prenda i tuoi santissimi piedi e giri per tutte le creature, per legare i loro passi ai tuoi piedi, e così, se volessero camminare nella via del male, sentendo le catene che hai messo tra Te e loro, non possano [farlo].  Deh!  Con questi tuoi piedi fa’ che indietreggino dalla via del male, mettile sulla via del bene, rendendole più docili alle tue leggi.  E con i tuoi chiodi serra l’inferno affinché più nessuno vi cada dentro.

Mio Gesù, Amante crocifisso, vedo che non ne puoi più:  la tensione terribile che subisci sulla croce;  lo scricchiolio continuo delle tue ossa, che sempre più si slogano ad ogni piccolo movimento;  le carni che più si squarciano;  le ripetute offese che Ti giungono, ripetendo passioni e morti più dolorose;  la sete ardente che Ti consuma;  le pene interne che Ti soffocano di amarezza, di dolore e di amore;  e l’ingratitudine umana che in tanti tuoi martìri Ti affronta e Ti penetra come onda impetuosa, fin dentro il trafitto tuo Cuore, Ti schiacciano tanto che la tua santissima Umanità, non reggendo sotto il peso di tanti martìri, sta per finire e, delirando di amore e di patire, chiede aiuto e pietà.
Crocifisso Gesù, possibile?  Tu che reggi tutto e dai vita a tutti, chiedi aiuto?  Ah!  Come vorrei penetrare in ogni goccia del tuo Sangue e versare il mio per raddolcirti ogni piaga, per attutire il dolore di ogni spina, per rendere meno dolorose le loro punture e per raddolcirti in ogni pena interna del tuo Cuore, per sollevare le intensità delle tue amarezze.  Vorrei darti vita per vita, e se mi fosse possibile vorrei schiodarti dalla croce per sostituirmi in vece tua.  Ma vedo che sono nulla e nulla posso, sono troppo insignificante.  Perciò dammi Te stesso.  Prenderò vita in Te e in Te darò Te a Te stesso.  Così contenterai le mie brame.
Straziato Gesù, vedo che la tua santissima Umanità finisce non per Te, ma per compiere in tutto la nostra Redenzione.  Hai bisogno di aiuto divino e perciò Ti getti nelle braccia paterne, chiedendo aiuto e soccorso.  Oh!  Come il Divin Padre S’intene-risce nel guardare l’orrendo strazio della tua santissima Umanità, il lavorio terribile che la colpa ha fatto sulle tue santissime membra.  E per contentare le tue brame d’amore, Ti stringe al suo Cuore paterno e Ti dà gli aiuti necessari per compiere la nostra Redenzione.  E mentre Ti stringe, senti nel tuo Cuore più forte ripetere i colpi dei chiodi, le sferze dei flagelli, gli squarci delle piaghe, le punture delle spine.  Oh, come il Padre ne resta colpito!  Come Si sdegna nel vedere che tutte queste pene Te le recano fin nel tuo Cuore anche anime a Te consacrate!  E nel suo dolore Ti dice:
“Possibile, Figlio mio, che neppure la parte da Te eletta è tutta con Te?  Anzi pare che queste anime chiedano rifugio e na-scondimento in questo tuo Cuore per amareggiarti e darti morte più dolorosa;  e quel che è più, tutti questi dolori che Ti danno sono nascosti e coperti da ipocrisie.  Ah, Figlio!  Non posso più contenere lo sdegno per l’ingratitudine di queste anime, le quali Mi addolorano più che le altre creature tutte insieme”.
Ma Tu, o mio Gesù, trionfando di tutto, difendi queste anime, e fai riparo con l’amore immenso del tuo Cuore alle onde delle amarezze e trafitture che queste anime Ti danno.  E per placare il Padre, Gli dici:
“Padre mio, guarda questo mio Cuore:  tutti questi dolori Ti soddisfino, e quanto più acerbi essi sono, altrettanto più potenti siano sul tuo Cuore di Padre, per impetrare grazie, luce e perdono per queste anime.  Padre mio, non li rigettare:  saranno essi i miei difensori che continueranno la mia Vita sulla terra.
O Padre amorosissimo, considera che, se la mia Umanità è giunta ora al colmo dei suoi patimenti, questo mio Cuore pure scoppia per le amarezze, le intime pene e gli inauditi strazi che ho sofferto per lo spazio di trentaquattro anni, a cominciare dal primo istante della mia Incarnazione.  Tu conosci, o Padre, l’inten-sità di queste interne amarezze, che sarebbero state capaci di farmi morire ad ogni momento di puro spasimo, se la nostra onnipotenza non Mi avesse sostenuto, per prolungare il mio patire fino a questa estrema agonia.  Ah!  Se finora Ti ho offerto tutte le pene della mia santissima Umanità per placare la tua Giustizia che pende su tutti, e per attirare su tutti la tua Misericordia trionfatrice, ora Ti presento questo mio Cuore sconquassato, premuto e infranto sotto il torchio di tutti i momenti della mia vita mortale, in modo particolare per i traviamenti delle anime a Noi consacrate.

Osserva, o Padre mio:  questo è il Cuore che Ti ha amato di infinito amore, che sempre è stato arso di amore per i miei fratelli, figli tuoi in Me;  questo è il Cuore generoso con il quale ho anelato il patire, per darti la completa soddisfazione di tutti i peccati degli uomini.  Abbi pietà delle sue desolazioni, dei suoi continui accoramenti, delle sue angosce, dei suoi tedi, delle sue tristezze innanzi alla morte!
O Padre mio, vi è stato forse un solo palpito del mio Cuore che non abbia cercato la tua gloria, a costo di pene e di Sangue, e la salvezza dei miei fratelli?  Non sono usciti da questo mio Cuore sempre oppresso, le ardenti suppliche, i gemiti, i sospiri, i clamori con cui per trentaquattro anni ho pianto e gridato misericordia al tuo cospetto?
Tu Mi hai esaudito, o Padre mio, per una infinità di volte e di anime, e Te ne rendo grazie infinite.  Ma, guarda, o Padre mio, come non può calmarsi il mio Cuore nelle sue pene se dovesse sfuggire al suo amore anche un’anima sola, perché Noi amiamo tanto un’anima sola quanto tutte le anime insieme.  E si dirà che dovrò dare l’ultimo sospiro su questo doloroso patibolo, vedendo miseramente perire anche anime a Noi consacrate?  Io muoio in un mare di affanni e di pene per l’iniquità e la perdita eterna del perfido Giuda, tanto duro ed ingrato, che respinse tutti i miei tratti amorosi e delicati, e che tanto beneficai, fino a farlo sacerdote, vescovo, come gli altri miei Apostoli.  Ah, Padre mio, basta questo abisso di pene!  Quante anime vedo, scelte da Noi per il duplice sacro seguito, che vogliono imitare Giuda, chi più, chi meno!
Aiutami, Padre mio, aiutami!  Non posso sopportare tutte queste pene.  Vedi se c’è una fibra nel mio Cuore che non sia tormentata più di tutti gli strazi del mio Corpo divino.  Vedi se tutto il Sangue che sto versando non sgorghi, più che dalle mie piaghe, dal mio Cuore, che si disfa di amore e di dolore.  Pietà, Padre mio, pietà!  Non per Me, che voglio patire sino all’infinito per le povere anime, ma pietà di tutte le anime, specialmente per quelle, di uomini e donne, chiamate al mio santo servizio e al mio sposalizio di amore.  Ascolta, o Padre, il mio Cuore che, vicino a venire meno alla vita, accelera i suoi palpiti infocati e grida:  Per tante mie pene, grazie efficaci di pentimento e di vera conversione Ti chiedo per tutte queste infelici anime!  Nessuna di esse Ci sfugga!
Ho sete, Padre mio, ho sete di tutte le anime, specialmente di queste.  Ho sete di patire di più per ciascuna di queste anime.  Ho sempre fatto la tua Volontà, Padre mio.  Ora questa mia Volontà, che è pure la tua, deh! fa’ che sia compiuta perfettamente per amore di Me, tuo Figlio dilettissimo, nel quale hai trovato tutte le tue compiacenze”.
O mio Gesù, non resisto più.  Mi unisco alle tue suppliche, ai tuoi patimenti, al tuo amore penante.  Dammi il tuo Cuore, affinché io senta la tua stessa sete per le anime consacrate a Te e, con i miei palpiti, Ti restituisca l’amore e gli affetti di tutti.  Permettimi di andare da tutte e di deporre il tuo Cuore in loro.  Al suo contatto si riscaldino le fredde, si scuotano le tiepide, si sentano richiamare le fuorviate, ed in loro ritornino le tante grazie respinte.
Il tuo Cuore è soffocato dal dolore e dall’amarezza, nel vedere resi vani tanti disegni che avevi su di loro, per la loro incorrispondenza, e nel vedere che tante altre anime, che dovevano avere vita e salvezza per mezzo di quelle, ne risentono le tristi con-seguenze.  Io mostrerò loro il tuo Cuore tanto amareggiato per causa loro, lancerò in esse dardi di fuoco dal tuo Cuore, presenterò tutte le tue suppliche e tutti i tuoi patimenti per loro:  non è possibile che non si arrendano a Te.  Così ritorneranno pentite ai tuoi piedi, ed i tuoi amorosi disegni su di loro saranno ripristinati;  staranno in Te ed intorno a Te, non più per offenderti, ma per ripararti, consolarti e difenderti.


Vita mia, Crocifisso Gesù, vedo che ancora agonizzi sulla croce, non essendo ancora pago il tuo amore per dare compimento a tutto.  Anch’io, sì, agonizzo insieme con Te, e chiamo tutti:  Angeli, Santi, venite sul monte Calvario a mirare gli eccessi e le follie di amore di un Dio!  Baciamo le sue piaghe sanguinanti, adoriamole, sosteniamo quelle membra lacerate, ringraziamo Gesù dell’operata Redenzione.  Diamo uno sguardo alla trafitta Madre, che tante pene e morti sente nell’Immacolato suo Cuore per quante pene vede nel suo Figlio Dio.  Le sue stesse vesti sono intrise di Sangue, il monte Calvario n’è cosparso tutto.
Perciò tutti insieme prendiamo questo Sangue, preghiamo la dolente Madre che si unisca a noi, dividiamoci in tutto il mondo e andiamo in aiuto di tutti.  Aiutiamo i pericolanti affinché non periscano, i caduti affinché si rialzino, quelli che stanno per cadere affinché non cadano.  Diamo questo Sangue a tanti poveri ciechi, affinché splenda in essi la luce della verità.  E in modo speciale portiamoci in mezzo ai poveri combattenti:  facciamo loro da vigili sentinelle, e se stanno per cadere colpiti dal piombo nemico, riceviamoli nelle nostre braccia per confortarli;  e, se vengono abbandonati da tutti, se sono disperati della loro triste sorte, diamo loro questo Sangue, perché si rassegnino e venga lenita l’atrocità dei dolori.  E se vediamo che vi sono anime che stanno per cadere nell’inferno, diamo loro questo Sangue divino, che contiene il prezzo della Redenzione, e strappiamole a satana.
E mentre mi terrò Gesù stretto al mio cuore per difenderlo e ripararlo da tutto, stringerò tutti a questo cuore, affinché tutti ottengano grazia efficace di conversione, forza e salvezza.
O Gesù, vedo che il Sangue a rivi scorre dalle tue mani e dai tuoi piedi.  Gli Angeli, piangenti, facendoti corona, ammirano i portenti dell’immenso tuo amore.  Vedo la tua dolce Mamma ai piè della croce, trafitta dal dolore, la tua cara Maddalena, il prediletto Giovanni, tutti presi da estasi di stupore, di amore e di dolore.

O Gesù, mi unisco con Te e mi stringo alla tua croce;  prendo tutte le gocce del tuo Sangue e le verso nel mio cuore.  Quando vedrò la tua Giustizia irritata contro i peccatori, io, per placarti, Ti mostrerò questo Sangue;  quando vorrò la conversione di anime ostinate nella colpa, Ti mostrerò questo Sangue e per virtù di esso non rigetterai la mia preghiera, perché ne ho il pegno nelle mani.
Ed ora, crocifisso mio Bene, a nome di tutte le generazioni, passate, presenti e future, insieme con la tua Mamma e con tutti gli Angeli mi prostro innanzi a Te e Ti dico:  Ti adoriamo, o Cristo e Ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.


Riflessioni e Pratiche

Gesù crocifisso ubbidisce ai carnefici, accetta con amore tutti gl’insulti e pene che Gli danno.  Per il grande amore che Gesù sentiva per la povera anima nostra, trovò nella croce il suo letto di riposo.  E noi, in tutte le pene, ci riposiamo in Lui?  Con la nostra pazienza e col nostro amore possiamo dire che prepariamo un letto nel nostro cuore a Gesù?
Mentre Gesù è crocifisso, non c’è parte interna ed esterna che non senta uno speciale patire.  E noi, ci teniamo tutti crocifissi a Lui, almeno coi nostri sensi principali?  Quando in una vana conversazione od altro simile divertimento troviamo il nostro gusto, allora è Gesù che resta inchiodato alla croce.  Ma se questo medesimo gusto lo sacrifichiamo per amor suo, allora schiodiamo Gesù e c’inchiodiamo noi.
Teniamo sempre inchiodati coi chiodi della sua santissima Volontà, la nostra mente, il nostro cuore, tutto l’essere nostro?  Gesù, mentre è crocifisso, guarda con amore i carnefici.  E noi per amor suo guardiamo con amore chi ci offende?
*

Mio crocifisso Gesù, i tuoi chiodi siano fitti nel mio cuore, affinché non ci sia palpito, affetto, desiderio che non senta le punture di essi, ed il sangue che verserà questo mio cuore sia il balsamo che lenisca tutte le tue piaghe.


( Preghiera di Ringraziamento)

                           Il poema della Croce   ( Dal Volume 3 - 2 Dicembre 1899 )

 “La CROCE sofferta da Voi mi liberò dalla schiavitù del demonio, e mi sposò alla Divinità con nodo indissolubile;  la CROCE è feconda, e mi partorisce la grazia;  la CROCE è luce e mi disinganna del temporale, e mi svela l’eterno;  la CROCE è fuoco e mette in cenere tutto ciò che non è di Dio, fino a svuotarmi il cuore d’un minimo filo d’erba che possa starci.  La CROCE è moneta d’inestimabile prezzo, e se io avrò, Sposo Santo, la fortuna di possederla mi arricchirò di monete eterne, fino a rendermi la più ricca in Paradiso, perché la moneta che corre in Cielo è la croce sofferta in terra.
La CROCE, poi, non solo mi fa conoscere me stessa, ma mi dà anche la conoscenza di Dio.  La CROCE mi innesta tutte le virtù.  La CROCE è la nobile Cattedra dell’increata Sapienza, che mi insegna le dottrine più elevate, sottili e sublimi.  La CROCE, da sola, mi svelerà i misteri più nascosti, le cose più recondite, la perfezione più perfetta, tutto ciò essendo nascosto ai dotti ed ai sapienti del mondo.   La CROCE è acqua benefica che non solo mi purifica, ma mi somministra anche il nutrimento per le virtù, facendomele crescere, e mi lascia soltanto quando sarò ricondotta alla Eterna Vita.
La CROCE è rugiada celeste che mi conserva ed abbellisce il bel giglio della purità.  La CROCE è l’alimento della Speranza.   La CROCE è la fiaccola della Fede operante.  La CROCE è legno asciutto che conserva e mantiene sempre acceso il fuoco della Carità.
La CROCE è legno asciutto che fa svanire e mette in fuga tutti i fumi di superbia e di vanagloria e produce nell’anima l’umile viola dell’umiltà.
La CROCE è l’arma più potente che offende i demoni e mi difende da tutti i loro artigli.  L’anima, che possiede la CROCE, è invidiata ed ammirata dagli stessi Angeli e Santi e suscita rabbia e sdegno nei demoni.  La CROCE è il mio Paradiso in terra;  se nel Paradiso dei Beati ci sono i godimenti, nel Paradiso in terra ci sono i patimenti.   La CROCE è la catena d’oro purissimo che mi congiunge con Voi, mio Sommo Bene, formando l’unione più intima possibile, fino a fare scomparire l’essere mio, tramutandomi in Voi e vivente della stessa Vostra Vita”.  

VENTESIMA ORA
Da mezzogiorno all’1
Prima ora di agonia sulla croce
( Preghiera di Preparazione)

Crocifisso mio Bene, Ti vedo sulla croce come sul tuo trono di trionfo, in atto di conquistare tutto e tutti i cuori e di attirarli tanto a Te, che tutti sentano il tuo sovrumano potere.  La natura, inorridita di tanto misfatto, si prostra innanzi a Te ed in silenzio aspetta un tuo detto, per renderti onore e far riconoscere il tuo dominio;  il sole piangente ritira la sua luce, non potendo sostenere la vista di Te, troppo dolorosa;  l’inferno sente terrore e, silenzioso, aspetta.  Sicché tutto è silenzio.  La tua trafitta Mamma, i tuoi fidi, sono tutti muti e pietrificati alla vista, ahi! troppo dolorosa della tua squarciata e slogata Umanità e, silenziosi, aspettano una tua parola.  La tua stessa Umanità che giace in un mare di dolori tra gli spasimi atroci dell’agonia, è silenziosa, tanto che si teme che da un respiro all’altro Tu muoia.  Che più?  Gli stessi perfidi giudei, gli stessi spietati carnefici che sino a poco fa Ti oltraggiavano, Ti schernivano, Ti chiamavano impostore, malfattore, gli stessi ladroni che Ti bestemmiavano, tutti tacciono, ammutoliscono;  il rimorso li invade e, se qualche insulto si sforzano di lanciarti, questo muore sulle loro labbra.
Ma penetrando nel tuo interno, vedo che l’amore rigurgita, Ti soffoca e non puoi contenerlo e, costretto dal tuo amore, che Ti tormenta più delle stesse pene, con voce forte e commovente Tu parli.  Da quel Dio che sei, levi i morenti tuoi occhi al cielo ed esclami:

“Padre, perdona loro, ché non sanno quel che fanno!”.
E di nuovo Ti chiudi nel silenzio, immerso in pene inaudite.
Crocifisso Gesù, possibile tanto amore?  Ah!  Dopo tante pene ed insulti, la prima parola è il perdono e ci scusi, innanzi al Padre, di tanti peccati.  Ah!  Questa parola la fai scendere in ogni cuore dopo la colpa, e sei Tu il primo ad offrire il perdono.  Ma quanti la respingono, e non l’accettano!  Il tuo amore allora va in follie, perché Tu, smaniando, vuoi dare a tutti il perdono ed il bacio di pace.
A questa tua parola l’inferno trema e Ti riconosce Dio, la natura e tutti restano attoniti e riconoscono la tua Divinità, il tuo inestinguibile amore e, silenziosi, aspettano per vedere dove esso giunge.
E non è solo la tua voce, ma anche il tuo Sangue, le tue piaghe, che gridano ad ogni cuore dopo il peccato:  “Vieni nelle mie braccia, ché ti perdono e il suggello del perdono è il prezzo del mio Sangue”.
O mio amabile Gesù, ripeti ancora questa parola a quanti peccatori stanno nel mondo.  Per tutti implora misericordia, per tutti applica i meriti infiniti del tuo preziosissimo Sangue, per tutti, o buon Gesù, continua a placare la Divina Giustizia e dà grazia a chi, trovandosi in atto di dover perdonare, non ne sente la forza.
Mio Gesù, Crocifisso adorato, in queste tre ore di amarissima agonia Tu vuoi dare compimento a tutto.  E mentre, silenzioso, Te ne stai su questa croce, vedo che nel tuo interno vuoi soddisfare in tutto il Padre.  Lo ringrazi per tutti, soddisfi Tu per tutti, per tutti chiedi perdono e a tutti impetri grazia che mai più Ti offendano;  e per impetrare ciò dal Padre, riepiloghi tutta la tua vita, dal primo istante del tuo concepimento fino all’ultimo respiro.  Mio Gesù, amore interminabile, lascia che anch’io riepiloghi tutta la tua vita con Te, con l’inconsolabile Mamma, con San Giovanni e con le pie donne.

Mio dolce Gesù, Ti ringrazio delle tante spine che hanno trafitto la tua adorabile Testa, delle gocce di Sangue da questa versate, dei colpi che su di essa hai ricevuti e dei capelli che Ti hanno strappato.  Ti ringrazio di quanto bene hai fatto e hai impetrato a tutti, dei lumi e delle buone ispirazioni che ci hai date e di quante volte hai perdonato tutti i nostri peccati di pensieri, di superbia, di orgoglio e di propria stima.
Ti chiedo perdono a nome di tutti, o mio Gesù, di quante volte Ti abbiamo coronato di spine, di quante gocce di Sangue Ti abbiamo fatto versare dal sacratissimo tuo Capo, di quante volte non abbiamo corrisposto alle tue ispirazioni.  Per tutti questi dolori da Te sofferti Ti prego, o buon Gesù, d’impetrarci la grazia di non commettere mai più peccati di pensieri.  Intendo ancora offrirti tutto ciò che soffristi nella tua santissima Testa, per darti tutta quella gloria che le creature Ti avrebbero dato se avessero fatto buon uso della loro intelligenza.
Adoro, o Gesù mio, i tuoi santissimi occhi e Ti ringrazio di quante lacrime e Sangue han versato, per le punture crudeli delle spine, per gli insulti, le derisioni e i vilipendi sostenuti in tutta la tua Passione.  Ti chiedo perdono per tutti quelli che si servono della vista per offenderti e oltraggiarti, pregandoti, per i dolori sofferti nei tuoi sacratissimi occhi, a compartirci la grazia che nessuno più Ti offenda con gli sguardi cattivi.  Intendo ancora offrirti tutto quello che Tu stesso soffristi nei tuoi santissimi occhi, per darti tutta quella gloria che le creature Ti avrebbero dato, se i loro sguardi fossero fissi solo al Cielo, alla Divinità e a Te, o mio Gesù.
Adoro le tue santissime orecchie.  Ti ringrazio di quanto soffristi mentre i manigoldi sul Calvario Te le assordavano con grida e scherni.  Ti chiedo perdono a nome di tutti, per quanti discorsi cattivi si ascoltano, e Ti prego che si aprano le orecchie di tutti gli uomini alle verità eterne, alle voci della grazia e che nessuno più

Ti offenda col senso dell’udito.  Intendo ancora offrirti tutto ciò che soffristi nel tuo santissimo udito, per darti tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se di quest’organo avessero fatto santo uso.
Adoro e bacio, o Gesù mio, il tuo santissimo Volto e Ti rin-grazio di quanto soffristi, per gli sputi, schiaffi e scherni ricevuti e per quante volte Ti lasciasti calpestare dai tuoi nemici.  Ti domando perdono a nome di tutti, per quante volte si è avuto l’ardire d’offenderti, pregandoti per questi schiaffi e per questi sputi di far sì che da tutti venga riconosciuta, lodata, glorificata la tua Divinità.  Anzi, o mio Gesù, intendo io stessa andare per tutto il mondo, dall’oriente all’occidente, da mezzogiorno a settentrione, unire tutte le voci delle creature e cambiarle in altrettanti atti di lode, d’amore e di adorazione.  Intendo ancora, o mio Gesù, portare a Te tutti i cuori delle creature, affinché in tutti Tu possa gettare luce, verità, amore, compatimento alla tua Divina Persona.  E mentre perdonerai tutti, io Ti prego di non permettere che nessuno più Ti offenda, se fosse possibile anche a costo del mio sangue.  Intendo infine offrirti tutto ciò che soffristi nel tuo santissimo Volto, per darti tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se nessuno avesse ardito offenderti.
Adoro la tua santissima bocca e Ti ringrazio dei tuoi primi vagiti, di quanto latte succhiasti, di quante parole dicesti, dei baci infocati che desti alla tua santissima Madre, del cibo che prendesti, dell’amarezza del fiele e della sete ardente che soffristi sulla croce, delle preghiere che innalzasti al Padre, e Ti chiedo perdono per quante mormorazioni e discorsi cattivi e mondani si fanno e per quante bestemmie pronunziano le creature.  Intendo offrire i tuoi santi discorsi in riparazione dei loro discorsi non buoni, la mortificazione del tuo gusto per riparare le loro golosità e tutte le offese che Ti hanno arrecato col cattivo uso della lingua.  Intendo offrirti tutto ciò che soffristi nella tua santissima bocca, per darti io tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se nessuna a-vesse ardito offenderti col senso del gusto e con l’abuso della lingua.
O Gesù, di tutto Ti ringrazio e, a nome di tutti, T’innalzo l’inno di un ringraziamento eterno, infinito.  Intendo, o mio Gesù, offrirti tutto ciò che hai sofferto nella tua santissima Persona, per darti tutta la gloria che Ti avrebbero dato tutte le creature, se avessero uniformata la loro vita alla tua.
Ti ringrazio, o Gesù, per quanto hai sofferto nelle tue santissime spalle, per quanti colpi hai ricevuti, per quante piaghe Ti sei lasciato aprire sul tuo sacratissimo Corpo e per quante gocce di Sangue hai versato.  Ti chiedo perdono a nome di tutti, per quante volte per amore delle comodità Ti hanno offeso con piaceri illeciti e non buoni.  Ti offro la tua dolorosa flagellazione per riparare tutti i peccati commessi con tutti i sensi, l’amore ai propri gusti, ai piaceri sensibili, al proprio io, a tutte le soddisfazioni naturali, e intendo pure offrirti tutto ciò che hai sofferto nelle tue spalle, per darti tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se in tutto avessero cercato di piacere a Te solo e di rifugiarsi all’ombra della tua divina protezione.
Gesù mio, bacio il tuo piede sinistro.  Ti ringrazio di quanti passi facesti nella tua vita mortale e di quante volte stancasti le tue povere membra per andare in cerca di anime da condurre al tuo Cuore.  Ti offro perciò, o mio Gesù, tutte le mie azioni, passi e movimenti, con l’intenzione di darti riparazione per tutto e per tutti.  Ti chiedo perdono per quelli che non operano con retta intenzione.  Unisco le mie azioni alle tue per divinizzarle, e le offro unite a tutte le opere che facesti con la tua santissima Umanità, per darti tutta la gloria che Ti avrebbero dato le creature, se avessero operato santamente e con fini retti.
Ti bacio, o Gesù mio, il piede destro e Ti ringrazio di quanto hai sofferto e soffri per me, specialmente in quest’ora che sei pendente dalla croce.  Ti ringrazio per lo straziante lavorio che fanno i chiodi nelle tue piaghe, le quali si squarciano sempre più al peso del tuo sacratissimo Corpo.  Ti chiedo perdono di tutte le ribellioni e disobbedienze che commettono le creature, offrendoti i dolori dei tuoi santissimi piedi in riparazione di queste offese, per darti tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se in tutto fossero state soggette a Te.
O mio Gesù, bacio la tua santissima mano sinistra.  Ti ringrazio di quanto hai sofferto per me, di quante volte hai placata la Divina Giustizia, soddisfacendo per tutti.  Bacio la tua mano destra e Ti ringrazio di quanto bene hai operato e operi per tutti;  in modo speciale Ti ringrazio delle opere della Creazione, della Redenzione e della Santificazione.  Ti chiedo perdono a nome di tutti di quante volte siamo stati ingrati ai tuoi benefici, delle tante nostre opere fatte senza retta intenzione.  In riparazione di tutte queste offese, intendo offrirti tutta la perfezione e santità delle tue opere, per darti tutta quella gloria che le creature Ti avrebbero dato, se avessero corrisposto a tutti questi benefizi.
O Gesù mio, bacio il tuo sacratissimo Cuore e Ti ringrazio di quanto hai sofferto, desiderato e zelato per amor di tutti e per o-gnuno in particolare.  Ti chiedo perdono di tanti desideri cattivi, affetti e tendenze non buone.  Perdono, o Gesù, per tanti che pospongono il tuo Amore all’amore delle creature, e per darti tutta la gloria che queste Ti hanno negato, Ti offro tutto ciò che ha fatto e continua a fare il tuo adorabilissimo Cuore.


Riflessioni e Pratiche

Gesù innalzato in croce, resta sospeso senza toccare la terra.  E noi, cerchiamo di vivere distaccati dal mondo, dalle creature e da quanto sa di terra?  Tutto deve concorrere a formare la croce sulla quale dobbiamo distenderci e rimanere sospesi come Gesù, lontani da tutto ciò che è terra, affinché le creature non si attacchino a noi.

Il penante Gesù non ha altro letto che la croce, altro refrigerio che le piaghe e gli insulti.  Ed il nostro amore giunge a tanto per Gesù, da trovare riposo nel patire?  Tutto ciò che facciamo, preghiere, sofferenze ed altro, rinchiudiamolo in quelle piaghe, intingiamolo nel Sangue di Gesù, e non troveremo conforto che nelle sue pene.  Sicché le piaghe di Gesù saranno le nostre, il suo Sangue lavorerà continuamente in noi per lavarci ed abbellirci, e così attingeremo qualunque grazia per noi e per la salvezza delle anime.  Col deposito del Sangue di Gesù nel nostro cuore, se commetteremo qualche mancanza, pregheremo Gesù che non ci tenga imbrattati alla sua presenza ma col suo Sangue ci lavi e ci tenga insieme con Lui.  Se ci sentiremo deboli, pregheremo Gesù che dia un sorso del suo Sangue all’anima nostra, affinché ci dia la forza.
Il dolce Gesù prega per i suoi carnefici, anzi li scusa.  E noi, facciamo nostra la preghiera di Gesù, per scusare continuamente i peccatori innanzi al Padre e per impetrare loro misericordia, anche per quelli che ci offendessero?
Mentre preghiamo, operiamo, camminiamo, non dimentichiamo pure le povere anime che stanno per dare l’ultimo anelito.  Portiamo loro in aiuto e conforto le preghiere e i baci di Gesù, perché il suo preziosissimo Sangue le purifichi e faccia loro prendere il volo verso il Cielo.
*
Mio Gesù, dalle tue piaghe, dal tuo Sangue, voglio attingere la forza di poter ripetere in me la tua stessa vita, e così potrò impetrare a tutti il bene che facesti Tu stesso.

( Preghiera di Ringraziamento)



Il riposo di Gesù sulla Croce
( Dal Volume 6 - 20 Maggio 1905 )

[Scrive Luisa:]

Questa mattina stavo pensando quando il benedetto Gesù restò tutto slogato sulla croce, e dicevo tra me:  “Ah, Signore, quanto fosti compenetrato da questa sì atroce sofferenza, e come l’anima vostra dovette restarne afflitta!”.  In questo mentre, quasi ombra, Gesù è venuto e mi ha detto:
“Figlia mia, Io non Mi occupavo delle mie sofferenze, ma Mi occu-pavo dello scopo delle mie pene;  e siccome nelle mie pene vedevo compiuta la Volontà del Padre, soffrivo e nel mio stesso soffrire trovavo il più dolce riposo, perché il fare la Volontà Divina ha questo bene, che mentre si soffre, vi si trova il più bel riposo.  Se si gode, e questo godere non è voluto da Dio, nello stesso godere vi si trova il più atroce tormento.  Anzi quanto più Mi avvicinavo al termine delle mie pene, sognavo di compire in tutto la Volontà del Padre, così Mi sentivo più alleggerito, ed il mio riposo si faceva più bello.
Oh, quanto è diverso il modo che tengono le anime!  Se soffrono od operano non hanno né la mira del frutto che possono ricavare, né l’adempimento della Volontà Divina;  si concentrano tutte nella cosa che fanno e, non vedendo i beni che possono guadagnare né il dolce riposo che porta la Volontà di Dio, vivono infastidite e tormentate, e fuggono quanto più possono il patire e l’operare, credendo di trovare riposo, e vi restano più tormentate di prima”.


VENTUNESIMA ORA
Dall’1 alle 2 del pomeriggio
Seconda ora di agonia sulla croce
( Preghiera di Preparazione)

Confitto Amor mio, mentre con Te prego, la forza rapitrice del tuo amore e delle tue pene mantiene fisso il mio sguardo su di Te, ma il cuore mi si spezza nel vederti tanto soffrire.  Tu spasimi d’amore e di dolore e le fiamme che bruciano il tuo Cuore si elevano tanto in alto, che stanno in atto d’incenerirti.  Il tuo amore contenuto è più forte della stessa morte, e Tu, volendolo sfogare, guardando il ladrone alla tua destra, lo rubi all’inferno.  Con la tua grazia gli tocchi il cuore e quel ladro è tutto mutato, Ti riconosce, Ti confessa per Dio, e tutto contrito dice:
“Signore, ricordati di me quando sarai nel tuo regno”.
E Tu non esiti a rispondergli:
“Oggi sarai con Me in Paradiso”.
E così ne fai il primo trionfo del tuo amore.  Ma nel tuo amore vedo che non è al solo ladrone che rubi il cuore, ma anche a tanti morenti.  Ah! Tu metti a loro disposizione il tuo Sangue, il tuo amore, i tuoi meriti ed usi tutti gli artifizi e stratagemmi divini per toccare i loro cuori e rubarli tutti a Te.  Ma anche qui il tuo amore è contrastato.  Quante ripulse, quante sconfidenze, quante disperazioni!  È tanto il dolore, che di nuovo Ti riduce al silenzio.
Intendo, o mio Gesù, riparare per quelli che disperano della divina Misericordia in punto di morte.  Dolce Amor mio, ispira a tutti fiducia e confidenza illimitata in Te, specialmente a quelli
che si trovano fra le strette dell’agonia, e in virtù di questa tua parola, concedi loro luce, forza e aiuto per poter morire santamente e volare da questa terra al Cielo.   Nel tuo santissimo Corpo, nel tuo Sangue, nelle tue piaghe, tutte, tutte contieni le anime, o Gesù.  Per i meriti dunque di questo tuo preziosissimo Sangue, non permettere che anche un’anima sola vada perduta.  Il tuo Sangue gridi ancora per tutte, insieme con la tua voce:  “Oggi sarete con Me in Paradiso”.
Mio Gesù, Crocifisso straziato, le tue pene aumentano sempre di più.  Ah, su questa croce Tu sei il vero Re dei dolori!  Fra tante pene, nessun’anima Ti sfugge, anzi dai a ciascuna la tua propria vita.  Ma il tuo amore si vede contrastato dalle creature, disprezzato, non curato, e, non potendo sfogare, si fa più intenso, Ti dà torture indicibili.  In queste torture va investigando che altro può dare all’uomo per vincerlo, e Ti fa dire:
“Vedi, o anima, quanto ti ho amato!  Se non vuoi aver pietà di te stessa, abbi pietà almeno del mio amore!”.
Intanto, vedendo che non hai più che dargli, avendogli dato tutto, volgi il tuo languido sguardo alla tua Mamma.  Anch’Essa è più che morente per le tue pene, ed è tanto l’amore che la tortura, che la rende crocifissa al par di Te.  Madre e Figlio vi intendete, e Tu sospiri con soddisfazione e Ti conforti nel vedere che puoi dare alla creatura la tua Mamma.  E, considerando in Giovanni tutto il genere umano, con voce così tenera da intenerire tutti i cuori, dici:
“Donna, ecco il tuo figlio”,
ed a Giovanni:
“Ecco la Madre tua”.
La tua voce scende nel suo Cuore materno, ed unita alle voci del tuo Sangue continua a dire:
“Madre mia, ti affido tutti i miei figli;  tutto l’amore che senti per Me, sentilo per loro.  Tutte le tue premure e tenerezze materne siano per i miei figli, Tu Me li salverai tutti”.
La tua Mamma accetta.  Intanto le pene sono così forti che Ti riducono di nuovo al silenzio.
Intendo, o mio Gesù, riparare le offese che si fanno alla Santissima Vergine, le bestemmie e le ingratitudini di tanti che non vogliono riconoscere i benefizi che Tu hai fatto a tutti, dandocela per Madre.
Come possiamo noi ringraziarti di tanto benefizio?  Ricorriamo, o Gesù, alla tua stessa fonte e Ti offriamo il tuo Sangue, le tue piaghe, l’amore infinito del tuo Cuore.  O Vergine Santissima, quale non è la tua commozione nell’udire la voce del buon Gesù che Ti lascia a noi tutti per Madre.
Te ne ringraziamo, o Vergine benedetta, e, per ringraziarti come meriti, Ti offriamo gli stessi ringraziamenti del tuo Gesù.  O dolce Mamma, sii Tu la nostra Madre, prendi cura di noi e non permettere mai che Ti offendiamo anche menomamente.  Tienici sempre stretti a Gesù, con le tue mani legaci tutti, tutti a Lui, in modo da non potergli sfuggire più mai.  Con le tue stesse intenzioni, intendo per tutti riparare le offese che si fanno al tuo Gesù ed a Te, dolce Mamma mia.
O mio Gesù, mentre Te ne stai immerso in tante pene, Tu perori maggiormente la causa della salvezza delle anime.  Io però non me ne starò indifferente, ma come colomba voglio spiccare il mio volo sulle tue piaghe, baciarle, lenirle e tuffarmi nel tuo Sangue, per poter dire con Te:  Anime! Anime!  Voglio sostenere il
tuo Capo trafitto e addolorato per ripararti e chiederti misericordia, amore e perdono per tutti.
Regna nella mia mente, o mio Gesù, e risanala in virtù delle spine che trafiggono la tua Testa, e non permettere che turbazione alcuna entri in me.  Fronte maestosa del mio Gesù, ti bacio:  attira tutti i miei pensieri a contemplarti, a comprenderti.
Occhi dolcissimi del mio Bene, quantunque coperti di Sangue, guardatemi:  guardate la mia miseria, guardate la mia debolezza, guardate il povero mio cuore e fate che possa provare gli effetti mirabili del vostro sguardo divino.
Orecchi del mio Gesù, sebbene assordati dagli insulti e dalle bestemmie degli empi, ma pure intenti ad ascoltarci, deh! ascoltate le mie preghiere e non disdegnate le mie riparazioni.  Sì, ascolta, o Gesù, il grido del mio cuore:  allora si calmerà quando me lo avrai riempito del tuo amore.
Volto bellissimo del mio Gesù, mostrati, fa’ che io Ti veda, affinché da tutti e da tutto possa staccare il mio povero cuore.  La tua bellezza m’innamori continuamente e mi tenga sempre rapita in Te.
Bocca soavissima del mio Gesù, parlami.  Risuoni sempre la tua voce in me e la potenza della tua parola distrugga tutto ciò che non è Volontà di Dio, che non è amore.
O Gesù, stendo le mie braccia al tuo collo per abbracciarti, e Tu, stendimi le tue per abbracciarmi.  Deh! fa’, o mio Bene, che sia tanto stretto questo amplesso d’amore, che nessuna forza umana possa svincolarci.  E così abbracciati, io poggerò il mio volto sul tuo Cuore, e poi con fiducia bacerò le tue labbra, e Tu mi darai il tuo bacio di amore.  Così mi farai respirare il tuo alito dolcissimo, il tuo amore, il tuo Volere, le tue pene e tutta la tua Vita divina.

Spalle santissime del mio Gesù, sempre forti e costanti nel patire per amor mio, date a me fortezza, costanza ed eroismo nel patire per amor suo.  O Gesù, non permettere che io sia incostante nell’amore, anzi fammi parte della tua immutabilità.
Petto infiammato del mio Gesù, dammi le tue fiamme;  Tu non puoi più contenerle, ed il mio cuore con ansia le cerca attraverso quel Sangue e quelle piaghe.  Sono le fiamme del tuo amore, o Gesù, che più Ti tormentano.  O mio Bene, fammene parte.  Non Ti muove a compassione un’anima così fredda e povera del tuo amore?
Mani santissime del mio Gesù, voi che avete creato il cielo e la terra, già siete ridotte a non potervi più muovere.  O mio Gesù, continua la tua creazione, la creazione dell’amore.  Crea in tutto il mio essere vita nuova, vita divina.  Pronunzia le tue parole sul povero mio cuore e trasformalo tutto nel tuo.
Piedi santissimi del mio Gesù, non mi lasciate mai sola, fate che io corra sempre con voi e che io non faccia un sol passo da voi lontano.  Gesù, col mio amore e con le mie riparazioni, intendo ristorarti delle pene che Tu soffri nei tuoi santissimi piedi.
O mio Gesù crocifisso, adoro il Sangue tuo preziosissimo.  Bacio una per una le tue piaghe, intendendo profondere in esse tutto il mio amore, le mie adorazioni, le riparazioni più sentite.  Sia il tuo Sangue per tutte le anime, luce nelle tenebre, conforto nelle pene, forza nella debolezza, perdono nella colpa, aiuto nelle tentazioni, difesa nei pericoli, sostegno in morte e ali per trasportarle da questa terra al Cielo.
O Gesù, a te vengo, e nel tuo Cuore faccio il mio nido e la mia dimora.  Da dentro il tuo Cuore, o mio dolce Amore, chiamerò tutti a Te;  e se qualcuno vorrà avvicinarsi per offenderti, io esporrò il mio petto e non permetterò che Ti ferisca, anzi lo chiuderò nel tuo Cuore, parlerò del tuo amore e farò convertire le offese in amore.

O Gesù, non permettere ch’io esca giammai dal tuo Cuore, alimentami con le tue fiamme, dammi vita con la tua vita, per poterti amare come Tu stesso brami essere amato.
Penante Gesù, mentre stretta al tuo Cuore io mi sto abbandonata, numerando le tue pene, vedo che un tremito convulso invade la tua santissima Umanità;  le tue membra si dibattono come se uno si volesse distaccare dall’altro, e tra i contorcimenti per gli atroci spasimi, Tu gridi forte:
“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”.
A questo grido tutti tremano, le tenebre si fanno più fitte, la impietrita Mamma impallidisce e sviene.  Mia Vita, mio Tutto, mio Gesù, che vedo?  Ah!, Tu sei vicino a morire.  Le stesse pene tanto a Te fedeli, stanno per lasciarti.  Ed intanto, dopo tanto patire, con immenso dolore, vedi le anime non tutte incorporate in Te, anzi scorgi che molte andranno perdute, e senti la dolorosa separazione di esse che si distaccano dalle tue membra.  E Tu, dovendo soddisfare la Divina Giustizia anche per loro, senti la morte di ciascuna e le stesse pene che soffriranno nell’inferno, e gridi forte a tutti i cuori:
“Non Mi abbandonate;  se volete più pene sono pronto, ma non vi separate dalla mia Umanità.  Questo è il dolore dei dolori, è la morte delle morti.  Tutto il resto Mi sarebbe nulla, se non subissi la vostra separazione da Me.  Deh! Pietà del mio Sangue, delle mie piaghe, della mia morte.  Questo grido sarà continuo ai vostri cuori:  deh, non Mi abbandonate!”.
Amor mio, quanto mi dolgo insieme con Te!  Tu affanni, la tua santissima Testa cade già sul tuo petto, la vita Ti abbandona.

Mio Amore, mi sento morire.  Anch’io voglio gridare con Te, Anime! Anime!  Non mi distaccherò da questa croce, da queste piaghe, per chiederti anime, e se Tu vuoi, scenderò nei cuori delle creature, li circonderò delle tue pene affinché non mi sfuggano.  E se mi fosse possibile, mi vorrei mettere sulla porta del-l’inferno, per fare indietreggiare le anime ivi destinate e condurle al tuo Cuore.
Ma Tu agonizzi e taci, ed io piango la tua vicina morte.  O mio Gesù, Ti compatisco, stringo il tuo Cuore forte al mio, lo bacio e lo guardo con tutta la tenerezza di cui son capace.  E per darti un sollievo maggiore, faccio mia la tenerezza divina, e con questa intendo compatirti, cambiare il mio cuore in fiume di dolcezza e versarlo nel tuo, per raddolcire l’amarezza che provi per la perdita delle anime.  E’ doloroso purtroppo questo tuo grido, o mio Gesù;  più che l’abbandono del Padre, è la perdita delle anime che si allontanano da Te, che fa sfuggire dal tuo Cuore questo doloroso lamento.  O mio Gesù, aumenta in tutti la grazia, affinché nessuno si perda, e sia la mia riparazione a pro di quelle anime che si dovrebbero perdere, perché non vadano perdute.
Ti prego ancora, o mio Gesù, per questo estremo abbandono, di dare aiuto a tante anime amanti, che per averle compagne nel tuo abbandono, par che le privi di Te, lasciandole nelle tenebre.  Siano o Gesù, le pene di queste come preci che chiamino le anime a Te vicino e Ti sollevino nel tuo dolore.



Riflessioni e Pratiche

Gesù perdona il buon ladrone, e con tanto amore, che subito se lo porta con Sé in Paradiso.  E noi, preghiamo sempre per le anime dei tanti morenti che hanno bisogno di una prece, perché si chiuda loro l’inferno e si aprano le porte del Cielo?

Le pene di Gesù sulla croce crescono, ma, dimentico di Sé stesso, prega sempre per noi.   Non lascia nulla per Sé e dà tutto a noi, fin la sua Santissima Madre, facendone dono, il più caro che avesse il suo Cuore.  E noi, diamo tutto a Gesù?
In tutto ciò che facciamo, preghiere, azioni ed altro, mettiamo sempre l’intenzione di assorbire nuovo amore in noi, per poter poi ridare tutto a Lui?  Dobbiamo assorbirlo per darlo, affinché tutto ciò che facciamo porti l’impronta dell’operato di Gesù.
Quando il Signore ci dona fervore, luce, amore, ce ne serviamo a bene degli altri?  Cerchiamo di rinchiudere le anime in questa luce e in questo fervore per premurare il Cuore di Gesù a convertirle?  Oppure, egoisti, ci teniamo per noi soli le sue grazie?
*
O mio Gesù, ogni piccola scintilla d’amore che sento nel mio cuore diventi un incendio che consumi tutti i cuori delle creature e le rinchiuda nel tuo Cuore.
Che uso facciamo del gran dono che ci fece della sua Mamma?  Facciamo nostro l’amore di Gesù, le tenerezze di Gesù e tutto ciò che faceva Gesù, per rendere contenta la Mamma sua?  Possiamo dire che la nostra divina Madre trova in noi il contento che trovava in Gesù?  Stiamo sempre a Lei vicini come figli fedeli, l’ubbidiamo, imitiamo le sue virtù?  Cerchiamo tutti i modi per non sfuggire al suo sguardo materno, affinché ci tenga sempre stretti a Gesù?  In tutto ciò che facciamo, chiamiamo gli sguardi della Madre Celeste a guidarci, per poter agire santamente, da veri figli, sotto il suo pietoso sguardo?  E per poterle dare il contento come glielo dava il Figlio suo, chiediamo a Gesù tutto l’amore che portava alla sua santissima Madre, la gloria che le dava continuamente, la tenerezza e tutte le sue finezze d’amore.  Tutto ciò, facciamolo nostro e diciamo alla Celeste Mamma:

“Abbiamo in noi Gesù, e per renderti contenta e per poter trovare in noi ciò che trovavi in Gesù, diamo tutto a Te.  Inoltre Mamma bella, vogliamo ancor noi dare a Gesù tutti i contenti che trovava in Te;  perciò vogliamo entrare nel tuo Cuore e prendere il tuo amore, tutti i tuoi contenti, tutte le tue tenerezze e premure materne, per darli tutti a Lui”.
*
Mamma nostra, le tue mani materne siano le dolci catene che ci tengano legati a Te e a Gesù.
Gesù non si risparmia in nulla.  Amandoci con amore sommo, vorrebbe salvarci tutti e, se fosse possibile, vorrebbe strappare dall’inferno tutte le anime, anche a subirne tutte le pene.  Ciò non pertanto vede che a via di sforzi le anime vogliono svincolarsi dalle sue braccia e, non potendo contenere il suo dolore, esclama:
“Dio mio, Dio mio, perché Mi hai abbandonato?”.
E noi, possiamo dire che il nostro amore verso le anime è simile a quello di Gesù?  Le nostre preghiere, le nostre pene, tutti i nostri più piccoli atti sono uniti agli atti, alle preghiere di Gesù, per strappare anime dall’inferno?  Come compatiamo Gesù in questo suo immenso dolore?  Se la nostra vita si potesse consumare in olocausto continuo, non sarebbe bastante a compatire questo dolore.  Ogni piccolo atto, pena, pensiero che facciamo uniti a Gesù, può servire a strappare anime perché non cadano nell’inferno.  Uniti con Gesù avremo nelle nostre mani il suo stesso potere.  Se invece non faremo i nostri atti uniti con Lui, essi non serviranno a impedire che neppure un’anima sola vada all’in-ferno.

* 

Amor mio e mio Tutto, tienimi stretta al tuo Cuore, affinché senta subito quanto il peccatore Ti addolora nel distaccarsi da Te, e così poter far subito la mia parte.
O mio Gesù, il tuo amore leghi il mio cuore, affinché, bruciato dal tuo fuoco, possa sentire l’amore che Tu stesso avesti per le anime.
Quando soffro dolori, pene, amarezze, allora, o Gesù, sfoga la tua Giustizia su di me, e prendi la soddisfazione che vuoi, ma il peccatore, o Gesù, sia salvo, e le mie pene siano vincolo che leghino Te e il peccatore, e la mia anima abbia la consolazione di vedere la tua Giustizia soddisfatta.

( Preghiera di Ringraziamento )

L’agonia della Croce
( Dal Volume 9 - 4 Luglio 1910 )

 “Figlia mia, se l’agonia dell’Orto fu in modo speciale per i moribondi, l’agonia della Croce fu per aiuto dell’ultimo punto, proprio per l’ultimo respiro.  Tutte e due sono agonie, ma una diversa dall’altra:  l’agonia dell’Orto, piena di tristezze, di timori, d’affanni, di spaventi;  l’agonia della Croce, piena di pace, di calma imperturbabile, e se gridai:  ‘Ho sete’, era sete insaziabile che tutti potessero spirare nel mio ultimo respiro;  e vedendo che molti uscivano da dentro il mio ultimo respiro, per il dolore gridai:  “Sitio”, e questo ‘sitio’ continuo ancora a gridare a tutti ed a ciascuno, come campanello alla porta d’ogni cuore:  “Ho sete di te, o anima!  Deh, non uscire da Me, ma entra in Me e spira con Me!”


VENTIDUESIMA ORA
Dalle 2 alle 3 del pomeriggio
Terza ora di agonia sulla croce
( Preghiera di Preparazione)

O mio Crocifisso moribondo, abbracciata alla croce, sento il fuoco che brucia tutta la tua santissima Persona;  il Cuore Ti batte sì forte che, sollevandoti le costole, Ti tormenta in modo sì straziante e orribile, che tutta la tua santissima Umanità subisce una trasformazione da renderti irriconoscibile.  L’amore da cui è avvampato il tuo Cuore tutto Ti dissecca e brucia;  e Tu, non potendo contenerlo, senti forte il tormento, non solo della sete corporale, per lo spargimento di tutto il tuo Sangue, ma molto più della sete ardente della salute delle anime nostre.  Tu, come acqua vorresti beverci per metterci tutti in salvo dentro di Te.  Perciò raccogliendo le tue affievolite forze, gridi:  “Ho sete!”.
Ah! Questa voce la ripeti ad ogni cuore:
“Ho sete della tua volontà, dei tuoi affetti, dei tuoi desideri, del tuo amore;  acqua più fresca e dolce non puoi darmi che la tua anima.  Deh, non farmi bruciare!  Ho sete ardente, per cui non solo Mi sento bruciare la lingua e la gola, tanto che non posso più articolare parola, ma Mi sento anche disseccare il Cuore e le viscere.  Pietà della mia sete, pietà!”.  E come delirante per la gran sete, Ti abbandoni alla Volontà del Padre.
Ah!  Il mio cuore non può più vivere nel vedere l’empietà dei tuoi nemici che, invece di acqua, Ti danno fiele e aceto, e Tu non li rifiuti.  Ah! Comprendo:  è il fiele di tante colpe, è l’aceto delle nostre passioni non domate che vogliono darti e che, invece di ristorarti, Ti bruciano di più.
O mio Gesù, ecco il mio cuore, i miei pensieri, i miei affetti, ecco tutto il mio essere, affinché Ti disseti e dia un ristoro alla tua bocca arsa ed amareggiata.  Tutto quello che ho, tutto quello che sono, tutto è per Te, o mio Gesù.  Se fossero necessarie le mie pene per poter salvare anche una sola anima, eccomi, io son pronta a tutto soffrire:  a Te io mi offro interamente, fa’ di me ciò che a Te meglio piacerà.
Intendo riparare il dolore che Tu soffri per tutte le anime che si perdono e la pena che Ti danno quelle, alle quali, mentre Tu permetti le tristezze, gli abbandoni, esse invece di offrirli a Te, come ristoro alla cocente sete che Ti divora, si abbandonano a se stesse e così Ti fanno penare di più.
Morente mio Bene, il mare interminabile delle tue pene, il fuoco che Ti consuma e più che tutto il Volere Supremo del Padre, che vuole che Tu muoia, non ci fanno più sperare che Tu pos-sa continuare a vivere.  Ed io, come potrò vivere senza di Te?  Già le forze Ti mancano, gli occhi si velano, il Volto si trasforma e si copre di pallore mortale, la bocca è semiaperta, il respiro af-fannoso ed interrotto, tanto che non vi è più speranza che Ti possa rianimare.  Al fuoco che Ti brucia, sottentra un gelo ed un sudore freddo che Ti bagna la fronte.  I muscoli e i nervi si contraggono sempre di più per l’acerbità dei dolori e per le trafitture dei chiodi, le piaghe si squarciano ancora;  ed io tremo, mi sento morire.  Ti guardo, o mio Bene, e vedo scendere dai tuoi occhi le ultime lacrime, foriere della vicina morte, mentre a stento fai sentire ancora una parola:
“Tutto è consumato!”.

O mio Gesù, già tutto hai esaurito, altro non Ti resta, l’Amo-re è giunto al suo termine.  Ed io, mi son consumata tutta del tuo Amore?  Qual ringraziamento non dovrò io renderti, qual non dovrà essere la mia gratitudine per Te?
O mio Gesù, intendo riparare per tutti, riparare le incorrispondenze al tuo Amore, e consolarti degli affronti che ricevi dalle creature mentre Ti stai consumando d’amore sulla croce.
Mio Crocifisso spirante Gesù, già stai per dare gli ultimi aneliti della vita mortale, la tua santissima Umanità è già irrigidita, il Cuore sembra che più non Ti batte.
Con la Maddalena mi abbraccio ai tuoi piedi, e vorrei, se fosse possibile, dare la mia vita per animare la tua.
Intanto, o Gesù, vedo che riapri i tuoi occhi moribondi e guardi intorno alla croce, come se volessi dare l’ultimo addio a tutti.  Guardi la tua morente Mamma che non ha più moto e voce, tante sono le pene che sente, e dici:
“Addio, Mamma, Io parto, ma Ti terrò nel mio Cuore;  Tu abbi cura dei miei e dei tuoi figli”.
Guardi la piangente Maddalena, il fido Giovanni, e con i tuoi sguardi dici loro:  “Addio”.
Con amore guardi gli stessi tuoi nemici, e con i tuoi sguardi dici loro:  “Io vi perdono, vi do il bacio di pace”.
Al tuo sguardo niente sfugge, da tutti Ti licenzi e perdoni a tutti.  Poi raccogli tutte le tue forze e con voce forte e tonante gridi:  “Padre, nelle tue mani raccomando lo Spirito mio!”.
E chinato il Capo, spiri...


Mio Gesù, a questo grido la natura tutta si sconvolge e piange la tua morte, la morte del suo Creatore.  La terra trema forte e, col suo tremito, par che pianga e voglia scuotere gli animi a riconoscerti per vero Dio.  Il velo del tempio si squarcia, i morti risorgono, il sole, che fin ora ha pianto le tue pene, ha ritirata con orrore la sua luce.  I tuoi nemici a questo grido s’inginocchiano, si percuotono il petto e dicono:
“Veramente Costui è il Figlio di Dio!”.
E la tua Madre, impietrita e morente, soffre pene più dure della morte.
Morto mio Gesù, con questo grido Tu metti anche noi tutti nelle mani del Padre, perché non ci rigetti.  Perciò gridi forte non solo con la voce, ma con tutte le tue pene e con le voci del tuo Sangue:
“Padre, nelle tue mani metto il mio Spirito e tutte le anime!”.
Mio Gesù, anch’io mi abbandono in Te;  dammi grazia di morire tutta nel tuo Amore, nel tuo Volere, e Ti prego di non per-mettere mai, né in vita né in morte, ch’io esca dalla tua Santissima Volontà.
Intendo intanto riparare per tutti quelli che non si abbandonano perfettamente alla tua Santissima Volontà, perdendo così o menomando il prezioso frutto della tua Redenzione.  Qual non è il dolore del tuo Cuore, o mio Gesù, nel vedere tante creature che sfuggono dalle tue braccia e si abbandonano a se stesse!  Pietà per tutti, o mio Gesù, pietà per me!
Bacio la tua Testa coronata di spine e Ti chiedo perdono di tanti miei pensieri di superbia, di ambizione e di propria stima.  Ti prometto che ogni qual volta mi verrà un pensiero che non sia tut-to per te, o Gesù, e mi troverò nelle occasioni di offenderti, griderò subito:  “Gesù e Maria, Vi raccomando l’anima mia”.
O Gesù, bacio i tuoi begli occhi, bagnati ancora di lacrime e coperti di Sangue aggrumito, e Ti chiedo perdono di quante volte Ti offesi con gli sguardi cattivi e immodesti.  Ti prometto che ogni qual volta i miei occhi saranno portati a guardare cose di terra, griderò subito:  “Gesù e Maria, Vi raccomando l’anima mia”.
O Gesù mio, bacio le tue sacratissime orecchie, assordate fin negli ultimi momenti da insulti e orribili bestemmie, e Ti chiedo perdono di quante volte ho ascoltato o ho fatto ascoltare discorsi che ci allontanano da Te, di tanti discorsi cattivi che si fanno dalle creature.  Ti prometto che ogni qual volta mi troverò nell’occa-sione di udire discorsi che non convengono, griderò subito:  “Gesù e Maria, Vi raccomando l’anima mia”.
O Gesù mio, bacio il tuo santissimo Volto, pallido, livido e sanguinante, e Ti domando perdono dei tanti disprezzi, affronti e insulti che ricevi da noi, vilissime creature, coi nostri peccati.  Ti prometto che ogni qual volta mi verrà la tentazione di non dare a Te tutta la gloria, l’amore e l’adorazione a Te dovuta, griderò subito:  “Gesù e Maria, Vi raccomando l’anima mia”.
O Gesù mio, bacio la tua sacratissima bocca, arsa e ama-reggiata.  Ti chiedo perdono di quante volte Ti ho offeso coi miei discorsi cattivi, di quante volte ho concorso ad amareggiarti e ad accrescere la tua sete.  Ti prometto che ogni qual volta mi verrà il pensiero di far discorsi che potrebbero offenderti, griderò subito:  “Gesù e Maria, Vi raccomando l’anima mia”.
O Gesù mio, bacio il tuo santissimo collo, e vedo ancora i segni delle catene e delle funi che Ti hanno oppresso.  Ti domando perdono di tanti legami e di tanti attaccamenti delle creature che hanno accresciuto funi e catene al tuo sacratissimo collo.  E Ti prometto che ogni qual volta mi sentirò turbata da attaccamen-
ti, desideri e affetti che non saranno per Te, griderò subito:   “Gesù e Maria, Vi raccomando l’anima mia”.
Gesù mio, bacio le tue santissime spalle e Ti chiedo perdono di tante illecite soddisfazioni, perdono di tanti peccati commessi con tutti i cinque sensi del nostro corpo.  Ti prometto che ogni qual volta mi verrà il pensiero di prendermi qualche piacere o soddisfazione che non sia per la tua gloria, griderò subito:  “Gesù e Maria, Vi raccomando l’anima mia”.
Gesù mio, bacio il santissimo petto e Ti chiedo perdono di tante freddezze, indifferenze, tiepidezze e ingratitudini orrende che ricevi dalle creature.  Ti prometto che ogni qual volta mi sentirò raffreddare nel tuo amore, griderò subito:  “Gesù e Maria, Vi raccomando l’anima mia”.
Gesù mio, bacio le tue sacratissime mani.  Ti chiedo perdono di tutte le opere cattive e indifferenti, di tanti atti malignati dall’a-mor proprio e dalla propria stima.  Ti prometto che ogni qual volta mi verrà il pensiero di non operare per il solo tuo amore, griderò subito:  “Gesù e Maria, Vi raccomando l’anima mia”.
O mio Gesù, bacio i tuoi santissimi piedi e Ti domando perdono di tanti passi, di tante vie battute senza la retta intenzione, per tanti che si allontanano da Te per andare in cerca dei piaceri della terra.  Ti prometto che ogni qual volta mi verrà il pensiero di scostarmi da Te, griderò subito:  “Gesù e Maria, Vi raccomando l’anima mia”.
O Gesù, bacio il tuo sacratissimo Cuore, ed in esso con l’ani-ma mia intendo chiudervi tutte le anime da Te redente, perché tutte siano salve, nessuna esclusa.  O Gesù, serrami nel tuo Cuore e chiudimi in modo le porte, che io non abbia a vedere altro che Te.  Ti prometto che ogni qual volta mi verrà il pensiero di voler uscire da questo Cuore, io griderò subito:  “Gesù e Maria, a Voi dono il cuore e l’anima mia”.


Riflessioni e Pratiche

Gesù brucia dalla sete.  E noi, bruciamo d’amore per Gesù?  I nostri pensieri, i nostri affetti hanno sempre il fine di ristorare la sua sete ardente?
L’assetato Gesù, non potendo sostenere la sete che lo brucia, soggiunge: “Tutto è consumato!”. Gesù dunque si è consumato tutto per noi.  E noi, in ogni cosa, ci sforziamo di essere una continua consumazione d’amore per Gesù?  Ogni atto, parola e pensiero portavano Gesù verso la consumazione;  ed ogni nostro atto, parola, pensiero ci spingono a consumarci per amore di Gesù?
*
O Gesù, dolce mia vita, il tuo alito consumato soffi sempre nel mio povero cuore per poter ricevere l’impronta della tua consumazione.
Gesù sulla croce compie in tutto la Volontà del Padre e spira con un atto perfetto d’abbandono nella sua Santissima Volontà.  E noi, compiamo in tutto la Volontà di Dio?  Ci abbandoniamo perfettamente nel suo Volere, senza guardare se ci viene bene o male, contenti solo di trovarci abbandonati nelle sue braccia santissime?  Il morire a noi stessi è continuo per amore di Gesù?  Possiamo dire che pur vivendo non viviamo, che siamo morti a tutto per vivere solo non della nostra vita ma della vita di Gesù?  Cioè tutto ciò che facciamo, che pensiamo, che desideriamo, che amiamo, richiama in noi il vivere di Gesù, per far morire la nostra parola, il nostro passo, il nostro desiderio, il nostro pensiero, tutto, in Gesù?
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O mio Gesù, la mia morte sia una morte continua per amor tuo, ed ogni morte che subisco sia una vita che intendo dare a tutte le anime.                       

 ( Preghiera di Ringraziamento ) 

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