Faccio
ora un esempio che ci aiuti a comprendere quanto Dio
sta consumandosi nell’amore per realizzare presto in noi il suo
desiderio.
Pensiamo
ad un bimbo piccolino che dicesse al papà: “Papà, voglio guidare
la macchina”. “Oh... che guaio!..”, direbbe il papà; ma poi
gli viene un’idea. “Entriamo nella macchina - dice - e ti siedi
nel mio grembo, dietro lo sterzo e metti le manine sul volante”.
Naturalmente il papà mette le sue mani con forza sulle manine del
bambino. Il bimbo non ha la scienza per guidare e non può arrivare
con il piede al pedale; ma il papà gli dice: “Dove vuoi andare,
figlio mio? Vuoi andare diritto? ... indietro? ... avanti? ...
giri
qui? ... fermi qua!? ... parcheggiamo!”. Tutto quello che il
piccolino desidera fare, forma per il papà il più grande piacere,
felice di poter stare insieme al figlio e divertirsi con lui.
Prendendo in considerazione questo esempio, è chiaro che il figlio
non ha guidato la macchina perché troppo piccolo e quindi incapace
di farlo; per natura solo il papà è in grado di far questo, perché
solo lui arriva fisicamente al pedale, solo lui ha la forza fisica di
girare e solo lui ha la scienza necessaria per guidare la macchina.
Ma,
nello stesso tempo, non possiamo negare che il figlio abbia guidato
la macchina. Possiamo affermare che il figlio ha guidato la macchina,
non per natura, ma per partecipazione; perché era volontà del padre
che il figlio non si sentisse incapace a guidare, ma che si sentisse
anch’egliautista, anzi che si sentisse addirittura come avesse
fatto tutto lui. Tanto è vero che il piccolo, appena sceso dalla
macchina andrà dalla mamma a dirle: “Mamma, ho guidato la
macchina!”; non le dirà ‘abbiamo’, ma ‘ho guidato’! Hanno
dunque guidato insieme la macchina perché era Volontà di Dio che il
figlio non si sentisse di meno, che non si sentisse non pienamente
autista; tanto è vero che ha lasciato al bimbo la decisione di tutti
i movimenti che dovevano fare e se il figlio non avesse dato tutte le
indicazioni, non sarebbero andati da nessuna parte.
Questo
esempio spiega ciò che Dio desidera ardentemente fare con noi.
Spiegheremo
più avanti come usare questo dono di Dio; ora desidero
solo che
comprendiate il
grande desiderio di Dio nei nostri riguardi, il grande progetto che
Dio ha su di noi: vengono calde lacrime di commozione solo a
pensarvi!
In
un brano tratto da uno degli ultimi volumi (scritti
da Luisa per ordine di Gesù e del confessore) Gesù
spiega a Luisa perché
Dio ci ha creati e
dice che per comprendere questo dobbiamo risalire alla SS. Trinità,
entrare nella processione interna delle Tre Divine Persone. Prima
abbiamo ricordato che Dio è Amore, che Dio
è
potente nella sua Volontà (se
vuole un bicchiere d’acqua, subito ce l’ha);
ora cercherò di spiegare meglio, anche se sappiamo che nel parlare
di Dio, noi che siamo imperfetti e finiti faremo sempre qualche
errore, faremo sempre degli esempi incompleti, perché Dio
è un Atto Unico, Eterno, senza successione di atti, onnipotente,
onnipre-sente, onnisciente. E’
quindi per noi impossibile afferrare Dio,
tutto ciò che Lui è, con un solo sguardo. Ed è anche molto
importante ricordare che il
vero amore ha l’esigenza interna di darsi
tutto alla
persona amata,
senza
ritenere niente per sé. Gesù
ha spiegato a Luisa che è come se da tutta l’eternità il Padre
contemplandosi tutto Amore avesse detto: ‘Voglio amare!’ Con
questa sua affermazione esce da Lui tutto ciò che Lui è: ed ecco la
Seconda Persona della SS. Trinità. (Nel
‘ Credo’ noi diciamo che ‘il Figlio procede dal Padre’ e non
si potrà mai dire il contrario).
Il Figlio, vedendosi tutto Amore e possedendo Egli pure la stessa
Divina Volontà onnipotente, dice: ‘Voglio amare’, ed ecco che
tutto quello che Lui è, uscendo da Lui si riversa nel Padre; si
completa così il cerchio. L’Amore che dal Padre passa al Figlio e
dal Figlio ritorna al Padre è lo Spirito Santo. Questa
processione nelle Tre Divine Persone avviene da tutta l’eternità;
ma in Dio tutto è sempre nuovo, in
Dio non si ripetono le cose sempre uguali, non ci sono ‘le solite
cose’ (non
è come per noi che, ripetendo sempre le solite cose, ci stanchiamo).
Gesù
spiega a Luisa: “E’ come se nel Nostro traboccare di Amore
avessimo detto: ‘Vogliamo creare altre persone alle quali
partecipare tutto ciò che siamo’”.
‘Tutto
ciò che siamo!’: è certamente solo una grazia speciale di Dio che
ci impedisce di comprendere tutta la portata di queste parole,
altrimenti ne moriremmo all’istante di stupore, di gioia, di
gratitudine! Dio,
dunque, non ci ha creati per essere sacerdoti, o sposi,
o per studiare o fare altre attività, ma ci
ha creati per partecipare, sulla terra e poi per sempre
nell’eternità, alla vita intima della SS. Trinità.
Ma
voi direte: “Come può l’Infinito essere racchiuso nel finito?”.
Pensate a ciò che succede ogni giorno quando, durante la S. Messa,
pronuncio le parole della consacrazione: tutto Dio scende nell’Ostia
Santa (perché dove c’è il Figlio c’è anche il Padre e lo
Spirito Santo); sia nella particola piccola che nell’Ostia grande è
sempre limitato, Lui, l’Immenso, e si nasconde dietro quei veli!
Per Dio non ci
sono problemi irrisolvibili. Chiediamo
perciò a Gesù che ci aiuti ad approfondire questi
Scritti. Ciò
che abbiamo detto fin qui sono riflessioni tratte dai primi 19 Volumi
finora a disposizione. Con l’aiuto di Dio, stiamo quasi per mandare
alle stampe i primi 16 Volumi. E noi sappiamo quante persone
attendono con ansia di poter leggere queste cose; vi chiedo perciò
di pregare per coloro che stanno lavorando su questi Scritti.
....a proseguire.....
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