Tu devi sapere che il vivere nella nostra Volontà è un Dono che la nostra magnanimità vuol dare alle creature e con questo Dono la creatura si sentirà trasformata: da povero ricco, da debole forte, da ignorante dotto, da schiavo di vile passione, dolce e volontario prigioniero d’una Volontà tutta Santa che non lo terrà prigioniero, ma re di se stesso, dei domini divini e di tutte le cose create. Il gran Dono della nostra Volontà, dato come dono, cambierà la sorte infelice delle umane generazioni, menoché chi volontariamente vuol restare nella sua infelicità, molto più che questo Dono fu dato all’uomo nel principio della sua Creazione ed, ingrato, lo respinse col fare la sua volontà, sottraendosi dalla Nostra.Ora, chi si dispone a fare il nostro Volere prepara il posto, la decenza, la nobiltà dove poter mettere questo Dono sì grande ed infinito; le nostre conoscenze sul Fiat aiuteranno e prepareranno in modo sorprendente a ricevere questo Dono e, ciò che non hanno ottenuto fin oggi lo potranno ottenere domani.

domenica 13 maggio 2012

Il Ruolo di Maria SS.ma nella Redenzione e Santificazione dell'Umanità








La mia cara Mamma non faceva nulla di straordinario nella sua vita esterna, anzi, fece meno, apparentemente, di qualsiasi altro.  Lei si abbassava alle azioni più ordinarie della vita:  filava, cuciva, scopava, accendeva il fuoco.  Chi mai avrebbe pensato che Lei era la Madre di un Dio?  Le sue azioni esterne nulla additavano di ciò.  E quando Mi portò nel suo seno, contenendo in Lei il Verbo Eterno, ogni suo moto, ogni a-zione umana riscuoteva adorazione da tutto il creato.  Da Lei usciva la vita e la conservazione di tutte le creature :  il sole pendeva da lei ed aspettava la conservazione della sua luce e del suo calore;  la terra, lo svolgimento della vita delle piante;  tutto si aggirava intorno a Lei:  cieli e terra stavano ai suoi cenni;  eppure, chi vedeva nulla?  Nessuno.  Tutta la sua grandezza, potenza e santità, i mari immensi di beni che da Lei uscivano dal suo interno, ogni suo palpito, respiro, pensiero, parola, erano uno sbocco nel suo Creatore.  Tra Lei e Dio erano continue correnti che Ella riceveva e dava;  nulla usciva fuori da Lei che non ferisse il suo Creatore ed in cui non restasse ferita da Lui.  Queste correnti la ingrandivano, la innalzavano, la facevano superare tutto;  ma nessuno vedeva nulla.  Solo Io, suo Dio e Figlio, ero a giorno di tutto;  tra Me e la Mamma mia correva tale corrente, che il suo palpito scorreva nel mio ed il mio scorreva nel suo, sicché Lei viveva del mio palpito eterno ed Io del suo palpito materno;  onde le nostre vite erano scambiate insieme ed era proprio questo che innanzi a Me la faceva distinguere che era la mia Mamma.  Le azioni esterne non Mi appagano né Mi piacciono se non partono da un interno di cui Io ne formo la vita.
… Io sono solito di coprire con le cose più ordinarie le mie opere più grandi, affinché nessuno Me le additi ed Io resto più libero di operare;  e quando tutto ho compiuto faccio delle sorprese e le manifesto a tutti, facendo tutti stupire”.              

                                                 (Gesù a Luisa Piccarreta  -  Vol. 14 = 16.3.1922




“ La mia Mamma non entra
nella parte secondaria del mio Amore, 
del mio Volere,  ma forma un solo anello con Me ” 

                                     ( Gesù,  il 9.2.1919 – Vol. 12 )
“ Il primo ‘sì nel mio Fiat
  l’ho chiesto alla mia cara Mamma,
    ed oh, potenza del suo Fiat nel mio Volere!
Non appena il Fiat Divino s’incontrò
col Fiat della mia Mamma, se ne fecero uno solo. 
Il mio Fiat la innalzò, la divinizzò, la adombrò e,
senza opera umana concepì Me, Figlio di Dio
. 
  Nel solo mio Fiat poteva concepirmi:  
il mio Fiat le comunicò l’immensità, l’infinità, la fecondità
  in modo divino e perciò potette restare concepito in Essa
         l’Immenso, l’Eterno, l’Infinito.  
     Non appena disse:  ‘ Fiat Mihi ’, 
  non solo s’impossessò di Me, ma adombrò insieme
  tutte le creature, tutte le cose create;  sentiva tutte le vite
   delle creature in Sé e d’allora incominciò
      a farla da Madre e da Regina di tutti. 
 Quanti portenti non contiene questo ‘sì della mia Mamma! 
    Se li volessi dir tutti non finiresti mai di sentirli! ” 

                                    ( Gesù a Luisa Piccarreta,  il 10.1.1921 - Vol. 12 )

          “ Dal mio Fiat uscì la Creazione,
   perciò in ogni cosa creata si vede l’impronta del Fiat.




Dal Fiat Mihi della mia cara Mamma,
detto nel mio Volere
, il quale ebbe la stessa potenza
del mio Fiat Creatore, uscì la Redenzione, 

   sicché non c’è cosa della Redenzione che non contenga
   l’impronta del Fiat Mihi della mia Mamma. 
       Anche la mia stessa Umanità,
  i mie passi, le opere, le parole,
   erano suggellate dal Fiat Mihi di Lei;  
 le mie pene, le piaghe, le spine, la croce, il mio Sangue,
       il suo Fiat Mihi ne teneva l’impronta, perché
  le cose portano l’impronta dall’origine donde sono uscite. 
      La mia origine nel tempo
  fu dal Fiat Mihi dell’Immacolata Mamma,
   perciò tutto il mio operato porta il segno del suo
Fiat Mihi.
   Sicché: 
   in ogni Ostia Sacramentale c’è il suo Fiat Mihi; 
   se l’uomo sorge dalla colpa, se il neonato è battezzato,
   se il Cielo si apre per riceverne le anime,
   è il Fiat Mihi della mia Mamma che segna,
   che segue e provvede a tutto. 
  Oh, potenza del FIAT!   Esso sorge ad ogni istante,
      si moltiplica e si fa vita di tutti i beni! ”

                  ( Gesù a Luisa Piccarreta  -  dal Diario :  Vol. 12 = 17.1.1921 )
da “ La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà ”
   della Serva di Dio Luisa Piccarreta la
P.F.D.V.  (18° giorno) :
 ( Maria SS.: )   <<  Nella casa di Nazareth io mi sentivo più che mai
accesa e  pregavo che il Verbo Divino scendesse sulla terra. 
La Divina Volontà, che regnava in me, non faceva altro che
investire tutti i miei atti di luce, di bellezza, di santità, di potenza
; 
sentivo che formava in me il regno della luce, ma la luce che sempre sorge,
il regno della bellezza, santità e potenza che sempre cresce.   Sicché 
   tutte le qualità divine, che il Fiat Divino stendeva in me col suo regnare,
mi portavano la fecondità
.  La luce che mi invadeva era tanta, e la stessa
mia umanità restava talmente abbellita ed investita da questo Sole del
Voler Divino, che non faceva altro che produrre fiori celesti.  Io sentivo
che il Cielo si abbassava fino a me e che la terra della mia umanità saliva, e
Cielo e terra si abbracciavano, si rappacificavano, per darsi il bacio di pace
e d’amore
;  e  la terra si disponeva a produrre il germe per formare il Giusto,
il Santo
  ed  il Cielo si apriva per far discendere il Verbo in questo germe.
Io non facevo altro che scendere e salire alla mia Patria Celeste
e gettarmi nelle braccia paterne del mio Padre Celeste
e Gli dicevo con il cuore: 
“ Padre Santo, non ne posso più!  Mi sento bruciata e
mentre brucio, sento una forza potente in me che vuole vincermi.  Con le catene del mio amore voglio legarvi per disarmarvi, affinché non più indugiate, ma sulle ali del mio amore voglio trasportare il Verbo Divino dal Cielo in terra ”. 
E pregavo e piangevo che mi ascoltasse.  E  la Divinità,
vinta dalle mie lacrime e preghiere, mi assicurò col dirmi
: 
“ Figlia, chi ti può resistere?  Hai vinto!  L’ora divina è vicina.  Tu ritorna alla terra e continua i tuoi atti nella potenza del
Mio Volere e, con questi, tutti resteranno scossi e
Cielo e terra si daranno il bacio di pace ”  >>




Il  Fiat  della Creazione


Il Dio Creatore
e la sua creatura :  l’uomo


Scorriamo brevemente gli  Scritti sulla Divina Volontà  della Serva di Dio Luisa Piccarreta per scoprire, almeno in parte, quale ruolo Dio Creatore stabilì ed assegnò alla Vergine, Madre del suo Verbo Divino Incarnato, nel piano della nostra Redenzione.
Leggiamo, nel Diario  che Luisa Piccarreta dovette scrivere in obbedienza ai suoi Confessori, le parole riferitele da Gesù stesso in vari momenti della sua vita.

In data 18 aprile 1930 (volume 28 ), troviamo scritto :

“ Figlia mia,  se tu sapessi con quanto amore fu formata la Creazione dell’uomo !  Il solo ricordarlo, il nostro ( di Dio, Trinità SS. ) amore si gonfia e forma nuovi innundii e mentre si atteggia a festa nel ricordare  l’opera nostra - dice Gesù a Luisa -, bella, perfetta, e messovi tale maestria d’arte che nessun altro ne può formare una simile, ed  era tanto bella, che giunse a suscitare nel nostro amore la gelosia, che tutta fosse per Noi.   Del resto, l’uomo era stato fatto da Noi, era nostro:  esserne geloso era un diritto del nostro amore.   Tanto è vero che
il nostro Amore giunse a tanto,
che tutti i primi atti fatti in Adamo
furono fatti dal suo Creatore. 
Sicchè
il primo atto d’amore
fu creato e fatto da Noi  - la Trinità SS. -  in Adamo, 
il primo palpito, il primo pensiero, la prima parola,
insomma tutto ciò che lui potette fare dopo,
stavano i nostri Atti primi fatti in lui 
e sopra dei nostri primi Atti
seguivano gli atti di Adamo.
Perciò,
se amava, sorgeva il suo amore
da dentro il nostro primo atto d’amore; 
se pensava, sorgeva da dentro il nostro pensiero
il suo pensiero;   e  così di tutto il resto.
Se Noi non avessimo fatto i primi atti in lui,
non avrebbe potuto né far nulla, né saper far nulla.
Invece,  col fare l’Ente Supremo i primi atti, mettevamo
in Adamo tante fontanine per quanti atti primi facemmo in lui,
in modo che ogni qualvolta voleva ripetere i nostri primi atti,
tenesse a sua disposizione queste fontanine come tante diverse
sorgenti d’amore, di pensieri, di parole, di opere e di passi.
Quindi, tutto era nostro, dentro e fuori dell’uomo,
perciò la nostra gelosia non solo era un diritto,
ma anche giustizia, che
tutto doveva essere per Noi e tutto nostro.
Molto più che gli davamo il nostro Volere Divino
affinché ce lo conservasse bello, fresco e
ce lo facesse crescere d’una beltà divina.
    Il nostro Amore  non era contento
né soddisfatto di tanto che gli aveva dato, 
voleva continuare a dare sempre,  non voleva
dire basta, voleva continuare la sua opera d’amore, 
e  per averlo con Sé, per avere che ci fare coll’uomo,
gli dava il nostro stesso Volere,  affinché lo rendesse capace
di poter sempre ricevere e di tenerlo
sempre con Noi, con una sola Volontà;
con Essa, tutto era garantito ed al sicuro,
per lui e per Noi.
Sicché
doveva essere il nostro trastullo, la gioia e
felicità nostra, oggetto di nostra conversazione.
Perciò  - confida ancora Gesù a Luisa -  al ricordo
della Creazione dell’uomo il nostro Amore si atteggia a festa, 
ma col vederlo - dopo il peccato d’origine - senza la garanzia del nostro Fiat, senza sicurezza,  e quindi vacillante, sfigurato e quindi lontano da Noi, si atteggia a mestizia, e sente tutto il peso del nostro Amore infinito come chiuso in Sé stesso, perché non può darsi a lui, 
perché non lo trova nella nostra Divina Volontà.
Ma tutto ciò non è tutto - prosegue Gesù - ,
non fu al solo Adamo che tanto si versò il nostro Amore,
che  giunse a fare tutti i primi atti dai quali dovevano
aver vita tutti gli atti umani,
   ma 
ciascuna creatura che doveva venire alla
luce del giorno, fu presente in quell’atto della
Creazione dell’uomo, ed il nostro 
Fiat unito al
nostro Amore correva, correva, ed abbracciando tutti,
ed amando con un solo amore tutti,  metteva il primato
dei nostri Atti in ciascuna creatura che
sarebbe venuta all’esistenza,
perché per Noi non c’è né passato né futuro,
ma tutto è presente ed in atto;  se ciò non fosse,
il nostro Fiat  si troverebbe ristretto ed inceppato,
né potrebbe allargare tanto le sue fiamme da racchiudere
tutti nella sua Luce, in modo da fare in tutti
quello che fa in una sola creatura.
Perciò
     non fu il solo Adamo il fortunato della Creazione,
ma tutte le altre creature venivano arricchite di tutti
i beni, ed in lui, posseditrici dei suoi stessi beni.
Molto più che
tutto ciò che Dio fa in una sola creatura,  tutte
le altre creature acquistano il diritto degli Atti nostri,
menoché chi non vuole servirsene. 
Non successe ciò nella stessa Redenzione ?
– chiede Gesù –
Come la Sovrana del Cielo ebbe il bene di concepirmi
e di darmi alla luce, tutte le altre creature acquistarono
i diritti dei beni della Redenzione, non solo,
ma di potermi ricevermi ciascuna nei loro cuori,
e solo chi, ingrata, non Mi vuole,
rimane priva di Me.

Ora,  figlia mia - prosegue Gesù a Luisa - ,
Adamo col disubbidire ai nostri Voleri,
perdette il nostro Regno, e tutti i beni del nostro
Fiat  rimasero per lui senza la vita alimentatrice
e vivificatrice della nostra Divina Volontà. 
Si può dire che fu il distruttore dei beni del Regno
della mia Volontà nell’anima sua, perché a tutti i beni,
se manca la virtù vivificatrice e l’alimento continuo,
da per se stessi a poco a poco perdono la vita ”.


“ Il Sommo Volere
nel creare l’uomo stabiliva già tutti gli atti
che dovevano fare tutte le creature ”

                                                        ( Gesù a Luisa Piccarreta il 12.10.1930 – vol. 28 )
“ Figlia mia - dice Gesù a Luisa il 12 ottobre 1930 –
il nostro Sommo Volere nel creare l’uomo
stabiliva già tutti gli atti che dovevano fare tutte le
creature e si costituiva vita di tutti questi atti.
Sicché non vi è atto umano che non tiene il suo posto
nella nostra Divina Volontà,  e quando la creatura
compie ciascun atto suo,  Essa ( la Divina Volontà )  esce
in campo d’azione nell’atto umano della creatura. 
Quindi vi entra nell’atto di ciascuna di esse tutta
la potenza e santità d’una Divina Volontà.
Ciascun atto entrava nell’ordine di tutta la Creazione
- continua Gesù - prendendo ciascuno il suo posto,  quasi
come stelle che ciascuna tiene il suo posto sotto l’azzurro
del Cielo.   E siccome tutto fu ordinato e formato dal nostro
Fiat Divino nella Creazione,  ed il nostro Volere si trova
in atto come se allora stesse creando tutta la Creazione,
perché in Esso tutto è in atto,  e l’atto della creatura entra
nel suo Atto e prendendo il suo posto stabilito da Dio, si
rinnovano gli effetti di tutta la Creazione e l’atto umano
entra nella corsa di tutte le cose create e vi tiene il suo
posto distinto, ed è sempre in moto nel Moto divino,
per adorare ed amare il suo Creatore.
Perciò
l’operare della creatura nella nostra Divina Volontà
– continua Gesù –  si può chiamare  il campo fecondo e
divino della nostra stessa Volontà
  nel
piccolo campicello della creatura ”.

Maria Santissima abbracciò
tutti gli atti di volontà umana
di tutte le generazioni

 “ Per fare che il Volere del Cielo
scenda sulla terra,  è necessario che
tutti gli atti umani siano suggellati e smaltati
di atti di Volontà Divina


                                                        ( Gesù a Luisa il 6.12.1923 – vol. 16 )
… Mi sembrava che Gesù prendesse la mia anima fra le sue mani  - scrive sempre Luisa Piccarreta nel suo Diario - e la gettava a volo nell’immensità della sua Volontà, dicendomi:  “ La neonata della mia Volontà!  Nella mia Volontà sei nata; in Essa voglio che viva; vola, vola nell’Eterno Volere;  compi il tuo ufficio;  vedi che c’è da fare tra la Divinità e le creature;  gira per tutte le generazioni, ma sempre nel mio Volere, altrimenti non le troverai tutte;  ed amando, operando, riparando, adorando per tutti, ti porterai innanzi alla Maestà Suprema per darle tutto l’amore e gli omaggi di tutti e di ciascuno, come vera figlia primogenita del Nostro Volere ”.
Io prendevo il volo - continua Luisa - e Gesù seguiva col suo sguardo il mio volo;  ma chi può dire ciò che facevo?  Nel suo Volere trovavo tutto l’amore che la sua Volontà doveva dare alle creature, e non prendendolo esse, stava sospeso a-spettando che fosse preso;  ed io lo facevo mio ( lo prendevo per me, come mia proprietà), ed investendo tutte le intelligenze create, formavo per ciascun pensiero un atto d’amore, di adorazione e di tutto ciò che ogni intelligenza doveva dare a Dio, ed abbracciando tutto in me, come se tutti mettessi nel mio grembo, prendevo la volta del Cielo per portarli in grembo del Celeste Padre, e Gli dicevo:  “ Padre Santo,  vengo al tuo trono per portarti nel mio grembo tutti i tuoi figli, le tue care immagini da Te create, per rimetterli nel tuo grembo divino, affinché quella Volontà, da essi spezzata tra Te e loro, Tu la vincoli e la rannodi di nuovo.  E’ la piccola figlia del tuo Volere che ciò Ti chiede;  sono piccola, è vero, ma prendo l’impegno di soddisfarti per tutti.  Non mi partirò dal tuo trono se non mi vincoli la volontà umana con la Divina, e portandola in terra venga il Regno del tuo Volere sulla terra.  Ai piccoli nulla si nega, perché ciò che chiedono non è altro che l’eco del tuo stesso Volere e di ciò che vuoi Tu ”.
Onde, dopo, mi portavo da Gesù, che mi aspettava nella mia stanzetta, e Lui …  mi diceva: 

“Piccola mia, 
per fare che il Volere del Cielo scenda sulla terra,
è necessario che tutti gli atti umani siano suggellati
                e smaltati di atti di Volontà Divina,
affinché il Supremo Volere, vedendo che tutti gli
atti di volontà delle creature sono cosparsi dalla Sua,
attirato dalla calamita potente del suo stesso Volere, scenda in terra e vi regni. 
A te dunque è stato dato questo compito, come figlia primogenita del nostro Volere  - continua Gesù a Luisa -.   Sappi che 
per attirare il Verbo e farlo scendere dal Cielo,
la mia Mamma prese questo impegno di girare per tutte le generazioni, e facendo suoi tutti gli atti di volontà umana,
     Lei vi metteva il Volere Divino,
e teneva tanto di questo capitale del Volere Supremo, da sorpassare tutto quello che dovevano tenere tutte le creature insieme, ed ogni giro che faceva in Esso moltiplicava questo capitale. 
Onde Io, Verbo Eterno, vedendo che una delle più fide
delle nostre creature, con tanta grazia ed amore, aveva cosparso
tutti gli atti umani col Volere Divino, prendendo a petto suo
ciò che ci voleva per fare questo, e vedendo che nel mondo
c’era il Nostro Volere, attirato, scesi dal Cielo”.

Alla luce del compito che la Madre Celeste ha realizzato in pienezza, ascoltiamo ancora ciò che Gesù ci disvela sull’instancabile lavorio interiore che fece Lui stesso, nella sua SS. Umanità, per la nostra Redenzione e Rideificazione;  ascoltiamo pure quanto Luisa, la Piccola Figlia della Divina Volontà, è dovuta impegnarsi per realizzare il compito a lei rischiesto, e prestiamo amorosa attenzione al tacito invito a suggellare ogni atto nel Divin Volere, che il Signore rivolge anche ad ognuno di noi :
“ Il secondo impegno convenne a Me, per formare la Redenzione. 
Quanto dovetti girare per tutti gli atti umani, prenderli tutti come in
pugno, e coprirli, suggellarli, smaltarli col mio Volere Divino, per
attirare il mio Celeste Padre e fargli guardare tutti gli atti umani
coperti di quel Volere Divino, che l’uomo aveva respinto nelle
Regioni Celesti, affinché il mio Divin Padre potesse aprire
le porte del Cielo, serrate dalla volontà umana.  
Non c’è bene che non scenda
se non per mezzo della mia Volontà.
Il terzo è tuo - qui Gesù si rivolge a Luisa -;  al primo ed
al secondo suggello del nostro Volere su tutti gli atti umani,
conviene a te, come figlia primogenita del nostro Volere, mettervi
il triplice, per ottenere che venga il Regno del mio Volere sulla terra. 
Perciò gira, figlia mia, su tutti gli atti umani delle creature;  penetra
fin nei cuori;  porta a ciascun palpito il palpito del mio Volere; 
a ciascun pensiero il bacio, la conoscenza della mia Volontà; 
in ogni parola imprimi quel Fiat onnipotente;  invadi tutto, travolgi
tutti in Esso, onde venga il mio Regno sulla terra.  Il tuo Gesù
non ti lascerà sola in questi giri;  ti assisterò e guiderò in tutto ”.
E mentre ciò diceva - continua a scrivere Luisa -, io prendevo il mio volo e giravo per tutto e per tutti...  Ma chi può dire ciò che facevo? Lo può dire solo Gesù, che me lo faceva fare.  Onde ho passato una notte sempre insieme con Gesù, e mentre giravo, ora gli riconducevo tutti i pensieri, ora tutte le parole, ora le opere, i passi, i palpiti tutti,  investiti dalla sua Volontà;  e Gesù, tutto, con amore riceveva e ne faceva festa, e poi mi ha detto:
“ Vedi  che gran differenza c’è tra
la santità nel mio Volere e quella delle altre virtù? 
La prima è ricevere in ogni istante correnti di grazia,
di luce, di amore, e stare la creatura, in ogni atto suo,
in ordine col suo Creatore;   perciò è la santità
che più si avvicina al suo Creatore.  
La seconda, quella delle altre virtù, è a tempo e a circostanza, quando si presenta l’occasione di esercitare, ora la pazienza, ora l’ubbidienza, ora la carità ed altro, e se occasioni non si presentano, le virtù restano interrotte e senza crescenza e
non possono ricevere il bene che la virtù in atto contiene. 
    Invece
nella santità del mio Volere non ci sono fermate né interruzioni; 
il mio Volere è sempre fisso a dardeggiare sulla creatura; 
lei lo può ricevere in ogni istante:  se respira, se pensa, se parla,
se palpita, se si ciba, o se dorme, tutto entra nel mio Volere,
ed in ogni istante può riempirsi della mia Volontà
con tutti i beni che Essa contiene ” .

Stavo impensierita per una circolare giuntami per la Casa della Divina Volontà - scrive Luisa il 20 maggio 1928 (vol. 24) -, tanto voluta dal venerato Padre Di Francia e tanto da lui sospirata, che non ebbe la consolazione di vederla compiuta ed aperta allo scopo da lui voluto.  Ed ora finalmente da ciò che diceva la circolare spuntava il giorno forse prossimo dell’effettuarsi di essa.  Ond’io pensavo tra me:  “ Sarà proprio vero ch’è Volontà di Dio che io vi andassi?  Ed i componenti di questa casa, saranno esse le vere piccole figlie della Divina Volontà?  Saranno esse il principio dell’inizio di quell’Era divina del Regno del Fiat Supremo sulla terra? ”  Ma mentre ciò pensavo ed altro, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

“ Figlia mia, 
ogni detto, opera e sacrifizio che si fa  nella mia Volontà
e per ottenere il Regno Divino,  sono tanti messaggeri
che si spediscono per la Patria Celeste,  i quali portano
la circolare divina e la fanno girare a tutti i santi, agli angioli,
alla Sovrana Regina ed allo stesso Creatore,  dando a ciascuno l’impegno di preparare le diverse cose che ci vogliono per
un Regno sì santo, affinché tutto sia fatto con decoro,
con decenza e con nobiltà divina.
Onde
tutti gli abitatori della Patria Divina, con questa circolare celeste
nelle loro mani, si mettono tutti all’opera di soddisfare al loro compito, di preparare ciascuna cosa a loro imposta. 
Sicché la circolare della terra fa il suo eco alla circolare celeste, e Cielo e terra si muovono, si occupano per il solo scopo del Regno della mia Volontà Divina:  la terra per tutto ciò che necessita nell’ordine naturale, la Corte Celeste per tutto ciò
che riguarda nell’ordine soprannaturale. 
Pare che Cielo e terra si danno la mano e fanno a gara, a chi più faccia più presto a preparare un Regno sì santo.

Se tu sapessi che valore tiene un atto fatto nella mia Volontà
– prosegue Gesù –, come sa muovere Cielo e terra, come si sa
aprire la via ovunque!  Si mette in comunicazione con tutti ed
ottiene tutto ciò che non si è ottenuto per tutti gli atti insieme e
per tanti secoli.  Sono non un sole, ma tanti soli per quanti atti
si fanno, che formano il giorno fulgido e smagliante
del Regno della mia Volontà sulla terra. 
Gli atti fatti in Essa sono spinte all’Ente Supremo, sono calamite che
lo attirano, sono dolci catene che lo legano, sono rapimento in cui
la creatura tiene la forza di formare l’estasi al suo Creatore, il Quale,
rapito come in dolce sonno dall’estasi che gli ha formato la sua
amata creatura, concede ciò che voleva dare da tanti secoli,
ma non trovava colei che estasiandolo con la sua stessa forza
divina, si rendeva rapitrice del Regno della sua Volontà Divina. 
Come la creatura si muove nel mio Fiat e forma il suo atto,
così Iddio si sente rapire, e nel suo dolce sopore si sente disarmato e vinto, e la creatura resta la vincitrice
del suo Creatore.
Con questi preparativi - continua Gesù - succede come ad uno sposo, che dovendo fare il suo sposalizio si prepara l’abitazione, la stanza da letto, tutti gli oggetti che ci vogliono per fare che nulla le manchi.   Poi si passa alle vesti dello sposalizio, si fanno gli inviti, tutto ciò fa decidere lo sposo di compire ciò che lui stesso voleva;   ma se nulla si prepara, lo sposo prende tempo e mai si decide, e lui stesso si sente impacciato e dice fra sé:  ‘ Devo sposare e non ho l’abitazione, non ho il letto dove dormire, non ho le vesti per comparire da sposo, che figura devo fare? ’,  e di necessità si toglie qualunque pensiero di fare lo sposo. 
Così  – continua ancora Gesù –
questi preparativi, gli atti fatti nella mia Volontà, le circolari,
sono spinte a muovere il mio Volere che venga a regnare in
mezzo alle creature, e le mie conoscenze sono come lo
sposo che viene a sposare le creature coi nuovi vincoli,
come uscì dalle nostre mani creatrici ”.

E Gesù prosegue:

“ … Tutto è stabilito dall’Ente Supremo:  preghiere,
atti, pene, sospiri che deve fare la creatura per ottenere
ciò che Noi stessi vogliamo darle ed essa sospira di ricevere. 
Sicché se questi atti non vengono compiti, non spunta da Noi
il sospirato sole in mezzo alla lunga notte dell’umana volontà,
per formare il giorno del Regno del Fiat Divino. 
Perciò molte volte succede che si fanno tanti atti e preghiere
e nulla si ottiene, poi per un altro piccolo sospiro e preghiera
si ottiene ciò che tanto si sospirava;  forse è stato l’ultimo atto
che ha ottenuto il rescritto della grazia? – chiede Gesù –   Ah, no,
è stata la continuazione di tutti gli atti e preghiere!
E se si vede che si ottiene con quell’ultimo atto,
è perché ci voleva al numero da Noi stabilito.
Onde se tu vuoi ricevere il Regno del Voler Divino non ti arrestare, altrimenti mancando la lunga catena degli atti che giunge fino al trono di Dio, non otterrai ciò che tu vuoi e Noi vogliamo dare. 
Gli atti  sono come le ore che formano il giorno o la notte;
   ogni ora tiene il suo posto, alcune ore formano la sera, altre
la notte fitta, altre ore l’alba, altre lo spuntar del sole, altre
il pieno giorno;  e se è l’ora di mezzanotte, indarno è
voler vedere che spunta il sole, è necessario che venga
l’alba almeno per vagheggiare il vicino giorno, per vedere
la maestà del sole che col suo impero di luce fuga le tenebre,
e mettendo termine alla notte imperla e fa risorgere tutta la natura
nella sua luce e nel suo calore, plasmando tutto
coi suoi benefici effetti. 
Ora è forse l’alba che tiene tutto l’onore di fare spuntare il sole?
Ah, no!  Essa è stata l’ultima ora, ma se le altre ore
non l’avevano preceduta, mai poteva dire l’alba:  
‘ Io sono colei che chiamò il giorno ’.  
Così sono 
gli atti, le preghiere, per ottenere che spunta
il giorno del Regno della mia Volontà Divina;  sono
come tante ore ed ognuna tiene il suo posto d’onore,
e si danno la mano fra loro a chiamare il fulgido Sole
       del mio Volere Divino.  
L’ultimo atto può essere come l’alba, e se questo non si fa,
mancherà l’alba ed è inutile aspettare che presto sorge il suo
giorno di luce sulla terra, che plasmando e riscaldando tutto
farà sentire più che sole i suoi benefici effetti, il suo
regime divino, regime di luce, di amore e di santità.
           Così successe nella Redenzione;
per tanti secoli la Redenzione non venne, perché
i Patriarchi ed i Profeti si trovarono coi loro atti come
nelle ore notturne, e da lontano sospiravano il giorno.
Come venne la Vergine Regina formò l’alba, ed
abbracciando insieme tutte le ore notturne fece spuntare il giorno
del Verbo sulla terra, e la Redenzione venne compita.

Perciò non ti arrestare - continua Gesù a Luisa, ed a tutti noi -,
è tanto necessaria la serie degli atti, che passa pericolo che se tutti non vengono compiuti non si ottiene il bene desiderato ”.


Col Concepimento della Gran Regina
incominciò la vera vita di Dio nell’uomo
e la vera vita dell’uomo in Dio.
            “ Figlia mia - disse Gesù a Luisa il 13 Agosto 1936 (Vol. 34) -,
la Vergine Santa costituì
il massimo prodigio della Creazione,  perché
il Volere Divino soggiogò sin dal primo istante
del suo Concepimento il suo volere umano, ed il volere
di questa Santa Creatura a sua volta soggiogò quello Divino. 
Un Volere vinse l’altro ed ambedue riuscirono vincitori. 
Non appena il Fiat Supremo
entrò come Re dominante in Lei,  subito
ebbero inizio le catene dei grandi miracoli divini.  
La Forza Increata si riversò in quella creata con
una foga tale, da poter sostenere la Creazione intera
così come se essa fosse un fuscello di paglia.  
Grazie a questa irruenza tutte le cose sentirono che nella loro forza creata scorreva quella increata, la quale
le sosteneva e contribuiva alla loro conservazione.
Questa forza invincibile
che proveniva dalla Vergine, in virtù del Fiat Divino,
era tanto potente, da imperare su tutto e persino sul Creatore medesimo.   Nessuno poteva resisterle; 
gli stessi demoni si sentivano debilitati e non
sapevano dove nascondersi per sottrarsi ad Essa.
Nello stesso modo con cui la nostra forza divina
si era riversata nella volontà creata della Vergine, così
il nostro Amore infinito si effuse nel suo amore finito,
comunicandole l’irresistibile bisogno
di amare tutti senza misura.
Da quell’istante non vi fu
essere creato che non fosse prediletto da Lei.  
Come Madre e come Regina Ella fu investita dal
nostro Fiat di tale abbondanza d’amore, di bontà e di grazia,
da rapire tutti i cuori e da farsi amare persino
dalle cose che non posseggono la ragione.
Ognuno dei suoi atti, delle sue preghiere, delle
sue adorazioni e riparazioni riempivano Cieli e terra,
ed il suo amore, padroneggiando tutto, correva
nel cielo, nel sole, nel vento, ovunque,
            e così
il nostro Ente Supremo si sentì contraccambiato
e pregato da Lei in ogni cosa creata. 
Una nuova vita scorreva in tutto,
Ci amava per tutti e Ci faceva amare da tutti !
Era la Volontà Increata che aveva avuto
il suo posto d’onore nella volontà creata,
che Ci dava in tal modo il contraccambio dell’amore
che mettemmo a sua disposizione nella Creazione.
I prodigi che si alternavano nell’Immacolata Signora
- prosegue Gesù - erano tanto continui e così inauditi, da far
stupire Cieli e terra e da far rimanere gli Angioli estatici
dinanzi alla mia Volontà Divina operante nella creatura. 
   Possedendola nel mio Volere, Io non solo L’elevai alla dignità di
Regina del creato,
      ma
la prescelsi per mia stessa Sovrana. 
  Come tale
Ella divenne il mio vaso di elezione,
la mia porta del Cielo,
la stanza nella quale Io avrei preso dimora.  
  ‘ Scendi, o Verbo Eterno ’ 
Mi supplicava Ella nell’enfasi del suo amore imperante, 
‘ scendi sulla terra !  
Nel mio seno Tu troverai il tuo Paradiso,
le tue gioie, quella stessa Volontà che regna
nelle vostre Divine Persone e che si servì di Me
per formare l’ingresso e la strada per cui saliranno
le anime per giungere nella Patria Celeste ! ”

Ed infatti
i Beati devono veramente alla loro Divina Madre
il trionfo della loro entrata in Paradiso.
Avendo vissuto in terra di pura Volontà Divina,
così come si vive in Cielo, 
     Ella meritò loro le delizie di quelle Celesti Regioni
e sempre li tiene coperti e come nascosti nella propria gloria
    ed in tutti gli atti che Ella compì nel Divino Volere.  
Cosicché
i Beati gustano nelle loro gioie l’amore, le opere,
la potenza della loro ineffabile Madre e Sovrana.


Ora tu devi sapere - continua ancora Gesù - che
questa Santa Creatura, fin dal suo Concepimento, sentiva il
palpito del mio Fiat nel suo ed in ogni palpito Mi amava e la
Divinità La riamava con amore duplicato in ogni suo palpito; 
nel suo respiro sentiva il respiro del Voler Divino e Ci amava
in ogni respiro e Noi la contraccambiavamo col nostro amore
duplicato in ogni suo respiro;   sentiva il moto del Fiat nelle
sue mani, nei suoi passi, nei suoi piedi;  in tutto il suo essere
sentiva la vita del Voler Divino  ed
in tutti gli atti Ci amava per Sé e per tutti
e Noi L’amavamo sempre sempre ; 
in ogni istante correva il nostro amore come rapido torrente 
e  Lei Ci teneva sempre attenti ed in festa
per ricevere il suo amore e dare il nostro, 
tanto che
giunse a coprire tutti i peccati e le stesse creature
col nostro amore.
Figlia mia - continua Gesù -,           
      eccoti svelato il motivo per cui
la nostra Giustizia rimase disarmata da
questa invincibile Creatura,  La quale si può dire che
fece del nostro Essere Supremo tutto ciò che volle.
Oh - esclama ancora Gesù -, come vorremmo far comprendere agli uomini che cosa significa vivere di Divino Volere per poterli rendere
tutti felici e santi ! ”


“ … Siccome il conoscere il mio Volere Divino,
il possedere il suo Regno  - spiega Gesù a Luisa -
non è un bene individuale, ma generale, per ottenerlo ti faccio
pregare per tutti, a nome di tutti e di ciascun pensiero, parola ed
atto di creatura per farti formare il diritto nella nostra Paternità
Divina, che tutti potessero ricevere il Regno del nostro Fiat
e le disposizioni in essi per possederlo.
    Così fece la Regina del Cielo
per impetrare il Regno della Redenzione;
per tutti e per ciascuno ebbe una prece, un sospiro, un atto,
non si fece sfuggire nessuno, e con questo dava il diritto
a ciascuno per poter ricevere il loro Redentore.

Tale feci Io per redimerli … ” - completa ancora Gesù sempre il 24 settembre 1928
( vol. 24 ) -.


La Redenzione
la si deve alla fedeltà
della Vergine Regina

“ La Vergine Regina
formò tali vincoli tra il Cielo e la terra,
che si rese degna di far scendere
il Verbo Divino sulla terra ”
 “ Figlia mia  - confida Gesù a Luisa il 7 ottobre 1930 ( vol. 28 ) -
La Redenzione la si deve
alla fedeltà della Vergine Regina.
Oh!  se non avessi trovata questa Eccelsa Creatura che
nulla Mi negò, né mai si diede indietro a qualunque
sacrifizio, la sua fermezza nel chiedere la Redenzione
senza mai esitare, la sua fedeltà senza mai stancarsi, il
suo amore ardente e forte senza mai fermarsi, sempre
al suo posto tutta del Creatore, senza mai spostarsi per
qualunque cosa o incidente potesse vedere
da parte di Dio e da parte delle creature :
formò tali vincoli tra il Cielo e la terra, acquistò tale
ascendenza, tale dominio presso il suo Creatore,  che si rese
degna di far scendere il Verbo Divino sulla terra.
Ad una fedeltà non mai interrotta, ed alla stessa
nostra Volontà Divina che teneva il suo regno nel suo
Vergine Cuore, non Ci bastò la forza di rifiutarci.
La sua fedeltà fu la dolce catena che
Mi avvinse e Mi rapì dal Cielo in terra.

Ecco perciò che
ciò che non ottennero in tanti secoli le creature,
l’ottennero per mezzo della Sovrana Regina.

Ah! sì,
fu Lei sola la degna che meritò che
il Verbo Divino scendesse dal Cielo in terra
e che ricevesse il gran bene della Redenzione,
in modo che, se vogliono, tutti possono
ricevere il bene d’essere redenti.

La fermezza, la fedeltà, l’irremovibilità nel bene e nel chiedere il bene conosciuto, si possono chiamare virtù divine, non umane, e perciò sarebbe negare a Noi stessi ciò che la creatura Ci chiede
- asserisce Gesù;  poi continua con decisione : -
… sarebbe stato inutile sperare la Redenzione
se la Celeste Regina non Mi avesse concepito come
frutto delle sue viscere materne, frutto della sua fedeltà,
      della sua fermezza e sacrifizio ”.


Il Regno della Vergine
---
La nuova Gerarchia del

Regno della Celeste
Imperatrice

“ Il mio amore sta per sopraffarmi, non posso più contenerlo,
a costo anche di travolgere Cielo e terra Io voglio che
venga a regnare la mia Volontà nel mondo.
A Me si unisce la Mamma Celeste,
la quale ininterrottamente Mi dice e Mi ripete:
‘ Figlio, fa’ presto, non indugiare più, usa
i tuoi stratagemmi d’amore, opera da quel Dio che sei,
colla tua potenza e maestà unite ad un amore a cui
nessuno possa resistere, fa’ che il tuo Volere prenda
possesso di tutti, come in Cielo, così in terra ’ ”.

 “ La nostra Paterna Bontà è tanta per chi vive nel nostro Volere
- ci rivela Gesù il 9 Agosto 1937 Vol. 35) - che numeriamo i respiri, i palpiti,
i pensieri, le parole, i movimenti, per contraccambiarli coi nostri
e riempirli tutti d’amore;  e nella nostra enfasi d’amore le diciamo
(alla creatura che vive nel Volere Divino) :  Ci ama e la dobbiamo amare; 
e mentre l’amiamo facciamo sfoggio di tali doni e grazie
da far stupire Cielo e terra.
Ciò facemmo con la nostra Regina, sfoggiammo tanto 
ma sai tu – ci chiede Gesù – che significa questo nostro sfoggiare? 
Guardiamo Noi stessi,  e
vogliamo dare ciò che siamo e ciò che possediamo.
La dissomiglianza Ci metterebbe in pena, e la creatura, vedendosi dissimile da Noi, non starebbe con Noi con quella fiducia di figlia e con quella padronanza di quando si posseggono stessi beni, stessi doni…   Questa disparità sarebbe un ostacolo a formare una sola Vita e amarci d’un solo Amore;  
mentre
Il vivere nel nostro Voler Divino è proprio questo: 
una sola Volontà,  un solo Amore,  beni comuni,  ed in
tutto ciò che potrebbe mancare alla creatura diamo del Nostro
per supplirla in tutto e poter dire:  ‘ Ciò che vogliamo Noi,
vuole essa;  il nostro Amore ed il suo sono uno solo,
e come l’amiamo Noi essa Ci ama… ’
Ci mancherebbe la forza di non elevare la creatura
al livello della nostra somiglianza ed a farle possedere
i nostri beni perché viva nella nostra Volontà.  
Tanto è vero, che
la mia Madre Celeste, siccome
viveva, possedeva la Vita del mio Fiat Divino : 
Ci amiamo d’un solo amore e
amiamo le anime d’un amore gemello.
Ed è tanto il nostro Amore per Lei che,
come Noi teniamo la Gerarchia degli Angeli nel Cielo
e la diversità degli ordini dei Santi,
     con l’essere la Celeste Imperatrice
l’ereditiera della grande eredità della nostra Volontà,
quando questo Regno si formerà sulla terra,
la gran Signora chiamerà i suoi figli
   a possedere la sua eredità,  e 
    Le daremo la grande gloria di farle formare la
nuova Gerarchia, simile ai nove cori degli Angeli ; 
   sicché avrà il coro dei Serafini, dei Cherubini,
e così di seguito,  come pure l’ordine dei Santi vissuti
nella sua eredità ;  e dopo che li avrà formato in terra, li
trasporterà in Cielo, circondandosi della nuova Gerarchia, 
   rigenerati nel Fiat Divino,  nel suo stesso amore
      vissuto nella sua eredità.
Questo sarà il compimento dell’opera della Creazione,
 il nostro  consumatum est,  perché avremo avuto il Regno del
nostro Volere nelle creature, in virtù della Celeste Ereditiera,
che voleva dar la vita per ciascuna per farLo regnare.
E dopo, come resteremo glorificati e felicitati, ché la Sovrana
Signora terrà la sua Gerarchia come la teniamo Noi !  Molto più
che la nostra sarà sua, e la sua nostra, perché tutto ciò che si fa
nel nostro Volere è inseparabile.
Se tu sapessi – continua Gesù –
quanto ama le anime questa Celeste Regina… 
Essa, copia fedele del suo Creatore,
guarda in Sé stessa e trova i suoi mari d’amore, di grazia,
di santità, di bellezza, di luce;   guarda le creature,  e vuole
dare tutta Sé stessa con tutti i suoi mari,  affinché
posseggano la Mamma con tutte le sue ricchezze.  
Vedere i figli poveri, mentre la Madre è così ricca, e solo
perché non vivono nell’eredità della Madre, è un dolore…  
     Li vorrebbe vedere nei suoi mari d’amore,
che amassero il loro Creatore come Lei Lo ama,
nascosti nella sua santità, abbelliti con la
sua bellezza, pieni della sua grazia;  
  e non vedendoli,  se non fosse nello stato di Gloria,
dove le pene non hanno luogo, per puro dolore sarebbe morta
per ciascuna creatura che non vive nel Voler Divino.
Perciò 
     Lei prega incessantemente; 
mette in preghiera tutti i suoi mari, per impetrare che 
la Divina Volontà si faccia come in Cielo così in terra.

E’ tanto il suo amore che, 
in virtù del nostro Volere, 
           si biloca in ciascuna creatura 
per preparare l’interno delle loro anime,
se le affiata al suo Cuore Materno, se le stringe
fra le sue braccia, per disporle a ricevere la Vita
del Fiat Supremo,  ed oh, come  prega in ciascun
cuore la nostra Maestà adorabile
,  dicendoci :  
‘ Fate presto : 
il mio Amore non può più contenersi ; 
voglio vedere i figli miei vivere insieme con Me
in quella stessa Volontà Divina che forma tutta
la mia gloria, la mia ricchezza, la mia grande
eredità.   Fidatevi di Me, ed Io saprò difendere
  tanto i figli quanto la stessa Volontà vostra
       che è pure mia ’.

L’amore di questa Celeste Regina e Madre è insuperabile
– prosegue Gesù –  e solo in Cielo conosceranno quanto
ama le creature e che ha fatto per loro;  ed 
il suo atto più esuberante, magnanimo e grande,
è volere che posseggano il Regno del mio Volere
come lo possedeva Lei
;
   
  ed oh, che farebbe questa Celeste Signora per ottenere l’intento! 
            Anche tu  – ci invita Gesù –  unisciti con Lei e prega per uno scopo sì santo ! ”


 “ La copia più perfetta
dei figli del Regno del mio Volere
fu la mia Mamma Celeste… ”

                                                                                                             ( Gesù, il 4.11.1926 – Vol. 20 )

“ … Nel Regno del Fiat Supremo  -  confida Gesù a Luisa  -  
avremo le copie della Sovrana Regina.   

Sicché
anche Lei sospira, aspetta questo
Regno Divino sulla terra, per avere le sue copie. 
Che bel Regno che sarà, Regno di luce,
di ricchezze infinite, Regno di perfetta santità e di dominio!  
I figli nostri di questo Regno saranno tutti re e regine,
saranno tutti appartenenti alla Famiglia Divina e Reale; 
racchiuderanno in loro tutta la Creazione, avranno le
similitudini, la fisionomia del nostro Padre Celeste,
e perciò saranno il compimento della nostra gloria
e la corona del nostro Capo ”.

Il Regno del Fiat si chiamerà pure

il Regno della Vergine


Gesù, il 10 novembre 1926 ( Vol. 20) ,  rivela :
“… La mia Mamma Celeste
fu la prima che occupò il primo posto nel Cielo
come Figlia del Volere Supremo,
e siccome fu la prima tiene intorno a Sé
il posto per tutti i figli del Fiat Supremo. 
Sicché intorno alla Regina del Cielo si veggono
tanti posti vuoti che non possono essere occupati
da altri se non dalle sue copie;   e
   siccome fu Lei la prima
della generazione della mia Volontà,
   il Regno del Fiat si chiamerà pure
il Regno della Vergine.
Oh, come in questi figli nostri - prosegue Gesù -
si riconoscerà la sovranità su tutta la Creazione!   Perché
essi, in virtù della mia Volontà, goderanno vincoli indissolubili con tutte le cose create, staranno in continui rapporti di comunicazioni con esse.   Saranno i veri figli in cui l’Eterno Creatore si sentirà onorato, glorificato d’averli per figli, perché riconosceranno in
loro la Loro (delle Tre Divine Persone) Volontà Divina operante,
che ha riprodotto le sue vere immagini ”.


La Regina Sovrana non sarà più sola
nel suo regio trono, avrà le altre regine
che La circonderanno.
“ La Regina del Cielo nella sua gloria e grandezza è come isolata
- spiega Gesù il 18.1.1928 ( Vol. 23 ) -, perché avendo vissuto Lei sola nel
Primo Atto di Dio, cioè nella pienezza e totalità del Voler Divino,
Essa è Regina isolata, non ha il corteggio delle altre regine che la
circondano e la pareggiano nella gloria e grandezza che possiede.
 Essa si trova nelle condizioni d’una regina, che sebbene circondata da damigelle, da paggi, da fidi amici, che le fanno onore e le tengono compagnia, ma nessuna regina pari a lei le fa il grande onore di circondarla e di tenerle compagnia;  che sarebbe più onore ad una regina della terra:  essere circondata da altre regine pari a lei - domanda Gesù a Luisa - oppure da persone inferiori di condizione, di gloria, di grandezza e di bellezza?  Passa tal distanza d’onore e di gloria tra chi è circondata da regine e chi solo è circondata da altri, che nessun paragone regge al confronto! ”

“ Figlio mio, Figlio del mio materno Cuore,

- così si rivolge la Vergine Madre al suo Figlio Divino ( Vol. 34 : 10.2.1937 ) - 

Tu Mi hai costituita Regina e Madre, ma dov’è il
mio popolo?  I miei figli dove sono?  Se fossi capace
di soffrire, Io sarei la Regina e la Madre più infelice, perché,
pur possedendo il regno, Io sono priva di sudditi che
vivano della stessa Volontà di cui Io vivo. 
In chi Mi sarà dato trovare le gioie della mia maternità,
se non ho i figli, cui poter affidare la mia grande eredità?
Fa’ che regni presto il Fiat Divino,
poiché la tua Mamma si sentirà felice appieno, soltanto
quando avrà il suo popolo e la sua figliolanza  
      viventi come Lei della tua Volontà ”.

Credi tu, figlia mia - chiede Gesù a Luisa e ad ognuno di noi -
che Io possa rimanere indifferente a quest’accorata preghiera della Madre mia, che continuamente risuona al mio orecchio, dolcemente s’insinua nel mio Cuore e lo ferisce come freccia d’amore?  No!  Né Io lo posso, né Io lo voglio !   Dacché Ella non Mi negò mai nulla
di quanto Le chiesi, come potrei opporLe un rifiuto? 
Il mio stesso Cuore Mi spinge ad accontentarla !

Per incoraggiarti vieppiù - Gesù si rivolge anche a noi - ad unire le tue alle nostre brame, voglio che ti rivolga la parola la stessa Mamma mia :

“ Figlia del mio materno Cuore,
Il Regno della Divina Volontà sarà infallibilmente
il Regno mio, poiché a Me lo affidò la Trinità Sacrosanta,
così come Mi affidò il Verbo Eterno, allorquando
Egli discese dal Cielo in terra.
Ora coi miei sospiri ardenti e colle mie preghiere
incessanti, ed ora col mio amore di Madre e coi miei
diritti di Regina, Io prendo d’assalto la Trinità Santissima,
affinché questo Regno vegga la luce e trionfi nel mondo.

Questi miei sospiri Mi bruciano talmente,
- prosegue la dolce Madre - da sentirmi come se in realtà
non avessi gloria, mentre ne ho tanta, che Cielo e terra
ne sono ripieni.  Perciò se non veggo formato il Regno
della Divina Volontà in mezzo ai figli miei non sarò appieno
felice:  solo allora sarò tale, quando essi vivranno in questo
Regno, perché ognuno allora Mi raddoppierà la gloria
     che ora già posseggo.

Chiamando perciò gli uomini continuamente
al mio Cuore, Io vo ripetendo loro: 
‘ Figli miei,
venite alla Mamma vostra, amatemi come Io vi amo! 
Se voi non vivrete di quella medesima Volontà di cui vissi Io
stessa, non potrete offrirmi amore di veri figli, né vi sarà
possibile conoscere sin dove giunga il mio amore per voi! ’.
Immagina, mia diletta, che 
l’ardente brama che ho di questo Regno Mi spinge a
discendere dal Cielo ed a visitare tutte le anime ! 
Quando trovo un cuore disposto
a vivere di Volontà Divina, Io penetro in esso
ed ivi formo la mia dimora, per preparare con decoro
e con amore il posto al Fiat Divino che,
a sua volta, prenderà possesso dell’anima
e formerà in essa la propria Vita.
Per raggiungere questo mio intento,
Io Mi renderò inseparabile dai figli miei,
metterò a loro disposizione come muro insormontabile
di fortezza la mia vita, il mio amore, le mie virtù, i
miei dolori, affinché essi possano trovare nella
Madre loro tutti gli aiuti di cui abbisognano
per vivere in questo Regno sì santo .
Allora il mio gaudio sarà completo, il mio amore si
riposerà nelle creature, la mia maternità troverà in esse
il vero affetto filiale ;  mettendo in festa Cielo e terra,
   farò a tutte da Regina e spanderò ovunque
       grazie inaudite e sorprendenti.

Figlia diletta  - ci invita la Celeste Madre -,
rimani sempre strettamente unita alla Mamma tua
per invocare ed anelare incessantemente con Lei
il Regno della Volontà Divina! ”


    “ Ora la Mamma Celeste  - ci dice Gesù -  vuole, desidera, aspetta il
Regno della Volontà Divina sulla terra, nel quale ci saranno le anime
che vivendo in Esso, formeranno la vita  nel primo Atto di Dio,
le quali acquisteranno la regalità ed il diritto di regine; 
si vedrà da tutti impresso in loro un carattere incancellabile,
che sono figlie del Re Divino e come figlie l’aspetta il titolo ed il diritto
di regine.  Queste anime terranno la loro dimora nella Reggia Divina, 
perciò acquisteranno nobiltà di modi, di opere, di passi, di parole,
possederanno tale scienza che nessuna le potrà eguagliare,
saranno investite di tale luce che la luce stessa annunzierà a tutti
ch’è regina che ha vissuto nella reggia della mia Volontà.  
Onde
la Regina Sovrana non sarà più sola nel suo regio trono,
avrà le altre regine che la circonderanno,
la sua bellezza rifletterà in esse, la sua gloria
e grandezza troverà in chi potrà versarsi;
  oh, come si sentirà onorata, glorificata! 
Perciò desidera chi vuol vivere nel Fiat Divino,
per formarsi le regine  nell’Atto Primo di Esso,
per poter avere nella Patria Celeste il seguito
delle altre regine che La circonderanno
e Le daranno gli onori a Lei dovuti ”.   

                                                                             
( 18.1.1928 - vol. 23 )

E il 9 luglio 1928 ( Vol. 24 ) :    … “ Ora tu devi sapere - dice Gesù a Luisa - che      
come tu festeggi la Mamma, la sua sovranità, la Mamma festeggia la figlia,    
la neonata di quel Fiat  che Lei amò tanto che Lo tenne per vita, e      festeggia
in te ciò che tu stessa non conosci per ora, ma lo conoscerai di poi.    

Non sai tu che
Lei sospira le piccole regine,
che sono le piccole figlie del mio Volere,
   per far loro la festa che Lei riceve ? ”

“ …  Il Regno della Divina Volontà giungerà certamente - così Gesù rassicura Luisa il 14 maggio 1935 (vol. 33) -.  Tu calcoli umanamente, e perciò il suo avvento ti sembra difficile.  L’Ente Supremo invece adopera le proprie misure divine, le quali sono tali, da far riuscire in modo semplicissimo ciò che all’intel-letto umano appare impossibile.   E poi, 
non c’è forse  la Regina del Cielo  che
col suo dolce impero prega continuamente,
perché questo Regno venga sulla terra ? 
E quando mai abbiamo negato alcunché a questa
Madre Celeste?  Il nostro Essere è incapace di resistere alla potenza delle sue preghiere, poiché  la forza che Ella possiede è la medesima che anima la nostra Volontà. 
E’ in virtù di Essa che Ella impetra con pieno diritto questo santo Regno, il quale le verrà indubbiamente concesso  e sarà anzi denominato 
‘ il  Regno dell’Imperatrice Celeste ’.
Che non farà mai la Celeste Madre e Regina
del popolo suo e dei figli che in Esso abiteranno?
Ella concederà loro grazie mai udite,
sorprese mai conosciute, opererà miracoli
che scuoteranno Cieli e terra,  metterà a loro disposizione
i suoi mari di grazie, di santità, di potenza,
e porrà in fuga tutti i loro nemici. 

Per tenerli al sicuro
li circonderà colle sue virtù, coi suoi dolori e
con quelli del suo Divin Figlio Gesù;  li farà crescere
nel proprio grembo, li nasconderà nel suo amore, li coprirà
colla sua luce, mediante le sue stesse mani
li alimenterà col cibo della Volontà Divina .
Quanto lavoro non le procureranno queste anime
e qual contento non proverà Ella nel trasformarle
in copie fedeli di Sé, mediante le più tenere cure
e le più assidue premure materne!  
Esse saranno le sue beniamine, le sue segretarie, 
le potenti calamite da cui il suo sguardo non si potrà
giammai scostare e colle quali avrà tutto in comune,
amore e vita, gioie e dolori.
Vivendo del mio Volere
esse formeranno la sua più dolce compagnia,
parteciperanno della sua fecondità materna
e godranno dell’eredità di ogni suo atto. 
Come si sentirà felice e largamente ricompensata questa dolce Madre,
quando vedrà che vi è chi La comprende, chi Le rassomiglia,
chi La vezzeggia, chi vive come Lei della Volontà di Dio !  ”.
Perché solo nella Divina Volontà l’uomo trova a sua disposizione tutto ciò che fece Gesù nella sua SS. Umanità, nella sua Passione.  E solo chi vive nel Fiat Divino può ricevere in pienezza tutti i beni che vengono dalla Maternità della Regina del Cielo.   Ascoltiamo Gesù :   ( Vol. 36 : 20.4.1938 )
“ Non solo il mio ‘ Sitio ’,  ma tutto ciò che feci e dissi, 
nella mia Volontà sta sempre in atto di dire alla mia
Mamma dolente:   ‘ Madre, ecco i figli tuoi ’;  e
La metto al loro fianco  per aiuto, per guida,
per farla amare da figli,  ed Essa in ogni istante
si sente mettere dal Figlio suo al fianco dei suoi figli, 
ed oh, come li ama da Mamma,  e dà loro la sua
Maternità per farmi amare come Lei Mi ama
;  
e non solo, ma col dare la sua Maternità 
mette il perfetto amore tra le creature,
affinché si amino tra loro con amore materno,
che è amore di sacrificio, di disinteresse e costante…
Ma chi riceve tutto questo bene?  - ci chiede Gesù - . 
Chi vive nel nostro Fiat  sente la Maternità della Regina. 
Lei, si può dire, mette in bocca ai suoi figli il suo Cuore Materno, affinché succhino e ricevano la Maternità del suo amore, le sue dolcezze e tutte le sue doti, di cui è arricchito il suo Materno Cuore.

Figlia mia  – conferma ancora Gesù a Luisa e ad ognuno di noi –  
chi vuol trovarmi, chi vuole ricevere tutti i nostri beni
e la stessa Madre mia, deve entrare nella nostra Volontà
e deve rimanervi dentro ”.


La Vergine Maria vuole
dotare gli uomini del suo amore di Madre 
e farli eredi del suo stesso Figlio
.
Il 28 dicembre 1936 ( vol. 34 ) Luisa scrive queste parole chiarificatrici riferitele da Gesù:
“ … Come Adamo peccando, aveva tramandato
ai suoi discendenti la triste eredità di tutti i mali,
delle passioni e delle debolezze,  così anche
la Celeste Regina, mediante la propria vita vissuta
nella Divina Volontà, poté conferire ai propri figli
il diritto di ereditare tutti quanti i suoi innumeri beni. 
Oh, la sublime eredità che la Sovrana Signora
vuol far conoscere e donare alle umane creature! 
Ella che vive nelle anime loro vuole renderle partecipi della
propria Maternità Divina.  Vuole che esse generino in se
stesse Gesù,  Gli facciano da mamma,  Lo difendano da
qualsiasi offesa e Lo amino di quel medesimo amore
con cui Essa stessa Lo ama… ” 
( Cfr. S. Vangelo :  Mt. 12,48-50  
Chi è mia Madre e chi sono i miei fratelli?…  Chiunque fa la Volontà
del Padre mio che è nei Cieli, questi è per Me fratello, sorella e Madre ” ).


La Regina Madre del Verbo,
Madre delle creature,
messaggera tra i popoli

La Vergine :
Annunciatrice, Messaggera,
Conduttrice del Regno della Divina Volontà.


                                                         ( Vol. 30 :  13 marzo 1932 )
  Pensavo tra me - scrive Luisa - :  ‘ Gesù mi ha inceppata e legata con catene che non c’è pericolo che si possono spezzare, sono in realtà la povera prigioniera. Oh! come vorrei la mia Mamma Celeste in mia compagnia, affinché sotto la sua guida potessi vivere come bisogna vivere nella Divina Volontà ’ ;  ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù ha ripetuta la sua breve visitina, e tutto tenerezza mi ha detto:
“ … Nel vederti chiamare  la nostra Mamma Celeste  come tua guida, il tuo Prigioniero Gesù  ho esultato di gioia nell’avere la sua dolce compagnia nel nostro lavoro. 
Tu devi sapere che
   fu Lei la vera e Celeste Prigioniera
della mia Divina Volontà.  Quindi
  conosce tutti
i segreti, le vie, possiede le chiavi del suo Regno. 
Anzi 
ogni atto che faceva la Regina Prigioniera
preparava nel suo atto il posto per ricevere gli atti
della creatura  (gli atti che gli uomini avrebbero in seguito)
fatti nella Divina Volontà. 
Ed oh, come
la Sovrana Celeste sta in aspettativa e sull’attenti
per vedere se la creatura opera nel mio Fiat,  per prendere
colle sue mani materne questi atti e chiuderli negli atti suoi 
come pegni, come antidoti che si vuole il Regno
della Divina Volontà sulla terra.
Sicché questo Regno fu già formato da Me e
dalla Celeste Signora;  già esiste, solo che si deve
dare alle creature.  Per darlo è necessario conoscerlo. 
E siccome (la Celeste Signora) è la Creatura più santa, più grande
e che non conobbe altro regno che il solo Regno della
mia Divina Volontà, occupa il primo posto in Essa.  

Per diritto
la Celeste Regina sarà l’Annunciatrice,
la Messaggera, la Conduttrice
d’un Regno sì santo.
Perciò pregala - continua Gesù -, invocala, ed Essa ti farà da guida, da maestra e con amore tutto materno riceverà
tutti gli atti tuoi per chiuderli nei suoi, e dirti: 
‘ Gli atti della mia figlia sono come gli atti
della sua Mamma.  Quindi possono stare coi miei
per raddoppiare il diritto alle creature di ricevere
il Regno della Divina Volontà.   Siccome questo suo
Regno, Dio lo deve dare e la creatura lo deve ricevere,
ci vogliono gli atti d’ambo le parti
per ottenere l’intento ’.

Quindi,
       Colei che tiene più ascendenze,
più potere, più impero sul Cuore Divino
  è la Sovrana del Cielo.
I suoi atti staranno a capo  col seguito degli altri atti
delle creature cambiati in divini, in virtù della mia Volontà, 
per dare il diritto ad esse per ricevere questo Regno, 
e Dio nel vedere questi atti si sentirà mosso a darlo
per quell’amore che ebbe nella Creazione,
che il tutto creò per fare che la sua Volontà si facesse
come in Cielo così in terra,
e che ogni creatura fosse un regno della sua Volontà
che avesse il suo totale dominio.
Perciò - ci sprona Gesù -,  sempre avanti nell’operare e vivere
nel Fiat Supremo ”.

… L’ amore della Sovrana Regina
è diffuso in tutto il creato perché il Fiat
nel suo slancio infinito lo diffondeva ovunque …


… Pregavo la Sovrana Regina  -  scrive Luisa il 22.4.1928 ( Vol. 24 )  -  che venisse in mio aiuto, che mi prestasse il suo amore, per poter amare col suo amore di Madre il mio dolce Gesù, e Gesù ha soggiunto:

 “ Figlia mia, 
l’amore della Sovrana Celeste è diffuso in tutto il creato,
perché quel Fiat che solo col pronunziarsi aveva slanciato
in tutto l’universo tanta varietà delle nostre opere e datele la
vita, abitava in Lei.   Ed Essa, il suo amore e tutti gli atti suoi
li emetteva nel Fiat Divino, il Quale non sapendo fare cose
piccole, ma grandi e senza limiti, nel suo slancio infinito
diffondeva l’amore a tutti gli atti della Mamma Celeste
nel Cielo, nelle stelle, nel sole, nel vento, nel mare,
ovunque ed in ogni cosa. 
Il suo amore è diffuso ovunque, i suoi atti li trovi dappertutto,
perché il mio Fiat dovunque li diffondeva ed animava tutto
coll’amore e atti di Lei.
Né Io sarei stato contento, né Mi sentirei amato ed onorato, se
non trovassi in tutte le cose, fin sotto la terra, l’amore e la gloria
che Mi dava la Mamma mia.  Sarebbe stato un amore spezzato
ed una gloria divisa se non La trovassi in tutta la Creazione, 
molto più che in tutte le cose L’avevo amata, era giusto che
in tutto trovassi il suo amore diffuso e sempre in atto
d’amarmi e di glorificarmi.  Né avrebbe potuto farmi breccia
un amore spezzato, che non Mi corresse ovunque appresso
e quindi non avrebbe potuto tirarmi dal Cielo in terra,
nella stretta prigione del suo seno materno.
Le sue catene d’amore furono tante per
quante cose creai, in modo che Io scesi dal Cielo
come un Re, tutto inanellato ed accerchiato
dalle catene d’amore della Regina del Cielo.
E se il suo amore giunse a tanto, lo deve al
mio Fiat Divino, che regnando in Lei da Sovrano,
rapiva il suo amore nel mio Volere  e lo allargava
ovunque, e gli atti di Lei ricevevano tutti
le tinte degli atti divini.

Perciò – e l’invito di Gesù a Luisa è rivolto anche a noi – se vuoi l’amore della Mamma Regina fa’ che il mio Fiat ti domini, diffondi il tuo amore e tutta te stessa in Esso, affinché il mio Fiat rapendo il tuo piccolo amore e tutto ciò che tu fai, lo allarghi e portandolo ovunque dove Esso si trova, ch’é dappertutto, trovi unito all’amore della Mamma mia il tuo amore, e tu Mi darai il contento che la piccola figlia del mio Volere non Mi dia un amore spezzato e diviso, ma amore in tutte le cose e dappertutto ” …


Nascondiamo i nostri atti
negli atti della Celeste Mamma,
che supplisce per noi.

… Mentre continuavo il mio giro in tutto ciò che è stato fatto nel Voler Supremo
– scrive Luisa il 2.11.1926 (Vol. 20)  sono giunta a tutto ciò che aveva fatto la mia Mamma Celeste in Esso e le dicevo:
“ Sovrana Regina,  vengo a nascondere il mio piccolo amore nel mare grande del tuo amore, la mia adorazione verso Dio nell’immenso oceano della tua, i miei ringraziamenti li nascondo nel mare dei tuoi, le mie suppliche, i miei sospiri, le mie lacrime e pene, le nascondo nel mare delle tue, affinché il mio ed il tuo mare d’amore sia uno solo, la mia adorazione e la tua sia una sola, i miei ringraziamenti prendano la larghezza dei tuoi stessi confini, le mie suppliche, lacrime e pene diventino un sol mare col tuo,  affinché anch’io abbia i miei mari d’amore, d’adorazione, eccetera,  affinché, come  la tua Sovrana Altezza impetrò con questo il sospirato Redentore  così anch’io mi presento con tutti questi mari innanzi alla Maestà Divina per chiederle, per pregarlo, per scongiurarlo il Regno del Fiat Supremo.   Mamma Regina mia, debbo servirmi della stessa tua via, dei stessi mari tuoi d’amore e di grazie, per vincerlo a fargli cedere il suo Regno sulla terra, come  lo vincesti Tu a far scendere il Verbo Eterno.  Non vuoi Tu aiutare la tua piccola figlia, a darmi i mari tuoi per farmi ottenere che, presto venga il Regno del Fiat Supremo sulla terra ? ”
Ora mentre ciò facevo e dicevo pensavo tra me:  La mia Mamma Celeste, non si occupò, né ebbe tanto interesse del Regno del Fiat Supremo, che subito venisse a regnare sulla terra;  ebbe interesse del sospirato Redentore e l’ottenne;  e del Fiat Divino ch’era più necessario e che doveva mettere il perfetto ordine tra Creatore e creatura, non si occupò, mentre spettava a Lei come Regina e Madre di rappacificare la volontà umana e la Divina affinché regnasse col suo pieno trionfo ”.  In questo mentre il mio sempre amabile Gesù  ( continua a scrivere Luisa )  mi ha detto tutto bontà:  

 “ Figlia mia, 
la missione della mia inseparabile Mamma,
era per il sospirato Redentore,
e la compì perfettamente ;
ma tu devi sapere che  tutto ciò che feci,
tanto Io quanto Essa, la sostanza, la fonte,
la causa primaria era il Regno della mia Volontà
.   Ma
siccome per venire Questo era necessaria la Redenzione,
mentre nei nostri atti al di dentro c’era il Regno del Fiat,
al di fuori, dell’esterno dei nostri atti eravamo tutti intenti
ed occupati per il Regno della Redenzione… ”


Per il suo vivere nel Fiat Divino,
la gloria della Vergine è insuperabile;
in virtù di Esso, accentrò in Sé tutte le creature
concependole nel suo materno Cuore 
e  bilocando il suo Figlio Gesù
in ciascuna creatura nel suo Cuore concepita.
Il 15 Agosto 1928 (vol. 24) Luisa scrive:
… stavo pensando ed accompagnando la Sovrana Regina quando fu assunta in Cielo ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno come inneggiando la sua Mamma Celeste mi ha detto:

“ Figlia mia,
la gloria della Mamma del Cielo è insuperabile. 
Nessun altro delle Regioni Celesti  possiede mari
di grazie, di luce, mari di bellezza e di santità,
mari di potenza, di scienza ed amore. 
E molto più   questi mari li possiede
nel mare interminabile del suo Creatore.
Gli altri abitatori della Patria Beata, al più posseggono chi piccoli rivoli, chi le goccioline, chi le fontanine; 
      solo Lei è l’unica  perché
fu la sola che fece vita nel  Fiat Divino,
mai ebbe luogo in Lei l’umano volere, la
sua vita fu tutta di Volontà Divina, ed in virtù di Essa   accentrò in Sé tutte le creature concependole nel
suo Materno Cuore, e bilocando tante volte il suo
Figlio Gesù per darlo a ciascuna creatura che
aveva concepito nel suo Vergine Cuore. 
Perciò
la sua Maternità è estesa a tutti.
Tutti possono darsi il vanto di dire:  ‘ La Madre di Gesù
è la Madre mia ’.  E questa Madre sì dolce, amabile, amante,
ci dà a ciascuno il suo Figlio Diletto, come pegno del suo
amore materno.   Solo la mia Volontà poteva darle questa
virtù di concepire tutte le creature come figli suoi,  e di
moltiplicare tante volte il suo Figlio Gesù per quanti figli teneva.
Ora - continua Gesù -
in Cielo l’Altezza della Madre Sovrana,
possedendo i suoi mari, non fa altro che innalzare
onde altissime di luce, di santità, d’amore ecc.  e
le scarica sul Trono dell’Ente Supremo, il Quale
per non farsi vincere dall’amore di Lei,
da sotto i mari della Vergine Regina,
ché tiene il suo più esteso, più profondo,
forma le onde sue più alte e le versa su di Lei ; 
e Lei prepara le altre,  e Dio le altre, in modo
che tutto l’Empireo resta allegrato da queste
onde di luce, di bellezze, d’amore e simili,
tanto che tutti prendono parte e godono ;
e vedendo che loro, cioè i Beati,
non possono formare queste onde,
perché non posseggono mari, comprendono che
la lor Madre e Regina, se tutto possiede è perché
formò la sua vita e santità nella Volontà Divina.
Sicché
     i Santi,  nella Vergine conoscono
che significa Santità di Voler Divino nella creatura
e perciò sospirano altre creature che portino
questi mari nella Patria Celeste, per veder formare
altre onde incantevoli e di loro godimento maggiore.
La terra non la conosce ancora la Santità nella mia Volontà
– continua Gesù –, e perciò amo tanto di farla conoscere; 
ma al Cielo è ben nota, perché
c’è la Regina Sovrana, che solo a vederla,
si fa rivelatrice della  Santità del mio Fiat.   
Sicché  Lei, in virtù di Esso, fu portento in terra
di grazie per Sé e per tutta l’umana famiglia,
ed è portento di gloria nella Patria Celeste, 
né nessun’altra creatura si può dire simile a Lei ” .

Dinanzi al triste spettacolo delle condizioni in cui si è ridotta l’umanità dopo il primo peccato,  Gesù ci confida :   (Vol. 34 :  24.12.1936)

“ Il nostro amore non si dava pace, correva, correva, ma
con una rapidità ed eccesso tale, da far strabiliare Cielo e terra
e da far esclamare a tutti :  ‘ Possibile che un Dio
possa amare tanto le sue creature? ’.
Sebbene gli uomini possedessero un Padre in Cielo,
pure Esso non era ancora contento e perciò nel suo delirio
e nella sua follia pensò di dar loro una Madre
che fosse celeste e terrena ad un tempo.
Se le premure e l’amore della Paternità Divina non erano bastanti
per indurre le creature umane ad amare il loro Signore,  almeno 
la tenerezza indicibile di questa Madre divina ed umana
avrebbe eliminato le distanze,
scacciati i loro timori e le
loro paure della Maestà Suprema, le avrebbe anzi attratte
ad abbandonarsi fra le braccia paterne di Dio per farsi
vincere dal suo amore e per amarlo a lor volta
senza misura.
In una parola
Ella sarebbe stata l’anello di congiunzione
tra il Cielo e la terra,  fra il Creatore e le creature.
Però per ottenere l’intento, occorrevano portenti strepitosissimi, compiuti con un amore che non dicesse mai basta, quale un Dio solo poteva operare.

Nella nostra Onnipotenza  - prosegue Gesù - 
chiamammo perciò dal nulla questa Santa Creatura
e Le demmo vita, valendoci dello stesso germe delle
umane generazioni, che avevamo per Lei purificato.
Nel medesimo istante della sua Concezione
la virtù celeste del nostro Fiat  discese in questo germe
ed in lui innestò la propria vita divina.  
Grazie a questa indissolubile unione delle due creature,
venne partecipata alla Vergine Maria
la fecondità divina
,
per cui Ella avrebbe un giorno
potuto prodigiosamente concepire nel suo seno
un uomo e un Dio. 
Col germe umano Ella avrebbe fornita l’Umanità al Verbo
Incarnato,  e col germe del Fiat  Ella avrebbe
concepito in Se stessa il Verbo Divino.
In tal modo,
mediante l’essere umano e celeste di Maria, vennero
abbattute le barriere che esistevano tra Dio e l’uomo.
Avvicinando l’Uno all’altro, Ella diede ai proprii figli
il Fratello che tutti avrebbero potuto amare.
Rimirando nel Figlio e nella Madre uguali fattezze umane,
le creatura avrebbero provato tale fiducia e tale amore, da
lasciarsi conquidere e da amare con trasporto Colui che tanto
le amava e che con loro conduceva vita comune.
Se una buona mamma – continua Gesù – riscuote dai proprii figli
venerazione ed amore, quanto più non ne meriterà questa potente
Madre Celeste, la quale non peritò di esporre la propria vita
per mettere in salvo quella dei suoi figlioli?  Che cosa
non fece Ella pur di renderli felici e santi?
L’Umanità del Figlio di Dio
e la Madre sua Celeste ed Umana
sono veramente motivo di fiducia e d’amore
per tutte le generazioni.
‘ Non temete, venite a Noi ’, dice loro il Verbo fatto Carne,
‘ Noi ci somigliamo in tutto e vi daremo ogni cosa.
 Le nostre braccia sono sempre pronte
per accogliervi e per difendervi ;  
venite ! 
La Mamma mia
vuole chiudervi nel suo Cuore
per darvi tutti i suoi e i miei beni.  Basti il dirvi
che Ella è Madre mia e Madre vostra e che
vi tiene tutti concepiti nel proprio seno ! ’ ”



La Vergine, coll’essere concepita
concepì il Regno del Fiat, 
col nascere
ci restituì i diritti di possederlo …

                                                  ( Cfr. vol. 24 - 16.9.1928 )

“ Il germe con cui fu concepita la Sovrana Celeste - ribadisce
nuovamente Gesù -
 fu preso dalla stirpe umana,  perché anche Lei
ebbe la sua vita umana come tutte le altre creature,
come l’ebbi anch’Io.  Però c’è questa gran differenza,
non concessa a nessun’altra creatura,  che
in questo germe umano
prima che venisse concepita la sua bell’anima,
il mio Fiat  colla sua onnipotenza accentrò i suoi raggi
in questo germe, e colla sua luce e calore annientò e fece morire ciò che di male c’era in esso, purificandolo del tutto e rendendolo puro e santo, ed esente
dalla macchia d’origine,
       e poi
   fu concepita in questo germe l’Immacolata Bambina. 
Sicché tutto il portento dell’Immacolato Concepimento
fu operato dalla mia Divina Volontà, 
    non fece un altro germe umano, né lo distrusse,
ma lo purificò, e col suo calore e luce gli tolse tutti gli umori che
aveva contratto questo germe dal peccato d’Adamo, e 
   fece ritornare il germe umano in Lei
come era uscito dalle nostre mani creatrici.  

Perciò 
come fu concepita la piccola Vergine Regina,
così  fu concepito in Lei e nelle umane generazioni
il Regno della mia Divina Volontà, 
perché
Noi, nel formare e dare ad una creatura
grazie sorprendenti, guardiamo in lei tutta l’umanità, dell’umana famiglia, come se fosse una sola. 
Vedi dunque,
come fu concepita la Vergine in questo
germe esente d’ogni macchia, che fu tutta opera
del  Fiat Divino,  così restò concepito di nuovo nell’umanità il suo Regno divino; 
     
                      
e come l’Immacolata Verginella nacque,
così fu restituito il diritto di poterlo possedere.
Ora, 
venendo Io sulla terra a prendere umana carne,
me ne servii del germe della Sovrana del Cielo,
e si può dire che  insieme con Lei lavorammo
per formare di nuovo questo Nostro Regno
nelle umane generazioni.
Quindi - continua Gesù - non rest’altro che conoscerlo per possederlo.  E perciò sto manifestando ciò che al Regno ed alla mia Volontà Divina appartiene, acciocché la creatura batta le sue vie, segua i nostri passi ed entri in possesso di Essa, e  la mia Divina Volontà col suo calore e luce ripeterà il prodigio di togliere gli umori cattivi che possiede il germe umano.   E per essere sicura metterà il germe della sua luce e calore e si costituirà vita del germe, e così
si scambieranno il possesso :  la mia Divina Volontà prenderà possesso del germe per formarvi la sua vita di luce, di calore
e santità, e la creatura ritornerà a prendere il nuovo
possesso del Regno del mio Fiat Divino … ”


“ Il Concepimento della Vergine Immacolata 
- afferma Gesù il 9 ottobre 1932 (vol. 31) -  fu un Atto nuovo della nostra Volontà:  nuovo nel tempo, nuovo nel modo,
                 nuovo nella grazia.
In Lei venne rinnovata tutta la Creazione;
nella nostra onniveggenza ed immensità
chiamammo tutte le creature con tutti i loro
atti buoni passati, presenti e futuri, come se fossero uno
solo, affinché  su di esse e su tutti i loro atti
fosse formato questo Concepimento  e
tutte le creature avessero di fatto diritto.
Quando il nostro Volere compie un atto che deve servire
al bene di tutti, non mette nessuno in disparte,  ma, facendo
uso della propria onnipotenza,  riunisce insieme le creature
umane e gli atti loro  (tranne il peccato, perché il male
non rientra negli Atti nostri),  ed eseguisce l’Atto
che ha stabilito di fare.

Come vedi, figlia mia - continua Gesù rivolto a Luisa -, anche i tuoi atti parteciparono al Concepimento della Celeste Regina e perciò con diritto sei la figlia sua e Lei con diritto è la Mamma tua.
Ogni nostra opera parte sempre dal nostro Atto Unico,
il Quale, appunto perché Unico, collega insieme ogni cosa.
Dando alla luce la Vergine Santa,
Noi raggiungemmo molteplici effetti :
  concedemmo l’esistenza all’Immacolata Signora,
rinnovammo l’intera Creazione, l’amammo  (la Creazione) 
di nuovo amore  e la mettemmo al sicuro,  perché
l’affidammo alla materna custodia della Divina Maria.

In questo consiste appunto la nostra Onnipotenza e la nostra Forza creatrice:  di compiere cioè ogni cosa e di procurare del bene a tutti mediante un atto solo ”.


 “ Non vi ha né in Cielo né in terra alcuna bellezza né valore,
né prodigio paragonabile a quello dell’Immacolato Concepimento della mia Divina Mamma  - confida Gesù l’8.12.1935 ( Vol. 34 ) -.
Il mio Fiat Onnipotente, che in Se stesso non ha principio né fine,  operò in Lei una nuova creazione  infinitamente più bella, più meravigliosa di quella dell’universo intero, perché
compì il portento superiore a qualsiasi altro, di
costituirsi vita della sua vita  e di  accrescersi in Lei
in ogni istante, mediante ogni suo atto ed
ogni sua preghiera.
La creazione dell’universo, già pur così mirabile, e
da Noi mantenuta mediante l’impero del nostro Atto creante e conservante, pure non sorpassa il prodigio della creazione di questa Vergine, perché   
in Essa non solo manteniamo l’Atto creante e conservante, 
ma anche l’Atto crescente;
e questo è il prodigio dei prodigi, cioè
la vita del nostro Volere come rinata in Essa
e  il suo crescere continuo in ogni atto che faceva.

Per poter raggiungere il proprio intento,
il nostro Fiat  si pronunziò nell’Atto del Concepimento
di questa Vergine benedetta;  e quando il nostro Fiat 
si pronunzia, il nostro Atto raggiunge tale una sontuosità,
una sublimità, un’altezza, un’immensità ed una potenza
da  racchiudere tutti nella rete del proprio amore,
nessuno escluso,
  salvo colui che si rifiutasse
di accettare il bene che gli viene largito.
La nostra Divinità, vedendo che la nostra Volontà
era come rinata in questa Santa Creatura,
     Le partecipò i suoi diritti divini, in modo
da renderla padrona del nostro stesso Amore,
della nostra Potenza, Sapienza e Bontà,
    e  Regina del nostro Fiat.
A sua volta
   la Celeste Signora,  valendosi dell’Atto crescente
del nostro Volere,
Ci rapiva, e, mediante ogni suo atto,
giungeva ad amarci non solo per Sé,
ma ancora per ogni singola creatura.
Ricoprendo ognuna di esse col proprio amore
Ella Ci faceva udire l’eco tenerissima di ciascuna di loro.
Chi avrebbe potuto resistere a questa Vergine Santissima?   Noi Ci sentivamo come legati e come
fatti prigionieri da Lei, poiché Ella operava, Ci amava,
Ci lodava e Ci pregava in virtù dell'Atto crescente
del nostro Fiat.    Possedendolo,  Ella rinchiudeva
ed assorbiva in Se stessa il proprio Creatore, la Trinità
Sacrosanta.
  La potenza con cui Ci dominava era tale,
che Noi sentivamo imperioso il bisogno
di riamarla in egual misura, 
né avremmo avuto cuore di negarle alcunché
di quanto Ella Ci domandava. 
Nell’accontentarla Noi Ci sentivamo anzi
maggiormente felici.

Come la nostra Sapienza infinita – prosegue Gesù – feconda la terra e dà  vita a tutte le creature circondando continuamente la creazione dell’universo, (la quale a sua volta gravita intorno a Noi),  così
la nuova creazione del Concepimento
dell’Immacolata Signora attornia continuamente Iddio,
da cui viene a sua volta costantemente circondata.
Mediante questo reciproco accerchiamento
Iddio e la Vergine mantengono la fecondità del bene,
formano la santità delle anime e
 richiamano incessantemente gli uomini
al proprio Creatore ”.


Seguiamo ora le parole di Gesù del 4 febbraio 1934 (Vol. 33 )  con le quali spiega, in forma più completa, quanto già riportato qui sopra :

“ Chiamammo a vita la Verginella Maria e creandola tutta
pura, tutta santa, tutta bella, tutta amore e senza macchia
di origine, deponemmo in Lei il germe della nostra stessa
Volontà Divina, affinché tra Lei e Noi vi potesse essere
libero accesso, unione inseparabile e perenne.
La Celeste Regina, non appena concepita,
Ci rapì colla sua beltà e Ci ferì colla sua tenerezza; 
cosicché il nostro Amore fu costretto a straripare
dal nostro Seno ed a rifugiarsi in Lei.
Guardando attraverso la sua bellezza tutte le creature, esse non Ci sembrarono più brutte e perciò Noi le amammo con quello stesso amore che era rimasto nascosto e ristretto in Noi fino allora e che adesso divampava nel Cuore della Vergine Santa.
Affinché a sua volta Ella potesse
amare tutti gli uomini come suoi propri figli,
generati in Lei dal suo Padre Celeste,
la nostra Paternità Divina Le comunicò
la Divina Maternità.
Come da un lato la Vergine Maria comprendeva che Noi amavamo tutte le creature in Lei,  così dall’altro sentiva che il nostro amore formava la nuova generazione dell’umanità nel suo Cuore materno.
Quale miglior stratagemma - prosegue Gesù - avrebbe potuto ideare la nostra paterna bontà per esternare il nostro infinito amore a tutti gli uomini, non esclusi quelli che Ci avrebbero offesi ?
Dalla loro stirpe Noi eleggemmo una creatura; 
per poterli amare, Noi La formammo bellissima; 
per dar loro la più affettuosa delle madri, Noi
nascondemmo in Lei il nostro proprio Amore.
E’ in questa Celeste Regina che tutti gli uomini
possono trovare il nostro Amore nascosto; 
      è nel suo Cuore che essi possono
farsi amare inesauribilmente da Noi,
che rimaniamo soggetti al suo dolce impero ”.
  Da quanto ti dissi – prosegue Gesù a Luisa – tu puoi facilmente arguire come
la Sovrana Signora  possegga tuttora in Cielo il nostro amore nascosto in favore di ciascuna creatura e quanto Essa goda nel sentire che Noi amiamo tutti gli uomini in Lei.
Facendo loro veramente da Madre, 
Ella li nasconde nel proprio Cuore per farli amare
da Noi, nei propri dolori per farli perdonare, nelle
sue preghiere per farci loro concedere le grazie più preziose.   
Sì,  Ella è davvero la Mamma che sa sempre coprire
e scusare i suoi figli amatissimi presso il trono
della nostra Divina Maestà !

Ricorri perciò incessantemente  - ci invita Gesù -  alla tua Celeste Regina e  
fatti coprire da Lei, che generosamente provvederà a tutti i tuoi bisogni ! ”



Questa Celeste Regina vinse il suo Creatore,
preparò la Redenzione e fu la portatrice
del Verbo Eterno sulla terra

“ La Piccola Regina - ci ripete Gesù il 12 aprile 1935 (vol. 33) -, sin dal
primo istante del suo Concepimento, incominciò la sua vita
insieme colla Divina Volontà e quindi insieme col suo Creatore,
onde sentiva tutta la forza, l’immensità, la foga dell’Amor divino
ed in modo tale da sentirsi sperduta, affogata d’amore e
provare forte il bisogno di amare Colui che tanto l’amava.  
Egli si sentiva amato e di un amore straordinario, infinito,
perché
Noi Le demmo la nostra Volontà in suo potere,
onde La tenesse come Vita propria
;  e questo amore
si può chiamare il più grande amore verso Dio, l’amore più
eroico, l’amore che solo può dire:  ‘ Non ho più che darti,
tutto Ti ho dato ’.
Così la Piccola Regina se ne serviva di questa vita
per amarci altrettanto per quanto era amata e
cercava di pareggiarci nell’amore.
Intanto,
la nostra Volontà Divina,
che possiede l’onniveggenza di tutto, fece presente
a questa Santa Creatura tutte le umane generazioni,
le colpe di ciascuna creatura commesse
e che avrebbero commesse.
Dal primo istante del suo concepimento
la Celeste Piccina, che non conosceva altra vita
che quella della Divina Volontà, incominciò a dolersi
con dolore divino, per ciascuna colpa di esse, da formare
intorno ad ogni colpa mari di amore e di dolore divino.
Era la nostra Volontà Divina che formava nella sua bell’anima
mari di dolore e d’amore per ciascuna colpa
di ciascuna creatura, 
perciò
La Santa Verginella,
fin dal primo istante della sua vita,
divenne Regina di dolore e di amore,
e se la nostra Volontà non l’avesse sostenuta
colla sua potenza, Ella sarebbe morta per ogni colpa,
e tante volte si sarebbe consumata d’amore,
per quante creature dovevano esistere.

Fu allora che la nostra Divinità, in virtù della
nostra Volontà Divina operante in questa eccelsa Creatura,
incominciò ad avere l’Amore divino per tutti ed un dolore
divino e riparatore per tutti.  
Oh,come
Ci sentimmo soddisfatti e ripagati per ciascuna creatura
ed in virtù di questo amore e dolore divino sentimmo
trasporti di amore anche verso di loro.
Il suo amore era tale che, padroneggiandoci,
Ci faceva amare coloro che Essa amava,
tanto che il Verbo Eterno, come venne alla luce
questa Celeste Creatura, scese dal Cielo in terra
per venire a cercare l’uomo e salvarlo.
Chi può resistere alla potenza della nostra Volontà operante nella creatura?  Nessuno.  E che cosa non potrà fare l’anima ed ottenere per mezzo suo?
Se tutti comprendessero il gran bene che largimmo alle umane generazioni nel dar loro  questa Celeste Regina, che
vinse il suo Creatore,
che
preparò la Redenzione
e che fu davvero
la portatrice del Verbo Eterno sulla terra,
oh, essi si stringerebbero intorno alle sue
materne ginocchia, per implorare da Lei quella
Volontà Divina di cui Ella stessa possiede la vita ! ”


   “ Io sono la Portatrice di Gesù,
     - confermerà in seguito Maria SS., il 28 maggio 1937 (Vol. 34) -
questo compito me lo affidò l’Ente Supremo. 
Solamente quando si fu assicurato che Io tenessi
grazia, amore, potenza e la stessa Volontà Divina
per tenerLo custodito, difeso, amato, allora fece
la consegna del Dono, cioè fece incarnare
il Verbo Eterno nel mio seno: 
‘ Figlia mia, - Mi disse l’Ente Supremo -,
Ti facciamo il gran Dono della vita del Figlio di Dio,
affinché possedendoLo, Lo doni a chi Tu voglia,  però
sappi tenerLo difeso,  né Lo lasciare mai solo in chi Lo doni,
onde supplire al loro amore se non L’amano, ripararLo se
L’offendono;  insomma  fa che nulla manchi, alla decenza,
alla santità, decoro che Gli si conviene.  Sii attenta Figlia,
   è il Dono più grande che Ti facciamo ; 
Ti diamo anche il potere di bilocarLo
altrettante volte, quante Tu vuoi, affinché chi Lo voglia,
possa ricevere questo gran Dono e possederLo ’.

Perciò – continua Maria SS. – questo Figlio è mio; 
sono posseditrice della sua vita, ed essendo mio,
conosco i suoi segreti amorosi, le sue ansie, i suoi sospiri. 
Questi sono così ardenti che lo fanno giungere 
a piangere e con singhiozzi
ripetuti  Mi dice: 
Mamma mia,
damMi alle anime,
  voglio le anime
. 

Ed Io, la Mamma sua, sospiro
e piango insieme con Lui,
voglio ciò che Egli vuole,
cioè che tutti posseggano il
Figlio mio
.   Devo però
mettere al sicuro la sua vita,
il gran Dono che Dio Mi affidò ”.



Tra la volontà della Vergine Santissima
e la Volontà del suo Dio non c’era divisione

“ Tu devi sapere - ci spiega Gesù l’8 dicembre 1923 ( Vol. 16 ) - che  la mia Divinità è un Atto solo, tutti gli atti si concentrano in Uno solo.  Questo significa essere Dio, il portento più grande della nostra Essenza Divina:  non essere soggetta a successione d’atti;  e se
alla creatura sembra che ora facciamo una cosa, e ora un’altra, è piuttosto che facciamo conoscere ciò che c’è in quell’Atto solo,  ché la creatura, essendo incapace di conoscerlo tutto d’un solo colpo, lo facciamo conoscere a poco a poco.   Ora,  tutto ciò che Io, Verbo Eterno, dovevo fare nella mia assunta Umanità, formava un solo atto con quell’Atto solo che contiene la mia Divinità.   Sicché 
prima che questa nobile Creatura
( l’Immacolata Madre del Verbo )  fosse concepita, tutto esisteva
di ciò che doveva fare sulla terra il Verbo Eterno;  onde
nell’atto che questa Vergine fu concepita,
si schierarono intorno al suo concepimento
tutti i miei meriti, le mie pene, il mio Sangue,
tutto ciò che conteneva la Vita d’un Uomo e Dio, 
e restò concepita negli interminabili abissi dei miei meriti,
del mio Sangue divino, nel mare immenso
delle mie pene.    In virtù di essi restò Immacolata,
                                                     bella e pura ;  
al nemico restò sbarrato il passo dagli incalcolabili meriti miei
e non potette recarle nessun nocumento. 
Era giusto che chi doveva concepire il Figlio d’un Dio,
doveva essere prima Lei concepita nelle opere di questo Dio,
per poter tenere virtù di concepire quel Verbo che
doveva venire a redimere il genere umano.  
Sicché, 
Lei prima restò concepita in Me
ed Io restai concepito in Lei;
non restava altro che a tempo opportuno farlo conoscere alle creature, ma nella Divinità era come già fatto.  Perciò, 
Colei che più raccolse i frutti della Redenzione,
anzi ebbe il frutto completo, fu questa Eccelsa Creatura,
che essendo concepita in Essa
(nella Redenzione), amò, stimò
e conservò come roba sua tutto ciò che
il Figlio di Dio operò sulla terra. 
Oh - esclama Gesù -, la bellezza di questa tenera Piccina ! 
Era un prodigio della grazia, un portento della nostra Divinità;
crebbe come Figlia nostra;  fu il nostro decoro, la nostra allegrezza,
l’onore e la gloria nostra ".


Ma, anche noi come Luisa Piccarreta, ci poniamo la domanda :    

" E’ vero che la mia Regina Mamma fu concepita negli interminabili meriti del mio Gesù, ma il Sangue, il corpo, furono concepiti nel seno di S. Anna, la quale non era esente dalla macchia d’origine; dunque, come può essere che nulla ereditò dai tanti mali che tutti abbiamo ereditato dal peccato del nostro primo padre Adamo? "
E Gesù: 
" Figlia mia,  tu non hai capito ancora che 
tutto il male sta nella volontà.  La volontà travolse l’uomo,
cioè la sua natura, non la natura travolse la volontà dell’uomo; 
sicché la natura restò al suo posto, quale fu da Me creata, nulla
cambiò;  fu la sua volontà che si cambiò, si mise nientemeno
contro una Volontà Divina,  e questa volontà ribelle travolse
la sua natura, la debilitò, la contaminò e la rese schiava di
vilissime passioni;
  successe come ad un recipiente pieno di
profumi o di cose preziose:  se si svuotasse di ciò e si riempisse
di marciume o di cose vili, forse cambia il recipiente?  Cambia
ciò che si mette dentro, ma esso è sempre quello che è, al più
si rende più o meno apprezzabile a seconda di ciò che contiene; 
tale fu dell’uomo.    Ora,
alla mia Mamma l’essere concepita in una creatura
della razza umana non le recò nessun nocumento,
perché la sua anima era immune da ogni colpa: 
      tra la sua volontà e quella del suo Dio
                   non c’era divisione
; 
le correnti divine non trovavano intoppo né opposizione per
riversarsi su di Lei;  in ogni istante stava sotto la pioggia dirotta di nuove grazie.   Onde
      con questa volontà e quest’anima tutta santa, tutta pura,
tutta bella, il recipiente del suo corpo che prese dalla sua
madre restò profumato, riabilitato, ordinato, divinizzato,
in modo da restare esente anche da tutti i mali naturali
di cui è invasa l’umana natura.
    Ah! sì !
fu proprio Lei che ricevette il germe del
Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra,
che La nobilitò e La restituì al suo principio,
quale fu da Noi creato l’uomo, prima che peccasse,
anzi lo sorpassò ;   La abbellì di più ancora ai continui
flussi di quel  Fiat che ha solo virtù di riprodurre
immagini tutte simili a Colui che le ha create;   ed
in virtù di questa Volontà Divina che agiva in Lei,
si può dire che
       ciò che Dio è per natura, Lei è per grazia. 

La nostra Volontà tutto può fare – precisa ancora Gesù –, dovunque giungere, quando l’anima Ci dà libertà d’agire e non interrompe
con la sua volontà umana il nostro operato ".

“ … Avevamo la Potenza della Nostra Volontà
che in questa innocente Bambina
Ci spezzava le braccia, Ci sorrideva dalla terra,
e cambiava la Giustizia in grazie
ed in dolce sorriso, tanto che,
non potendo resistere al dolce incanto,

  
 il Verbo Eterno affrettò il suo corso ”.

                                                                                        ( Vol. 15 : 8.12.1922 )


“ Non appena fu formato il suo Concepimento,
    - racconta Gesù, parlando ancora della sua Immacolata Madre -
Le diedi l’uso di ragione, La dotai di tutte le scienze, Le feci
conoscere le Nostre gioie ed i Nostri dolori a riguardo della
Creazione ;  e fin dal seno materno Lei veniva nel Cielo, ai piedi
del Nostro Trono, per darCi gli amplessi, il ricambio del suo
amore, i suoi teneri baci, e gettandosi nelle Nostre braccia
Ci sorrideva con tale compiacenza di gratitudine e
di ringraziamento da strappare i Nostri sorrisi.
Oh, come era bello - continua Gesù - vedere questa innocente e privilegiata Creatura, arricchita di tutte le qualità divine, venire in mezzo a Noi, tutta amore, tutta fiducia, senza paura - perché il solo peccato è quello che mette distanza tra Creatore e creatura,
spezza l’amore, sperde la fiducia ed incute timore -.
Sicché,
Lei veniva in mezzo a Noi come Regina, che
col suo amore, dato da Noi, Ci tirava ai suoi voleri,
Ci rapiva, Ci metteva in festa e si faceva rapitrice d’altro
amore;   e Noi La facevamo fare, godevamo
dell’amore che Ci rapiva e
La costituimmo Regina del Cielo e della terra. 
Cielo e terra esultarono e fecero festa insieme con Noi, nell’avere dopo tanti secoli la loro Regina …

Ma sai tu  – ci chiede Gesù –  quale fu  il primo atto che fece
questa Celeste Creatura
quando si trovò la prima volta
innanzi al Nostro Trono?
Lei  conobbe che tutto il male dell’uomo
era stato la rottura tra la volontà sua e Quella
del Suo Creatore,  e Lei ebbe un tremito, e
senza frapporre tempo in mezzo 
    legò la sua volontà ai piedi del mio Trono,
senza neppure volerla conoscere,
e la Mia Volontà si legò a Lei e si costituì centro di Vita,
tanto che tra Lei e Noi si aprirono tutte le correnti,
tutti i rapporti, tutte le comunicazioni, e
non ci fu segreto che non Le affidammo.

Fu proprio questo l’atto più bello, più grande, più eroico
che fece :  il deporre ai nostri piedi la sua volontà,  e che
a Noi, come rapiti, Ce La fece costituire Regina di tutti.

Vedi, dunque, che significa legarsi con la Mia Volontà e non conoscere la propria?

Il secondo atto fu
   offrirsi a qualunque sacrificio per amore Nostro.

Il terzo, di
restituirCi l’onore, la gloria di tutta la Creazione,
che l’uomo Ci aveva tolto col fare la sua volontà ; 
e fin dal seno materno pianse per amore Nostro, perché Ci vide offesi, e pianse per il dolore dell’uomo colpevole.  
Oh!  come Ci intenerivano queste lacrime innocenti,
ed affrettavano la sospirata Redenzione !
Questa Regina  Ci dominava,
Ci legava, Ci strappava grazie infinite ; 
    C’inclinava tanto verso il genere umano,
che non potevamo né sapevamo resistere
        alle sue replicate istanze.

Ma donde Le veniva un tale potere e tanta ascendenza
sulla stessa Divinità?   Ah, tu l’hai capito - dice Gesù a Luisa - : 
era la potenza del Nostro Volere che agiva in Lei,
che, mentre La dominava, La rendeva dominatrice
di Dio med
esimo.
    E poi,
come potevamo resistere a sì innocente Creatura, posseduta dalla Potenza e Santità del Nostro Volere?  Sarebbe resistere a Noi Stessi.
Noi scorgevamo in Lei le Nostre Qualità Divine; 
come onde affluivano su di Lei i riverberi della Nostra
Santità, i riverberi dei Modi divini, del Nostro Amore,
della Nostra Potenza, ecc., …
Ecco perciò la causa per cui
La costituimmo Regina di tutti  - perché quando Noi operiamo, lo facciamo con ragione, sapienza e giustizia -:  perché mai diede vita al suo volere umano, ma fu sempre integro il Nostro Volere in Lei.

Mentre Ella nacque,  gli angeli cantarono le nenie
alla Celeste Bambina, ed Ella restò rapita e  la sua bella Anima uscì dal suo corpicino accompagnata da schiere angeliche,  e
 
girò terra e Cielo andando raccogliendo tutto l’amore che Iddio aveva sparso in tutto il Creato, e penetrando nell’Empireo, venne ai piedi del Nostro Trono e Ci offrì il ricambio dell’amore di tutto il Creato
e   pronunziò il suo primo 
grazie a nome di tutti.
Oh, come Ci sentimmo felici nel sentire il  grazie  di questa Bambinella Regina, e  Le confermammo tutte le grazie, tutti i doni, da farLa superare tutte le
altre creature unite insieme.
Poi, gettandosi nelle Nostre Braccia, si deliziò con Noi, nuotando nel pelago di tutti i contenti, restando abbellita di nuova bellezza, di nuova luce e di nuovo amore;  
supplicò di nuovo per il genere umano,
pregandoCi con lacrime che scendesse
il Verbo Eterno a salvare i suoi fratelli ; 
ma mentre ciò faceva, il Nostro Volere Le fece conoscere che
scendesse alla terra, e Lei subito lasciò i nostri contenti e le gioie,
e si partì per fare… che cosa? 
Il Nostro Volere!

Quale calamita potente era il Nostro Volere,
abitante in terra in questa Neonata Regina! 
Non Ci pareva più estranea la terra,
non Ci sentivamo più di colpirla
facendo uso della nostra Giustizia;  
avevamo la Potenza della Nostra Volontà che
in questa innocente Bambina Ci spezzava le braccia,
Ci sorrideva dalla terra, e cambiava la Giustizia
in grazie ed in dolce sorriso, tanto che,
non potendo resistere al dolce incanto,
          il Verbo Eterno affrettò il suo corso.
Oh, prodigio del Mio Volere! - esclama Gesù - a Te tutto si deve, per Te si compie tutto,  e  non c’è prodigio più grande che il Mio Volere abitante nella creatura !

La Sovrana Piccina,
crescendo insieme al Divino Volere,
formava in ogni suo atto innumeri soli parlanti.
“ Ciò che stupì e richiamò l’attenzione dei
Cieli e della terra, fu la nascita della mia Volontà
nella Celeste Bambina - dice Gesù a Luisa l’8 settembre 1932 ( vol. 31 ) - .
Tutti gli esseri si sentirono allora come scossi da una forza misteriosa, da quella stessa forza che dominava, moveva e conservava ogni cosa e che adesso poneva Se stessa e
tutta la Creazione a servizio ed a disposizione di questa neonata Bambinella.
La nascita della mia Volontà che si effettuò con
quella della Celeste Bambina, fu quindi l’origine
di tutti gli altri prodigi che accentrammo in Lei ”.

Il 6 Agosto 1933 ( Vol. 32 )  Gesù precisa:
“ Il far vivere la Celeste Regina nel Fiat Divino
fu l’atto più grande, più eroico, più intenso d’amore
che fece il nostro Ente Supremo,
  e per quanto i nostri beni sono immensi ed innumerevoli, il dare la nostra Volontà a vivere in Essa, non potevamo darli di più (dare più beni), 
né aggiungere altro,  perché
con Essa Le davamo tutto, e
      formava in Se stessa
la fonte e la sorgente di tutti i beni divini,
  per quanto alla creatura è possibile.
Ora,
La Sovrana Piccina,
col crescere insieme colla nostra Volontà,
come cresceva, così formava nell’anima sua,
nel suo Cuore, nelle sue opere e passi, tanti Soli
parlanti, che con voci di luce e di amore irresistibile
Ci parlavano, Ci parlavano tanto, Ci parlavano d’amore, Ci parlavano del nostro stesso Essere Divino,
Ci parlavano del genere umano,
Ci parlavano i suoi passi, le sue manine, i palpiti del suo Cuore, che con voce di luce giungeva fin nel nostro Seno Divino e parlava fin dentro di Noi stessi.  
Il suo dire non cessava mai, perché vivendo nella Regina Celeste il nostro Volere, aveva il suo Essere tutto parlante, che non con voci umane, ma con voci arcane e divine tiene sempre da dire, che non si esaurisce mai ; molto più che il Fiat Divino è parola, è parola operante, parola creante :  come poteva cessare il suo dire se lo aveva in suo potere?
Quindi
il suo dire Ci teneva assediati, rapiti,
cicondati da tutti i lati, occupati, in modo che
si rendeva irresistibile ed invincibile,
       da darle ciò che voleva; 
     la sua parola era potente
e faceva cedere alla nostra Potenza, 
era soave e dolce e faceva piegare la nostra Giustizia, 
era luce e si imponeva sul nostro Essere Supremo,
sul nostro amore, sulla nostra bontà, 
insomma
non vi era cosa nostra
che dolcemente non si piegava
alle voci potenti di questa Celeste Creatura ”.

Ma mentre il mio dolce Gesù ciò diceva  - scrive Luisa -, mi faceva vedere              
la Celeste Regina, che
da dentro il suo Cuore usciva un Sole,
che invadeva tutta la Corte Celeste, tutta la terra, 
ed i suoi raggi erano formati di luce fulgidissima,
di voci parlanti, che parlavano a Dio, ai Santi
ed Angeli, a tutte le creature della terra. 

Sicché    - continua ancora Luisa - 
la mia Mamma Celeste possiede ancora
il suo dire continuo, il suo Sole parlante che
con voce di luce parlante parla al suo Dio,
e lo ama e glorifica divinamente, 
parla ai Santi e le fa (ai Santi)  da Madre beatificatrice
e portatrice di gioia a tutta la Corte Celeste, 
parla alla terra e come Madre ci fa
la strada per condurci al Cielo; 

ed il mio amato Gesù ha soggiunto - scrive Luisa - :

“ Vedi dunque che significa vivere di Volontà Divina:
si acquista il fare, il dire, l’amore continuo;
    ciò che esce da dentro la mia Volontà
tiene virtù operatrice, illuminatrice e continuatrice,
e perciò sono atti trionfatori che vincono Dio ”.



Fu nella Divina Volontà, operante in Lei,
che si formò il seme della Fecondità Divina e
poté concepire un Uomo-Dio,

senza opera umana.

                                                                         ( 8 Dicembre 1924 - vol. 17 )

“ … La mia Mamma - spiega Gesù -
ebbe la sua prima prova fin dal primo istante
del suo Concepimento.
Non appena ebbe il suo primo atto di ragione conobbe la sua volontà umana da una parte e la Volontà Divina dall’altra, e fu lasciata libera a quale delle due volontà volesse aderire,
e Lei, senza perdere un istante e conoscendo tutta
la intensità del sacrificio che faceva,
Ci donò la sua volontà, senza volerla più conoscere,
      e Noi le facemmo dono della Nostra; 
ed in questo scambio di donazione di volontà d’ambo le parti, affluirono tutti i pregi, le bellezze, i prodigi, i mari immensi di grazia nell’Immacolato Concepimento della più privilegiata
di tutte le creature.
La Mia Volontà  continuava sboccante su di Lei,
Le partecipava la Natura Divina,  ed il suo continuo riceverLa La rese forte nell’amore, forte nel dolore,
distinta fra tutti.
Fu in questa Nostra Volontà, operante in Lei, 
per cui 
Ella attirò il Verbo sulla terra,
che  si formò il seme della Fecondità Divina, 
per poter concepire un Uomo e Dio,
senza opera umana, 
e la Nostra Volontà La fece degna di essere
Madre del suo stesso Creatore.
Perciò Io insisto sempre sull’argomento della Mia Volontà
- precisa Gesù -,  perché Questa conserva bella l’anima come uscì dalle Nostre Mani, e la cresce come copia originale del suo Creatore ”.


Nel volume 23°, in data 8 dicembre 1927, leggiamo queste parole di Gesù:

“ Figlia mia,  l’Immacolata Maria, piccola luce della stirpe umana, perché l’umana terra Le diede l’origine, ma  fu sempre figlia della Luce perché nessuna macchia entrò in questa Luce.  Ma sai tu dove sta tutta la sua grandezza, Chi Le diede la sovranità, Chi formò i mari di luce, di santità, di grazia, d’amore, di bellezza, di potenza, dentro e fuori di Lei?  Figlia mia, l’umano non sa fare mai cose grandi, né dare cose grandi.  Sicché la Regina Celeste sarebbe restata la piccola luce, se Lei non avesse messo come da parte il suo volere, ch’era la piccola luce, e non facendosi investire dal Mio Volere Divino, in cui sperdette la sua piccola luce, in Esso, il quale non è piccola luce ma Sole interminabile, che investendola tutta formò mari di luce intorno a Lei, di grazia, di santità e l’abbellì tanto da renderLa tutta bella, con tutte le tinte delle bellezze divine, tanto da innamorare Colui che l’aveva creata, l’Immacolato suo Concepimento, per quanto bello e puro, era sempre piccola luce e non avrebbe posseduta né potenza, né luce sufficiente per poter formare mari di luce e di santità.  
Se il Nostro Volere Divino non avesse investito la piccola luce per convertirLa in Sole, questa piccola luce, qual era la volontà della Sovrana Celeste, non si sarebbe contentata di sperdersi
nel Sole del  FIAT  Divino per farsi da Esso dominare.
Fu questo il gran portento,

il Regno della Mia Volontà Divina in Lei.
 
Con questo tutto ciò che faceva
diventava luce, si nutriva di luce,

niente usciva da Lei che non fosse luce, perché
teneva in suo potere il Sole del Mio Volere Divino,
e quanta Luce voleva attingere, tanta ne attingeva.  
E siccome la proprietà della Luce è diffondersi,
dominare, fecondare, illuminare, riscaldare,
ecco perciò che
  l’altezza della Sovrana Regina,
col Sole della Mia Volontà Divina che possedeva,
si diffuse in Dio e dominandoLo  Lo piegò
a farLo scendere sulla terra,

  restò feconda del Verbo Eterno,

      illuminò e riscaldò il genere umano.
Si può dire che tutto fece in virtù del Regno del Mio Volere
che possedeva … ”



Il 9 Marzo 1926 (vol. 19)  Gesù spiega:

… “ Il Nostro Amore nel creare l’uomo volle fare
un gioco d’azzardo,  mettendo le cose Nostre nella
piccola cerchia della volontà umana, come al banco,
la nostra Bellezza, Sapienza, Santità, Amore, ecc.,
e la Nostra Volontà che doveva farsi guida ed attore
del suo operato, affinché non solo lo facesse
crescere a Nostra somiglianza,   ma
gli desse la forma di un piccolo dio.
  
Perciò il Nostro dolore fu grande
nel vederCi respingere questi grandi beni dalla creatura,
ed il Nostro gioco d’azzardo per allora andò fallito;  ma
per quanto fallito era sempre un gioco divino, che poteva
e doveva rifarsi del suo fallimento.   Perciò 
dopo tanti anni volle di nuovo il Mio Amore
giocare d’azzardo e fu con la Mia Mamma Immacolata ; 
in Lei il Nostro gioco non andò fallito,
ebbe il suo pieno effetto e perciò 
tutto Le demmo e tutto a Lei affidammo: 
anzi, si faceva gara, Noi a dare e Lei a ricevere  … ” .


“ …  Questa Celeste Creatura

fece suoi tutti gli atti delle creature,

ed assorbendo in Sé tutta la Nostra Volontà
respinta da esse  La riparò, La amò
, 
e tenendoLa come a deposito nel suo Cuore
verginale  preparò il cibo della Nostra Volontà
a tutte le creature
… ”


Stavo facendo l’ora della Passione - scrive Luisa il 24 novembre 1923 ( vol. 16) - in cui la Mamma Addolorata ricevette il suo morto Figlio nelle sue braccia e Lo depose nel sepolcro;  e nel mio interno dicevo:  “ Mamma mia, insieme con Gesù metto nelle tue braccia tutte le anime, affinché tutte le riconosca per figli tuoi e ad uno ad uno li scriva nel tuo Cuore e li deponga nelle piaghe di Gesù.  Sono i figli del tuo dolore immenso, e tanto basta perché li riconosca ed ami;  ed io voglio mettere tutte le generazioni nella Volontà Suprema, affinché nessuno vi manchi, ed a nome di tutti Vi do conforti, compatimenti e sollievi divini ”.
Ora, mentre ciò dicevo - continua Luisa -, il mio dolce Gesù mi ha detto: 

“ Figlia mia,
se sapessi quale fu il cibo con cui alimentò
tutti questi figli la mia dolce Mamma !  
Siccome tu sei la mia piccina, scelta da Me per la missione del
Mio Volere, e vivi in quel FIAT in cui fosti creata, voglio farti sapere la storia del Mio Eterno Volere, le sue gioie ed i suoi dolori, i suoi effetti ed il suo valore immenso, ciò che fece e ciò che ricevette,
e chi prese a cuore la sua difesa.
… L’origine della Mia Volontà è eterna.  Mai entrò il dolore in Essa;  tra le Divine Persone questa Volontà era in somma concordia, anzi era Una sola.  In ogni atto che emetteva fuori, tanto ad intra quanto ad extra, Ci dava infinite gioie, nuovi contenti, felicità immensa;  e quando volemmo mettere fuori la macchina della Creazione, quanta gloria, quanto onore ed armonie non Ci diede?   Come si sprigionò
il FIAT, questo FIAT diffuse la nostra Bellezza, la nostra Luce,
la nostra Potenza, l’Ordine, l’Armonia, l’Amore, la Santità, tutto,
e Noi restammo glorificati dalle stesse Virtù Nostre, vedendo,
per mezzo del Nostro FIAT, la fioritura della Nostra Divinità
adombrata in tutto l’Universo.
Il Nostro Volere  non si arrestò,
gonfio d’Amore come stava, volle creare l’uomo, 
e tu sai la storia di esso… - prosegue Gesù -   Ah, 
fu proprio lui che recò il primo dolore al Mio Volere,
cercò di amareggiare Colui che tanto lo amava e che lo
aveva reso felice.  Il Mio Volere pianse più che una tenera
madre, che piange il suo figlio storpio e cieco, solo perché
si è sottratto dalla volontà della madre. 
Il Mio Volere voleva essere il primo agente nell’uomo,
non per altro che per dargli nuove sorprese d’amore,
di gioie, di felicità, di luce, di ricchezze;  
voleva sempre dare;  ecco perché voleva agire.
Ma l’uomo volle fare la sua volontà
e la ruppe con la Divinità
   Mai l’avesse fatto! 
Il Mio Volere si ritirò,
e lui precipitò nell’abisso di tutti i mali.
Ora, 
per riannodare di nuovo queste due volontà,
ci voleva Uno che contenesse in Sé una Volontà Divina; 
e perciò, amando Io, Verbo Eterno, con un Amore Eterno quest’uomo, decretammo fra le Divine Persone che prendessi umana carne per venire a salvarlo e riannodare le due volontà spezzate.   Ma dove scendere? 
Chi doveva essere colui che doveva prestare
la sua carne al suo Creatore?   Ecco, perciò 
    scegliemmo una Creature che,
in virtù dei meriti previsti del futuro Redentore,
  fu esente dalla colpa di origine: 
il suo volere ed il Nostro furono uno solo.
Fu questa Celeste Creatura
che comprese la storia della Nostra Volontà. 
Noi, come a piccina, tutto Le narrammo, il dolore del Nostro Volere, e come l’uomo ingrato, con lo spezzare la sua volontà con la Nostra, aveva ristretto il Nostro Volere nella cerchia divina, come inceppandolo nei suoi disegni, impedendo che potesse comunicargli i suoi beni e lo scopo per cui era stato creato.
    Per Noi
          - continua Gesù a Luisa, parlando di Sé, del Padre e dello Spirito Santo –
il dare è felicitarCi e rendere felice chi da Noi riceve, è arricchire senza Noi impoverire, è dare ciò che Noi siamo per natura, formandolo nella creatura per grazia, è uscire da Noi per dare ciò che possediamo…  Col dare, il Nostro Amore si sfoga, il Nostro Volere fa festa.  Se non dovevamo dare, a che pro formare la Creazione?  Sicché il solo non poter dare ai nostri figli, alle nostre care immagini, era come un lutto per la Nostra Suprema Volontà. 
Solo nel vedere l’uomo operare, parlare, camminare, senza il connesso del Nostro Volere, perché da lui spezzato,  e che dovevano correre a lui, se era con Noi, correnti di grazie, di santità, di scienza, ecc., e non potevano,  il Nostro Volere si atteggiava a dolore. 
Ogni atto di creatura era per Noi un dolore,
perché vedevamo quell’atto vuoto del Volere Divino,
privo di bellezza e di santità, tutto dissimile dagli Atti Nostri.
Oh, come comprese la Celeste Piccina questo Nostro sommo dolore
ed il gran male dell’uomo nel sottrarsi al Nostro Volere !  
Oh, quante volte Lei pianse a calde lacrime
per il Nostro dolore e per la grande sventura dell’uomo ! 

E perciò  Lei, temendo,

non volle concedere neppure un atto di vita
           alla sua volontà; 
perciò si mantenne piccola, perché il suo volere
non ebbe vita in Lei,  e come poteva farsi grande?
  (- Chiede Gesù. 
Poi continua :  -)
Ma ciò che non fece Essa, lo fece  il Nostro Volere : 
      La crebbe tutta bella, santa, divina;
 La arricchì tanto che La fece la più grande
di tutte le creature.  Era un prodigio del Nostro Volere,
   prodigio di grazia, di bellezza, di santità. 
Ma Essa si mantenne sempre piccola,
tanto che non scendeva mai dalle Nostre braccia ”.

Madre e Regina della Divina Volontà
    “ Prese a petto suo la nostra difesa,
                 - prodsegue Gesù, sempre il 24.11.1923 (Vol. 16) - 
ricambiò tutti gli atti dolenti del Supremo Volere,
e non solo stava Lei tutta in ordine alla Nostra Volontà,  ma
fece suoi tutti gli atti delle creature,
ed  assorbendo in Sé tutta la Nostra Volontà
respinta da esse La riparò,  La amò
,
e tenendoLa come a deposito nel suo Cuore verginale
   preparò il cibo
della Nostra Volontà a tutte le creature
.

Vedi dunque con quale Cibo alimenta i suoi figli questa Madre amantissima ?  - domanda Gesù -
Le costò tutta la sua vita, pene inaudite
e la stessa Vita del Figlio suo, per fare in Lei
il deposito abbondante di questo Cibo della Mia Volontà,  per tenerlo pronto per alimentare tutti i suoi figli,
quale Madre tenera ed amorosa. 
Lei non poteva amare di più i suoi figli; 
col dare loro questo Cibo, il suo amore era giunto
          all’ultimo grado.
Sicché fra tanti titoli che Essa tiene,
il più bel titolo che a Lei si potrebbe dare è quello di

 Madre e Regina della Divina Volontà   

Iddio accentra in Maria SS.
tutti i beni dell’Opera
Universale della Redenzione

Iddio nel far le opere che devono servire al bene generale, accentra in una creatura della umana famiglia tutto il bene che vuol dare 

                                                                                                                                                                                                                         
( Cfr. vol. 15 : 14.04.1923 )
Il 14 Aprile del 1923 Gesù spiega a Luisa  (Cfr. Volume 15) :
“Figlia diletta della mia Volontà, tu devi sapere che
quando voglio fare opere grandi, opere a cui tutta l’umana famiglia deve prendere parte - sempre che il volesse! - è mio solito di accentrare in una sola creatura tutti i beni, tutte le grazie che questa opera contiene, affinché tutti gli altri, come a fonte, possano attingere quel bene quanto ne vogliano. 
Quando faccio opere individuali do cose limitate, invece
quando faccio opere che devono servire al bene generale, do cose senza limite.  Ciò feci nell’opera della Redenzione: 
per poter elevare una creatura a concepire un
Uomo e Dio, dovetti accentrare in Lei tutti i beni
possibili ed immaginabili,
    dovetti elevarla tanto, da
mettere in Lei il Germe
della stessa fecondità Paterna,
e come il mio Celeste Padre Mi generò vergine
nel suo Seno, col Germe verginale della sua
fecondità eterna, senza opera di donna, ed
in questo stesso Germe  procedette lo Spirito Santo,
   così
la mia Celeste Mamma,
con questo Germe eterno, tutto verginale
della fecondità Paterna,
Mi concepì nel suo seno vergine,
senza opera d’uomo.
La Trinità Sacrosanta dovette dare del suo
a questa Vergine Divina per poter concepire Me,
Figlio di Dio. 
Mai la mia Santa Mamma poteva concepirmi,
non avendo Lei nessun germe. 
Ora,
siccome Lei era della razza umana, questo Germe
della fecondità eterna diede virtù di concepirlo Uomo,
e siccome il Germe era divino,
nel medesimo tempo Mi concepì Dio. 
E siccome nel generarmi, il Padre,
nel medesimo tempo procedette lo Spirito Santo, così
nel medesimo tempo che generai nel seno della mia Mamma, procedette la generazione delle anime. 
Sicché
tutto ciò che ab aeterno successe alla Santissima Trinità in Cielo, ripete nel seno della cara Mamma mia. 

L’opera era grandissima ed incalcolabile a mente creata;
doveva accentrare tutti i beni ed anche Me stesso
per fare che tutti potessero trovare ciò che volevano. 
      Perciò
dovendo essere l’opera della Redenzione tanto grande da travolgere tutte le generazioni, volli per tanti secoli le preghiere, i sospiri, le lacrime, le penitenze di tanti Patriarchi e Profeti e di tutto il popolo dell’Antico Testamento, e ciò feci per disporli a ricevere un tanto bene, e per muovermi ad
accentrare in questa Celeste Creatura
tutti i beni che tutti dovevano fruire. 
Ora, 
che moveva a pregare, a sospirare, eccetera, questo popolo?  La promessa del futuro Messia!  Questa promessa era come il germe di tante suppliche e lacrime.  Se non ci fosse questa promessa, nessuno si sarebbe dato pensiero, nessuno avrebbe sperato salvezza.
    Ora, … 
  per far venire la Redenzione e disporre le anime a questo, feci la promessa del futuro Messia, affinché con lo sperarlo non solo si disponessero, ma potessero trovare anche essi nel futuro Redentore la loro salvezza.  …. 
Le lacrime, le penitenze, le preghiere per avere il Messia erano dirette per
quella Vergine eccelsa che dovevo disporre
per accentrare un tanto bene
per poter gli uomini ricevere il loro Salvatore,
sebbene (gli uomini dell’Antico Testamento) non conoscevano chi fosse quella Vergine eccelsa. 
….. La mia Volontà,
nella Redenzione volle servirsi d’una Vergine; 
quali portenti e prodigi di grazie non operò in Essa? 
La mia Volontà, Lei è grande, contiene tutti i beni e nell’operare agisce da magnanima!  E se si tratta di fare opere, di fare bene a tutta l’umanità, mette a repentaglio tutti i suoi beni! …”


Possedendo quindi la Vergine Maria
il Regno del Fiat Divino, si tuffarono in Lei
le Luci  e poté Concepire il Verbo

                                                                                                                                                                                                                                                                      
( Cfr. vol. 23 : 18.12.1927 )
Ascoltiamo ancora Gesù :
 “ … La Mia Mamma Celeste possedeva la Mia Volontà,
ne era talmente piena che rigurgitava di Luce,
ma tanto che le sue onde di Luce s’innalzavano fin
nel Seno della Nostra Divinità, e facendosi vincitrice
con la potenza del Nostro Volere Divino che possedeva,
vinse il Padre Celeste,  e nella sua Luce rapì la
Luce del Verbo, e lo fece discendere fin nel suo seno
nella stessa Luce che s’era formato
in virtù della Mia Volontà Divina;  
mai potevo scendere dal Cielo se non trovavo in Lei la Nostra stessa Luce, la Nostra stessa Volontà regnante in Lei.   Se ciò non fosse, sarebbe come scendere, fin dal primo momento,
in casa estranea, invece Io dovevo scendere in casa mia,
dovevo trovare dove doveva scendere la Mia Luce,
il mio Cielo, le mie gioie senza numero.   E 
la Sovrana Celeste,
col possedere la Mia Volontà Divina,
Mi preparò questo soggiorno, questo Cielo,
niente dissimile dalla Patria Celeste . 
Non è forse la Mia Volontà che forma il Paradiso di tutti i Beati? 
- chiede Gesù a Luisa -.
Onde, 
come la Luce del  Mio  FIAT  Mi tirò nel suo seno,
e la Luce del Verbo discese, le Luci si tuffarono insieme e la Vergine pura, Regina e Madre, con poche gocce di sangue che fece scorrere dal suo Cuore ardente, formò il velo della Mia Umanità intorno alla Luce del Verbo,
la racchiuse dentro, 

      ma la Mia Luce era immensa,  e mentre
la Mia Mamma Divina racchiuse la sua sfera
dentro del velo della Mia Umanità che Mi formò,
non potette contenere i raggi.  Essi straripavano fuori e, 
più che Sole che, dall’altezza della sua sfera quando sorge, spande i suoi raggi sulla terra per rintracciare le piante,
i fiori, il mare, le creature tutte per dare a tutti gli effetti
che contiene la sua luce, e come trionfante dall’altezza
della sua sfera guarda il bene che fa e la vita che
infonde in ciascuna cosa che investe,  così feci Io.  
Più che Sole che sorge, da dentro il velo della Mia Umanità, con i raggi che straripavano fuori andavo rintracciando tutte
le creature, per dare a ciascuna la Mia Vita ed i beni
che ero venuto a portare sulla terra ” …
“ Era questo il mio scopo primario,
di riordinare il Regno della mia Volontà in mezzo
ai figli miei;  mai avrei creato il mondo se non dovessi
avere i figli che Mi somigliano e che non vivessero
della mia stessa Volontà … ”    ( Vol. 36 - 25.12.1938 )
“ … Lo scopo primario della mia venuta sulla terra fu proprio questo, che l’uomo ritornasse nel grembo del mio Volere, come uscì quando fu creato;  ma per fare ciò dovetti formare per mezzo della mia Umanità la radice, il tronco, i rami, le foglie, i fiori da cui dovevano uscire i frutti celesti del mio Volere… ”  
( Vol. 18 - 28.1.1926 )

  In vista di Lei sola,
che possedeva le Nostre prerogative,
ed il valore d’Una Volontà Divina ed infinita, 
diedi e formai il Regno della Redenzione
in mezzo alle creature
… ”

                                           ( Volume 23 – 14.12.1927 )
“ … Tutti i mali di questi tempi - e son troppi - non equivalgono
al gran valore della Mia Volontà Divina operante in una sola creatura
– afferma Gesù –,  ed Essa se ne servirà di questi mali per farne mucchio e con la sua potenza spacciarli dalla faccia della terra.
Ciò successe  nella Redenzione.  I mali non erano sbanditi dalla terra, anzi più che mai abbondavano, ma 
siccome venne sulla terra la Sovrana Regina,
la Creatura che possedeva una Volontà Divina in Lei, che racchiudeva tutto il valore del bene della Redenzione, non guardando gli altri, né i loro mali, 
guardai il valore di questa Celeste Creatura,
sufficiente ad impetrare la mia discesa sulla terra,  
ed in vista di Lei sola, che possedeva le Nostre prerogative, ed il valore d’Una Volontà Divina
ed infinita,  diedi e formai il Regno della Redenzione in mezzo alle creature.
Perciò 
nel formare il Regno della Redenzione volli formare nella Mamma Mia tutto il valore di Essa. 
Volli mettere al sicuro nel Suo Cuore Materno
tutti i beni che doveva racchiudere la mia venuta
      in mezzo alle creature, 
e poi concedetti il Bene
che la Sovrana del Cielo Mi domandava … ” 

Il Paradiso che fece trovare la Regina del Cielo
in terra al suo Piccolo Gesù

Dice il Piccolo Gesù, tutto festante, il 1° gennaio 1937 ( Vol. 34 ), a Luisa Piccarreta :
“ Non sai che pel giorno della mia nascita la mia Mamma Mi preparò una grande festa?
Ella conosceva i mari d’amore che il Verbo Eterno traeva con Sé scendendo dal Cielo, ascoltava il grido continuo di Dio che voleva essere riamato… e spesso nel suo seno Mi aveva sentito piangere
e singhiozzare.  Ogni mio gemito era un mare d’amore che Io inviavo ad ogni cuore umano per ottenere da esso un po’ di tenerezza.   Non vedendomi contraccambiato, Io raddoppiavo le mie lacrime e con esse moltiplicavo questi miei mari per vincere le creature, ma sempre invano…
La Madre mia che soffriva indicibilmente del mio martirio,
volle darMi motivo di gioire e di sorridere non appena Io
avrei aperti i miei occhi alla luce…
Essendo  Regina di tutta la Creazione,
Ella involse il cielo col proprio amore
ed impresse il suggello del suo  
Ti amo, o Figlio, per me e per tutti ! ’  
in ogni stella, in ogni stormir di fronda,
in ogni moto di creatura.
Ella volle che il sole investisse coi suoi raggi
il proprio Creatore e, riscaldandolo, Gli ripetesse
mediante ogni stilla di luce, il suo materno ritornello.  Nascose il suo amore nel vento e poi gli comandò di accarezzare il suo dolce Nato e di ripetergli con ogni
alito il suo  ‘Ti amo, o Figlio, per me e per tutti !’.
Inondò l’aria coi suoi mari d’amore, affinché
respirandola Egli sentisse il respiro della propria Mamma.
Coprì tutto il mare coi suoi mari d’amore,
il suo mormorio, ogni guizzo di pesce
ed il mare mormorava :   ‘ Ti amo, o Figlio mio ’,  
ed i pesci guizzando, ripetevano incessantemente
il medesimo ritronello.
Col suo impero di Regina Ella profuse ovunque il suo
‘ Ti amo ! ’  affinché ogni cosa offrisse al Piccolo Gesù
l’espressione della sua tenerezza infinita.
Ed infatti – continua Gesù – Io sentii il suo amore
in ogni trillo e cinguettio d’uccello,
lo trovai impresso in ogni atomo di terra,
persin nel fieno che Mi serviva di culla.  Non v’era cosa
ch’Io vedessi o toccassi in cui non sentissi
la dolcezza dell’amore della Mamma mia.
Sì, per la mia nascita la mia Mamma
Mi preparò veramente la festa più bella e più gradita, perché 
Mi diede il contraccambio del mio immenso amore.
In Essa Io trovai l’amore di tutte le creature,
perché la Mamma Mi baciava, Mi stringeva al
suo Cuore e  Mi amava  per ciascuna di esse.
Sentendomi amato in Lei da tutti gli uomini,
sentii il bisogno di riguardarli come suoi cari figli
      e miei diletti fratelli.

Figlia diletta - ripete Gesù a Luisa ed anche ad ognuno di noi -, offrimi anche tu la festa che la Mamma Mi diede al mio nascere.  Circonda l’universo intero col tuo ‘ Ti amo ! ’ .  Non ti lasciar sfuggire nulla, ma fa’ che in ogni cosa scorra il tuo tenero amore verso di Me ”.


Quanto detto sopra viene confermato ed ampliato da Gesù anche il 25 dicembre 1938
( Vol. 36 ) .   Ascoltiamo :  

“ … Nella Mia Nascita, la Mia Mamma Divina Mi formò una bella sorpresa.
Coi suoi atti, col suo amore, con la Vita della Mia
Volontà che possedeva ;  Mi formò il Mio Paradiso in terra.  
Non faceva altro che intrecciare col suo amore tutta la Creazione dove stendeva mari di bellezze per farMi
godere le Nostre bellezze divine, dentro le quali
splendeva la sua beltà. 
Come era bella la Mamma Mia nel trovarla
nella Creazione tutta che Mi faceva godere la sua beltà,
la bellezza dei suoi atti dove stendeva il suo mare d’amore
per farMi trovare che in tutte le cose Mi amava e trovavo il mio
Paradiso d’amore in esso, e Mi felicitavo e gioivo nei mari
d’amore della Mamma Mia.  
Ora,
nel Mio Volere Mi formava le musiche più belle,
concerti più deliziosi, affinché al suo Piccolo Gesù
non mancassero le musiche della Patria Celeste.  
  A tutto ciò pensò la Mia Mamma, affinché non Mi
mancasse nulla dei godimenti del Paradiso lasciato. 
Non faceva altro in tutti i suoi atti che formare gioie
per renderMi felice.  Solo a poggiarMi sul Suo Cuore
sentivo tali armonie e contenti, che Mi sentivo rapire.
La Mia cara Mamma, col vivere nel Mio Volere, prendeva
nel suo grembo il Paradiso e lo faceva godere al Figlio Suo
e tutti i suoi atti non Mi servivano ad altro che a
renderMi felice e raddoppiarMi il mio Paradiso in terra.

Ora, figlia mia,  - continua Gesù -  tu non sai un’altra sorpresa : 
chi vive nel Mio Volere è inseparabile da Me ed ogni
qualvolta che Io rinasco, rinasce insieme con Me.
  
Sicché non sono mai solo:  la faccio rinascere insieme con Me alla Vita Divina.   Rinasce al nuovo amore, alla nuova santità, alla nuova bellezza, rinasce nelle conoscenze del suo Creatore, rinasce in tutti gli Atti Nostri, anzi, in ogni atto che fa Mi chiama a rinascere e forma un nuovo Paradiso al suo Gesù;  ed Io la faccio rinascere insieme con Me per renderla felice ”.


Il Valore degli atti della Mamma Celeste
venne dal fatto che uscirono dal seno immenso
della Divina Volontà
“ Oh, come sospiravo di dargli anch’io i miei baci affettuosi ed i miei teneri abbracci al mio Pargoletto Gesù ! ”,  pensava Luisa il 18 ottobre 1930 - vol. 28 - ,  contemplando il momento in cui la Sovrana Regina diede alla luce il Bambinello Gesù e stringendolo al suo seno lo baciava e ribaciava …
Ed il Bimbo Divino, facendosi a lei vedere in atto di ricevere realmente i baci di Luisa, le dice :

“ Figlia mia,
il valore degli atti della mia Mamma Celeste, furono
perché uscivano dal seno immenso della mia Volontà Divina,
cui Lei ne possedeva il suo Regno, la sua vita;  non vi era
moto, atto, respiro e palpito che non era pieno di
Voler Supremo fino a sboccarne fuori; 
i suoi baci amorosi che Mi dava,  uscivano dalla sorgente
di Esso;  i suoi casti abbracci, con cui abbracciava la mia
infantile Umanità, contenevano l’immensità;  il suo latte
purissimo con cui Mi nutriva, Io succhiando al suo seno
verginale succhiavo al seno immenso del mio Fiat, 
ed in quel latte succhiavo le sue gioie infinite, le sue dolcezze ineffabili, il cibo, la sostanza, la crescenza infantile della mia Umanità, dall’immenso abisso della mia Divina Volontà. 
Sicché,
nei suoi baci Io sentivo il bacio eterno del mio Volere
che quando fa un atto non cessa mai di farlo; 
nei suoi abbracci Mi sentivo un’immensità divina che
Mi abbracciava,  e nel suo latte Mi nutriva divinamente
ed umanamente e Mi ridava le mie gioie celesti ed i contenti
del mio Voler Divino che la teneva tutta riempita.
Se la Sovrana Regina non avesse tenuto una Volontà Divina
in suo potere, Io non Mi sarei contentato dei suoi baci, del suo amore, dei suoi abbracci e del suo latte;  al più si sarebbe
contentata la mia Umanità, ma la mia Divinità, Io, Verbo Eterno del Padre, che tenevo l’infinito, l’immenso in mio potere, volevo baci infiniti, abbracci immensi, latte pieno di gioie e
dolcezze divine; 
e così solo restai appagato ché la mia Mamma,
possedendo la mia Volontà Divina,  Mi poteva dare baci,
abbracci, amore e tutti i suoi atti
      che davano dell’infinito.

Ora, tu devi sapere che - continua Gesù a Luisa - ,
tutti gli atti che si fanno nella mia Divina Volontà,
sono inseparabili da Essa.   
Si può dire,  formano una sol cosa, atto e volontà; 
si può chiamare:  luce, la volontà;  l’atto, calore; 
che sono inseparabili l’una dall’altro.
Onde
tutti quelli che possederanno come vita il mio Fiat,
avranno in potere tutti gli atti della Mamma Celeste, 
e Lei  teneva in potere tutti gli atti loro,  in modo che nei suoi baci ed abbracci  Io Mi sentivo baciato ed abbracciato da tutti quelli che dovevano vivere nella mia Volontà, 
     ed in essi Mi sentivo ribaciare ed abbracciare
          dalla mia Mamma ;
tutto è in comune ed in perfetto accordo nel mio Volere :
ogni atto umano scende dal suo Seno e  colla sua potenza
lo fa risalire nel centro donde è uscito ”.



Come fu che Maria Santissima
attirò il Verbo ad Incarnarsi
per fare la Redenzione 

                                                                                                           
( 15 Novembre 1923 - vol. 16 )
“ … Il Mio Eterno Volere vuole che gli Atti
del Suo Volere, destinati per ciascuna creatura,
non solo abbiano una riparazione, ma che con amore
si voglia ricevere la sua felicità e ciò che Esso contiene …

… Fu necessario che
per venire a compiere la Redenzione,
una Nostra piccola Figlia, quale fu la Mia Mamma,  prendesse per suo compito di ricevere in Lei tutti gli Atti della Nostra Volontà respinti dalle creature e li fece suoi, li accolse con decoro, li amò, li riparò, li contraccambiò tanto da riempire tutti i loro confini, per quanto a creatura è possibile.
Onde 
la Divinità, quando vide in questa piccola Creatura,
la Sua Volontà reintegrata della Creazione, non solo per Sé, ma per tutte le altre, si sentì tanto attirata che, ai tanti Suoi Atti di Volontà per la Creazione, aggiunse l’Atto più grande, più sublime, più prodigioso:   che 
questa Piccola fosse Colei che doveva
essere innalzata alla sola ed unica dignità di
   Madre del suo stesso Creatore.
Mai avrei potuto Io, Verbo Eterno, scendere dal Cielo,
se non avessi trovato in Lei la Mia Volontà reintegrata,
quale da Noi era stato voluto che esistesse
nella creatura.

Quale fu dunque la causa che Mi fece venire sulla terra? 
- domanda Gesù -  La Mia Volontà esistente in una piccola creatura.  Che importava a Me che fosse piccola?  Quello che Mi
interessava era che la Mia Volontà fosse salva in Lei,
senza nessuna rottura da parte della sua volontà umana. 
Salvata la Nostra, tutti i Nostri diritti Ci venivano restituiti,
la creatura si metteva in ordine al suo Creatore
e il Creatore si metteva in ordine alla creatura.
Lo scopo della Creazione era già realizzato, quindi,
venimmo ai fatti, che il Verbo si facesse Carne,
prima per redimere l’uomo, e poi perché
   la Nostra Volontà si facesse come in Cielo così in terra.  
Ah,  sì,
fu la Mia Mamma che, prendendo in Sé tutta la
Nostra Volontà messa fuori per il bene della Creazione,
frecciò la Divinità con frecce divine,
in modo che, ferito dalle nostre stesse frecce,
come calamita potente, attirò il Verbo nel suo seno.
Nulla sappiamo negare
a chi possiede la Nostra Volontà ”.

“ La Sovrana Regina – continua Gesù l’8 dicembre 1935 (vol. 34) possedendo la nostra Volontà come vita,  Ella
ebbe sempre da darci e da dirci, né mai vi fu un istante
in cui non Ci abbia tenuti occupati.  In tal modo
Ella Ci costrinse a comunicarle
i nostri più amorosi segreti ;
 
cosicché
Noi non facciamo mai nulla senza di Essa. 
Prima Ci intendiamo con Lei, poscia
deponiamo nel suo Cuore Materno
il bene che destiniamo all’uomo.
In verità
non vi è né conversione di peccatore,
né grazia che scenda sulla terra, né santità
che si formi, né amore che si diparta dal nostro trono
che prima non venga deposto nel suo Cuore di Madre, 
che a sua volta
forma la maturazione del bene che sta per
essere concesso, lo feconda col proprio amore,
lo arricchisce colle sue grazie e, se occorre,
anche con la virtù dei proprii dolori,
ed infine lo porge a colui al quale esso è destinato,
in modo che, ricevendolo, 
questi senta la Paternità Divina
e la Maternità della Regina Celeste
.

Potremmo operare da Noi senza di Lei  - prosegue Gesù -, 
ma non vogliamo metterla da parte;  il nostro Amore,
la nostra Sapienza infinita, il nostro stesso Fiat  s’impongono
e non Ci permettono di nulla fare senza il suo concorso ”.

 ( Vol. 20 - 22.12.1926 : )  
“ … E’ mio solito fare le Mie Opere più grandi
prima a  tu per tu  con una sola persona.   Difatti
una  fu la Mia Mamma  e con Lei svolsi tutto l’operato
ed il gran portento della mia Incarnazione …
L’altezza della piccola fanciulla di Nazareth,
ad onta che non aveva né posto, né dignità,
né superiorità nel basso mondo, 
     perché possedeva la Mia Volontà, 
da Lei pendeva Cielo e terra, nelle
sue mani c’erano le sorti dell’umano genere, 
c’erano le sorti di tutta la Mia Gloria che
dovevo ricevere da tutta la Creazione ;
sicché 
bastò l’Unica mia Eletta
per formare il mistero dell’Incarnazione
e per poter gli altri ricevere il bene di esso.  

Una  fu la Mia Umanità  - completa Gesù -  e da questa
uscì la generazione dei Redenti.   Perciò  basta formare
in una tutto il bene che si vuole, per poter fare uscire
la generazione di quel bene
”.




“ Non appena uscii dal seno della Mia Mamma - racconta ancora Gesù a Luisa ( Vol. 23 - 25.12.1927 ) -,  Io fissai i miei sguardi, uno alla Mia Mamma, né potei fare a meno di guardarLa perché
c’era in Lei la forza rapitrice della Mia Volontà Divina
ed il dolce incanto della bellezza e Luce fulgidissima del Mio FIAT, che eclissandomi la pupilla, restavo fissato in Colei che possedeva in virtù di Esso la Mia stessa Vita. 
Nel vedere la Mia Vita bilocata in Lei Mi rapiva e non
potevo spostare il mio sguardo dalla Celeste Regina,
perché la mia stessa forza divina Mi costringeva a fissarLa. 
L’altro sguardo lo fissai in chi doveva fare e
possedere la Mia Volontà, erano due anelli congiunti in uno:
   la Redenzione ed il Regno della Mia Volontà Divina,
          inseparabili tutti e due.  
La Redenzione doveva preparare, soffrire, fare;  
il Regno del FIAT doveva compire.
   L’Uno e l’Altro di somma importanza… ” .

“ … Così feci nell’Incarnazione  - spiega ancora Gesù il 27.7.1923
( Vol. 16 ) -
: 
prima deposi nella mia cara Mamma
tutti i beni che conveniva per scendere dal Cielo in terra,
e poi M’incarnai e feci il deposito della mia stessa Vita; 
dalla mia Mamma
uscì questo deposito come vita di tutti … ”

“ La Mamma Mia fu
non solo la Depositaria della Mia Vita,
ma di tutti gli Atti miei ”

                                                                        ( Gesù  - Volume 20 -  25.12.1926 )

Insieme a Luisa, anche noi contempliamo :
… Il tenero Infante … con la sua Mamma Celeste, appena uscito dal seno materno …
la Mamma Regina …
col suo amore ricambiò il primo rifiuto
ricevuto da Gesù dai cuori delle creature,
ed il suo vezzoso Bambinello depose il suo
primo atto di nascere nel Cuore della sua Mamma,
le sue grazie, il suo primo dolore per fare che
ciò che si vedeva nel Figlio si potesse
vedere nella sua Mamma.
“ … Se non avessi la Mia Mamma in cui deporre
tutto il bene della mia Nascita ed affidare a Lei la Luce
della Mia Divinità, che Io Verbo del Padre contenevo,
non avrei trovato nessuno, né dove deporre il tesoro infinito
della mia Nascita, né dove affissare la Luce della Mia Divinità
che dalla Mia piccola Umanità traspariva fuori.
Perciò - dice Gesù a Luisa -  vedi come
è necessario che quando si decide dalla Maestà
Suprema un bene grande da fare alle creature
che può servire come bene universale,
   ne scegliamo una da darle tanta grazia
da poter ricevere tutto in sé quel bene
che dovevano ricevere tutti gli altri?
 
Perché se gli altri non lo ricevono in tutto o in parte,
l’Opera Nostra non resti sospesa e senza il suo frutto; 
ma l’anima eletta riceve tutto in sé quel bene,
e l’Opera Nostra riceve il ricambio del frutto.
Sicché 
la Mamma Mia fu non solo
la Depositaria della Mia Vita,
ma di tutti gli Atti miei.  
Quindi in tutti gli Atti miei, prima vedevo
se potevo depositarli in Lei e poi li facevo.  
Onde in Lei depositai le mie lacrime,
i miei vagiti, il freddo e le pene che pativo 
ed Essa faceva l’eco a tutti gli Atti miei
e con incessanti ringraziamenti riceveva tutto; 
c’era una gara tra Madre e Figlio,
Io a dare e Lei a ricevere.
… La mia nascita,  da parte della Mia Mamma
e di tutta la Creazione,  Mi fu di grande gioia e gloria;  
da parte delle creature Mi fu di grande dolore… 
Nella grotta avevo la mia Mamma vicino…
    Io trovavo tutto in Lei e Lei trovava tutto in Me … ”
 “ … Il Mio Volere contiene tutto, e chi lo possiede
può darMi tutto.   La Mia Volontà fu tutto per Me: 
Mi concepì, Mi formò, Mi fece crescere e Mi fece nascere.  
Se la Mia Mamma contribuì col darmi il Sangue,
lo potette fare perché era la Mia Volontà
assorbita in Lei che lo conteneva.   Se non avesse avuto
il Mio Volere, non avrebbe potuto contribuire a formare
la Mia Umanità, sicché  la Mia Volontà diretta e quella
assorbita nella Mia Mamma Mi diedero la Vita
.  
L’umano non aveva potere su di Me per darMi nulla, 
ma  solo il Volere Divino col suo alito Mi alimentò e
Mi diede alla luce
”.   ( Vol. 13 - 25.12.1921 )

“ Il mio caro Figlio, essendo Verbo Eterno – ci spiega Maria SS. (25° giorno de ‘ La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà ’) – possedeva in Se stesso, per virtù propria, la Divina Volontà;  ed in quella piccola Umanità risiedevano mari immensi di luce, di santità, di gioie e di bellezze infinite;  ed io possedevo per grazia il Volere Divino, e sebbene non potessi abbracciare l’immensità come l’amato Gesù – perché Egli era Dio e Uomo, ed io ero sempre la sua creatura finita – con tutto ciò, il Fiat Divino mi riempì tanto che aveva formato i suoi mari di luce, di santità, d’amore, di bellezze e di felicità in me, ed era tanta la luce, l’amore e tutto ciò che può possedere un Volere Divino che usciva da Noi, che San Giuseppe restava eclissato, inondato e viveva dei nostri riflessi.
In questa casa di Nazareth stava in pieno vigore il Regno della Divina Volontà.  Ogni piccolo nostro atto, cioè il lavoro, l’accendere il fuoco, il preparare il cibo, erano tutti animati dal Volere Supremo e formati sulla sodezza della santità del puro amore.  Quindi dal più piccolo al più grande atto nostro scaturivano gioie, felicità, beatitudini immense;  e Noi restavamo talmente inondati, da sentirci come sotto una pioggia dirotta di nuove gioie e contenti indescrivibili.
La Divina Volontà possiede in natura la sorgente delle gioie;  e quando regna nella creatura si diletta di dare in ogni suo atto l’atto nuovo continuo delle sue gioie e felicità.  Oh, come eravamo felici!  Tutto era pace, unione somma, e l’uno si sentiva onorato d’ubbidire all’altro.  Anche il mio caro Figlio faceva a gara, ché voleva essere comandato nei piccoli lavori da me e dal caro San Giuseppe…   Ma quanti mari di grazia faceva scorrere in quegli atti a pro delle creature?…
   Il mio caro Gesù mi fece
Depositaria di tutta la sua Vita.
Dio quando fa un’opera, non la lascia sospesa,
né nel vuoto, ma  cerca sempre una creatura
dove rinchiudere e poggiare tutta l’opera sua ; 
altrimenti passerebbe pericolo che Dio esponesse
le opere sue all’inutilità,  ciò che non può essere.
      Quindi
il mio caro Figlio deponeva in me
le sue opere, le sue parole, le sue pene, tutto; 
fino il respiro depositava nella Mamma sua.  
E quando, ritirati nella nostra stanzetta, Egli
riprendeva il suo dolce dire e mi narrava tutti
i Vangeli che doveva predicare al pubblico,
i Sacramenti che doveva istituire,
tutto mi affidava  e  deponendo tutto in me,
mi costituiva canale e sorgente perenne,   perché 
da me doveva uscire la vita e tutti i suoi beni 
a pro di tutte le creature .
Oh, come mi sentivo ricca e felice – prosegue la Vergine SS.
nel sentirmi deporre in me tutto ciò che faceva il mio  
caro Figlio Gesù!
Il Voler Divino che regnava in me
mi dava lo spazio per poter tutto ricevere 
      e
Gesù si sentiva dare dalla Mamma sua
il contraccambio dell’amore, della gloria
 della grande opera della Redenzione.
Che cosa non ricevetti da Dio, perché non feci mai la mia volontà ma sempre la Sua ?  Tutto;  anche la stessa vita del mio Figlio era a mia disposizione;  e  mentre restava sempre in me, potevo bilocarla per darla a chi, con amore, me la chiedesse.

Se farai sempre la Divina Volontà
e mai la tua e vivrai in Essa – e qui la dolce Madre
si rivolge non solo a Luisa, ma anche ad ognuno di noi

io, la Mamma tua, farò il deposito di tutti i beni
del mio Figlio nell’anima tua.  Avrai a tua disposizione
una Vita divina che tutto ti darà;  ed io, facendoti
da vera Mamma, mi metterò a guardia affinché
cresca questa Vita in te e vi formi
il Regno della Divina Volontà.

  In questa casa di Nazareth fu formato
nella Mamma tua e nell’Umanità di mio Figlio
il Regno della Divina Volontà,  per farne un dono
all’umana famiglia,  quando si sarebbero disposti
a ricevere il bene di questo Regno.
E sebbene mio Figlio fosse Re ed io Regina,
eravamo Re e Regina senza popolo;  il nostro Regno,
sebbene potesse racchiudere tutti e dar vita a tutti,
era deserto, perché si voleva la Redenzione prima,
per preparare e disporre l’uomo a venire in
questo Regno sì santo.   
     Molto più che 
essendo il Regno della Divina Volontà
posseduto da me e dal mio Figlio, che appartenevamo
secondo l’ordine umano all’umana famiglia,
ed in virtù del Fiat Divino e del Verbo Incarnato
alla Famiglia Divina,
le creature ricevevano il diritto
         d’entrare in questo Regno
e   la Divinità cedeva il diritto
e lasciava le porte aperte a chi volesse entrare. 
Perciò
la nostra vita nascosta di sì lunghi anni
servì a preparare il Regno della Divina Volontà
      alle creature ”.

“ Se tu sapessi la foga del mio amore che sento 
– confida Gesù a Luisa il 16 maggio 1929 (Vol. 26) –  perché
voglio stabilire il Regno della mia Divina Volontà sulla terra,
per realizzare l’unico scopo per il quale fu creato l’uomo!  

Perciò tutto ciò ch’è stato fatto dalle Divine Persone,
da che fu creato il mondo e quello che faremo,
il nostro principio sarà sempre quello, né lo smetteremo giammai: 
che l’uomo ritorni nell’eredità che Ci respinse
      del Regno del nostro Fiat.  
Tanto che
nella mia stessa Incarnazione, quando scesi dal Cielo in terra,
il primo scopo fu il Regno della mia Divina Volontà,
i primi passi li rivolsi nel Regno di Essa,  cioè
nella mia Madre Immacolata che Lo possedeva. 
La mia prima dimora fu nel suo seno purissimo, in cui
il mio Fiat  teneva il suo dominio assoluto, ed il suo Regno
integro e bello.   Ed  in questo Regno del mio Volere che
possedeva la mia Mamma Celeste, incominciai e formai
la mia vita quaggiù, di pene, di lacrime e di espiazioni.  
Io lo sapevo  – continua Gesù –  che dovevo essere il Gesù negletto,
non amato, né cercato, ma volli venire perché vedevo attraverso
i secoli che la mia venuta sulla terra doveva servire a formare il
Regno del mio Voler Divino, e per necessità dovevo prima redimerli
per avere il mio primo scopo.  Ed Io fin d’allora scendevo dal Cielo
per venire a trovare, cercare e stringere al mio seno i figli del
Regno mio, che Mi avrebbero cercato, amato, riconosciuto,
fino a giungere a non poter stare senza di Me. 
E perciò in ciò che Io facevo e soffrivo,
Io ci mettevo un segno e dicevo: 
‘ Qui aspetterò i figli del mio Volere,
li abbraccerò, ci ameremo d’un solo amore,
     con una sola Volontà ’
”.

“ … Io, venendo sulla terra,
dovevo farla da Dio  - precisa ancora Gesù - ; 
dovevo completare in tutto l’opera dell’uomo,
dovevo innalzarlo al punto primo della sua origine,
col dargli il possesso della Mia Volontà.  
E sebbene molti se ne servono della mia venuta
come rimedio per la loro salvezza, e quindi
prendono la Mia Volontà come medicina, come
forza e come antidoto per non andare all’inferno, 
Io aspetterò ancora  affinché
sorgano le anime che La prendano come Vita,
e col farLa conoscere ne prendano il possesso;
        e così
 completerò l’Opera
della mia venuta sulla terra
e avrà frutto l’innesto divino
formato di nuovo con la creatura,
e le mie lacrime si cambieranno in sorrisi
celesti e divini  per Me e per loro ”.
( Vol. 18 - 20.12.1925 )

      

Il  28 Dicembre 1938  – vol. 36 –  Gesù ci rivela :
Fin dove giunge la Maternità
della Regina del Cielo
… “ Voglio farti conoscere dove giunge la Maternità
della Mia Madre Celeste - dice Gesù a Luisa - ;  che cosa fece
e quanto Le costò e costa tuttora.
    Tu devi sapere che 
la Gran Regina, non solo Mi fece da Madre col ConcepirMi,
col darMi alla luce, col nutrirMi del suo latte, col prestarMi
tutte le cure possibili che ci vollero alla mia Infanzia:  ciò
non era sufficiente, né al suo Materno Amore,
né al Mio Amore di Figlio.  
Perciò 
il suo Amore Materno correva nella mia mente,
e se pensieri afflitti Mi affliggevano, 
stendeva la sua Maternità in ogni Mio Pensiero,
li nascondeva nel suo Amore, li baciava,
sicché la Mia Mente Me la sentivo nascosta
sotto l’ala materna che non Mi lasciava mai solo: 
ogni Mio Pensiero aveva la Mia Mamma che
Mi amava e Mi prestava tutte le sue cure materne.  
La sua Maternità si stendeva
in ogni Mio respiro, in ogni Mio palpito
, 
e se il Mio respiro e palpito era soffocato
dall’amore e dal dolore, correva con la sua Maternità
per non farMi soffocare dall’amore e mettere
il balsamo al Mio Cuore trafitto.   
Se guardavo, se parlavo, se operavo, se camminavo, 
correva per ricevere nel suo Amore Materno
i Miei sguardi, le Mie parole, le Mie opere, i Miei passi ;
  
li investiva col suo Amore Materno,
li nascondeva nel Suo Cuore
e Mi faceva da Mamma.
Anche nel cibo che Mi preparava
faceva scorrere il Suo Eterno Amore,  sicché Io
mangiandolo, sentivo la sua maternità che Mi amava.
E poi che dirti - prosegue Gesù -
quanto sfoggio di Maternità fece nelle Mie pene ?  
Non ci fu pena, né goccia di Sangue che versai,
che non sentì la Mia cara Mamma.  
Dopo che Mi faceva da Mamma, 
prendeva le mie pene e il Mio Sangue
e se li nascondeva nel Suo Materno Cuore
per amarli e continuare la sua Maternità. 
Chi può dirti quanto Mi amò e quanto l’amai?  
Il Mio Amore fu tanto, che
non sapevo stare, in tutto ciò che feci,
senza sentire la sua Maternità insieme con Me ;  
posso dire che correva per non lasciarMi mai,
anche nel respiro
,  ed  Io La chiamavo. 
La Sua Maternità era per Me un bisogno,
un sollievo, un appoggio alla vita quaggiù.

Ora, figlia mia - prosegue Gesù - ascolta un’altra sorpresa d’amore   
del Tuo Gesù e della Nostra Mamma Celeste,  
   perché 
in tutto ciò che si faceva tra Me e
la Mia Mamma l’amore non trovava intoppo,
l’amore dell’Uno correva nell’amore dell’Altro
       per formare una sola Vita.  
Ora, volendolo fare con le creature, quanti intoppi, ripulse
ed ingratitudini!   Ma il Mio Amore non si arresta mai.

Or, tu devi sapere che - continua ancora Gesù -, 
come la Mia inseparabile Mamma
stendeva la Sua Maternità dentro e fuori
   della Mia Umanità,   così
La costituivo e La confermavo
Madre di ciascun pensiero di creatura,
d’ogni respiro, d’ogni palpito, di ogni parola
e facevo stendere la Sua Maternità nelle opere,
nei passi, in tutte le loro pene… 
La Sua Maternità corre ovunque ;
nei pericoli di cadere in peccato corre,
le copre con la Sua Maternità acciò non cadano, 
e se son cadute, lascia la Sua Maternità
come aiuto e difesa per farle rialzare.
La Sua Maternità corre e si stende
sulle anime  che vogliono essere buone e sante
; 
come se trovasse il Suo Gesù in esse, fa da Madre
   alla loro intelligenza, guida le loro parole,
le copre e nasconde nel Suo Amore Materno,
per crescere altrettanti Gesù . 
la Sua Maternità fa sfoggio sui letti dei morenti, 
ed avvalendosi dei diritti di autorità di Madre,
dati da Me, Mi dice con accento sì tenero
che Io non posso negarLe : 
<<  Figlio Mio, sono Madre e sono figli miei: 
devo metterli in salvo.  Se ciò non mi concedi,
la mia Maternità ne va disotto  >> ;  
e mentre ciò dice, li copre col Suo Amore,
li nasconde nella Sua Maternità
per metterli in salvo. 

Il Mio Amore fu tanto che Le dissi:
<< Madre Mia,  voglio che sii la Madre di tutti :  e
ciò che hai fatto a Me, farai a tutte le creature: 
      la Tua Maternità si stenda in tutti gli atti loro  
in modo che tutti vedrò coperti e nascosti
nel  Tuo Amore Materno >>.
La Mia Mamma accettò e restò confermata, che
non solo doveva essere Madre di tutti, 
ma di investire ciascun atto di essi
col Suo Amore Materno
.

Questa fu una delle grazie più grandi
che feci a tutte le umane generazioni ! - esclama Gesù -


“ Come già ti dissi – afferma Gesù il 24 dicembre 1936 ( Vol. 34 )
il nostro amore non si accontentò di dare alla Vergine
la vera e propria maternità di tutte le anime, né gli bastò di
generare Maria in ogni creatura, affinché ciascuna possedesse una Madre tutta propria e godesse il possesso di tutti
i suoi beni,  ma passò ad un altro eccesso.
Questa Celeste Regina,
possedendo la pienezza del nostro Fiat Divino,
il quale in natura possiede la virtù generativa e bilocativa,

in virtù di Esso poteva generare e bilocare
  quante volte voleva il suo Figlio Dio.
Onde 
  il nostro amore, 
imponendosi su questa Celeste Creatura e dando in delirio,
colla virtù del mio Fiat che possedeva,
Le dava la potenza di far generare il suo Gesù
in ciascuna creatura, di farlo nascere, crescere  e
di fare tutto ciò che conveniva per formare
     la Vita del suo caro Figlio ;  e
dopo formata questa vita, 
di supplire a quello che
non fa la creatura al suo Creatore ; 

e cioè,
se piange in essa, di asciugare le lacrime,
se ha freddo, di riscaldarlo in vece sua,
  se soffre, di esibirsi a soffrire insieme.
Si può davvero dire che
Ella fa contemporaneamente da Madre
al Creatore ed alla creatura, li alleva, li nutre, li veste,
li guida e li ama ambedue di un medesimo amore.
Con le proprie braccia materne Ella forma due ali di luce
e  coprendoli, se li nasconde in Cuore
per dare loro il più dolce riposo.

Il nostro amore – continua Gesù – generando prima la Madre e poi,
per mezzo suo, il Figlio in ogni singola anima,
esso quietò in parte i proprii deliri  e
dimostrò di essere davvero infinito ”.


“Ma quanti dolori  - ci confida Gesù il 28.12.1938 ( Vol. 36 ) -  non riceve
la Mia Mamma?  Giungono a non voler ricevere la Sua Maternità,
a disconoscerLa.   E perciò
tutto il Cielo prega, aspetta con ansia che la Divina Volontà
sia conosciuta e regni;  
ed allora 
la Gran Regina farà ai figli del Mio Volere
ciò che fece al Suo Gesù e 
la Sua  Maternità avrà vita nei figli suoi. 
Io cederò il Mio posto nel suo Cuore Materno
a chi vive nel Mio Volere ; 
Lei Me li crescerà,
guiderà i loro passi, li nasconderà
nella Sua Maternità e Santità;
in tutti i loro atti si vedrà impresso
il suo Amore Materno e la sua Santità;
saranno veri figli suoi,
che Mi somiglieranno in tutto.

Ed oh!  - continua Gesù a Luisa -  Come amerei
che tutti sapessero che 
chi vuol vivere nel Mio Volere
ha una Regina e Madre potente
che supplirà a ciò che loro manca,
li crescerà nel suo Grembo Materno 
ed in tutto ciò che faranno starà insieme con loro,
per modellare gli atti loro ai Suoi ;
    tanto che si conoscerà
che sono figli cresciuti, custoditi, educati dall’amore
      della Maternità della Mamma Mia,
e questi saranno quelli che La renderanno contenta,
e la sua gloria ed il suo onore”.



Ogni creatura fu concepita
nel Cuore materno di Maria fin dall’atto
del Concepimento della Celeste Bambina

                                                                                                            ( Cfr. Vol. 34 : 20.12.1936 )
“La nostra Volontà Divina - spiega Gesù -, la quale con
la sua immensità abbraccia tutto, possiede l’onniveggenza
di tutti gli esseri ed attua sempre opere universali; 
nell’atto del Concepimento
della Vergine Santa chiamò a Sé ciascuna creatura 
( mediante la propria virtù creatrice ) 
e la fece concepire nel Cuore materno di Maria.
Ma questo non bastò ancora al nostro Amore. 
Dando negli eccessi più incredibili,  Esso 
volle depositare il germe benedetto
della Celeste Signora in ogni creatura umana ; 
affinché ciascuna possedesse una Madre tutta propria
e gustasse nella profondità della propria anima
la dolcezza del suo dominio.
   Da quell’istante l’amore più che materno
della Vergine si mise a disposizione di ogni creatura
 per farla crescere, per guidarla, per liberarla dai pericoli e
per nutrirla col proprio latte e col cibo di cui si nutre
   Ella stessa, vale a dire del Fiat Divino.

La nostra Volontà, che possedeva vita libera e dominio totale
sulle facoltà di questa nostra Figlia tutta bella e tutta santa, 
volle che tutte le creature fossero racchiuse in Lei e
che Ella vivesse in ciascuna di loro, affine di poter gustare
l’ineffabile gioia di sentirsi amata da tutte, per mezzo suo.
Il nostro Volere La elevò tanto, fino a costituirla
dal primo istante della sua vita
Regina del nostro Fiat, Regina del nostro Amore;
e quando Essa Ci amava,
Noi sentivamo nel suo amore la sua maternità per
le creature e l’armonia del suo coll’amore di esse;
ed oh, com’era bello quest’amore armonizzato ed unito insieme,  come Ci feriva e Ci felicitava fino a farci languire.
Ci disarmava e Ci faceva vedere tutte le cose,
cielo, sole, terra, mari e creature, coperti
e nascosti nel suo amore!
Com’era commovente il vedere questa
Celeste Bambina fare da Madre a ciascuna creatura ! 
Dopo di aver formato in esse i proprii mari d’amore, Ella C’inviava per mezzo loro le proprie note,
i proprii dardi amorosi.
Poi, non contenta ancora,
le portava tutte innanzi al nostro Trono
e colla forza del nostro stesso Volere Divino, Ce le
metteva in braccio, Ce le faceva accarezzare, baciare
e Ci faceva loro accordare grazie sorprendenti.

Figlia mia - prosegue Gesù -, 
quante santità non furono impetrate, formate e salvaguardate dal tenero amore della tua Madre Celeste !
Oltre ciò, tu devi sapere che
Il nostro infinito Amore dotò questa soave Creatura
di tutti i nostri Attributi divini, della nostra Potenza e Sapienza,
del nostro Amore, della nostra Bellezza e Bontà.
D’altronde - aggiunge Gesù - Noi non diamo mai l’esistenza ad
alcun uomo senza munirlo di dote particolare, dote che purtroppo egli smarrisce tanto facilmente scostandosi dalla nostra Volontà
e che a volte non giunge neppure a conoscere.   Invece
Questa  Vergine Santa
non si allontanò mai da Noi, ma condusse vita perenne
nei mari interminabili del nostro Fiat.
Col crescere della sua Persona,
ingrandivano in Lei anche le nostre divine Qualità,
cosicché  Ella produceva sempre più vaste opere
di potenza, di sapienza, d’amore.
Vivendo della nostra Vita
come mai non visse alcun Angelo, né Santo,
Ella entrò nei nostri segreti divini, penetrò nei nostri
più intimi recessi e ricevette conoscenze del nostro Essere Supremo,
quali mai non vennero accordate a veruna creatura.

Vinti dalla nostra stessa Potenza che La dominava,
Noi godevamo nel lasciarci padroneggiare da Lei e,
per renderla più felice, Le dicevamo, prodigandole i nostri
casti abbracci ed i nostri più teneri sorrisi: Fa’ quel che vuoi! ’

Il nostro Volere – precisa Gesù – sente tanto amore e tanto desiderio
di far vivere di Se stesso le proprie creature che, non appena si vede corrisposto da esse, le immerge e le affoga in un abisso di grazie, sino a che la loro piccolezza umana non le costringe a gridare : 
‘ Basta, io mi sento venir meno, sono divorata dalle
tue stesse fiamme, non ne posso più ! ’

Ora – prosegue Gesù – voglio rivelarti ancora un prodigio
che il nostro Fiat  compì nella Vergine Santa.  
    Già ti spiegai come
ogni suo atto, palpito, respiro e passo equivalsero
ad un nuovo trionfo che il Fiat Divino riportava su di Lei
e costituisse  una nuova vittoria
che Ella conquistava su Dio stesso.
Orbene, 
per poter fare da vera Madre ad ogni creatura umana,
Ella le chiamava tutte a Sé, 
nascondeva tutti i loro atti nei proprii, 
dava loro in dote tutti i suoi trionfi  e
tutte le vittorie che aveva riportate  e poi
con una tenerezza indicibile, tale da
  spezzarci il Cuore, si rivolgeva a Noi  e, 
‘ Guarda, Maestà adorabile  
- Ci diceva -,  questi sono tutti figli miei !
 Le mie conquiste appartengono loro, perché Io le diedi loro in dono.  Come ha vinto e trionfato la Mamma, così trionferanno e vinceranno ancora i figli ! ’
Affinché ogni creatura potesse
in tutta realtà affermare di essere stata dotata
degli atti della propria Mamma Regina
ed investita delle sue vittorie,
Ella compì in Dio altrettanti atti,
quanti ne avrebbero compiuti tutte le creature
.

Perciò sappi – prosegue Gesù – che
chi vuol farsi santa trova nei trionfi
e nelle vittorie della propria Madre Celeste la dote
per giungere alla santità più eccelsa.  Chi è debole trova in Essa
la forza che gli manca;  chi è afflitto e sofferente attinge dalle sue pene
la possibilità del trionfo e la vittoria della rassegnazione;  chi è
peccatore trova in Lei il mezzo più sicuro per ottenere il perdono. 
Tutti insomma posseggono nella Sovrana Regina
la propria dote, il miglior sostegno, l’aiuto che è maggiormente
necessario ai loro bisogni e che è più conforme
allo stato in cui si trovano.

Qual scena meravigliosa ed incantevole si presenta
dinanzi ai nostri occhi, quando vediamo che
La Sovrana Signora,
per fare da Madre a ciascuna creatura, 
       ama e prega nei proprii figli !
Questo è il massimo prodigio che avvenga tra il Cielo e la terra : 
bene maggiore non potevamo davvero accordare
alle umane generazioni !

Però – ci dice ancora Gesù – Mi resta a confidarti un dolore
che affligge intensamente la mia Divina Mamma :
In cambio del suo immenso amore
Ella non riceve che ingratitudine dagli uomini! 
Benché Ella abbia per loro conquistate le proprie doti
con spasimi atroci, con innumeri pene, col sacrificio eroico della stessa vita del suo Figlio Dio,  pure queste non vengono né conosciute, né apprezzate da essi.  
Appena pochi s’interessano e perciò fanno vita povera di
santità,  ed Ella, possedendo immense ricchezze d’amore,
di grazia, di santità  soffre nel vedere i suoi figli poveri,
nel vedere le sue ricchezze non possedute da loro
e quindi non vede effettuato lo scopo per cui
le ha acquistate col sacrificio completo della sua vita
e ciò forma un dolore continuo per la mia Madre Celeste; 
ed ecco perché  vuol far conoscere questo gran bene a tutti, perché se non si conosce non si può desiderare,
né apprezzare, né possedere.
E siccome queste doti le acquistò in virtù del Fiat Divino che
ragnava in Lei, ora  sarà questo stesso Volere Divino regnante,
che metterà le creature a conoscenza delle doti della loro
Mamma Celeste e farà loro prenderne il possesso.
  
Perciò prega – ci invita Gesù – che sia conosciuto e voluto
dalle creature un bene sì grande”.

“ Le creature,
Io le affido tutte alla Mia Mamma ”
Il 6 giugno 1935 ( Vol. 33 )  Gesù confida a Luisa :

“ Sappi, o figlia, che,  per quanto Io sia talvolta costretto
ad usare i castighi pel bene delle creature, pure 
il mio amore verso di loro è tale che,
per non vederle colpite,
Io le affido tutte alla Mamma mia. 
Oh, come rimangono al sicuro quelle anime,
che sono sotto la sua protezione e vivono
coperte dal suo manto !   Neppure la morte
ha, in certi casi, potere sopra di esse ! ”

Per maggiormente convincermi - scrive Luisa -,    
il mio caro Gesù mi volle mostrare  la Regina del Cielo.
Con maestà indicibile e con tenerezza materna
Ella scendeva dal Cielo, percorreva tutte le nazioni
e segnava con un segno particolare tutti coloro
che non dovevano essere toccati dai flagelli.
Il dolce Gesù dava il diritto alla Mamma sua di
mettere in salvo chi a Lei piaceva, cosicché chiunque
veniva segnato da Lei rimaneva immune.

Quanto era commovente - continua Luisa – contemplare
l’Imperatrice Celeste mentre
andava peregrinando per tutte le parti del mondo,
per prendere le creature fra le sue braccia materne,
per stringerle al suo seno, per nasconderle sotto il
suo manto, affinché nessun male recasse loro danno !
Oh, se a tutti gli uomini – dice Luisa – fosse concesso d’intendere con quale amore e con quanta tenerezza la Sovrana Signora compie quest’ufficio, certo essi piangerebbero di consolazione e amerebbero assai di più Colei che tanto ci ama !

                      

La Sovrana del Cielo
prende parte a tutte le opere del Figlio,
che la costituì pure
Regina della sua Vita Sacramentale

                                                                                                                                    ( Cfr. Vol. 33 :  8.7.1935 )
“ Quanto è mai bella la Mamma mia !  - confida Gesù a Luisa –
Il suo impero si estende ovunque,
la sua beltà rapisce ed incatena tutti i cuori, non vi è essere
che non pieghi le proprie ginocchia per venerarla.  Pensa che tanta bellezza le proviene dall’inseparabilità che Le fu
conferita dal mio Divino Volere.
In virtù dello stesso, identico  Fiat
che Noi pronunciamo sempre insieme,
Ella prende parte a tutte le mie opere
ed ha il diritto di fare tutto ciò che faccio Io. 
Io non compio mai nulla senza il suo contributo. 
In tutta la mia vita non ci fu un’azione
a cui Ella non abbia partecipato.

- Continua Gesù : -    
Noi rimanemmo inseparabilmente uniti
  anche nell’istituzione del SS. Sacramento dell’Eucaristia 
ed insieme pronunziammo quel Fiat onnipotente
che doveva transustanziare il pane ed il vino
    nel mio Corpo, nel mio Sangue,
   nella mia Anima e Divinità.
Come Io avevo voluto ottenere il suo Fiat  prima
di prendere umana Carne nel suo seno verginale, 
così lo volli ancora mentre stavo per dare principio
      alla mia Vita Sacramentale.
D’altronde, come avrei potuto aver cuore di mettere in disparte
la Mamma mia in un atto in cui il mio amore sfoggiava
eccessi esuberanti sino all’incredibile? – domanda Gesù –.
E non solo La volli con Me nell’operare il portento, ma
La costituii Regina della mia Vita Sacramentale.
Non vi sono parole bastanti per dire lo slancio
con cui Ella accolse la nuova missione di Maternità,

né frasi capaci di esprimere la tenerezza con cui
Mi rinnovò l’offerta del suo seno e della sua bell’anima,
affine di mettermi al riparo dalle ingratitudini orrende
e dai sacrilegi enormi, che purtroppo Io avrei subito
nel mio Sacramento d’amore ! ”


Rileggiamo ciò che Gesù aveva precedentemente detto riguardo al deposito che Egli fece della sua Vita Sacramentale nel Cuore Immacolato della sua Celeste Madre :  ( Vol. 21 :  19.4.1927 )

“Quando faccio un atto, prima guardo se vi è
almeno una creatura dove mettere il deposito dell’atto mio,
affinché prenda il bene che faccio,
lo tenga custodito e ben difeso.  
  Ora, 
quando istituii il SS. Sacramento cercai la creatura,  e
la mia Regina Mamma si offrì Lei a ricevere quell’atto mio
ed il deposito di quel gran Dono,  dicendomi :
‘Figlio mio, se Ti offrii il mio seno
e tutto l’essere mio nel tuo Concepimento
per tenerti custodito e difeso,  ora
Ti offro il mio Cuore materno
per ricevere questo gran deposito
;  
schiero intorno alla tua Vita Sacramentale
i miei affetti, i miei palpiti, il mio amore, i miei
pensieri, tutta me stessa per tenerti difeso,
corteggiato, amato, riparato.  
Prendo io l’impegno di contraccambiarti
del Dono che fai
;   fidati della Mamma tua ed io ci
penserò alla difesa della tua Vita Sacramentale
;  
e siccome Tu stesso mi hai costituita Regina di tutta la
Creazione, tengo il diritto di schierare intorno a Te tutta
la luce del sole per omaggio ed adorazione.  Le stelle,
il cielo, il mare, tutti gli abitatori dell’aria, 
tutto metto intorno a Te per darti amore e gloria’.
Ora  - continua Gesù -  assicurandomi dove potevo mettere
questo gran deposito della mia Vita Sacramentale e
fidandomi della Mamma mia che Mi aveva dato
tutte le prove della sua fedeltà, istituii il SS. Sacramento. 
Era la sola degna creatura che poteva custodire,
difendere e riparare l’Atto mio.

Vedi dunque - ci rivela ancora Gesù -
quando le creature Mi ricevono
Io scendo in loro, insieme cogli atti
della mia inseparabile Mamma,
   e solo per questo
posso durare la mia Vita Sacramentale”.


E Maria SS., ricordandoci di aver Ella ricevuto in custodia dall’Ente Supremo il gran Dono della Vita del Verbo Eterno Incarnato, il 28 maggio 1937 conferma :
“ Se Egli scende Sacramentato
nei cuori delle creature,
Io scendo insieme per custodire il mio Dono.
Povero Figlio mio se Lo lasciassi solo
e se Egli non avesse la sua Mamma sempre con Sé,
come tante anime Lo tratterebbero male! 
Per chi non Gli dice un ‘ Ti amo’
di cuore, allorquando Lo riceve, 
      Io subito mi accingo ad amarLo in sua vece; 
per chi Lo riceve distratto, senza
pensare al grande Ospite, che accoglie in sé, 
      Io mi riverso sopra di Lui per non farGli sentire
      le distrazioni e le freddezze delle creature; 
per chi giunge persino a farLo piangere,
      Io Gli tergo le lacrime, Lo ricreo e nel contempo
  faccio i dolci rimproveri alla creatura, perché
      cessi dal rattristarLo.

Ma chi può narrarti - ptosegue Maria SS. -         
tutte le scene  commoventi che succedono nei cuori   
che Lo ricevono Sacramentato?
Vi sono anime che vorrebbero amarLo molto di più, ed 
      Io allora do loro il mio amore ed anche quello
di Gesù affinché Lo amino col nostro stesso amore.
 
Queste sono scene di Cielo, dinanzi a cui gli stessi Angeli
restano rapiti e nello stesso tempo rinfrancano Noi
dalle pene che Ci hanno dato le altre creature.
Sono la Portatrice di Gesù; 

né Lui vuole andare alle creature senza di Me, tanto che,
anche quando il Sacerdote si accinge a pronunziare
le parole della Consacrazione sull’Ostia Santa,  
Io faccio ali colle mie mani materne,  affinché
Egli scenda di mezzo le mie mani per consacrarsi; 
    e se mani indegne dovessero toccarLo,
Gli faccio riparo colle mie, difendendolo e
coprendoLo col mio amore.
Ma ciò non è tutto,
sto sempre intenta a vedere
se le creature vogliono il Figlio mio;  di modo che,
se qualche peccatore si pente dei suoi gravi peccati
e la luce della grazia spunta nel suo cuore, 
Io subito gli porto Gesù, come conferma del perdono
e provvedo a tutto quello che ci vuole, perché
Egli resti in quel cuore convertito.  
La Volontà Divina che posseggo mi rivela chi Lo vuole ed     
Io subito corro, volo per portarLo senza mai lasciarLo,       
perché
sono la Portatrice di Gesù. 
E’ questo un compito datomi dall’Ente Supremo
e dal quale non posso esimermi, ma è un compito
che nel contempo mi fa provare le gioie della mia Maternità, mi fa gustare i frutti dei miei dolori,
mi dona la gloria del Regno che posseggo,  e
il compimento della Volontà Divina sulla terra ”.

“Figlia mia - spiega Gesù l’8.7.1935 (Vol. 33) - , 
se Io domando con tanta insistenza che la mia Volontà divenga
vita dell’uomo, si è perché Io desidero di averlo compagno
negli atti miei, perché bramo che egli Mi ami col
mio stesso amore ed agisca mediante la mia azione.
 
Io non voglio essere il Dio isolato e neppure
non acconsento che la mia creatura viva da sola,
senza prendere parte alle nostre opere divine.

Vedi come la mia Mamma Celeste abbia partecipato in
modo mirabile a tutto ciò che Io feci nel corso della mia vita
mortale, grazie all’unico Volere che Ci animava ! 
Quando io compivo miracoli,
Ella era unita a Me nell’operare il prodigio; 
quando richiamavo a vita i morti, sentivo che Ella Mi
rimaneva congiunta nella potenza della mia Volontà; 
quando soffrivo, Ella pativa con Me
       in unione totale e costante.
La nostra inseparabilità di Persona e di azione
fu il supremo onore che Ella ricevette dal Fiat  Divino”. 

E la Regina Madre ci vuole spiegare anche il perché dell’inseparabile presenza sua e di suo Figlio alle nozze che si celebrarono un giorno in Cana di Galilea.   Sentiamo il racconto della dolce Madre :    ( da La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà – meditazione 6° dell’appendice )

“A questo sposalizio ci andammo, non per festeggiare,
ma per operare cose grandi a pro delle umane generazioni. 
Mio Figlio prendeva il posto
di Padre e di Re nelle famiglie, 
io prendevo il posto di Madre e Regina.
Con la nostra presenza
rinnovammo la santità, la bellezza, l’ordine
dello sposalizio formato da Dio nell’Eden,  cioè
di
Adamo ed Eva, sposati dall’Ente Supremo per popolare
la terra e per moltiplicare e crescere le future generazioni.  Il matrimonio è la sostanza dove sorge la vita delle
generazioni ;  si può chiamare il tronco dal quale viene popolata la terra…   Col peccato, col sottrarsi alla
Divina Volontà, Adamo ed Eva fecero perdere la santità,
la bellezza, l’ordine della famiglia;   ed  io, la Mamma tua, la novella Eva innocente, insieme col mio Figlio, andammo per riordinare ciò che Dio fece nell’Eden,
 e
mi costituivo Regina delle famiglie
ed impetravo la grazia che
       il Fiat Divino regnasse in esse,
per avere le famiglie che mi appartenessero,
ed io tenessi il posto di Regina in mezzo a loro.

… ‘ Fate ciò che vi dice mio Figlio  – dice Maria ai servi del
banchetto nuziale –
  ed avrete ciò che volete, anzi avrete il di più
   e sovrabbondante ’.
    Io parlavo col Cuore di Madre  - continua Maria SS. -  e dicevo :
‘Figli miei,  volete essere santi?  Fate la Volontà di mio
Figlio;  non vi spostate da ciò che Lui vi dice ed avrete la
sua somiglianza, la sua santità in vostro potere’.
  I serventi fecero appunto ciò che loro disse mio Figlio, cioè :  ‘ Riempite i vasi d’acqua e portateli a tavola ’.   Il mio caro Gesù benedisse l’acqua e si convertì in vino squisito…  
Con ciò  mio Figlio
mi costituiva Regina dei miracoli ;
perciò   volle la mia unione e preghiera nel fare il primo miracolo.  Lui mi amava troppo, tanto che volle darmi il primo posto di Regina anche nei miracoli.
Io guardavo i secoli futuri, vedevo il Regno
della Divina Volontà sulla terra,  guadavo le famiglie,
ed impetravo loro che simboleggiassero l’amore della
Trinità Sacrosanta, per fare che il suo Regno fosse in
pieno vigore  e  con i miei diritti di Madre e Regina,
prendevo a petto mio il regime di Esso, e
possedendone la fonte, mettevo a disposizione
delle creature tutte le grazie, gli aiuti, la santità
che ci vuole per vivere in un Regno sì santo.   
     E perciò vado ripetendo : 
              ‘ Fate ciò che vi dice mio Figlio ’”.

 “ Il suo operato, fuso col mio 
- completa Gesù  l’8.7.1935 ( Vol. 33 ) –
valse a rendermi l’amore e la gloria maggiore
che Io potessi desiderare.
In tal modo
Io deponevo
e Lei riceveva nel suo materno Cuore il deposito
   delle opere fatte, gelosa di custodirmi anche il respiro.
La nostra unità di Volere 
accese fra Me e Lei,  divenuta sacrario di tutte le opere mie,
un incendio di puro amore, incendio che sarebbe stato bastante
a far divampare e consumare il mondo intero ”.


E tale era l’amore che correva tra la Madre ed il Figlio Divino,
che li rendeva inseparabili, anche dinnanzi al sepolcro. 
“ Vuoi tu sapere – ci chiede Gesù ( 19.4.1927 : Vol. 21 ) –
come la mia Mamma ebbe la forza di lasciarmi ? 
Tutto il segreto della forza stava nella mia Volontà
regnante in Lei.  Essa viveva di Volontà Divina, non umana,
e perciò conteneva forza immensurabile
.    Anzi, tu devi sapere che quando la mia trafitta Mamma Mi lasciò nel sepolcro,
il mio Volere La teneva immersa in due mari immensi: 
l’uno di dolore e l’altro, più esteso, di gioie e di beatitudini; 
e mentre quello del dolore Le dava tutti i martirii, quello
delle gioie Le dava tutti i contenti,  e 
la sola sua bell’anima Mi seguì nel Limbo
ed assistette alla festa che Mi fecero tutti  i Patriarchi,
i Profeti, suo Padre e sua Madre, il nostro caro
San Giuseppe.    Il Limbo diventò Paradiso colla
mia presenza ed Io non potetti farne a meno di 
far partecipe Colei che Mi era stata inseparabile
nelle mie pene, di farla assistere a questa
      prima festa delle creature.  
E fu tanta la sua gioia, che ebbe la forza di separarsi dal mio Corpo, ritirandosi ed aspettando il compimento della mia Risurrezione come compimento della Redenzione ”.


     “ Io ero inseparabile dal Figlio mio  
– ci conferma la dolce Madre ( 28° giorno de ‘ La vergine Maria nel Regno della Divina Volontà’’ ) –  
e neppure la morte me lo poteva togliere.  Quindi nella foga dei miei dolori   Lo seguii nel Limbo e fui spettatrice della festa, dei ringraziamenti che tutta quella grande turba di gente diede al Figlio mio,  che aveva tanto sofferto e il cui primo passo era stato verso di loro
per beatificarli e portarli con Sé nella celeste gloria.

Sicché – continua la Madre SS. – come morì, così incominciarono le conquiste, la gloria per Gesù e per tutti quelli che Lo amavano.  Questo è simbolo di come, quando la creatura fa morire la sua volontà con l’unione della Volontà Divina, incominciano le conquiste nell’ordine divino, la gloria, la gioia, anche in mezzo ai più grandi dolori ”.



Maria SS. partorisce la Chiesa nascente
“ Il nostro Sommo Bene Gesù
– afferma Maria SS. nel 30° giorno de ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà‘ –
 partito al Cielo sta innanzi al suo Celeste Padre a perorare per i suoi figli e fratelli lasciati in terra…  ed è tanto il suo amore che  lascia la sua Mamma ancora sulla terra, per conforto, aiuto ed ammaestramento e compagnia dei suoi e miei figli. 

Ora,
come il mio Figlio partì al Cielo,
io continuai a stare insieme con gli apostoli
nel Cenacolo, aspettando lo Spirito Santo.  
Tutti stretti a me d’intorno, pregavamo insieme; 
non facevano nulla senza il mio consiglio.  E quando
Io prendevo la parola per istruirli e dire qualche
aneddoto del mio Figlio che loro non conoscevano,
come per esempio le particolarità della sua nascita, le
sue lacrime infantili, i suoi tratti amorosi, gli incidenti
successi nell’Egitto, le tante meraviglie della vita
nascosta in Nazareth,  oh, come erano attenti ad
ascoltarmi e restavano rapiti nel sentire le tante
sorprese, i tanti insegnamenti che mi dava, che
dovevano servire per loro,  perché
mio Figlio poco o nulla parlò di Se stesso con
gli apostoli, riserbando a me il compito di far loro
conoscere quanto li aveva amati e le particolarità
che solo la sua Mamma conosceva.
Sicché, 
Io ero in mezzo ai miei Apostoli
più che il sole del giorno; e fui l’ancora, il timone,
la barca dove trovarono il rifugio per starsene sicuri
e difesi da ogni pericolo. 
Perciò posso dire che
partorii la Chiesa nascente
sulle mie ginocchia materne
e le mie braccia furono la barca
nella quale la guidai a porto sicuro
e la guido tuttora.
Io continuo ancora
il mio Magistero nella Chiesa; 
non vi è cosa che da me non discenda, 
posso dire:  mi sviscero per amore dei figli miei
e li nutro col mio latte materno.
Ora,
in questi tempi, voglio mostrare un amore più speciale
col far conoscere come tutta la mia vita fu formata nel
Regno della Divina Volontà.  Perciò ti chiamo sulle mie
ginocchia  – dice la dolce Madre a Luisa e ad ognuno di noi –,  fra le
mie braccia materne affinché facendoti da barca, tu
resti sicura di vivere nel mare della Divina Volontà ”.


L’Assunzione della Vergine Maria in Cielo :

Festa della Divina Volontà
Parlandoci della sua partita dalla terra al Cielo, nel giorno in cui finì di compiere la Divina Volontà sulla terra, la Vergine Madre della Chiesa ci racconta :  ( 31° giorno de ‘ La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà ’ )

“ Incominciai a sentire in me un tale martirio d’amore,
unito con ansie ardenti di raggiungere il mio Figlio al Cielo,
da sentirmi consumare, fino a sentirmi inferma d’amore ed
avevo dei forti deliri e deliqui tutti d’amore.   Perché  - precisa
la dolce Madre –
 io non conobbi mai malattia né qualunque
indisposizione leggera;  Alla mia natura concepita
senza peccato e vissuta tutta di Volontà Divina
mancava il germe dei mali naturali.  Se le pene
mi corteggiarono tanto, furono tutte di ordine soprannaturale e queste pene furono per la tua Mamma Celeste trionfi ed onori e mi davano il campo per fare che la mia maternità non fosse sterile, ma conquistatrice di molti figli.
  Io ero già inferma d’amore  – continua la Vergine –.   
Il Fiat Divino, per consolare gli apostoli e me pure, permise quasi in modo prodigioso che tutti gli apostoli eccetto uno, mi facessero corona nell’atto che stavo per partire al Cielo;  tutti sentivano lo schianto del cuore e piangevano amaramente.   Io li consolai;  a tutti raccomandai
in modo speciale la santa Chiesa nascente  ed 
impartii a tutti la materna benedizione; 
lasciando nei loro cuori, in virtù di essa,
la paternità d'amore verso le anime.
Il mio caro Figlio non faceva altro che andare e venire dal Cielo:  non poteva più stare senza la sua Mamma;  e  dando io l’ultimo anelito di puro amore nell’interminabilità del Volere Divino, mio Figlio mi ricevette fra le sue braccia e mi condusse al Cielo, in mezzo alle schiere angeliche, che inneggiavano alla loro Regina.  Posso dire che il Cielo si svuotò per venirmi incontro;  tutti mi festeggiavano e, nel mirarmi, restavano rapiti ed in coro dicevano : 
‘ Chi è Costei, che viene dall’esilio, tutta appoggiata al suo
Signore?  Tutta bella, tutta santa, con lo scettro di Regina? 
Ed è tanta la sua grandezza, che i Cielo si sono abbassati
per riceverla.  Nessun’altra creatura è entrata in
queste regioni celesti così ornata e speciosa, così
potente che tiene la supremazia su tutto ’ ”.

Ed a proposito di questo prodigio dell’ Assunzione della Vergine Maria in Cielo, Luisa Piccarreta il 15 Agosto 1925 scrive :  ‘ Il mio dolce Gesù, con un accento tenero e commovente, ha soggiunto ’ :
“ Il vero nome di questa festa dovrebbe chiamarsi : 
‘ Festa della Divina Volontà ’ !   Fu la volontà umana che
chiuse il Cielo, che spezzò i vincoli col suo Creatore, che fece uscire in campo le miserie, il dolore, e che mise un termine alle feste che
la creatura doveva godere nel Cielo.   Ora, 
questa Creatura, Regina di tutti,
col fare sempre ed in tutto la Volontà dell’Eterno,  anzi
si può dire che la sua vita fu la sola Volontà Divina, 
aprì il Cielo, si vincolò coll’Eterno e
fece ritornare le feste nel Cielo colla creatura; 
ogni atto che compiva nell Volontà Suprema era
una festa che iniziava in Cielo, erano soli che formava
come ornamento di questa festa, erano musiche che
spediva per allietare la Celeste Gerusalemme.   
Sicchè  - continua Gesù -
la vera causa di questa festa è la Volontà Eterna
operante e compita nella mia Mamma Celeste, che

operò tali prodigi in Lei, che stupì Cieli e terra,
incatenò l’Eterno coi vincoli indissolubili d’amore,
rapì il Verbo fin nel suo seno
;   gli stessi Angeli rapiti ripetevano fra loro: 
‘ Donde tanta gloria, tanto onore,
tanta grandezza e prodigi non mai visti,
in questa eccelsa Creatura?     Eppure
è dall’esilio che viene! ’.  
Ed attoniti riconoscevano la Volontà del loro Creatore come vita
e operante in Lei, e tremebondi dicevano: 
‘ Santa, Santa, Santa, onore e gloria
alla Volontà del nostro Sovrano Signore!  
E gloria a Maria, e tre volte santa Colei che
ha fatto operare questa Suprema Volontà! ’.
Sicché  – prosegue Gesù –  è la mia Volontà che, più che tutto,
fu ed è festeggiata nel giorno dell’Assunzione in Cielo; 
fu la sola mia Volontà che
fece ascendere tanto in alto la mia Madre Santissima, che
La distinse fra tutti;  tutto il resto sarebbe stato come un nulla, se non avesse posseduto il prodigio del mio Volere.  
Fu la mia Volontà che
Le diede la fecondità divina e
      La fece Madre del Verbo; 
fu la mia Volontà che
Le fece vedere ed abbracciare tutte le creature insieme,
facendosi Madre di tutti ed amando tutti d’un amore
di maternità divina, e  facendola Regina di tutti,
      La faceva imperare e dominare.  
Onde
in quel giorno la mia Volontà ricevette i primi onori,
la gloria ed il frutto abbondante del suo lavoro
nella Creazione, ed incominciò la festa che
mai interrompe, per la glorificazione
del suo operato nella mia diletta Madre. 
E sebbene il Cielo fu aperto da Me - continua Gesù -, e molti Santi stavano già in possesso della Patria Celeste quando la Regina Celeste fu assunta in Cielo, e 
siccome la causa primaria di ciò era proprio Lei,
che aveva compito in tutto la Suprema Volontà, pure
si aspettò Lei che l’avea tanto onorata, e conteneva
il vero prodigio della Santissima Volontà,
per fare la prima festa al Supremo Volere.

Oh, come  – esclama Gesù –
tutto il Cielo magnificava, benediva,
lodava l’Eterna Volontà, quando vedeva
questa sublime Regina entrare nell’empireo
in mezzo alla Corte Celeste, tutta circonfusa
dal Sole Eterno del Volere Supremo!   La vedevano
tutta tempestata dalla potenza del Fiat Supremo,
che non c’era stato in Lei neppure un palpito
che non aveva impresso in sé questo Fiat, 
ed attoniti tutti i Celesti Spiriti
La guardavano e le dicevano: 
‘ Ascendi, ascendi più in alto,
è giusto che Colei che ha tanto onorato il Fiat Supremo,
che per mezzo suo ci troviamo noi nella Patria Celeste,  abbia il trono più alto e che sia la nostra Regina ’.  
Ed 
il più grande onore che ricevette la mia Mamma
fu il vedere glorificata in Lei
la Divina Volontà ”.

Ed il giorno dell’Assunta dell’anno 1938, Gesù, tutto festante, dice a Luisa 
( Vol. 36 : 15.8.1938 ) :

“ Oggi, 
la festa dell’Assunta,
è la festa più bella, più sublime, più grande,
in cui restiamo più glorificati, amati ed onorati. 
Cieli e terra sono investiti d’una gioia insolita,
non mai provata.  Gli Angeli e i Santi si sentono
 investiti da mari di nuove gioie e nuove felicità,
ed inneggiano con nuovi cantici la Sovrana Regina,
che col suo impero impera su tutto e dà gioia a tutti. 
Oggi è la festa delle feste, e l’unica e nuova,
che non si è ripetuta mai più. 
Oggi, il giorno dell’Assunta,
veniva festeggiata la prima volta
la Divina Volontà operante nella Sovrana Signora
.
Le meraviglie sono incantevoli  - continua Gesù - : 
in ogni suo più piccolo atto, anche nel suo respiro,
nel suo moto, si vedono tante nostre Vite Divine che scorrono come tanti Re negli atti suoi e che più che
fulgidi Soli La inondano, La circondano, L’abbelliscono
e La rendono così bella, che forma l’incanto
delle Regioni Celesti. 

Ti pare poco  – chiede il Maestro Divino – 
che ogni suo respiro, moto, opera e pena,
era riempito di tante nostre Vite Divine?  E’ proprio questo
il gran prodigio dell’operato della mia Volontà nella creatura : 
formare tante nostre Vite Divine per quante volte
ha avuto l'entrata nel moto, negli atti della creatura.
  
E siccome il mio  Fiat  possiede la virtù bilocatrice e
ripetitrice, e ripete sempre senza mai cessare quello che fa, 
la gran Signora quindi sente ancora in Sé moltiplicare
queste Vite Divine
,
  le quali non fanno altro che stendere
maggiormente i suoi mari d’amore, di bellezza,
di potenza, di sapienza infinita.
Sono tali e tante le nostre Vite Divine che possiede,
e la molteplicità dei suoi atti che possiede, che
come entrò in Cielo, popolò tutte le Regioni Celesti,
che non potendoli contenere riempirono
        la Creazione tutta.
 Sicché
non vi è punto dove non scorrano i suoi mari d’amore,
di potenza, e tante nostre Vite di cui
è la Posseditrice e la Regina.
Possiamo dire  – continua Gesù –  che
Ci domina e La dominiamo, e
 riversandosi nella nostra Immensità, Potenza ed
Amore, popolò tutti i nostri Attributi degli atti suoi e
delle tante nostre Vite Divine che aveva conquistato.
  Sicché  dovunque e dappertutto
 Ci sentiamo amare e glorificare,
dentro e fuori di Noi,  da dentro le cose create,  nei
più remoti nascondigli,  da questa Celeste Creatura
e dalle tante nostre stesse Vite Divine
che il nostro Fiat ha formato in Essa.
Oh, potenza del nostro Volere  - esclama Gesù -  , tu sola puoi fare tanti prodigi,
fino a creare tante nostre Vite in chi Ti fa dominare, per farci
amare e glorificare come meritiamo e vogliamo!
Ecco perché
può dare il suo Dio a tutti,
       perché Lo possiede,
anzi, senza perdere nessuna delle nostre Vite Divine,
come vede la creatura disposta, che vuol ricevere la nostra Vita,  così
tiene la virtù di  riprodurre,
da dentro la nostra Vita che possiede,
un’altra Vita Divina,  per darla a chi Ci vuole ”.



La potenza
della Sovrana Regina
nella Patria Celeste


Questa Vergine Regina è un prodigio continuato  - ci rivela Gesù, ancora il 15.8.1938 ( Vol. 36 ) -.
Ciò che fece in terra lo continua in Cielo. 
Mentre ama Noi, ama tutti e
Ci fa amare da tutti.
perché quando la nostra Volontà opera,
tanto nella creatura quanto in Noi,  quell’atto non finisce mai,
e mentre resta in essa si può dare a tutti.   Finisce forse il sole di dare la sua luce perché ne ha dato tanta alle umane generazioni?
– esemplifica Gesù –   Affatto ;  mentre ne ha dato tanta, è sempre ricco nella sua luce, senza perdere neppure una stilla di luce.  
     Perciò
la gloria di questa Sovrana Regina
è insuperabile, perché tiene in possesso
la nostra Volontà operante, che tiene virtù
di formare nella creatura atti eterni ed infiniti;
Ci ama sempre, né cessa mai d’amarci con le nostre Vite che possiede;  Ci ama col nostro Amore, Ci ama dappertutto e dovunque.  Il suo Amore riempie Cieli e terra, e corre a scaricarsi nel nostro Seno Divino;  e Noi L’amiamo tanto che non sappiamo stare senza amarla.  
E
              mentre ama Noi, 
         ama tutti e Ci fa amare tutti;
chi può resistere e non farci dare ciò che vuole?  E poi 
è il nostro stesso Volere che chiede ciò che Lei vuole, 
che coi suoi vincoli eterni Ci lega dappertutto, e
non possiamo negarle nulla.  
Perciò
la festa dell’Assunta è la più bella,
perché è la festa della mia Volontà operante
in questa gran Signora, che La fece così ricca e bella,
che i Cieli non possono contenerla; 
gli stessi Angeli si sentono muti, né sanno parlare
di ciò che fa la mia Volontà nella creatura.
La sua bellezza è inarrivabile, incanta, affascina, conquide;  il suo amore è tanto che si porge a tutti,
ama tutti e lascia dietro di Sé mari d’amore.  
Si può chiamare
Regina d’amore, Vincitrice d’amore, 
che amò tanto che a via d’amore vinse il suo Dio.
L’uomo, col fare la sua volontà,
spezzò i vincoli col suo Creatore e con tutte le cose create. 
Questa Celeste Regina,
con la potenza del nostro Fiat che possedeva,
vincolò il suo Creatore con le creature, vincolò tutti
gli esseri insieme, li unì, li riordinò di nuovo,  e col suo
amore dava la novella Vita alle umane generazioni.
 Fu tanto il suo amore che coprì e nascose
nel suo amore le debolezze, i mali, i peccati e
le stesse creature nei suoi mari d’amore.
Oh,
se questa Vergine Santa non possedesse
tanto amore, Ci riuscirebbe difficile guardare la terra ;  
ma il suo amore non solo Ce la fa guardare, ma vogliamo dare la nostra Volontà regnante in mezzo alle creature,   perché Lei così vuole ;   vuole dare ai suoi figli ciò che possiede,  ed a via d’amore vincerà Noi e i figli suoi ”.


Ella è per eccellenza l’unica vera
Signora e Madre di tutte le creature,
  è la Regina dell’universo.
Non c’è creatura che entri in Cielo, se non
per mezzo suo ed in virtù della
sua Maternità e dei suoi dolori.
“ Ammira la Mamma mia ! - ci invita ancora Gesù ( 8.7.1935 : Vol. 33 ) - 
La sua maestà è incantevole, dinanzi alla sua santità
si abbassano i Cieli, i suoi prodigi sono di un valore incalcolabile.   Chi potrà dirsi simile a Lei ? 
Ella è per eccellenza
l’unica vera Signora e  Madre di tutte le creature,
       è la Regina dell’universo !
Fra tutti i tesori che Ella possiede, vuoi sapere  - chiede anche a noi Gesù, come a Luisa -  quali siano i più preziosi per Lei ?
Sono le anime !   Ognuna di esse
vale pel suo Cuore più del mondo intero 
e dacché
non ve n’ha alcuna che entri in Cielo,
se non per mezzo suo ed in virtù della
sua Maternità e dei suoi dolori,
così
Ella le considera tutte di sua proprietà.
Ben giustamente compete alla Vergine Santa
   il dolce titolo di  Signora delle anime !  
Esse formano tutta la sua ricchezza, il suo gaudio ineffabile,
il vanto e la conquista del suo infinito amore.
Vedi dunque come è ricca  - ci dice Gesù - ; 
le sue ricchezze sono speciali, sono piene di vite parlanti, amanti, inneggianti alla Celeste Signora.
Come Madre
Ella avrà il possesso di una stirpe innumerevole di figli,
e come Sovrana del Regno della Divina Volontà,
Ella avrà il suo popolo.
Questi figli e questo popolo
formeranno la sua più fulgida corona.  
Chi come sole e chi come stella brillerà attorno
al suo augusto Corpo con tale bellezza,
da rapire il Cielo. 
I figli del Regno della mia Divina Volontà saranno
i primi a darle gloria ed a renderle gli onori di Regina.
Perciò ti raccomando  - ci invita Gesù -  di pregare intensamente
perché questo Regno venga presto sulla terra.  La Mamma Divina
che già fu coronata dalla SS. Trinità, attende che i suoi figli prediletti L’adornino di un nuovo serto di gloria, proclamandola già sin da questa vita loro Regina ed offrendole, in
attestato d’amore, la propria esistenza ”.
La Regina del Cielo
ritira nei suoi mari di grazie
gli atti buoni delle creature
Sentivo imperioso il bisogno,  - confida Luisa, scrivendo nel suo Diario l’8 dicembre 1931 - che la mia Mamma Celeste mi accordasse il suo aiuto, sostenesse i piccoli atti che compivo nel mio Divino Volere e li presentasse Ella stessa al Signore, affinché essi potessero incontrare il suo compiacimento ed il suo sorriso divino! 
Il Celeste Consolatore - continua Luisa - mi disse allora:

“ Figlia mia,
la nostra Mamma Divina
tiene il primato su tutti gli atti buoni delle creature. 
    Come Sovrana Ella ha l’incarico ed il diritto
di ritirarli tutti in quelli che compì Ella stessa.
La sua tenerezza di Regina e di Madre è tale che,
non appena Ella scorge che l’anima si dispone
a formare un atto d’amore, subito fa discendere dall’alto
del proprio trono un raggio del suo amore con cui
investire, vivificare, circondare quell’atto.
Quando questo è formato,
Ella lo fa salire attraverso il proprio raggio sino alla
 sorgente del proprio amore e, presentandolo a Dio,
   Gli dice :
“ Maestà adorabile,
nel mio amore che sempre sorge per Te, vi è quello dei figli
miei, fuso col mio.  Con diritto di Regina e di Madre, Io lo
ritirai nel mio mare, affinché Tu potessi trovare nel
mio amore quello di tutte le tue creature ”.

Quando queste adorano, pregano,
riparano, soffrono,  la Regina del Cielo
fa scendere dal suo trono il raggio vivificante
della propria adorazione, della sua preghiera,
della sua riparazione, della sua sofferenza  
    e con questi
investe e circonda, l’adorazione, la preghiera,
la riparazione, la sofferenza loro.
Non appena questi santi atti sono effettuati,  
Ella li fa salire mediante i suoi stessi raggi di luce
fino al suo trono, e, fondendoli nelle sorgenti
   dei suoi mari,   ripete :
“ Maestà Santissima, la mia adorazione
si estende in tutte quelle degli uomini, 
la mia preghiera prega nelle loro preghiere,
la mia riparazione ripara nelle loro espiazioni,
il mio dolore si rinnova nelle loro pene.
Come potrei dirmi Regina di tutti gli uomini
se non accorressi a deporre il mio atto primo
in tutti quelli che essi compiono ?
Come potrei essere Madre loro e come
potrei gustare le dolcezze di Madre se non venissi
in loro soccorso, se non supplissi alle loro deficienze
e se non abbellissi e fortificassi tutte le loro azioni ?
Sì !     
Gli atti dei miei figli
sono veramente uni coi miei
; 
Io li tengo in mio potere presso il tuo trono,
per difenderli da ogni insidia e per avvalorarli
coi miei meriti, li custodisco fedelmente perché 
essi sono i pegni sicuri
che le mie dilette creature
mi raggiungeranno in Cielo
! "

Perciò, figlia mia - prosegue Gesù a Luisa - , 
tu non sei mai sola negli atti tuoi, 
la Mamma Celeste è insieme a te,
e non solamente ti circonda, ma  colla luce
delle sue virtù alimenta l’atto tuo per dargli la vita.

La Sovrana Regina
già sin dal suo Immacolato Concepimento
fu la prima ed unica creatura
che abbia rannodato l’anello di congiunzione
tra il Creatore e l’uomo,  che Adamo aveva spezzato.
Ella accettò generosamente il divin mandato
di vincolare tra loro Dio e l'umanità
e mediante i suoi atti primi di fedeltà,
di sacrificio, di eroismo, lo portò a compimento.
Facendo morire non una volta sola,
ma in ogni suo atto, la propria volontà per
far sempre vivere quella di Dio, Ella diede origine
ad una nuova sorgente d’amore fra Dio e l’uomo.
Ed ora, che è Imperatrice in Cielo, Ella
con tutta tenerezza materna non cessa mai un istante
di far scorrere la propria virtù ed i propri atti in quelli
dei suoi figli per renderli inseparabili dai suoi.

Sappi quindi, figlia mia, - prosegue Gesù - che la tua pazienza è avvolta, sostenuta, alimentata dalla pazienza stessa della tua Mamma e che le tue pene sono sorrette e corroborate dai suoi ineffabili dolori, i quali, come olio balsamico, leniscono la durezza dei tuoi patimenti.

La Divina Maria è realmente la Regina solerte
che non sa stare in riposo sul trono della propria gloria ! 
Come vigilantissima Madre, Ella discende
ed accorre a fianco dei suoi figli, per coadiuvarli
nelle loro opere e per sovvenire alle loro necessità.

( Ed ecco quindi l’invito di Gesù : )
Dimostrale perciò grande riconoscenza per le premure
che Ella ha verso di te.  Soprattutto  ringrazia di cuore Iddio,
che concesse a tutte le generazioni una Madre sì santa
e sì amabile, la quale con tanta bontà
si appropria delle loro azioni umane,
supplisce a quanto manca loro di bello e di buono
       e li riveste coi proprii meriti ! ”

“ Chi La vuol trovare nel Celeste Soggiorno,
deve venire nel nostro Sole, dove la
Sovrana Regina, avendo formato il suo Sole,
spande i suoi raggi materni a pro di tutti,
e sfolgora di tale bellezza
             che rapisce tutto il Cielo ”   ( Gesù a Luisa )
Stavo pensando alla mia Mamma Celeste nell’atto quando fu assunta in Cielo - scrive Luisa -, ed offrivo i miei piccoli atti fatti nel Fiat Divino per darle i miei omaggi, le mie lodi, a suo onore e gloria.   Ma mentre ciò facevo,
il mio dolce Gesù mi ha detto:

“ Figlia mia, 
la gloria, la grandezza, la potenza
della mia Mamma Celeste nella Patria nostra
è insuperabile,
e sai perché ?
La sua vita in terra fu tutta dentro del nostro Sole Divino, 
non uscì mai da dentro l’abitazione del suo Creatore, 
non conobbe altro che la nostra Volontà,
non amò altro che i nostri interessi,
non chiese altro che la nostra gloria.
Si può dire che
formò il Sole della sua vita nel Sole del suo Creatore.
Sicché
chi La vuol trovare nel Celeste Soggiorno,
deve venire nel nostro Sole, dove la Sovrana Regina,
avendo formato il suo Sole, spande i suoi raggi materni
a pro di tutti, e sfolgora di tale bellezza che rapisce
tutto il Cielo, sentendosi tutti doppiamente felici
   per avere una Madre sì Santa, ed
     una Regina sì gloriosa e potente.
La Vergine è la prima figlia ed unica che possiede
il suo Creatore ed è la sola che abbia fatta vita nel Sole
dell’Ente Supremo, e che avendo attinta la sua vita
da questo Sole Eterno, non è meraviglia che,
vissuta di Luce, abbia formato il suo Sole fulgidissimo
che rallegra tutta la Corte Celeste.
E’ proprio questo  - continua Gesù - 
che significa  vivere nella mia Divina Volontà : 
vivere di luce e formare la sua vita
nel nostro stesso Sole.
Era questo lo scopo della Creazione :  
tenere le creature create da Noi, i nostri amati figli,
nella nostra stessa abitazione, alimentarli coi
nostri stessi cibi,  vestirli con abiti regali,
e farli godere i nostri stessi beni.

*  *  *


Appello materno della
Regina del Cielo ai suoi figli
affinché vengano nel Regno
della Divina Volontà

Figlia carissima, sento l’irresistibile bisogno di scendere dal Cielo, per farti le mie visite materne;  se tu mi assicurerai il tuo amore filiale, la tua fedeltà, Io rimarrò sempre con te nell’anima tua, per esserti maestra, modello, esempio e Madre tenerissima.
Io vengo per invitarti ad
entrare nel Regno della tua Mamma, 
nel Regno cioè della Divina Volontà
e busso alla porta del tuo cuore perché tu mi apra.
Sai? Con le mie stesse mani ti reco in dono questo libro  ( ‘ La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà ’ ) :  te lo offro con premura materna, perché tu a tua volta, leggendolo, impari a vivere di Cielo e non di terra.    
Questo libro è d’oro, figlia mia;  esso formerà la tua fortuna spirituale e la tua felicità anche terrena.   In esso troverai la sorgente di tutti i beni:   se sei debole acquisterai la forza;  se sei tentata acquisterai
la vittoria;  se sei caduta nella colpa, incontrerai la mano pietosa
e potente che ti rialzerà;  se ti senti afflitta, troverai il conforto; 
se fredda, il mezzo sicuro per riscaldarti;  se affamata,
gusterai il cibo prelibato della Divina Volontà. 
Con esso non ti mancherà nulla; non sarai più sola, poiché
la tua Mamma
ti farà dolce compagnia
e con ogni sua cura materna
prenderà l’impegno di farti felice.
Io, l’Imperatrice Celeste, penserò a tutti i tuoi bisogni, 
  purché tu acconsenta di vivere unita a Me.
Se tu conoscessi le mie ansie, i miei sospiri ardenti e anche le lacrime che verso per i figli miei !  Se tu sapessi come Io ardo dal desiderio che tu ascolti le mie lezioni
     tutte di Cielo ed impari a vivere di Volontà Divina!
In questo libro tu vedrai meraviglie;  troverai una Mamma che ti
ama talmente, da sacrificare il suo diletto Figlio per te, onde poterti far vivere di quella medesima Vita di cui Ella stessa visse sulla terra.
Non darmi questo dolore, non respingermi;  accetta questo
dono del Cielo che ti reco; 
accogli la mia visita, le mie lezioni. 
Sappi che Io percorrerò tutto il mondo,
andrò da ciascun individuo, in tutte le famiglie,
nelle comunità religiose, in ogni nazione, presso
tutti i popoli e, se occorrerà, girerò per secoli interi,
sino a quando non avrò formato come Regina
il mio popolo e come Madre, i figli miei, 
i quali conoscano e facciano regnare ovunque
                   la Divina Volontà.

Eccoti spiegato lo scopo di questo libro ( ‘ La Vergine Maria nel Regno della
Divina Volontà ’ )
.  Coloro che lo accoglieranno con amore saranno i primi fortunati figli che apparterranno al Regno del Fiat Divino, ed Io a caratteri d’oro scriverò i loro nomi nel mio materno Cuore.
Vedi, figlia mia? 
Quello stesso amore infinito di Dio,
che nella Redenzione volle servirsi di Me
per far scendere il Verbo Eterno sulla terra,
Mi chiama un’altra volta in campo e Mi affida
l’arduo compito, il sublime mandato
di formare sulla terra i figli del Regno
della sua Divina Volontà. 
Maternamente premurosa
Mi metto quindi all’opera e ti preparo la via
che ti dovrà condurre a questo felice Regno.
  A tale scopo
ti darò sublimi e celesti lezioni,
ed infine ti insegnerò speciali e nuove preghiere,
mediante le quali impegnerai il Cielo, il sole, la Creazione,
la mia stessa Vita e quella del Figlio mio,
e tutti gli atti dei Santi, affinché a nome tuo Essi
impetrino il Regno adorabile del Voler Divino. 
Queste preghiere sono le più potenti,
perché compromettono lo stesso Operato divino. 
Per mezzo di loro Dio si sentirà disarmato e
vinto dalla creatura;  forte di questo sussidio
tu affretterai l’avvento del suo Regno felicissimo,
e con Me otterrai che la Divina Volontà
si faccia  come in Cielo così in terra, 
     secondo il desiderio del Maestro Divino.
Coraggio, figlia mia;  fammi contenta e Io ti benedirò.

* * *

Continuavo i miei atti nel Fiat Divino - scrive Luisa il 31 maggio 1931, Volume 29 - e la mia povera mente si è fermata nella piccola casa di Nazareth, dove la Regina del Cielo, il Celeste Re Gesù e San Giuseppe stavano in possesso e vivevano nel Regno della Divina Volontà.  Sicché questo Regno non è estraneo alla terra…  ma mentre ciò pensavo, il Gran Re Gesù mi ha detto :

“ Certo che il Regno della mia Divina Volontà
è esistito sulla terra e perciò c’è la speranza certa
che ritorni di nuovo nel suo pieno vigore;
     la nostra casa di Nazareth era il pieno suo Regno,
           però eravamo senza popoli.
Ora, tu devi sapere che
ogni creatura è un regno, quindi chi fa regnare la mia Volontà in essa, si può chiamare un piccolo regno del Fiat Supremo.  Onde, è una piccola casetta di Nazareth che teniamo
sulla terra…
Per formare il gran Regno della nostra Volontà sulla terra, faremo per primo le tante piccole casette di Nazareth,
cioè le anime che la vorranno conoscerla
per farla regnare in loro.
Io e la Sovrana Regina staremo a capo
di queste piccole casette
,  perché essendo stati Noi
i primi che abbiamo posseduto questo Regno in terra,
è diritto nostro – che non cederemo a nessuno –
di essere i dirigenti di esse.

Onde,
di queste piccole casette ripetitrici della nostra casa
di Nazareth, formeremo tanti piccoli stati nostri, tante provincie che, dopo che si son ben formate ed ordinate come tanti piccoli regni della nostra Volontà, si fonderanno insieme e formeranno un sol Regno ed un gran popolo ”.


* * *

Appello del Re dei re
al suo popolo
per entrare nel Regno
della sua Divina Volontà
    Cari ed amati figli miei,
vengo in mezzo a voi col Cuore affogato nelle mie fiamme d’amore.  Vengo come Padre in mezzo ai figli che amo assai, ed è tanto il mio amore che vengo a rimanere con voi, per fare vita insieme e vivere con una sola Volontà, un solo amore. 
Vengo col corteggio delle mie pene, del mio Sangue, delle
mie opere e della mia stessa morte.  Guardatemi:  ogni goccia del mio Sangue, ogni pena, tutte le mie opere, i miei passi fanno a gara, ché vogliono darvi la mia Divina Volontà;  fin
la mia morte vuol darvi il risorgimento della vita in Essa. 
Nella mia Umanità tutto vi ho preparato ed impetrato: 
grazie, aiuti, luce e forza per ricevere un Dono sì grande; 
da parte mia tutto ho fatto, ora aspetto la parte vostra.  
Chi, ingrato, non vorrà ricevere Me ed il Dono che gli porto? 
Sappiate che è tanto il mio amore, che
metterò da parte la vostra vita passata, le stesse vostre colpe, tutti i vostri mali;  li seppellirò nel mare del mio amore,
affinché siano tutti bruciati, ed  incominceremo insieme
la novella vita, tutta di Volontà mia.
   Chi avrà cuore
di darmi un rifiuto e di mettermi alla porta,
senza accettare la mia visita, tutta paterna?  E  
se Mi accetterete, Io rimarrò con voi,
come Padre in mezzo ai figli miei; 
ma dobbiamo stare con sommo accordo
e  vivere con una sola Volontà.
Oh, quanto lo sospiro, gemo e deliro, e giungo fino a piangere, ché voglio che i miei cari figli stiano insieme con Me e vivano nella mia stessa Volontà!  Sono circa seimila anni di lunghi sospiri e di lacrime amare della mia santa Umanità, ché reclamo e voglio i miei figli intorno a Me, per renderli felici
e santi.  Giungo a chiamarli piangendo;  chissà se si muovano a compassione delle mie lacrime, del mio amore, che giunge fino a soffocarmi ed a farmi spasimare;  e tra i singhiozzi e
gli spasimi vo’ ripetendo:  ‘ Figli miei, figli miei, dove siete?  Perché non venite al Padre vostro?  Perché andate lontano
da Me, raminghi, poveri, pieni di tutte le miserie?  I vostri mali sono ferite al mio Cuore;  sono già stanco di aspettarvi e giacché non venite, non potendo più contenere il mio amore che Mi brucia, vengo Io a cercarvi e vi porto il gran Dono
della mia Volontà.  Deh, vi prego, vi supplico, vi scongiuro, ascoltatemi, muovetevi a compassione delle mie lacrime,
dei miei sospiri ardenti!
E non solo vengo come Padre, ma 
vengo come Maestro in mezzo ai discepoli; 
ma voglio essere ascoltato;  vi insegnerò cose sorprendenti,
lezioni di Cielo, le quali vi porteranno la luce che mai si spegne,
amore che sempre arde;  
le mie lezioni vi daranno forza divina,
coraggio intrepido, santità che sempre cresce; 
vi indicheranno la via ad ogni passo;  saranno
le conducenti alla Patria Celeste.
Vengo come Re in mezzo ai popoli, 
ma non per esigere imposte e tributi, no, no; 
vengo perché voglio la vostra volontà, le vostre miserie,
le vostre debolezze, tutti i vostri mali.   La mia sovranità è proprio
questa, voglio tutto ciò che vi rende infelici, inquieti, tormentati,
per nasconderlo e bruciarlo tutto col mio amore; 
e da Re benefico, pacifico, magnanimo, qual sono, ricambiarvi
con la mia Volontà, col mio amore più tenero, con le mie ricchezze
e felicità, con la pace e gioia più pura.
     Se Mi darete la vostra volontà, tutto è fatto,
Mi renderete felice e sarete felici.  Non altro sospiro,
se non che la Mia regni in mezzo a voi.
 
Il Cielo e la terra vi sorrideranno,
la mia Mamma Celeste
vi farà da Madre e da Regina; 
già Essa, conoscendo il gran bene
che vi riporterà il Regno del mio Volere, 
per appagare i miei desideri ardenti e per farmi
cessare di piangere,  ed amandovi da veri suoi figli,
va girando in mezzo ai popoli nelle nazioni
per disporli e prepararli a ricevere il dominio
  del Regno della mia Volontà.  
Fu Lei che Mi preparò i popoli
a farmi scendere dal Cielo in terra, 
ed a Lei affido, al suo amore materno,
che Mi disponga le anime, i popoli,
per ricevere un Dono sì grande .
Perciò ascoltatemi; 
e vi prego, figli miei, di leggere con attenzione
queste pagine che vi metto sott’occhio  e
sentirete il bisogno di vivere della mia Volontà. 
Io Mi metterò vicino quando leggerete,
vi toccherò la mente, il cuore, affinché
comprendiate e risolviate di
voler il Dono del mio
Fiat Divino!

Nella Divina Volontà Maria SS. ci benedica,
ci preservi da ogni male e pronunci in noi il suo ‘Fiat’






Nessun commento:

Posta un commento

Per cautela e contro ogni tentativo di insulto e di offesa ai Sacratissimi Cuori di Gesù e di Maria, questo blog attua la moderazione ai commenti.