Tu devi sapere che il vivere nella nostra Volontà è un Dono che la nostra magnanimità vuol dare alle creature e con questo Dono la creatura si sentirà trasformata: da povero ricco, da debole forte, da ignorante dotto, da schiavo di vile passione, dolce e volontario prigioniero d’una Volontà tutta Santa che non lo terrà prigioniero, ma re di se stesso, dei domini divini e di tutte le cose create. Il gran Dono della nostra Volontà, dato come dono, cambierà la sorte infelice delle umane generazioni, menoché chi volontariamente vuol restare nella sua infelicità, molto più che questo Dono fu dato all’uomo nel principio della sua Creazione ed, ingrato, lo respinse col fare la sua volontà, sottraendosi dalla Nostra.Ora, chi si dispone a fare il nostro Volere prepara il posto, la decenza, la nobiltà dove poter mettere questo Dono sì grande ed infinito; le nostre conoscenze sul Fiat aiuteranno e prepareranno in modo sorprendente a ricevere questo Dono e, ciò che non hanno ottenuto fin oggi lo potranno ottenere domani.

lunedì 18 giugno 2012

Conoscere la Divina Volontà per abbracciarla e viverla


D. - Adriana, ci fai un canto sulla Divina Volontà!?...
(Sulla melodia di ‘Grazie, diciamo a Te, Gesù’:) Venga il tuo Regno, Cristo Signore, - la tua Divina Volontà. Nel tuo Volere tutto ci doni - per sublimarci tutti in Te. Rit. Esultanti T’invochiam: come in Cielo, così in terra, compiasi in tutti il Divin Voler. Interminabile Luce increata - sempre in Te noi vogliam restar. La mensa eterna che ci hai preparata - già pregustiamo nei nostri cuor.
Rit. Esultanti T’invochiam... O Terzo FIAT Santificante - noi T’imploriamo sul mondo inter.
Un’era nuova di pace e d’amore - ci donerai per l’eternità. Rit. Esultanti T’invochiam...
Io parlo sempre ed a tutti del Divin Volere (continua Adriana). Quando parlavo con don Dolindo Ruotolo del Divin Volere, io parlavo... parlavo... e lui chinava la testa e
pareva che si addormentasse mentre io parlavo, ed invece lui mi diceva: “Ah... come riposo bene!... Come riposo bene!...” E certo che ci si riposa bene nel Divin Volere!...
Quando poi andavo da Giulietta, un’anima bella, stimmatizzata, mentre tutte le altre amiche andavano a chiederle che intercedesse per delle grazie in loro favore, io
le parlavo invece del Divin Volere; il tempo passava e gli altri fuori bussavano alla porta, ma lei neppure mostrava di sentire e sospirava solo: “Ah, Luisa, Luisa! E’ in alto Luisa! E’ in alto Luisa!...” E come se gli altri non avessero bussato, lei mi diceva: “Ancora ... parla ... parla! … parla della Divina Volontà!” D. - ... Riguardo alle Ore della Passione?! … R. - Noi ci stanchiamo e facciamo solo un’Ora al giorno, ma Luisa le faceva tutte ventiquattro. “Non tediarti - dice Gesù - non tediarti di Chi non si tediò di te!”. Alla sera, quando gli altri dormivano, Luisa faceva le Ore della Passione, e scriveva quello che vedeva, che sentiva: “Ti vedo legato, Ti vedo sputacchiato...”.
(p. L.) Troviamo continuamente negli scritti di Luisa: ‘Trovandomi nel mio solito stato...’ Possiamo spiegare queste parole in questo modo: Siccome lei era un’anima
vittima ed il Signore le chiedeva di aumentare sempre più le sofferenze, le intensificava la partecipazione alla sua Passione e le crocifissioni mistiche, ecc., e siccome la nostra natura umana, che è limitata, non avrebbe potuto resistere
alle immani sofferenze che il Signore permetteva che lei avesse, il Signore la faceva allora stare in questo stato di morte... ‘Trovandomi nel mio solito stato’ poteva
quindi significare, o che era impietrita, la notte, o che si trovava a letto e non poteva partecipare alla vita degli altri. Il Signore toglieva la sua anima dal corpo e quindi
lei rimaneva con questo corpo duro e pesante come una pietra, pietrificato. E per poter ritornare da questo stato di morte alla vita, c’era bisogno di un sacerdote che la risvegliasse. Quindi possiamo spiegare questo suo stato in questo modo: la sua anima usciva dal corpo e così lei poteva subire quelle sofferenze che erano molto superiori a
quelle che la natura umana avrebbe potuto sopportare. E perché noi abbiamo come riferimento il vescovo di Trani?! Proprio perché fu il vescovo di Trani a dare
l’ubbidienza ai sacerdoti di andare a svegliare Luisa. E così ogni mattina un sacerdote andava da lei e la svegliava; poi celebrava la Santa Messa e subito dopo la Messa lei gli
faceva leggere gli scritti del giorno precedente. * * *
(Adriana Pallotti è conduttrice in S. Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, della ‘Casa di Preghiera per il Regno della Divina Volontà’ della quale è proprietaria. Oltre che casa di
spiritualità, la villetta ospita i parenti degli ammalati che frequentano il grande ospedale voluto da padre Pio, la ‘Casa Sollievo della Sofferenza’ .
Adriana è di Modena ed era venuta a S. Giovanni Rotondo per confessarsi da padre Pio. Quando il papà di Adriana un giorno chiese a padre Pio - del quale era figlio spirituale - se ritenesse opportuna la costruzione di una piccola casa per la figlia in S. Giovanni Rotondo, padre Pio per ben due volte rispose: “Se la fai, falla grande!”. E veramente doveva diventare una casa di accoglienza e di diffusione di questo grande Dono che Dio vuole ridare all’umanità: il suo Divino Volere! Adriana, per circa venti anni è stata ascoltatrice fedele delle conferenze sulla Divina Volontà tenute da Federico Abresch in S. Giovanni Rotondo e quando un giorno chiese a padre Pio: “Posso dare ad Andrea Magnifico - di Milano - i soldi per pubblicare gli Scritti di Luisa Piccarreta sulla Divina Volontà’?”,
il padre le rispose: “Sì!... Ripetimelo!”. Adriana rimase stupita di quella risposta, perché generalmente padre Pio non si faceva mai ripetere le domande, anzi, le preveniva. E ripeté la domanda. E padre Pio le rispose decisamente: “Sì!” Adriana allora capì che il padre la incoraggiava, o meglio, le dava la missione di pubblicare, di diffondere gli Scritti di Luisa.
Ora Adriana è una umile, ma ardente apostola e testimone con la parola e con la vita, di questa Vita nel Suo Volere Divino che Dio ci vuole nuovamente partecipare).

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