Il
FIAT CREANTE, il FIAT REDIMENTE ed il FIAT SANTIFICANTE.
Gesù
spiega anche a Luisa (vol. 19°)
che quando Dio ha creato l’uomo lo ha dotato di tre
potenze: intelletto, memoria e volontà. Gesù dice che dinanzi al
FIAT CREANTE la prima potenza dell’uomo, l’intelletto, rimane
rapito; dinanzi a tutta la Creazione l’intelletto, comprendendo ciò
che Dio ha fatto per lui, rimane rapito, perché vede in ogni cosa
creata, anche nel più piccolo filo d’erba, il ti amo
di Gesù, di Dio, verso la creatura. Questo ti amo del Creatore vuole
però essere ricambiato dall’amore della creatura. Dinanzi al FIAT
della REDENZIONE subentra invece l’altra potenza di cui è stato
dotato l’uomo, cioè la memoria. La memoria rimane quasi incantata
dinanzi a questo grande sacrificio di Dio, perché per redimere
l’uomo, per poter far uscire l’uomo dallo stato di colpa e
salvarlo, Dio ha dovuto patire e subire la morte in Croce. Con il
TERZO FIAT il Signore dice che Lui vuole fare sfoggio del Suo Amore.
L’amore che Dio ha mostrato alla
creatura con il primo FIAT della Creazione e con il secondo FIAT
della Redenzione aumenta; Dio fa sfoggio del Suo Amore, perché col
Terzo FIAT Dio vuole
addirittura che l’uomo sia santificato e torni allo stato primiero,
allo stato originario. Ecco
perché abbiamo iniziato questa relazione con le parole del
Signore a Luisa: “Passeranno secoli e secoli, ma l’uomo tornerà
fra le mie braccia quale fu da Me creato”. Cioè, l’uomo tornerà
ad essere come era il
primo uomo: senza macchia, senza peccato, uomo in stretta unione con
Dio. “Quando l’uomo tornerà allo stato primiero -
continua il Signore - soltanto allora Io potrò finalmente
assaporare il riposo eterno; assaporerò il riposo eterno nel Terzo
FIAT’!”. Quando subentrerà
questo Terzo FIAT, quando l’opera di Dio sarà completa, soltanto
allora cesserà il singhiozzo del nostro Dio. Sì, perché Dio soffre
nel vederci fare la volontà umana, perché Lui ci ha creati in
armonia con tutto il creato, ed invece noi facendo la volontà umana
viviamo in maniera discorde dal creato. Soltanto allora perciò
cesserà il pianto di Dio, quel pianto che riempie Cielo e terra; e
al pianto di Dio subentrerà un sorriso eterno. Di fronte a tutte
queste rivelazioni Luisa rimane confusa, annichilita, non sa darsi
ragione e dice: “Ma Signore, perché proprio a me che sono tanto
piccola vieni a rivelare queste cose così grandi?!”. Il Signore le
risponde: “Tu devi sapere che quando Io faccio le cose
più grandi, le
mie opere maggiori, le affido agli esseri più inabili, più abietti,
a quelli più semplici. Difatti,
la mia Mamma era nelle tue stesse condizioni quando Io le annunciai che
il Verbo si sarebbe incarnato; e la mia Mamma non aveva niente di
strepitoso, di segni esteriori.” - Come i grandi, i Santi che
vengono fregiati da Dio di miracoli o della
presenza di piaghe, di stimmate... La
Madonna non aveva niente di esteriore, il tutto risiedeva nel suo
intimo, nelle virtù e nel suo ‘Sì’ dinanzi alla richiesta di Dio,
nel suo Fiat. E così la Madonna era anche Lei confusa,
nel suo caso, così come fu confusa Luisa di fronte a queste
rivelazioni. Il Signore usa con Luisa nuovi paragoni sempre più
belli e chiarificatori per spiegare meglio il suo concetto. Per
spiegare come mai si serve a volte delle anime più semplici, ricorre
ad un’altra similitudine. Dice: “Tieni presente un signore che ha
due servi. Di questi due servi uno è erculeo, abile, gigante;
l’altro è basso, mingherlino, inabile, incapace. Ad un certo punto
questo signore decide di depositare un miliardo in un’altra città
ed affida questa grandissima somma al servitore apparentemente
incapace, apparentemente inabile, piccolo, basso, perché, mentre
affida questa somma il signore pensa: ‘Se io l’affidassi al
servitore abile, erculeo, gigante, tutti gli presterebbero
attenzione; il nemico lo potrebbe molestare; per difendersi il mio
servitore potrebbe poi rimanere ferito e non potrebbe portare a
termine la missione che io gli affido. Invece se io l’affido a
questo servitore, nessuno gli farà attenzione, nessuno baderà a
lui, perché nessuno potrà pensare che io sia stato così stupido da
affidare ad un essere così inabile un miliardo. E così questo
servitore potrà portare a compimento l’opera che gli è stata
affidata’. Difatti il servitore fa quello che il Signore gli affida
e torna dal proprio padrone sano e salvo, senza che nessuno l’abbia
molestato. Così ho fatto Io in te!”, dice il Signore a Luisa.
Leggiamo alcune parole
testuali rivolte
dal Signore a Luisa: “Io girai e rigirai la terra, guardai una per
una tutte le creature per trovare la più piccola fra tutte; la tua
piccolezza mi piacque e ti scelsi. Ti affidai ai miei
Angeli affinché ti custodissero, non per farti grande, ma perché
custodissero la tua piccolezza. Ed
ora voglio cominciare la mia grande opera del compimento della mia
Volontà. Né con ciò ti sentirai più grande; anzi, la
mia Volontà ti farà più piccola e continuerai ad essere sempre la
piccola figlia del tuo Gesù, la piccola figlia della Divina
Volontà”. Ecco perché poi anche la nostra Associazione
ha preso questo nome: ‘Associazione Luisa Piccarreta - Piccoli
Figli della Divina Volontà’. In un altro volume del 1923
rileggiamo sempre il nocciolo del discorso del
Signore: vuole che l’uomo ritorni allo stato d’origine, vuole che
l’uomo ritorni allo stato senza peccato. Si rivolge
perciò a Luisa dicendo: “Luisa, nota questo grande vuoto che
esiste fra il Cielo e la terra. Prima che Io pronunziassi il FIAT
della Creazione, in questo vuoto c’era un ammasso di cose tutte in
disordine. Appena Io pronunciai il FIAT, ogni cosa andò al suo
posto, ci fu l’ordine, ci fu armonia. Tutte
le cose da Me create sono al loro posto e costituiscono il Nostro
onore, la Nostra gloria; solo l’uomo è orribile a vedersi; perché
l’uomo facendo la sua volontà è come quell’uomo che cammina con
la testa in giù e i piedi in aria”. L’uomo che
cammina in questa maniera fa ribrezzo, perché l’uomo in questo
modo deve strisciare; infatti il compito di camminare è affidato ai
piedi, ma i piedi di quest’uomo stanno in aria. E dovendo
strisciare, l’uomo non ha la possibilità di vedere chiaramente
davanti a sé, perché il suo campo visivo si riduce e così non ha
neppure la possibilità, la capacità di difendersi qualora venisse
molestato dal nemico infernale e dalle tentazioni. Ecco perché è
necessario che l’uomo ritorni al suo posto; l’uomo
facendo la sua volontà ha fatto un vero e proprio capitombolo. E’
necessario quindi che l’uomo torni al suo posto, quello
che gli è stato assegnato da Dio; e il suo posto è nella Divina
Volontà.
Gesù
presenta a Luisa, in una visione, un sacerdote che dovrà
attendere alla stesura dei suoi Scritti. Alle sue spalle vi è Gesù
che suggerisce
il titolo da dare a quest’Opera:
‘Il
Regno del FIAT in mezzo alle creature, - Libro di Cielo -
Il
richiamo della creatura nell’ordine, al suo posto e nello scopo per
cui fu creata’.
Ecco,
questo è l’obiettivo principale, è la finalità più grande del
progetto di Dio, e così sarà; il Signore ce lo ha assicurato: Al
suo pianto subentrerà il sorriso, subentrerà
questa Era meravigliosa, quest’Era di grazie infinite. Perché ora
sappiamo che, basta fare un atto, ogni atto, nella Divina Volontà,
perché ognuno di questi atti si moltiplichi all’infinito; e gli
effetti di questi atti fatti nella Divina Volontà si estenderanno a
tutti, a tutti gli altri, (naturalmente
a seconda delle disposizioni di ognuno). Basta perciò una
sola persona che faccia la Divina Volontà, perché tutti ne possiamo
ricevere gli effetti (naturalmente
se siamo disposti ad accettare questo Dono! ).
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