Tu devi sapere che il vivere nella nostra Volontà è un Dono che la nostra magnanimità vuol dare alle creature e con questo Dono la creatura si sentirà trasformata: da povero ricco, da debole forte, da ignorante dotto, da schiavo di vile passione, dolce e volontario prigioniero d’una Volontà tutta Santa che non lo terrà prigioniero, ma re di se stesso, dei domini divini e di tutte le cose create. Il gran Dono della nostra Volontà, dato come dono, cambierà la sorte infelice delle umane generazioni, menoché chi volontariamente vuol restare nella sua infelicità, molto più che questo Dono fu dato all’uomo nel principio della sua Creazione ed, ingrato, lo respinse col fare la sua volontà, sottraendosi dalla Nostra.Ora, chi si dispone a fare il nostro Volere prepara il posto, la decenza, la nobiltà dove poter mettere questo Dono sì grande ed infinito; le nostre conoscenze sul Fiat aiuteranno e prepareranno in modo sorprendente a ricevere questo Dono e, ciò che non hanno ottenuto fin oggi lo potranno ottenere domani.

lunedì 18 giugno 2012

IL CUORE E IL CENTRO DELLA CONOSCENZA DELLA DIVINA VOLONTA'


DIFFERENZA TRA ‘ FARE ’ E ‘ VIVERE ’
LA < DIVINA VOLONTA’ >
- IL ‘‘ FIAT ’’ -
S. Giovanni Rotondo - 5.10.1997
Relazione di Antonietta Abbattista

Non appena, in questi ultimi anni, mi sono avvicinata alla spiritualità di Luisa Piccarreta, ne ho sentita subito un’attrattiva fortissima e mi è parso di aver trovato finalmente ciò che da sempre nella mia vita avevo cercato.
I temi che mi sono stati assegnati per questa conferenza sono:
1°) La differenza che esiste tra fare e vivere la Divina Volontà.
2°) Il FIAT.
Mi atterrò perciò a questi temi assegnatimi. Voglio iniziare ricordando alcune parole di Gesù a Luisa, del 1923 (vol. 16). Eccole: “Passeranno secoli e secoli, come nella Redenzione così anche in questo, ma l’uomo tornerà nelle mie braccia come fu da Me creato”. Ci chiediamo: “Qual’è la caratteristica che distingue il primo uomo da tutti gli altri venuti successivamente?”. Per capire questo dovremo andare con la mente nell’Eden, là dove ebbe principio la nostra origine, dove l’Ente Supremo creò l’uomo e poi gli assegnò un regno da dominare. Lo scettro, il dominio di questo regno dipendevano però dal fondo dell’anima di quest’uomo, perché il primo uomo possedeva la Divina Volontà, possedeva il FIAT Divino nell’interno del suo intimo. E proprio perché possedeva questo FIAT, questa DIVINA VOLONTA’, era anche il padrone dell’universo, che era stato creato da Dio proprio per lui. Tanto è vero che le sue vesti erano regali, i suoi atti erano nobili e Dio all’inizio lo chiamava solitamente: “Mio piccolo re e figlio”. Quindi, quando venne creato il primo uomo tutto era armonia, bellezza, ordine. Ad un certo punto però questo nostro primo padre ha messo da parte la Divina Volontà ed ha fatto la sua volontà
amareggiando il Creatore. Dio allora riprese il regno che gli aveva affidato e gli chiuse le porte; però, nel ritirare a Sé questo regno non ha detto che non l’avrebbe più dato all’uomo, ma l’ha tenuto in riserbo per le future generazioni Dio intendeva assalire le future generazioni con attrattive meravigliose, con grazie sorprendenti, con conoscenze mirabili sulla Divina Volontà; desiderava che le future generazioni si rendessero conto della necessità di mettere a parte la volontà umana, per fare la Volontà di Dio. Ed è appunto questo che Luisa ha scritto nel suo Appello, per tutti i contemporanei e per quelli che sarebbero venuti dopo. Esortando tutti gli uomini, Luisa dice: “Mettete da banda la volontà umana, lasciamo le vesti da lutto della nostra schiavitù e vestiamoci da regine, fregiamoci con ornamenti divini”; perché appunto, possedere la Divina Volontà significa diventare re, regine, possedere l’universo, possedere quello che Dio ha creato per noi. Non possedere invece la Divina Volontà significa essere schiavi. Possiamo ora chiederci: “Come fare e come vivere la Divina Volontà? In che modo? In che maniera? ”. I modi per fare la Divina Volontà sono tanti. Certo, ognuno si accosta ad essa a seconda delle proprie disposizioni d’animo. Tanto è vero che Gesù stesso ha detto a Luisa: “Come per la luce del sole si può godere in maniera diversa, così è anche per la Divina Volontà”. Difatti il Signore ha detto a Luisa: “Supponi tu una persona che viva all’interno di una casa; questa persona potrà soltanto godere della luce del sole. Immagina poi una seconda persona che vive fuori dell’abitato; questa persona oltre a vedere la luce, cercherà di cogliere anche il calore del sole. Una terza persona invece si andrà a porre in una parte della superficie terrestre dove i raggi del sole cadono perpendicolarmente: questa terza persona oltre ad avere la luce e il calore, sarà proprio investita dalla luce del sole. Immaginiamo invece una quarta persona che spicca il volo verso il centro della sfera, del sole: in questo caso, la quarta persona è quella che viene eclissata totalmente nella luce del sole”. Con questo paragone il Signore vuole farci capire che la stessa cosa succede per quanto riguarda la Divina Volontà.
Facendo il parallelo con l’esempio esposto si può dire che la prima persona - quella che abita nella stanza – non possiede ancora il Regno, ma vive solo alla luce di questo Regno; la seconda persona è quella che si avvicina appena ai confini del Regno; la terza - quella che viene investita dalla luce e dal calore - è quella che ha già oltrepassato i
confini del Regno; la quarta è la più felice, perché è quella che si è eclissata totalmente nella Divina Volontà, ed ha quindi acquistata la Divina Volontà.
Quindi, fare la Divina Volontà alla prima o alla seconda maniera, cioè vivere soltanto degli effetti della Divina Volontà e non possederla totalmente, significa conoscere
il Regno, vivere alla luce del Regno ed essere forse anche persone virtuose; ma dobbiamo ricordare che le virtù che vengono praticate sulla terra non sono mai esenti da fini umani, dal gusto di piacere agli altri e di comparire, per cui queste virtù non ci porteranno mai alla vera e propria santità, ci daranno una santità umana che ci darà sempre qualche guadagno umano. Invece la Volontà Divina atterra la volontà umana, lasciando digiuno il proprio io in colui che compie la Divina Volontà. La persona che fa la Divina Volontà dice: “Io sono incapace... non so fare niente; chi opera in me è solo Dio”. Spesso negli Scritti di Luisa, il Signore paragona la Divina Volontà al sole. Il sole diventa quindi il simbolo della Divina Volontà. Gesù spiega che quando la Divina Volontà sorge sull’anima, la imperla di grazia e le dà le tinte più belle e le qualità divine. E questo perché la Volontà Divina ha in Sé una grande capacità di dare forza e grazia all’anima che la possiede. E l’anima che riceve questa forza e questa grazia sa che avrà la capacità di compiere il bene che dovrà fare e che avrà la forza di accettare qualsiasi sacrificio le venga richiesto. L’anima che fa la Divina Volontà è ferma, non è soggetta a tentazioni e ad incostanze: chi fa la Divina Volontà è costante. Questo non avviene invece per chi fa la volontà umana, perché la volontà umana non sarà mai completamente ferma, potrà avere dei turbamenti, degli intervalli. Gesù dice a Luisa che in chi fa la Volontà Divina vi è “il trabocco del Creatore sulla creatura”; sembra quasi che il Creatore riversandosi su di essa le partecipi tutte le Qualità divine; potremmo dire che l’anima che fa la Volontà Divina si trasforma quasi in Dio.Nel Volume 12°, nel 1917, il Signore ribadisce ancora il fatto che si può conoscere la Divina Volontà e vivere alla luce della Divina Volontà, ma non vivere in stretta unione con Essa. Pensiamo all’esempio fatto prima, di chi vive fuori dell’abitato e viene investito dalla luce e dal calore del sole, ma non è totalmente eclissato nel sole. Sempre nel 12° Volume, in maniera diversa il Signore riprende e ribadisce questo concetto dicendo che vivere rassegnato e vivere nel Divin Volere sono due modi diversi di accostarsi alla Divina Volontà; perché chi vive rassegnato alla Divina Volontà sarà rassegnato alla Divina Volontà in tutte le cose,
sia quelle prospere che quelle avverse e saprà riconoscere in tutte le cose create da Dio l’ordine e la disposizione che Lui ha loro dato, sapendo che nemmeno un capello
del nostro capo può cadere se Dio non vuole; e questo l’anima che si sottomette alla Volontà di Dio lo capisce, lo conosce. Però, chi è solo sottoposto e rassegnato alla Divina Volontà, non è in continua comunione con Essa, perché vi saranno dei momenti, degli intervalli, in cui la corrente della Volontà del Padre non è in comunione continua con la corrente della volontà del figlio; e in questi momenti il figlio
potrebbe abituarsi a fare la propria volontà umana. Nonostante ciò questo è comunque un primo avvio, un primo grado verso la santità. Invece,vivere totalmente nella Divina Volontà significa vivere in stretta unione con Essa; significa che l’anima
si sente incapace di agire da sola, per cui l’anima si rivolge al Signore dicendogli: “Mio Dio, Signore, se devo operare, operiamo insieme”. In questa maniera l’anima fa suoi tutti i pensieri del Padre; soffre, ama, guarda, cammina: fa tutto
ciò che fa il Padre. L’anima è il ritratto perfetto del Padre; non c’è quasi più differenza, perché è Dio che agisce in noi. Si può dire che l’anima che opera in stretta unione con la Divina Volontà è la ripetitrice della Vita di Gesù.
In questo appunto consiste la vera Santità. E’ la santità più bella, è la Santità delle santità. Questa Santità affonda tanto le radici nel profondo della terra che non c’è pericolo che oscilli; riempie Cielo e terra, ed i fiori di questa Santità sbocciano soltanto nel Cielo.
Difatti, in questo tipo di Santità non possono esserci far strepitare ed eccitare la gente. La Santità di quest’anima a volte è conosciuta soltanto da Dio: è una Santità che sboccia in Cielo e vive nascosta in Dio. Il mondo a volte conosce quasi nulla di quest’anima. La sua passione è la Divina Volontà ed il FIAT diventa il suo motto continuo. Questa è perciò la Santità per eccellenza. Come ha detto anche S. Giovanni Maria Grignon de Montfort: “Questa è la Santità che fisserà tutte le altre santità delle vecchie generazioni”. Anche le stelle più belle del passato, i Santi più grandi, quelli che si sono contraddistinti dai miracoli o per le conversioni strepitose, al confronto di questa grande Santità saranno quasi eclissati, perché questa è la Santità per eccellenza. Per inculcare meglio in noi questo concetto della Divina Volontà, in un altro Volume del 1926 il Signore ripete gli stessi concetti in maniera diversa, e lo fa portando degli esempi bellissimi, chiarificatori, in modo che anche l’anima più semplice possa comprendere.
Qui il Signore parla ancora della differenza che esiste fra l’anima che vive soltanto degli effetti della Divina Volontà e l’anima invece che vive in pieno la Divina Volontà. Per capire bene questa differenza, Gesù suggerisce a Luisa di tenere presente il sole e la terra: il sole si trova nella volta del cielo e manda i suoi raggi sulla terra; la terra riceve gli effetti della luce del sole. Sembra quasi che tra il sole e la terra vi sia un accordo: il sole da un lato nel mandare i suoi raggi sulla terra e la terra nel riceverli. Dobbiamo tenere presente però che gli effetti del sole non sono duraturi, non sono perpetui, perenni; ci sono momenti in cui, per effetto del moto di rotazione, di rivoluzione, la terra riceve in maniera efficace i raggi del sole e momenti in cui non li riceve; vi saranno perciò dei momenti in cui la terra apparirà fiorita, verde, lussureggiante, e dei momenti in cui la terra apparirà spoglia. E questo perché la terra non è ferma, ma gira; questo perché la terra non è ferma, ma gira; non è ferma come invece è l’anima che vive continuamente ferma, fissa, legata al Divin Volere. Gesù continua a spiegare a Luisa dicendo che se la terra possedesse in pieno gli effetti che il sole produce, la terra non avrebbe più bisogno di mendicare gli effetti dal sole perché diverrebbe sole essa stessa; ma questo in realtà non succede.
Questa immagine della terra che muta, che ora ci appare spoglia ed ora fiorita, è l’immagine dell’anima che a volte si sottopone alla Divina Volontà, ed a volte invece fa subentrare degli intervalli nei quali fa la sua volontà, la volontà umana. Per non parlare poi della terra che non vuole invece assolutamente farsi toccare dalla luce del sole e così ci appare sempre squallida, senza un filo d’erba! Tale, dice Gesù, è l’anima che vive lontana dalla Divina Volontà. Questo è lo stato in cui si viene a trovare Adamo dopo il peccato; perché dopo aver peccato, dopo aver voluto fare la sua volontà, Adamo ha perso la pienezza della luce che gli era stata data nel momento della creazione e si è trovato così immiserito; e mentre prima era la nota di accordo della Creazione, si è trovato ad essere la nota scordante fra Cielo e terra. Perché Adamo riconquistasse la Divina Volontà era necessario che venisse sulla terra un Riparatore, appunto il Verbo, che si è Incarnato perché ritornasse
nuovamente la pienezza della Luce della Divina Volontà.Questa pienezza è stata ottenuta anche dalla Madre Celeste, Colei che nella sua vita ha fatto in pieno la Divina Volontà e che quindi è da paragonare al Sole, e come Sole può dare luce a tutti. Nel 9° Volume, Nostro Signore spiega come fare la Divina Volontà, in senso stretto. L’unione suprema con la Volontà Divina si ha quando l’anima fa sua la vita della Divina Volontà , quando cancella qualsiasi ombra della volontà umana e accetta tutto ciò che Dio dispone per lei e per gli altri; per cui accetta la povertà, accetta la morte e, anche se sembra un discorso paradossale, l’anima accetta anche le cose più brutte, perché sa che quelle cose le vuole Dio. Solo in tal modo l’anima si abituerà a fare pienamente la Volontà di Dio. E persino i castighi che a volte Dio manda li accetta, perché pensa che sono castighi che Dio deve mandare per scuotere un po' le coscienze degli uomini.
Questa è quindi la differenza fra chi vive soltanto rassegnato, sottoposto, alla Volontà di Dio e chi vive invece in unione stretta, intima, in comunione perfetta con il nostro Creatore. Ed è questo il sogno, il piano di Dio.
Dio aspetta le generazioni a cui affidare il TERZO FIAT, queste generazioni che accoglieranno questo Terzo Fiat ; Dio sogna che l’uomo possa tornare come allo stato d’origine, com’era all’inizio Adamo, prima del peccato. Possiamo ora passare all’altro tema: Il ‘ FIAT ’. La parola Fiat noi la pronunciamo tutte le volte che recitiamo il Padre nostro, quando appunto diciamo: ‘Sia fatta la Tua Volontà, come in Cielo così in terra’. Che cosa significa questa espressione: così in terra come in Cielo? Cioè, noi dovremmo fare la Volontà Divina così come viene vissuta dai Beati nel Paradiso. Sembra difficile, ma se noi cominciamo veramente ad annullare la nostra volontà e ad accettare tutto quello che ci viene da Dio, perché Dio lo vuole, non ci sembrerà più difficile;
basterà invocare la Divina Volontà in ogni momento, in ogni azione della nostra vita quotidiana, anche la più semplice. Basta cominciare dal mattino, appena ci si alza, e dire:
Divina Volontà, vieni ad operare in me; Divina Volontà, vieni a camminare in me... vieni a fare colazione in me...’E così, anche nelle azioni più banali, più semplici, non saremo più noi ad agire, ma sarà Dio ad agire in noi. Gesù parlando del Padre nostro spiega a Luisa le espressioni: ‘Sia fatta la Tua Volontà’ e ‘Dacci oggi il nostro pane quotidiano’. Noi siamo portati a pensare che il pane quotidiano sia il pane materiale di cui ci nutriamo tutti i giorni. In realtà dovremmo pensare a tre tipi di pane: dovremmo invocare da Dio il Pane della Divina Volontà, poi il Pane Eucaristico, ed infine e soltanto dopo, il pane materiale, quello di cui non abbiamo poi necessità assoluta, perché potremmo anche vivere senza pane materiale (Gesù stesso ha detto che non si vive solo di pane, ma anche di tutto ciò che è spirituale e che arricchisce la nostra anima). Stavamo parlando del FIAT’. Il PRIMO FIAT è stato pronunciato da Dio nel momento della Creazione. Quando Dio, senza l’intervento della creatura ha pronunciato il FIAT’, da quel FIAT sono venuti fuori miliardi e miliardi di stelle. Il SECONDO FIAT è stato pronunciato da Maria nel momento in cui ha accettato di fare incarnare in
Sé il Verbo Eterno; e questo Fiat pronunciato da Maria ha dato origine poi alla Redenzione.E come il primo FIAT ha fatto scaturire miliardi e miliardi di stelle, il FIAT della Redenzione invece ha fatto scaturire miliardi e miliardi di atti di grazia; atti di grazia che hanno investito ed investono tuttora tutte le creature. In qualsiasi cosa subentrata dopo la Redenzione, noi vediamo impresso il FIAT MIHI di Maria. Lo vediamo impresso nell’Ostia Sacramentale - se non ci fosse stato il FIAT’ di Maria, nemmeno l’Ostia avremmo avuto; quell’Ostia tanto cara, tanto importante, per la quale mettiamo dentro di noi il nostro stesso Signore!
- Vediamo questo Fiat mihi di Maria impresso anche nel bambino che viene battezzato - se non ci fosse stata la Redenzione l’uomo non avrebbe avuto la possibilità di redimersi e di cancellare il peccato originale tramite questo Sacramento -. E vediamo il Fiat di Maria anche tutte le volte che siamo convinti che le porte del Paradiso ci sono state aperte - quelle porte del Paradiso che dopo il peccato originale ormai erano state per noi chiuse.
Si può dire quindi che i frutti della Redenzione sono forse molto più importanti dei frutti del Primo FIAT, perché mentre le stelle create subito dopo il Primo FIAT sono delle cose fisse, gli atti che vengono fuori dal Secondo FIAT, pronunciato da Maria, sono degli atti che si moltiplicano all’infinito; non sono cioè degli atti che si sono avuti solo in quel momento e basta, ma si moltiplicano e si moltiplicheranno fino alla fine dei tempi. Possiamo quindi veramente dire che il FIAT della Redenzione è stato uno dei Doni più grandi.Però non è finita qui. Secondo Nostro Signore, il TERZO FIAT, quello che il Signore chiede di pronunziare a Luisa - e spera che condividano tante altre anime! -, questo TERZO FIAT inaugurerà un’epoca ancora più bella, ancora più grande e piena di grazia, ancora più sorprendente. Perché il TERZO FIAT farà in modo che l’uomo possa tornare allo stato originario, così come fu creato nel momento della Creazione, quando era privo di macchia, quando era il piccolo re e figlio di Dio. Gesù disse a Luisa che il Terzo FIAT sarà come
l’arcobaleno che subentrò dopo il diluvio universale; l’arcobaleno, come un milite di pace, assicurò ai superstiti che il diluvio era cessato. Così sarà l’avvento di questa nuova era, l’era del Terzo FIAT. Tutte quelle anime che si consacreranno alla Divina Volontà, saranno come tanti arcobaleni e tanti iridi di pace; ed i colori di cui sfolgoreranno queste anime saranno tutti colori divini: la Bontà, la Misericordia, la Giustizia, L’amore e tutti i valori più belli. Queste saranno le caratteristiche delle anime che faranno la Divina Volontà. Il Signore dice ancora a Luisa che nel momento in cui Lui ha fatto le opere più grandi ha avuto dinanzi a Sé una sola creatura. Durante la Creazione, quando ha pronunziato il FIAT ed ha creato l’uomo, ha avuto soltanto Adamo davanti a Sé; solo dopo si è avuta Eva e poi turbe e turbe di popoli. Così, quando Dio ha pronunciato il secondo FIAT aveva davanti a Sé soltanto Maria. La Madonna avvertiva in Sé una grande forza, avvertiva in Sé la grandezza dell’opera che Dio stava facendo e si sentiva quasi confusa; così non ha neppure avuto il coraggio di riferire a Giuseppe ciò che le stava accadendo; e se Giuseppe un giorno è venuto a conoscenza del fatto è perché è stato avvisato dal Signore. E soltanto dopo l’Incarnazione, solo dopo che l’Umanità di Gesù si è fatta conoscere, solo dopo sono aumentate le persone che sono venute a conoscenza di questo grandioso fenomeno della Redenzione. E così sarà anche per il TERZO FIAT:
all’inizio sarà conosciuto solo da Dio e dall’anima che pronuncerà per prima questo FIAT, questo Sì nel Volere Supremo; poi saranno pochissime le anime che si avvicineranno ad Esso; infine seguiranno turbe e turbe di popoli, perché il sogno, la realizzazione del piano di Dio è appunto che tutti gli uomini tornino allo stato primiero. Il Signore poi definisce questi FIAT e dice che questi TRE FIAT sono appunto:il FIAT CREANTE, il FIAT REDIMENTE ed il FIAT SANTIFICANTE.

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