l’Immacolata
Bambina
Selezione
di brani dagli Scritti della Serva di Dio
Luisa Piccarreta la PFDV
Luisa Piccarreta la PFDV
La
Celeste Bambinella
Dal
‘LIBRO di CIELO’ -
Volume 24, 19 luglio 1928
Volume 24, 19 luglio 1928
Scrive la
Serva di Dio Luisa Piccarreta:
[…]
Mentre la mia mente faceva presente il Concepimento della Sovrana
Signora, io dicevo tra me:
“Immacolata
Regina, questa piccola figlia del Volere Divino viene a prostrarsi ai
tuoi piedi per festeggiare il tuo Concepimento e darti gli onori di
Regina, ed insieme con me chiamo tutta la Creazione a farti corona,
gli Angeli, i Santi, il cielo, le stelle, il sole e tutti, a
riconoscerti come nostra Regina, ad onorare e amare la tua altezza e
a dichiararci tutti sudditi tuoi. Non vedi, o Madre e Regina Celeste,
come tutte le cose create corrono intorno a Te per dirti: «Ti
salutiamo, Regina nostra; finalmente, dopo tanti secoli abbiamo avuto
la nostra Imperatrice»; e il sole ti saluta Regina della
luce, il cielo Regina dell’immensità e delle stelle, il vento
Regina dell’impero, il mare Regina della purità, fortezza e
giustizia, la terra ti saluta Regina dei fiori. Tutti a coro ti
salutano:
<<Sei la benvenuta, la
nostra Regina;
Tu sarai il nostro sorriso, la nostra gloria, la nostra felicità; d’ora in poi dai tuoi cenni tutti dipendiamo>>”.
Tu sarai il nostro sorriso, la nostra gloria, la nostra felicità; d’ora in poi dai tuoi cenni tutti dipendiamo>>”.
Nel
Volume 16, l’8 dicembre 1923, leggiamo:
L’Immacolato
Concepimento della Vergine SS.
Per poter Lei concepire il Figlio di Dio, fu concepita
eternamente nella vita e nelle opere, nelle pene
e nei meriti del Verbo Incarnato.
Per poter Lei concepire il Figlio di Dio, fu concepita
eternamente nella vita e nelle opere, nelle pene
e nei meriti del Verbo Incarnato.
Stavo
pensando all’Immacolato Concepimento della mia Mamma Regina -
scrive Luisa Piccarreta - ; e dopo aver fatto la Santa Comunione,
il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere nel mio interno, come
dentro d’una stanza tutta luce, ed in questa luce faceva vedere
tutto ciò che aveva fatto in tutto il corso della sua vita. Si
vedevano schierati in ordine tutti i suoi meriti, le sue opere, le
sue pene, le sue piaghe, il suo Sangue, tutto ciò che conteneva la
Vita di un Uomo e Dio, come in atto di prevenire un’Anima a Lui
tanto, tanto cara, da qualunque minimo male che potesse ombrarla. Io
stupivo nel vedere tanta attenzione di Gesù; e Lui mi ha detto:
“Alla
mia piccola, piccola neonata, voglio far conoscere l’Immacolato
Concepimento della Vergine, concepita senza peccato.
Tu
devi prima sapere che la mia Divinità è un Atto solo; tutti gli
atti suoi si concentrano in Uno solo. Questo significa essere Dio,
il portento più grande della Nostra Essenza Divina: non essere
soggetto a successione di atti; e se alla creatura sembra che
ora facciamo una cosa ed ora un’altra, è piuttosto che facciamo
conoscere ciò che c’è in quel solo Atto, ed essendo la creatura
incapace di conoscerlo tutto d’un solo colpo, glielo facciamo
conoscere a poco a poco.
Ora,
tutto ciò che Io, Verbo Eterno, dovevo fare nella mia assunta
Umanità, formava un solo atto con quell’Atto Unico che contiene la
mia Divinità. Sicché, prima che questa nobile Creatura fosse
concepita già esisteva tutto ciò che doveva fare sulla terra il
Verbo Eterno; onde nell’atto che questa Vergine fu concepita, si
schierarono intorno al suo Concepimento tutti i miei meriti, le mie
pene, il mio Sangue e tutto ciò che conteneva la Vita d’un Uomo
Dio, e restò concepita negli interminabili abissi dei miei meriti,
del mio Sangue Divino, e nel mare immenso delle mie pene. In virtù
di Essi restò Immacolata, bella e pura, ed al nemico restò sbarrato
il passo dagli incalcolabili Meriti miei e non poté recarle nessun
nocumento.
E’
giusto che chi doveva concepire il Figlio d’un Dio, doveva prima
essere Lei concepita nelle opere di questo Dio, per poter tenere
virtù di concepire quel Verbo che doveva venire a redimere il genere
umano. Sicché Lei prima restò concepita in Me, ed Io restai
concepito in Lei; non restava altro che, a tempo opportuno,
farlo conoscere alle creature, ma nella Divinità era come già
fatto.
Perciò
Colei che più raccolse i frutti della Redenzione, anzi ebbe il
frutto completo, fu questa eccelsa Creatura che, essendo concepita in
Esso, amò, stimò e conservò come cosa sua tutto ciò che il Figlio
di Dio operò sulla terra.
Oh!
la bellezza di questa tenera piccina! Era un prodigio della Grazia,
un portento della Nostra Divinità. Crebbe come Figlia Nostra, fu il
nostro decoro, la nostra allegrezza, l’onore e la gloria nostra”.
Onde,
mentre ciò diceva il mio dolce Gesù, io pensavo nella mia mente:
“E’ vero che la mia Regina Mamma fu concepita negli interminabili
meriti del mio Gesù, ma il suo sangue, il suo corpo, furono
concepiti nel seno di S. Anna, la quale non era esente dalla macchia
di origine; dunque, come può essere che nulla ereditò dai tanti
mali che tutti abbiamo ereditato dal peccato del nostro primo padre
Adamo?”
E
Gesù: “ Figlia mia, tu non hai capito ancora che tutto il male
sta nella volontà. La volontà travolse l’uomo, cioè la sua
natura, non la natura travolse la volontà dell’uomo; sicché la
natura restò al suo posto, quale fu da Me creata, nulla cambiò;
fu la sua volontà che si cambiò e si mise niente di meno che
contro una Volontà Divina. E questa volontà ribelle travolse la
sua natura, la debilitò, la contaminò e la rese schiava di
vilissime passioni. Successe come ad un recipiente pieno di
profumi o di cose preziose: se si svuota e si riempie di marciume o
di cose vili, forse cambia il recipiente? Cambia ciò che si mette
dentro, ma esso è sempre quello che è; al più si rende più o
meno apprezzabile a seconda di ciò che contiene. Tale fu
dell’uomo.
Ora,
alla mia Mamma l’essere concepita in una creatura della razza
umana non Le recò nessun nocumento, perché la sua anima era immune
da colpa. Tra la sua volontà e Quella del suo Dio non c’era
divisione; le correnti divine non trovavano intoppo né opposizione
per riversarsi su di Lei; in ogni istante stava sotto la pioggia
dirotta di nuove grazie. Onde, con questa volontà e
quest’anima tutta santa, tutta pura, tutta bella, il recipiente del
suo corpo che prese dalla sua madre restò profumato, riabilitato,
ordinato, divinizzato, in modo da restare esente anche da tutti i
mali naturali da cui è invasa l’umana natura.
Ah,
sì! … Fu proprio Lei che ricevette il germe del “Fiat
Voluntas Tua come in Cielo così in terra”, e questo La nobilitò e
La restituì al suo principio, quale fu da Noi creato l’uomo, prima
che peccasse; anzi glielo fece sorpassare, La abbellì di più
ancora, ai continui flussi di quel FIAT che ha solo virtù di
produrre immagini tutte simili a Colui che le ha create. Ed in virtù
di questa Volontà Divina che agiva in Lei si può dire che ciò che
Dio è per natura, Lei è per grazia.
La
Nostra Volontà tutto può fare e dovunque può giungere, quando
l’anima Ci dà la libertà d’agire e non interrompe con la sua
volontà umana il nostro operato ”.
Il
16 settembre 1928 - Vol. 24 - Luisa scrive:
La
Vergine con l’essere concepita concepì il Regno
del FIAT, col nascere ci restituì i diritti di possederlo.
del FIAT, col nascere ci restituì i diritti di possederlo.
Il
mio abbandono nel FIAT è continuo e mentre seguivo i suoi
atti, la mia povera mente si è fermata a pensare al Concepimento
della Celeste Regina ed alla sua grande fortuna d’essere preservata
dalla macchia originale, ed il mio amato Gesù muovendosi nel mio
interno mi ha detto:
“Figlia
mia, il germe con cui fu concepita la Sovrana Celeste, fu preso
dalla stirpe umana, come tutte le altre creature, come l’ebbi
anch’Io. Però c’è questa gran differenza, non concessa a
nessun’altra creatura, che in questo germe umano prima che venisse
concepita la sua bell’ani-ma, il mio FIAT con la sua onnipotenza
accentrò i suoi raggi in questo germe, e con la sua luce e calore
annientò e fece morire ciò che di male c’era in esso,
purificandolo del tutto e rendendolo puro e santo, ed esente dalla
macchia d’origine, e poi fu concepita in questo germe l’Immacolata
Bambina. Sicché, tutto il portento
dell’Immacolato Concepimento fu operato dalla Mia Divina Volontà;
non fece un altro germe umano, né lo distrusse, ma lo purificò, e
col suo calore e luce gli tolse tutti gli umori che aveva contratto
questo germe dal peccato di Adamo, e fece ritornare il germe umano in
Lei come era uscito dalle nostre mani creatrici.
Perciò,
come fu concepita la Piccola Vergine Regina, così fu
concepito in Lei e nelle umane generazioni il Regno della Mia Divina
Volontà, perché Noi nel formare
e dare ad una creatura grazie sorprendenti, guardiamo in lei tutta
l’umanità, tutta l’umana famiglia, come se fosse una sola.
Vedi
dunque, come fu concepita la Vergine in questo germe esente d’ogni
macchia, che fu tutta opera del FIAT Divino, così fu concepito di
nuovo nell’umanità il Suo Regno Divino. E come l’Immacolata
Verginella nacque, così fu restituito il diritto di poterlo
possedere.
Ora,
venendo Io sulla terra a prendere umana carne, me ne servii del germe
della Sovrana del Cielo, e si può dire che insieme con Lei lavorammo
per formare di nuovo questo Nostro Regno nelle umane generazioni.
Quindi non rest’altro che conoscerlo per possederlo. Perciò sto
manifestando ciò che al Regno ed alla Mia Volontà Divina
appartiene, acciocché la creatura segua le sue vie, segua i suoi
passi ed entri in possesso di Essa, e la Mia Divina Volontà col suo
calore e luce ripeterà il prodigio di togliere gli umori cattivi che
possiede il germe umano. E per essere sicura metterà il germe della
sua luce e calore e si costituirà vita del germe, e così si
scambieranno il possesso. La Mia Divina Volontà prenderà possesso
del germe per formarvi la sua vita di luce, di calore e santità, e
la creatura ritornerà a prendere di nuovo il possesso del Regno del
Mio FIAT Divino.
Vedi
dunque figlia mia, tutto sta preparato, non ci vuol altro che farlo
conoscere, e perciò Io ho tanta premura che si conosca ciò che
riguarda il Mio Divin Volere, per gettare nelle creature il
desiderio di possedere un sì gran Bene, affinché la Mia Volontà,
attirata dai desideri di esse, possa accentrare i suoi raggi luminosi
e col suo calore compiere il prodigio di restituire il diritto di
possedere il Suo Regno di pace, di felicità e di santità”.
L’8
dicembre 1922 - Vol. 15 - ancora
Sull’Immacolato
Concepimento di Maria SS.
Stavo
pensando al gran portento dell’Immacolato Concepimento della mia
Regina e Celeste Mamma e nel mio interno mi sentivo dire:
“Figlia
mia, l’Immacolato Concepimento della mia diletta Mamma fu
prodigioso ed al tutto meraviglioso, tanto che Cieli e terra ne
stupirono e fecero festa. Tutte e Tre le Divine Persone fecero a
gara: il Padre fece sboccare un mare immenso di Potenza; Io,
Figlio, sboccai un mare infinito di Sapienza, e lo Spirito Santo un
mare immenso d’eterno Amore, che confondendosi ne formarono uno
solo; ed in mezzo a questo mare fu formato il Concepimento di questa
Vergine, eletta fra le elette. Sicché la Divinità somministrò la
sostanza di questo Concepimento, e non solo era centro di vita di
questa mirabile e singolare Creatura, ma questo mare Le stava
d’intorno, non solo per tenerla difesa da tutto ciò che potesse
ombrarla, ma per darle in ogni istante nuove bellezze, nuove grazie,
potenza, sapienza, amore, privilegi, ecc. Sicché la sua piccola
natura fu concepita nel centro di questo mare, e si formò e crebbe
sotto l’influsso di queste onde divine; tanto che, non appena
fu formata questa nobile e singolare creatura, non volle aspettare
come il solito delle altre creature; volle i suoi amplessi, il
ricambio del suo amore, i suoi baci, godersi i suoi innocenti
sorrisi; e perciò non appena fu formato il suo Concepimento, Le
diedi l’uso di ragione, La dotai di tutte le scienze, Le feci
conoscere le Nostre gioie ed i Nostri dolori a riguardo della
Creazione; e fin dal seno materno Lei veniva nel Cielo, ai
piedi del Nostro Trono, per darci gli amplessi, il ricambio del suo
amore, i suoi teneri baci, e gettandosi nelle Nostre braccia Ci
sorrideva con tale compiacenza di gratitudine e di ringraziamento da
strappare i Nostri sorrisi.
Oh,
come era bello vedere questa innocente e privilegiata Creatura,
arricchita di tutte le qualità divine, venire in mezzo a Noi, tutta
amore, tutta fiducia, senza paura, perché il solo peccato è quello
che mette distanza tra Creatore e creatura, spezza l’amore, sperde
la fiducia ed incute timore.
Sicché,
Lei veniva in mezzo a Noi come Regina, che col suo amore, dato da
Noi, Ci tirava ai suoi voleri, Ci rapiva, Ci metteva in festa e si
faceva rapitrice d’altro amore; e Noi La facevamo fare, godevamo
dell’amore che Ci rapiva e La costituimmo Regina del Cielo e della
terra.
Cielo
e terra esultarono e fecero festa insieme con Noi, nell’avere dopo
tanti secoli la loro Regina… Il sole sorrise nella sua luce, e
si credette fortunato nel dover servire la sua Regina col darle la
luce; il cielo, le stelle e tutto l’universo sorrisero di gioia e
fecero festa, perché dovevano allietare la loro Regina, facendole
vedere l’armonia delle sfere e della loro bellezza; sorrisero le
piante che dovevano nutrire la loro Regina, ed anche la terra
sorrise e si sentì nobilitata nel dover dare l’abitazione e farsi
calpestare dai passi della sua Imperatrice.
Solo
l’inferno pianse e si sentì perdere le forze dal dominio di questa
Sovrana Signora.
Ma
sai tu quale fu il primo atto che fece questa Celeste Creatura
quando si trovò la prima volta innanzi al Nostro Trono?
Lei
conobbe che tutto il male dell’uomo era stato la rottura tra la
volontà sua e Quella del Suo Creatore, e Lei ebbe un tremito, e
senza frapporre tempo in mezzo legò la sua volontà ai piedi del mio
Trono, senza neppure volerla conoscere, e la Mia Volontà si legò a
Lei e si costituì centro di Vita, tanto che tra Lei e Noi si
aprirono tutte le correnti, tutti i rapporti, tutte le comunicazioni,
e non ci fu segreto che non Le affidammo. Fu proprio questo
l’atto più bello, più grande, più eroico che fece, il deporre ai
nostri piedi la sua volontà, e che a Noi, come rapiti, Ce la fece
costituire Regina di tutti.
Vedi,
dunque, che significa legarsi con la Mia Volontà e non conoscere la
propria?
Il
secondo atto fu offrirsi a qualunque sacrificio per amore Nostro.
Il
terzo, di restituirci l’onore, la gloria di tutta la Creazione, che
l’uomo Ci aveva tolto col fare la sua volontà; e fin dal
seno materno pianse per amore Nostro, perché Ci vide offesi, e
pianse per il dolore dell’uomo colpevole. Oh! come Ci
intenerivano queste lacrime innocenti, ed affrettavano la
sospirata Redenzione!
Questa
Regina Ci dominava, Ci legava, Ci strappava grazie infinite;
C’inclinava tanto verso il genere umano, che non potevamo né
sapevamo resistere alle sue replicate istanze.
Ma
donde Le veniva un tale potere e tanta ascendenza sulla stessa
Divinità? Ah, tu l’hai capito: era la potenza del
Nostro Volere che agiva in Lei, che, mentre La dominava, La rendeva
dominatrice di Dio medesimo. E poi, come potevamo
resistere a sì innocente Creatura, posseduta dalla Potenza e Santità
del Nostro Volere? Sarebbe resistere a Noi Stessi. Noi scorgevamo
in Lei le Nostre Qualità Divine; come onde affluivano su di Lei
i riverberi della Nostra Santità, i riverberi dei Modi divini, del
Nostro Amore, della Nostra Potenza, ecc., ed il Nostro Volere che ne
era il centro attirava tutti i riverberi delle Nostre Qualità Divine
e si faceva corona e difesa della Divinità abitante in Lei. Se
questa Vergine Immacolata non avesse avuto il Volere Divino come
centro di Vita, tutte le altre prerogative e privilegi di cui tanto
l’ar-ricchivamo sarebbero stati un bel nulla a confronto di questo.
Fu questo che Le confermò e le conservò i tanti privilegi: anzi,
in ogni istante ne moltiplicava dei nuovi.
Ecco
perciò la causa per cui La costituimmo Regina di tutti -
perché quando Noi operiamo, lo facciamo con ragione, sapienza e
giustizia - : perché mai diede vita al suo volere umano, ma
fu sempre integro il Nostro Volere in Lei. Come potevamo
dire ad un’altra creatura: “Tu sei regina del Cielo, del sole,
delle stelle, ecc.”, se invece di avere il Nostro Volere per
dominio, fosse dominata dal suo volere umano? Tutti gli elementi,
Cielo, sole, terra, si sarebbero sottratti dal regime e dominio di
questa creatura; tutti avrebbero gridato nel loro muto linguaggio:
“Non la vogliamo! Noi siamo superiori a lei perché mai ci siamo
sottratti al Tuo Eterno Volere; qual ci creasti, tali siamo”,
avrebbero gridato il sole con la sua luce, le stelle col loro
scintillio, il mare con le sue onde, e così tutto il resto.
Invece, come tutti sentirono il dominio di questa Vergine eccelsa
che, quasi come loro sorella, non volle mai conoscere la sua volontà
ma solo Quella di Dio, non solo fecero festa, ma si sentirono onorati
d’avere la loro Regina e corsero intorno a Lei a farle corteggio
ed a tributarle gli ossequi, col mettersi la luna come sgabello ai
suoi piedi, le stelle come corona, il sole come diadema, gli Angeli
come servi, gli uomini come attendenti; tutti, tutti Le fecero onore
e Le resero i loro ossequi.
Non
c’è onore e gloria che non si possa dare al Nostro Volere, sia che
agisca in Noi, nella propria sede, sia che abiti nella creatura…”
L’
8 dicembre 1937 - Vol. 35 :
Sul
Concepimento della Regina; la sua corsa d’amore; dove si
trovava il suo Creatore, si trovava Lei per amarlo. Restava
concepita in ciascuna cosa creata e veniva costituita:
“Regina
e Madre universale di tutti e di tutto”.
Oggi
- scrive Luisa - la mia povera mente nuotando nel Voler
Divino trovava in atto il Concepimento della Regina del Cielo, ed
oh, le meraviglie, le sorprese, sono indescrivibili! E pensavo tra
me: “Ma che altro può dire sull’Immacolato Concepimento, dopo
averne detto tanto?” Ed il mio amabile Gesù, sorprendendomi,
tutto in festa, come se volesse festeggiare il Concepimento della
Celeste Regina, mi ha detto:
“Figlia
mia benedetta, oh, quant’altre cose tengo da dire sul Concepimento
di questa Celeste Creatura! Era una Vita che creavamo, non
opera, dall’opera alla vita c’è gran
differenza, e poi, Vita divina ed umana, in cui ci dovea essere
sommo accordo di santità, d’amore, di potenza, che l’una dovea
poter pareggiare coll’altra. Furono tali i prodigi che facemmo
nel creare questa Vita, che dovettimo fare il prodigio più grande
ed una catena di miracoli, per fare che questa Vita potesse contenere
i beni che in Lei depositammo.
Questa
Santa Creatura, concepita senza macchia d’o-rigine, sentiva la Vita
del suo Creatore, la sua Volontà operante, la Quale non faceva altro
che far sorgere nuovi mari d’amore; ed oh, come Ci amava! Ci
sentiva dentro di sé e fuori di sé, ed oh, come correva per potersi
trovare dovunque e da per tutto dove c’era la Vita del suo
Creatore! Per Lei sarebbe stato il più duro e crudele martirio
se non potesse trovarsi da per tutto per amarci. La nostra
Volontà La metteva in volo, e la nostra Vita, mentre stava in sé,
si faceva trovare da per tutto per farsi amare e per godersi Colei
che tanto amava e [dalla Quale] era riamata.
Ora
senti un’altra sorpresa. Come [Ella] fu concepita cominciò la
sua corsa, e Noi, amandola d’amore infinito - ed il non amarla
sarebbe anche per Noi il più crudele martirio! - quindi come
correva per rintracciare fuori la nostra Vita che possedeva dentro
- perché un bene non è mai completo se non si possiede dentro e
fuori - quindi, come correva, così restava concepita nel cielo,
nelle sfere celesti, [in] cui le stelle Le facevano corona e La
inneggiavano e declamavano come loro Regina, ed acquistava
i diritti di Regina su tutte le sfere celesti. La
nostra Immensità l’aspettava nel sole, ed Essa correva e restava
concepita nel sole, il quale facendosi diadema al suo capo
adorabile La investiva di luce e La decantava Regina della luce.
La nostra Immensità e Potenza L’a-spettava nel vento, nell’aria,
nel mare, ed Essa correva, correva, non facendo mai sosta alla sua
corsa, e restava concepita nel vento, nell’aria, nel mare, ed
acquistava i diritti di Regina su tutto.
Sicché
la Sovrana Signora fa scorrere la sua potenza, il suo amore, la
sua maternità nel cielo, nel sole, nel vento, nel mare, fin
nell’aria che tutti respirano. Sicché dovunque e da per tutto ed
in tutti restò concepita; dove vi era la nostra Potenza ed
Immensità, erigeva il suo trono per amarci ed amare tutti. Questo
fu il più gran miracolo che fece il nostro Amore potente:
bilocarla,
moltiplicarla in tutte le cose ed esseri creati,
perché La trovassimo in tutti e da per tutto.
perché La trovassimo in tutti e da per tutto.
La
Celeste Regina fa come il sole, che se qualcuno non vuole la sua
luce, la luce s’impone e dice: ‘ O mi vuoi o non mi vuoi, devo
fare il mio corso, devo darti luce ’. Però qualcuno si può
nascondere dalla luce del sole, ma dalla Sovrana Signora non si
può nascondere nessuno; se ciò non fosse, non si potrebbe dire coi
fatti Regina e Madre universale di tutti e di tutto, e Noi non
sappiamo dire parole se non facciamo i fatti.
Vedi
dunque dove giunse la nostra Potenza, il nostro Amore nel
Concepimento di questa Santa Creatura? Fino ad elevarla a tale
altezza e gloria da poter dire: ‘ Dove c’è il mio
Creatore ci sono io per amarlo. Mi ha investita di tale potenza e
gloria, che sono Sovrana di tutto, tutto da me dipende; il mio
dominio si estende ovunque, tanto che mentre sono
concepita in tutte le cose, tengo concepito in me il cielo, il sole,
il vento, il mare e tutto, tutto posseggo in me, anche il mio
Creatore, e ne sono Sovrana e padrona di tutti.
Questa è tutta la mia altezza inarrivabile, la mia
gloria che nessuno può giungermi, il mio grande
onore: che col mio amore abbraccio tutti, amo tutti
e son di tutti, fino la Madre del mio Creatore!’”
Il
21 aprile 1936 - Vol. 34 - Luisa scrive:
… Seguivo
gli atti della Divina Volontà ed Essa mi portava nelle sue braccia,
mi sosteneva, mi fiatava per farmi ricevere la partecipazione degli
atti suoi. Quindi sono giunta nell’atto del concepimento della
Vergine, ed io mi son trovata nel piccolo Cuore della
Vergine concepita. Mio Dio, io non so dire, non so andare
più avanti! Ma il mio dolce Gesù, per farmi comprendere, mi ha
detto:
“Figlia
benedetta del mio Volere, hai ragione, le onde del mio Volere ti
inondano, ti affogano e la tua piccola capacità si sta sperduta, e
ci vuole il tuo Gesù per spiegarti meglio ciò che tu vedi ma non
sai dire. Or sappi, figlia mia, è tale e tanto il nostro amore per
chi vuol vivere e vive nel nostro Voler Divino, che la vogliamo far
partecipe di tutte le opere nostre, per quanto a creatura è
possibile, dandole anche il merito delle nostre opere divine.
Come
la creatura entra nella nostra Volontà, Essa chiama in atto il suo
operato divino come se in quell’istante lo stesse operando, ed
immedesimandola nell’atto suo, le fa vedere i prodigi del suo
operato, e [le fa] ricevere e la conferma nel bene facendole sentire
la nuova vita dell’atto suo. Tu hai visto il
Concepimento della Sovrana Regina e come tu,
stando nella mia Volontà, ti sei trovata concepita nel suo Materno
Cuore; vedi la gran differenza per chi vive nel mio
Volere? I prodigi dell’Immacolato Concepimento furono
inauditi. La mia Volontà che animava questo
Concepimento - [perché] nessuno può sfuggire da
Essa -, chiamò presenti tutte le creature, perché
restassero concepite nel suo Vergine Cuore e ricevessero la sua
maternità, il suo aiuto, la sua difesa, trovassero il rifugio,
l’appoggio in questa Madre Celeste.
Ora,
chi vive nel
nostro Volere si trova nell’atto che Maria SS. viene concepita;
è la figlia che, spontanea, di sua volontà, cerca la Mamma sua e
prende il suo posto, si chiude nel suo Materno Cuore per farsi fare
da Mamma dalla Celeste Regina.
Ora, questa prenderà
parte alle ricchezze della Sovrana Regina, ai suoi meriti, al suo
amore; sentirà in sé la nobiltà, la santità di Lei, perché
conosce a chi appartiene e, Iddio la renderà partecipe dei beni
infiniti e dell’amore esuberante che ebbe nel Concepimento di
questa Santa Creatura”.
“… La
Bambinella Regina
Ci offrì il ricambio dell’amore di tutto il creato…
Supplicò per il genere umano,
pregandoci con lacrime che scendesse il Verbo Eterno”.
Ci offrì il ricambio dell’amore di tutto il creato…
Supplicò per il genere umano,
pregandoci con lacrime che scendesse il Verbo Eterno”.
“… Ma
sai tu - chiede Gesù a Luisa - quale fu il primo atto che
fece questa nobile Regina quando, uscendo dal seno materno, aprì gli
occhi alla luce di questo basso mondo?
Mentre
Ella nacque, gli Angeli cantarono le nenie alla Celeste Bambina
ed Ella restò rapita e la sua bella Anima uscì dal suo corpicino
accompagnata da schiere angeliche, e girò terra e Cielo andando
raccogliendo tutto l’amore che Iddio aveva sparso in tutto il
Creato, e penetrando nell’Empireo, venne ai piedi del Nostro Trono
e Ci offrì il ricambio dell’amore di tutto il Creato e pronunziò
il suo primo “grazie” a nome di tutti.
Oh,
come Ci sentimmo felici nel sentire il “grazie” di questa
Bambinella Regina, e Le confermammo tutte le grazie, tutti
i doni, da farla superare tutte le altre creature unite insieme.
Poi,
gettandosi nelle Nostre Braccia, si deliziò con Noi, nuotando nel
pelago di tutti i contenti, restando abbellita di nuova bellezza, di
nuova luce e di nuovo amore; supplicò di nuovo per il
genere umano, pregandoci con lacrime che scendesse il Verbo Eterno a
salvare i suoi fratelli; ma mentre ciò faceva, il
Nostro Volere Le fece conoscere che scendesse alla terra, e Lei
subito lasciò i nostri contenti e le gioie, e si partì per fare…
che cosa? Il Nostro Volere.
Quale
calamita potente era il Nostro Volere, abitante in terra in questa
Neonata Regina! Non Ci pareva più estranea la terra, non Ci
sentivamo più di colpirla facendo uso della nostra Giustizia;
avevamo la Potenza della Nostra Volontà che in questa innocente
Bambina Ci spezzava le braccia, Ci sorrideva dalla terra, e cambiava
la Giustizia in grazie ed in dolce sorriso, tanto che, non potendo
resistere al dolce incanto, il Verbo Eterno affrettò il suo corso.
Oh,
prodigio del Mio Volere! a Te tutto si deve, per Te si compie tutto,
e non c’è prodigio più grande che il Mio Volere abitante nella
creatura !” (8 dicembre 1922 - Vol.
15)
Il
10 novembre 1923 - Vol. 16:
“La
Mia Celeste Mamma, fra tutte le generazioni Lei è la più piccola,
perché non entrò mai il suo volere in Lei come agente, ma sempre il
Mio Volere Eterno, e Questo non solo La conservò piccola, bella,
fresca, quale da Noi era uscita, ma La fece la più grande di tutti.
Oh, come era bella, piccola per Se stessa, ma grande, superiore a
tutti in virtù Nostra! E’ solo per la sua piccolezza
che fu innalzata all’altezza di Madre di Colui che La formò.
Tutto
il bene dell’uomo è il fare la Mia Volontà,
tutto il male è il fare la sua.
tutto il male è il fare la sua.
Perciò,
per venire a redimere l’uomo scelsi la Mia Madre, perché piccola,
e per mezzo suo Mi servii di Lei come canale per far scendere
sull’uman genere tutti i beni e i frutti della Redenzione ”.
L’Immacolato
Concepimento:
il più grande prodigio fu il continuo sbocco della
Divina Volontà su di Lei. (8 dicembre 1924 - Vol. 17)
il più grande prodigio fu il continuo sbocco della
Divina Volontà su di Lei. (8 dicembre 1924 - Vol. 17)
Stavo
pensando e riflettendo sull’Immacolato Concepimento della mia
Sovrana Regina Mamma. Nella mia mente affluivano i pregi, le
bellezze e i prodigi del suo Immacolato Concepimento, prodigio che
supera tutti gli altri prodigi fatti da Dio in tutta la Creazione.
Ora, mentre ciò pensavo, dicevo tra me: “Grande è il prodigio
dell’Immacolato Concepimento, ma la mia Mamma Celeste non ebbe
nessuna prova nel suo Concepimento: tutto Le fu propizio, tanto da
parte di Dio quanto da parte della sua natura, creata da Dio così
felice, così santa, così privilegiata. Dunque, quale fu il suo
eroismo e la sua prova? Se dalla prova non fu escluso l’Angelo
nel cielo, né Adamo nell’Eden, solo la Regina di tutti doveva
essere esclusa e non meritare così l’aureola più bella che la
prova avrebbe messo sul suo capo augusto di Regina e di Madre del
Figlio di Dio?”
Mentre
ciò pensavo, il mio amabile Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha
detto:
“Figlia
mia, nessuno può essere a Me accettabile senza la prova.
Se non ci fosse stata la prova, avrei avuto una Madre schiava, non
libera, e la schiavitù non entra nei Nostri rapporti, né nelle
Nostre Opere, né può prendere parte al Nostro libero Amore.
La
mia Mamma ebbe la sua prima prova fin dal primo istante del suo
Concepimento.
Non
appena ebbe il suo primo atto di ragione conobbe la sua volontà
umana da una parte e la Volontà Divina dall’altra, e fu lasciata
libera a quale delle due volontà volesse aderire, e Lei,
senza perdere un istante e conoscendo tutta la intensità del
sacrificio che faceva, Ci donò la sua volontà, senza volerla più
conoscere, e Noi le facemmo dono della Nostra; ed in
questo scambio di donazione di volontà d’ambo le parti, affluirono
tutti i pregi, le bellezze, i prodigi, i mari immensi di grazia
nell’Immacolato Concepimento della più privilegiata di tutte le
creature.
E’
sempre la volontà che sono solito provare : tutti i sacrifici,
anche la morte, non a Me diretti dalla volontà umana, Mi farebbero
nausea e non attirerebbero neppure uno dei miei sguardi.
Ma
vuoi sapere tu quale fu il più grande prodigio operato da Noi in
questa Creatura sì santa, ed il più grande eroismo, che nessuno
potrà mai eguagliare, di sì bella Creatura? : La sua vita la
incominciò con la Nostra Volontà, e così la seguì e la compì.
Sicché si può dire che compì da dove incominciò, e incominciò
da dove compì; ed il Nostro più grande prodigio fu che in ogni
suo pensiero, parola, respiro, palpito, moto e passo, il Nostro
Volere sboccava su di Lei, e Lei ci offriva l’eroismo di un
pensiero, di una parola, di un respiro, di un palpito divino ed
eterno operante in Essa. Questo La elevava tanto, che ciò
che Noi eravamo per natura, Lei lo era per grazia. Tutte le
altre prerogative, i suoi privilegi, il suo stesso Immacolato
Concepimento sarebbero stati un nulla a confronto di questo grande
prodigio; anzi, fu questo che La confermò e La rese stabile e forte
in tutta la sua vita. La Mia Volontà continuava sboccante su di
Lei, Le partecipava la Natura Divina, ed il suo continuo riceverla La
rese forte nell’amore, forte nel dolore, distinta fra tutti.
Fu
in questa Nostra Volontà, operante in Lei, per cui Ella attirò il
Verbo sulla terra, che si formò il seme della Fecondità Divina,
per poter concepire un Uomo e Dio, senza opera umana,
e la Nostra Volontà La fece degna di essere Madre del suo stesso
Creatore.
Perciò
Io insisto sempre sull’argomento della Mia Volontà,
perché Questa conserva bella l’anima come uscì dalle
Nostre Mani, e la cresce come copia originale del suo Creatore.
Per
quante opere grandi e sacrifici uno possa fare, se la Mia Volontà
non entra in mezzo, Io li rifiuto, non li conosco, non è cibo per
Me; e le opere più belle, senza la Mia Volontà, diventano cibo
della volontà umana, della propria stima e dell’ingordigia
della creatura”.
L’8
dicembre 1927, nel Volume 23, leggiamo:
Chi
vive nel Volere Divino resta rigenerato in Esso
e viene dotato dei beni suoi. La Vergine, piccola luce, diventò Sole in virtù del Volere Divino.
e viene dotato dei beni suoi. La Vergine, piccola luce, diventò Sole in virtù del Volere Divino.
Stavo
facendo il mio ‘giro’ in tutta la Creazione - scrive Luisa -
per seguire tutti gli Atti che il FIAT Divino esercita in essa, ma
mentre ciò facevo pensavo tra me: “mi sento che non ne posso fare
a meno di ‘girare’ in tutta la Creazione, come se non
potessi stare se non faccio le mie piccole visitine al Cielo, alle
stelle, al sole, al mare ed a tutte le cose create, come se un filo
elettrico mi tirasse in mezzo ad esse, per decantare la magnificenza
di tante opere e lodare ed amare quella Volontà Divina che le creò
e le tiene strette come nel suo pugno divino per conservarle belle e
fresche, come le uscirono alla luce del giorno, e chiedere quella
stessa vita e dominio che il FIAT Divino tiene in esse, in mezzo
alle creature; e perché dunque non ne posso fare a meno?” Ma
mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù si è mosso nel mio interno e
mi ha detto:
“Figlia
mia, tu devi sapere che tu sei nata non una volta, ma due volte; una
volta come altre creature, l’altra volta sei stata rigenerata nella
Mia Volontà, ed essendo parto suo, tutto ciò che ad Essa appartiene
è tuo. E come il padre, la madre, dotano la figlia dei loro stessi
beni, così il Mio Volere Divino come ti rigenerò, ti dotò delle
sue proprietà divine. Onde, chi non ama, chi non cerca di stare in
mezzo alle sue proprietà? Chi non le visita spesso e forma il suo
soggiorno in esse per godersele, amarle e non finire mai di decantare
la gloria di Colui che l’ha dotata di tante vaste proprietà, che
contengono tante svariate bellezze? Saresti troppo ingrata essere
figlia del Mio Volere Divino e non fare il tuo soggiorno nelle
proprietà di chi ti ha generata. Sarebbe non amare Chi con tanto
amore ti ha partorita, e non riconoscere le ricchezze di Chi ti ha
generata. Ecco perciò la necessità che tu senti di ‘girare’
in tutta la Creazione, perché è roba tua e Chi ti ha generata,
col suo filo elettrico di luce e d’amore ti chiama a godere ed
amare ciò ch’è suo e tuo, e gode di sentire ripetere i tuoi
ripetuti ritornelli: ‘Venga il regno del Tuo FIAT sulla terra’”.
Dopo
ciò, seguendo il mio ‘giro’ in tutte le cose da Dio create,
mi son fermata quando creò la Sovrana Regina, tutta bella, pura e
senza macchia, il nuovo ed il più gran portento di tutta la
Creazione, ed il mio Sommo Bene Gesù ha soggiunto:
“Figlia
mia, l’Immacolata Maria, piccola luce
della stirpe umana, perché l’umana terra Le diede l’origine, ma
fu sempre figlia della Luce perché nessuna macchia
entrò in questa luce. Ma sai tu dove sta tutta la sua
grandezza, Chi Le diede la sovranità, Chi formò i mari di luce, di
santità, di grazia, d’amore, di bellezza, di potenza, dentro e
fuori di Lei? Figlia mia, l’umano non sa fare mai cose grandi, né
dare cose grandi. Sicché la Regina Celeste sarebbe restata la
piccola luce, se Lei non avesse messo come da parte il suo volere,
ch’era la piccola luce, e non facendosi investire dal Mio Volere
Divino, in cui sperdette la sua piccola luce, in Esso, il quale
non è piccola luce ma Sole interminabile, che investendola tutta
formò mari di luce intorno a Lei, di grazia, di santità e l’abbellì
tanto da renderla tutta bella, con tutte le tinte delle bellezze
divine, tanto da innamorare Colui che l’aveva creata, l’Immacolato
suo Concepimento, per quanto bello e puro, era sempre piccola luce e
non avrebbe posseduta né potenza, né luce sufficiente per poter
formare mari di luce e di santità. Se il Nostro Volere Divino non
avesse investito la piccola luce per convertirla in Sole, questa
piccola luce, qual era la volontà della Sovrana Celeste, non si
sarebbe contentata di sperdersi nel Sole del FIAT Divino per farsi
da Esso dominare.
Fu
questo il gran portento, il Regno della Mia Volontà Divina in Lei.
Con questo tutto ciò che faceva diventava luce, si nutriva di
luce, niente usciva da Lei che non fosse luce, perché teneva in suo
potere il Sole del Mio Volere Divino, e quanta Luce voleva attingere,
tanta ne attingeva. E siccome la proprietà della Luce è
diffondersi, dominare, fecondare, illuminare, riscaldare, ecco perciò
che l’altezza della Sovrana Regina, col Sole della Mia Volontà
Divina che possedeva, si diffuse in Dio e dominandolo Lo piegò a
farlo scendere sulla terra, restò feconda del Verbo Eterno, illuminò
e riscaldò il genere umano.
Si
può dire che tutto fece in virtù del Regno del Mio Volere che
possedeva; tutte le altre prerogative si possono chiamare
ornamenti di questa Madre Regina, ma la sostanza di tutti i suoi
beni, della sua altezza, bellezza, grandezza e sovranità, fu che
possedette il Regno della Mia Volontà. Perciò, di Lei si dice
il meno e del più non ne fanno parola. Ciò significa che della Mia
Volontà poco o nulla conoscono, perciò sono quasi tutti muti per
Essa”.
20
aprile 1923 - Volume 15:
“… Il
Mio Supremo Volere è solito di fare le Opere più grandi in anime
vergini e sconosciute; e non solo vergini di natura,
ma vergini di affetto, di cuore, di pensieri, perché la vera
Verginità è l’ombra Divina, ed Io solo alla mia ombra posso
fecondare le mie Opere più grandi… Perciò elessi una Vergine
sconosciuta a tutti, ma ben nota a Me; e se la vera Verginità è
l’ombra mia, con l’eleggerla sconosciuta, era la gelosia divina,
che volendola tutta per Me, La rendevo sconosciuta a tutti gli altri.
Ma con tutto ciò, che questa Vergine Celestiale fosse sconosciuta,
Io Mi feci conoscere, facendomi strada per far conoscere a tutti la
Redenzione. Quanto più grande è l’Opera che voglio fare,
tanto più vado coprendo l’anima con la superficie delle cose più
ordinarie” .
(Gesù,
a Luisa :) “… Nel creare l’uomo il Nostro Amore fu
tanto per lui che sorpassò tutto l’amore che avemmo nella
Creazione. Perciò lo dotammo di ragione, di memoria e di volontà
perché, mettendo la Nostra Volontà come al banco nella sua, la
moltiplicasse, la centuplicasse, non per Noi che non ne avevamo
bisogno, ma per suo bene, affinché non restasse come le altre cose
create mite ed in quel punto come Noi le mettemmo fuori, ma crescesse
sempre, sempre in gloria, in ricchezza, in amore ed in somiglianza
con il suo Creatore; e per fare che potesse trovare tutti gli aiuti
possibili ed immaginabili, gli demmo a sua disposizione la Nostra
Volontà, affinché operasse con la Nostra stessa Potenza il bene, la
crescenza, la somiglianza che voleva acquistare col suo Creatore; il
Nostro Amore nel creare l’uomo volle fare un gioco d’azzardo,
mettendo le cose Nostre nella piccola cerchia della volontà umana,
come al banco, la nostra Bellezza, Sapienza, Santità, Amore, ecc., e
la Nostra Volontà che doveva farsi guida ed attore del suo operato,
affinché non solo lo facesse crescere a Nostra somiglianza, ma le
desse la forma di un piccolo dio.
Perciò
il Nostro dolore fu grande nel vederci respingere questi grandi beni
dalla creatura, ed il Nostro gioco d’azzardo per allora andò
fallito; ma per quanto fallito era sempre un gioco divino, che
poteva e doveva rifarsi del suo fallimento.
Perciò
dopo tanti anni volle di nuovo il Mio Amore giocare d’azzardo e fu
con la Mia Mamma Immacolata ; in Lei il Nostro gioco
non andò fallito, ebbe il suo pieno effetto e perciò tutto Le demmo
e tutto a Lei affidammo: anzi, si faceva gara, Noi a dare e Lei a
ricevere …”. (9 marzo 1926 - Vol. 19)
Ascoltiamo
dalle parole di Gesù la storia della sua
Volontà Divina: (24 novembre 1923 - Vol. 16)
Volontà Divina: (24 novembre 1923 - Vol. 16)
Stavo
facendo l’Ora della Passione - scrive
Luisa - in cui la Mamma Addolorata ricevette il suo morto
Figlio nelle sue braccia e Lo depose nel sepolcro; e nel mio interno
dicevo: “Mamma mia, insieme con Gesù metto nelle tue braccia
tutte le anime, affinché tutte le riconosca per figli tuoi e ad uno
ad uno li scriva nel tuo Cuore e li deponga nelle piaghe di Gesù.
Sono i figli del tuo dolore immenso, e tanto basta perché li
riconosca ed ami; ed io voglio mettere tutte le generazioni nella
Volontà Suprema, affinché nessuno vi manchi, ed a nome di tutti Vi
do conforti, compatimenti e sollievi divini”.
Ora,
mentre ciò dicevo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e
mi ha detto: “Figlia mia, se sapessi quale fu il cibo con cui
alimentò tutti questi figli la mia dolce Mamma!”
Ed
io: “Quale fu, o mio Gesù?”
E
Lui di nuovo: “Siccome tu sei la mia piccina, scelta da Me per la
missione del Mio Volere, e vivi in quel FIAT in cui fosti creata,
voglio farti sapere la storia del Mio Eterno Volere, le sue gioie ed
i suoi dolori, i suoi effetti ed il suo valore immenso, ciò che fece
e ciò che ricevette, e chi prese a cuore la sua difesa.
I
piccoli sono i più attenti ad ascoltarmi perché non hanno la mente
ripiena di altre cose; sono come digiuni di tutto, e se si vuol dare
ad essi altro cibo sentono schifo, perché essendo piccini sono
abituati a prendere il solo cibo della Mia Volontà, che più che
madre amorosa li tiene attaccati al suo Divin Petto per alimentarli
abbondantemente, ed essi stanno con le boccucce aperte, ad aspettare
il latte dei miei insegnamenti, ed Io Mi diverto molto… Oh, com’è
bello vederli ora sorridere, ora gioire ed ora piangere, nel sentirMi
narrare la storia della Mia Volontà!
Dunque,
l’origine della Mia Volontà è eterna. Mai entrò il dolore
in Essa; tra le Divine Persone questa Volontà era in somma
concordia, anzi era Una sola. In ogni atto che emetteva fuori, tanto
‘ad intra’ quanto ‘ad extra’, Ci dava infinite gioie, nuovi
contenti, felicità immensa; e quando volemmo mettere fuori la
macchina della Creazione, quanta gloria, quanto onore ed armonie non
Ci diede?
Come
si sprigionò il FIAT, questo FIAT diffuse la nostra Bellezza, la
nostra Luce, la nostra Potenza, l’Ordine, l’Armonia, l’Amore,
la Santità, tutto, e Noi restammo glorificati dalle stesse
Virtù Nostre, vedendo, per mezzo del Nostro FIAT, la fioritura della
Nostra Divinità adombrata in tutto l’Universo.
Il
Nostro Volere non si arrestò, gonfio
d’Amore come stava, volle creare l’uomo, e tu
sai la storia di esso; perciò passo avanti.
Ah,
fu proprio lui che recò il primo dolore al Mio Volere, cercò di
amareggiare Colui che tanto lo amava e che lo aveva reso felice. Il
Mio volere pianse più che una tenera madre, che piange il suo
figlio storpio e cieco, solo perché si è sottratto dalla volontà
della madre. Il Mio Volere voleva essere il primo agente
nell’uomo, non per altro che per dargli nuove sorprese d’amore,
di gioie, di felicità, di luce, di ricchezze; voleva sempre dare;
ecco perché voleva agire. Ma l’uomo volle fare la sua volontà e
la ruppe con la Divinità … Mai l’avesse fatto! Il Mio
Volere si ritirò, e lui precipitò nell’abisso di tutti i mali.
Ora,
per riannodare di nuovo queste due volontà, ci voleva Uno
che contenesse in Sé una Volontà Divina; e perciò, amando Io,
Verbo Eterno, con un Amore Eterno quest’uo-mo, decretammo fra le
Divine Persone che prendessi umana carne per venire a salvarlo e
riannodare le due volontà spezzate.
Ma
dove scendere? Chi doveva essere colui che doveva prestare la sua
carne al suo Creatore? Ecco, perciò scegliemmo una
Creature che, in virtù dei meriti previsti del futuro Redentore, fu
esente dalla colpa di origine: il
suo volere ed il Nostro furono uno solo.
Fu
questa Celeste Creatura che comprese la storia della Nostra Volontà.
Noi, come a piccina, tutto Le narrammo, il dolore del Nostro Volere,
e come l’uomo ingrato, con lo spezzare la sua volontà con la
Nostra, aveva ristretto il Nostro Volere nella cerchia divina, come
inceppandolo nei suoi disegni, impedendo che potesse comunicargli i
suoi beni e lo scopo per cui era stato creato.
Per
Noi il dare è felicitarci e rendere felice chi da Noi riceve, è
arricchire senza Noi impoverire, è dare ciò che Noi siamo per
natura, formandolo nella creatura per grazia, è uscire da Noi per
dare ciò che possediamo… Col dare, il Nostro Amore si sfoga, il
Nostro Volere fa festa. Se non dovevamo dare, a che pro formare la
Creazione? Sicché il solo non poter dare ai
nostri figli, alle nostre care immagini, era come un lutto per la
Nostra Suprema Volontà. Solo nel vedere l’uomo operare, parlare,
camminare, senza il connesso del Nostro Volere, perché da lui
spezzato, e che dovevano correre a lui, se era con Noi, correnti di
grazie, di santità, di scienza, ecc., e non potevano, il Nostro
Volere si atteggiava a dolore. Ogni atto di creatura era per Noi un
dolore, perché vedevamo quell’atto vuoto del Volere Divino, privo
di bellezza e di santità, tutto dissimile dagli Atti Nostri.
Oh,
come comprese la Celeste Piccina questo Nostro sommo dolore ed il
gran male dell’uomo nel sottrarsi al Nostro Volere! Oh, quante
volte Lei pianse a calde lacrime per il Nostro dolore e per la grande
sventura dell’uomo! E perciò Lei, temendo, non volle concedere
neppure un atto di vita alla sua volontà; perciò si mantenne
piccola, perché il suo volere non ebbe vita in Lei, e
come poteva farsi grande? Ma ciò che non fece Essa, lo fece il
Nostro Volere: La crebbe tutta bella, santa, divina; La arricchì
tanto che La fece la più grande di tutte le creature. Era un
prodigio del Nostro Volere, prodigio di grazia, di bellezza, di
santità. Ma essa si mantenne sempre piccola, tanto che non scendeva
mai dalle Nostre Braccia.
Prese
a petto suo la nostra difesa, ricambiò tutti gli atti dolenti del
Supremo Volere, e non solo stava Lei tutta in ordine alla Nostra
Volontà, ma fece suoi tutti gli atti delle creature, ed assorbendo
in Sé tutta la Nostra Volontà respinta da esse La riparò, La amò,
e tenendola come a deposito nel suo Cuore verginale preparò il cibo
della Nostra Volontà a tutte le creature.
Vedi
dunque con quale Cibo alimenta i suoi figli questa Madre amantissima?
Le costò tutta la sua vita, pene inaudite e la stessa Vita del
Figlio suo, per fare in Lei il deposito abbondante di questo Cibo
della Mia Volontà, per tenerlo pronto per alimentare tutti i suoi
figli, quale Madre tenera ed amorosa. Lei non poteva amare di più i
suoi figli; col dare loro questo Cibo, il suo amore era giunto
all’ultimo grado.
Sicché
fra tanti titoli che Essa tiene,
il più bel titolo che a Lei si potrebbe dare
è quello di
il più bel titolo che a Lei si potrebbe dare
è quello di
*
* * * * * * *
* ‘ Madre e Regina della Volontà Divina ’ *
* * * * * * * * * *
* ‘ Madre e Regina della Volontà Divina ’ *
* * * * * * * * * *
Ed
il 14 marzo 1926 - Vol. 19 - :
“… Tu
devi sapere che la stessa Mia Mamma Immacolata è la Neonata
della Mia Volontà, perché tra ciò che è il Creatore e ciò che
può essere e prendere di Dio la creatura, si può dire la Piccola
Neonata; e perché fu la Neonata della Mia Volontà si formò a
somiglianza del suo Creatore e potè essere Regina di tutta la
Creazione: e come Regina dominava tutto e correva bene il suo ‘eco’
della Divina Volontà…”
“Figlia
mia, se la Mia Mamma fu Concepita senza macchia originale per
poter impetrare il sospirato Redentore, era giusto e decoroso che,
per Chi doveva essermi Madre, neppure il germe della colpa avesse
avuto mai esistenza in Lei, e doveva essere la più nobile, la più
santa di tutte le creature, ma di una nobiltà divina e di una
santità tutta simile al suo Creatore, per poter trovare in Lei tanta
grazia e capacità da poter Concepire il Santo dei Santi, il Verbo
Eterno.
Molte
volte si fa anche questo dalle creature che, se devono conservare
cose preziose, di grande valore, preparano vasi tersissimi e di un
valore equivalente alle cose preziose che si devono conservare in
essi. Invece se sono cose ordinarie e di poco valore, si preparano
vasi di creta e di pochissimo valore, né si ha cura di tenerli sotto
chiave come il vaso tersissimo, ma li tengono esposti. Sicché dalla
preziosità del vaso e del come si tiene custodito, si può conoscere
se le cose che contiene sono preziose e di grande valore.
Ora,
dovendo Io ricevere il suo Sangue per essere Concepito nel suo
Seno, era giusto che tanto l’Anima quanto il suo Corpo fosse
tersissimo, ed arricchita di tutte le grazie, privilegi e prerogative
possibili ed immaginabili che Dio può dare e la creatura ricevere…
Tutto ciò fu nella Mia cara Mamma perché doveva far discendere
sulla terra il sospirato Redentore”. (19 marzo 1926 -
Vol. 19)
Vogliamo
ora seguire il racconto e gli insegnamenti dell’Immacolata Bambina.
Da:
“La
Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà”
9° giorno:
9° giorno:
<<Ora,
figlia mia, seguimi innanzi alla Maestà Suprema ed ascoltami. Io
coi miei rapidi voli giungevo nelle loro braccia divine e, come
giungevo, sentivo il loro Amore rigurgitante che, come onde
impetuose, mi coprivano dell'Amore loro [delle Divine Persone]. Oh,
come è bello essere amato da Dio! In questo Amore si sente
felicità, santità, gioie infinite, e [la creatura] si sente
talmente abbellita, che Dio stesso si sente rapito dalla bellezza
speciosa che infonde nella creatura nell'amarla.
Io
volevo imitarli, e sebbene piccina, non volevo restar dietro al loro
Amore; quindi, dalle onde d'amore che mi avevano dato, formavo le
mie onde, per coprire il mio Creatore col mio amore. Nel far ciò io
sorridevo, perché sapevo che il mio amore mai poteva coprire
l'immensità dell'Amore loro. Ma con tutto ciò io facevo la prova,
e sul mio labbro spuntava il mio sorriso innocente. L'Ente Supremo
sorrideva al mio sorriso e festeggiava e si trastullava con la mia
piccolezza.
Ora,
nel più bello dei nostri stratagemmi amorosi, io ricordavo lo stato
doloroso della mia famiglia umana sulla terra, [e che] io pure ero
della loro stirpe; ed [oh], come mi doleva, e pregavo che scendesse
il Verbo Eterno a porvi rimedio! E lo dicevo con tale tenerezza che
giungevo a cambiare il sorriso e la festa in pianto. L'Altissimo si
commoveva tanto alle mie lacrime, molto più che erano lacrime d'una
piccina, [che] stringendomi al Seno Divino mi asciugavano le lacrime
e mi dicevano:
“Figlia,
non piangere; fatti coraggio; nelle tue mani abbiamo messa la sorte
del genere umano, ti abbiamo dato il mandato, ed ora, per più
consolarti, ti facciamo paciera tra noi e la umana famiglia; quindi,
a te è dato di rappacificarci. La potenza del nostro Volere, che
regna in te, s'impone su di Noi a dare il bacio di pace alla povera
umanità, decaduta e pericolante”.
Chi
può dirti, figlia mia, ciò che provava il mio Cuore a questa
condiscendenza divina? Era tanto il mio amore che mi sentivo venir
meno, e delirando spasimavo, cercando altro amore per ristoro del mio
amore.
Ora
una parola a te, figlia mia. Se tu mi ascolterai col mettere da
banda il tuo volere, dando il posto regio al Fiat Divino, anche tu
sarai amata con amore specioso dal tuo Creatore, sarai il suo
sorriso, Lo metterai in festa, e sarai vincolo di pace tra il mondo e
Dio>>.
Rispondiamo
alla Celeste Mamma:
Mamma
bella, aiuta la figlia tua; mettimi tu stessa nel mare della Divina
Volontà, coprimi con le onde dell'Eterno Amore, affinché non veda
né senta che Volontà Divina ed Amore.
Fioretto:
Oggi,
per onorarmi mi chiederai tutti gli atti miei e li chiuderai nel tuo
cuore, affinché senta la forza della Divina Volontà che regnava in
me, e poi li offrirai all'Altissimo, per ringraziarlo di tutti gli
uffici che mi affidò per salvare le creature.
Giaculatoria:
Regina
di pace, fammi dare il bacio di pace dalla Divina Volontà.
Ed
ancora:
10°
Giorno
La
Regina del Cielo nel Regno della Divina
Volontà. Alba che sorge, per mettere in fuga la notte dell'umano volere:
la sua nascita gloriosa.
Volontà. Alba che sorge, per mettere in fuga la notte dell'umano volere:
la sua nascita gloriosa.
L'anima
alla Regina del Cielo:
Eccomi,
o Mamma santa, vicina alla tua culla, per essere spettatrice della
tua nascita portentosa.
I Cieli stupiscono, il sole ti fissa con la sua luce, la terra
esulta di gioia e si sente onorata, [per]ché abitata dalla sua
piccola neonata Regina, [e] gli Angeli fanno a gara a circondare la
tua culla per onorarti ed essere pronti ai tuoi cenni. Sicché tutti
ti onorano e vogliono festeggiare la tua nascita.
Anch'io mi unisco con tutti, e prostrata innanzi alla tua culla, in
cui vedo come rapiti la tua madre Anna ed il tuo padre Gioacchino,
voglio dirti la mia prima parola, voglio affidarti il mio primo
segreto, voglio svuotare il mio cuore nel tuo e dirti: “Mamma mia,
tu che sei alba foriera del Fiat Divino sulla terra, deh, metti in
fuga la tenebrosa notte dell'umano volere nella mia anima e nel mondo
intero! Ah, sì, sia la tua nascita la nostra speranza, che come
nuova alba di grazia ci rigeneri nel Regno della Divina Volontà!”
Lezione
della neonata Regina:
Figlia
del mio Cuore, la mia nascita fu prodigiosa.
Nessun'altra nascita può dirsi simile alla mia. Io racchiudevo in
me il Cielo, il Sole della Divina Volontà, ed anche la terra della
mia umanità, terra benedetta e santa che racchiudeva le più belle
fioriture. E sebbene neonata appena, io racchiudevo il prodigio dei
più grandi prodigi: il Voler Divino regnante in me, il quale
racchiudeva in me un cielo più bello, un sole più fulgido della
Creazione, di cui ero anche Regina, compreso pure un mare di grazie
senza confini, che mormorava sempre: “Amore, amore”,
verso il mio Creatore. Perciò la mia nascita fu la vera alba che
mise in fuga la notte dell'umano volere, e come andava crescendo così
formava l'aurora e chiamava il giorno splendidissimo, per far sorgere
il Sole del Verbo Eterno sulla terra.
Figlia
mia, vieni nella mia culla ad ascoltare la tua piccola Mammina. Non
appena fui nata, aprii gli occhi per vedere questo basso mondo, per
andare in cerca di tutti i miei figli, per chiuderli nel mio Cuore,
dar [loro] il mio materno amore e, rigenerandoli alla nuova vita
d'amore e di Grazia, dar [loro] il passo per farli entrare nel Regno
del Fiat Divino, di cui ne ero posseditrice. Volli fare da Regina e
da Madre, chiudendo tutti nel mio Cuore, per mettere tutti al sicuro
e dar [loro] il gran dono del Regno Divino. Nel mio Cuore avevo
posto per tutti, perché per chi possiede la Divina Volontà non ci
sono strettezze, ma larghezze infinite. Quindi, guardai anche te,
figlia mia; nessuno mi sfuggì. E siccome quel giorno tutti
festeggiarono la mia nascita, anche per me fu festa; ma però,
nell'aprire i miei occhi alla luce, ebbi il dolore di guardare le
creature nella fitta notte dell'umano volere.
Oh,
in che abisso di tenebre si trova la creatura che si fa dominare
dalla sua volontà! Essa è la vera notte, ma notte senza stelle;
al più, qualche lampo fuggitivo, [lampi] che facilmente son seguiti
da tuoni, che rumoreggiando addensano più fitte le tenebre e
scaricano la tempesta sulla povera creatura, tempeste di paura, di
debolezze, di pericoli, di cadute nel male.
Il
mio piccolo Cuore restò trafitto nel vedere i miei figli sotto
questa orribile tempesta, [in cui] la notte dell'umano volere li
aveva travolti.
Ora
ascolta la Mammina tua: sono nella culla ancora; sono piccina;
guarda le mie lacrime che verso per te! Ogni qual volta fai la tua
volontà, è una notte che formi per te, e se tu sapessi quanto male
ti fa questa notte, piangeresti meco. Ti fa perdere la luce del
giorno del Voler Santo, ti capovolge, ti paralizza nel bene, ti
spezza il vero amore, e resti come una povera malata, che le mancano
le cose necessarie per guarirsi. Ah, figlia cara, ascoltami: non
fare mai la tua volontà; dammi la parola che contenterai la tua
piccola Mammina.
L'anima:
Mammina
Santa, mi sento tremare nel sentire la brutta notte della mia
volontà; perciò son qui, presso la tua culla, per chiederti
grazia, che per la tua nascita prodigiosa mi faccia rinascere nella
Divina Volontà. Io mi starò sempre vicina a te, Celeste
Bambinella; unirò le mie preghiere e le mie lacrime alle tue, per
impetrare per me e per tutti il Regno della Divina Volontà sulla
terra.
Fioretto:
Oggi,
per onorarmi, verrai tre volte a visitarmi nella mia culla, dicendomi
ogni volta: “Celeste Bambinella, fammi rinascere insieme con te
nella vita della Divina Volontà”.
Giaculatoria:
Mammina
mia, fa' sorgere l'alba della Divina Volontà nell'anima mia.
11°
Giorno
La
Regina del Cielo nel Regno della Divina
Volontà, nei suoi primi anni della sua vita quaggiù, forma un'aurora splendidissima, per far sorgere nei cuori il giorno sospirato di luce e di grazia.
Volontà, nei suoi primi anni della sua vita quaggiù, forma un'aurora splendidissima, per far sorgere nei cuori il giorno sospirato di luce e di grazia.
L'anima
alla Reginetta Bambina:
Eccomi
di nuovo vicino alla tua culla, Mammina Celeste. Il mio piccolo
cuore si sente affascinato dalla tua beltà e non so distaccare lo
sguardo da una bellezza sì rara. Come è dolce il tuo sguardo! Il
gestire delle tue manine mi chiama per abbracciarti e stringermi al
tuo Cuore, affogato d'amore. Mammina Santa, dammi le tue fiamme,
affinché mi brucino la mia volontà e così possa contentarti di
vivere insieme con te di Volontà Divina.
Lezione
della Regina del Cielo:
Figlia
mia, se tu sapessi come il mio materno Cuoricino gioisce nel vederti
vicina alla mia culla per ascoltarmi! Mi sento coi fatti Regina e
Madre, perché tenendoti vicina non sono una madre sterile, né una
regina senza popolo, ma ho la cara figlia mia, che mi ama tanto e che
vuole esser[le] fatto da me l'ufficio di Mamma e di Regina. Perciò
tu sei la portatrice di gioia alla Mamma tua; molto più che vieni
nel mio grembo perché io ti insegni [a] vivere nel Regno della
Divina Volontà. Avere una figlia che vuol vivere insieme con me in
questo Regno sì Santo, è per la tua Mamma la gloria, l'onore, la
festa più grande. Quindi, prestami attenzione, figlia mia cara ed
io continuerò a narrarti le meraviglie della mia nascita.
La
mia culla era circondata da Angeli, che facevano a gara a cantarmi le
[ninne], come a loro sovrana Regina; e siccome ero dotata di ragione
e di scienza infusami dal mio Creatore, feci il mio dovere di adorare
con la mia intelligenza, ed anche con la mia voce di Bimba
[balbettante], la SS. Trinità adorabile. E fu tanta la foga del mio
amore verso di una Maestà sì Santa, che sentendomi languire
deliravo che volevo trovarmi fra le braccia della Divinità, per
ricevere i loro amplessi e dar [loro] i miei. Onde gli Angeli -
[essendo] i miei desideri per loro comandi - mi presero, e portandomi
sulle loro ali, mi condussero nelle braccia amorose del mio Padre
Celeste. Oh, con quanto amore [le Divine Persone] mi aspettavano!
Io andavo dall'esilio, e le piccole soste di separazione tra me e
Loro erano causa di nuovi incendi d'amore, erano doni da darmi che mi
preparavano; ed io trovavo nuovi ritrovati per chiedere pietà,
misericordia per i miei figli, che vivendo nell'esilio stavano sotto
le sferze della Divina Giustizia, e stemperandomi tutta in amore,
dicevo [Loro]:
“Trinità
adorabile, io mi sento felice, mi sento Regina, né conosco che cosa
sia la infelicità e schiavitù; anzi [del] vostro Volere che regna
in me, sono tali e tante le gioie, le felicità, che piccina qual
sono non posso abbracciarle tutte. Ma in tanta felicità, una vena
d'amarezza intensa c'è dentro del mio piccolo Cuore: sento in esso
i miei figli infelici, schiavi della loro volontà ribelle. Pietà,
Padre Santo, pietà! Rendete intera la mia felicità; questi figli
infelici che porto più che Madre nel mio materno Cuore, rendeteli
felici; fate scendere il Verbo Eterno sulla terra e tutto sarà
accordato! Ed io non scenderò dalle vostre ginocchia paterne se non
mi date il rescritto di grazie, in modo che possa portare ai miei
figli la lieta novella della loro redenzione”.
La
Divinità restava commossa alle mie preghiere e, colmandomi di nuovi
doni, [le Divine Persone] mi dicevano: “Ritorna nell'esilio e
continua le tue preghiere; stendi il Regno della nostra Volontà in
tutti gli atti tuoi, che a suo tempo ti contenteremo”. Ma non mi
dicevano né quando né dove sarebbe sceso.
Onde
io mi partivo dal Cielo solo per compiere la Divina Volontà. Questo
era per me il sacrificio più eroico, ma lo facevo volentieri, per
fare che Essa sola tenesse il pieno dominio sopra di me.
Ora
ascoltami, figlia mia. Quanto mi costò l'anima tua, fino ad
amareggiarmi l'immenso pelago delle mie gioie e felicità! Ogni qual
volta tu fai la tua volontà ti rendi schiava e senti la tua
infelicità; ed io, come Mamma tua, sento nel mio Cuore l'infelicità
della figlia mia. Oh, come è doloroso avere figli infelici! E come
ti deve stare a cuore il fare la Divina Volontà, [vedendo] che io
giungevo fino a partirmi dal Cielo, per fare che la mia volontà non
avesse vita in me!
Ora,
figlia mia, continua ad ascoltarmi. Il primo dovere, in tutti gli
atti tuoi, sia adorare il tuo Creatore, conoscerlo ed amarlo. Questo
ti mette nell'ordine della creazione, e vieni a riconoscere Colui che
ti ha creata. Questo è il dovere più santo d'ogni creatura;
riconoscere la sua origine.
Ora
tu devi sapere che il mio portarmi al Cielo, scendere, pregare,
formava l'aurora intorno a me, che spandendosi in tutto il mondo
circondava i cuori dei miei figli, per fare che all'alba sorgesse
l'aurora, per far spuntare il giorno sereno delle aspettazioni del
Verbo Divino sulla terra.
L'anima:
Mammina
Celeste, nel vederti, neonata appena, darmi lezioni sì sante, io mi
sento rapire e comprendo quanto ami, fino a renderti infelice per
causa mia. Deh, o Mamma santa, tu che tanto mi ami, fa’ scendere
nel mio cuore la potenza, l'amore, le gioie che ti inondano, affinché
riempita di essi, la mia volontà non trovi luogo di vivere in me, e
liberamente ceda il posto al dominio della Divina Volontà.
Fioretto:
Oggi,
per onorarmi, farai tre atti di adorazione al tuo Creatore, recitando
tre Gloria Patri, per ringraziarlo per quante volte
ebbi la grazia di essere ammessa alla loro presenza.
Giaculatoria:
Mamma
Celeste, fa’ sorgere l'aurora divina della Divina Volontà
nell'anima mia.
Il
18 dicembre 1920, Volume 12, Luisa scrive:
“… Mi
sono trovata insieme col mio dolce Gesù, ma tanto stretta Lui con me
ed io con Lui che quasi non potevo vedere la sua Divina Persona, ed
io, non so come, ho detto:
<<
Mio dolce Gesù, mentre sono avvinta a Te,
voglio attestarti il mio amore, la mia gratitudine
e tutto ciò che la creatura è in dovere di fare
voglio attestarti il mio amore, la mia gratitudine
e tutto ciò che la creatura è in dovere di fare
per
aver Tu creata la nostra Regina Mamma Immacolata,
la
più bella, la più santa: un portento di grazia;
arricchendola di tutti i doni e facendola anche
nostra Madre.
arricchendola di tutti i doni e facendola anche
nostra Madre.
E
questo lo faccio a nome di tutte le creature
passate, presenti e future.
Voglio prendere a volo ciascun atto di creatura, parola, pensiero, palpito, passo, ed in ciascuno di essi dirti :
passate, presenti e future.
Voglio prendere a volo ciascun atto di creatura, parola, pensiero, palpito, passo, ed in ciascuno di essi dirti :
‘Ti
amo, Ti benedico, Ti adoro per tutto ciò
che hai fatto alla mia e Tua Celeste Mamma’ >>.
che hai fatto alla mia e Tua Celeste Mamma’ >>.
Gesù
ha gradito il mio atto, ma tanto che mi ha detto:
“Figlia
mia, con ansia aspettavo questo tuo atto a nome di tutte le
generazioni; la mia Giustizia, il mio Amore sentivano il bisogno di
questo contraccambio, perché grandi sono le grazie che scendono
su tutti per aver tanto arricchita la Mia Mamma, eppure non hanno
mai una parola, un grazie da darmi”.
Preghiera
alla Celeste Regina
Regina
Immacolata, Celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per
abbandonarmi, come tua cara figlia, nelle tue braccia, per chiederti
coi sospiri più ardenti, in questi giorni a Te consacrati, la grazia
più grande: che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà.
Mamma
Santa, Tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi come figlia
tua a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai
figli tuoi. Perciò, Sovrana Regina, a Te mi affido, acciocché
guidi i miei passi nel Regno del Voler Divino e, stretta alla tua
mano materna, guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita
perenne nella Divina Volontà. Tu mi farai da mamma e, come a Mamma
mia, Ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi
con la Divina Volontà, e così possa restar sicura di non uscire dal
Regno suo. Perciò Ti prego che mi illumini per farmi comprendere
che significa “Volontà di Dio”.
(Ave
Maria)
Fioretto:
La
mattina, a mezzogiorno e a sera, veniamo sulle tue ginocchia, nostra
dolce Mamma, e portando con noi tutti i tuoi figli, ad una sola voce
Ti diciamo: “Mamma nostra, noi Ti amiamo, e Tu amaci e dai un
sorso di Volontà di Dio all'anima nostra; dacci la tua benedizione,
affinché possiamo fare tutte le nostre azioni sotto il tuo sguardo
materno”.
“…
La
Bambinella Regina
Ci offrì il ricambio dell’amore di tutto il creato…
Ci offrì il ricambio dell’amore di tutto il creato…
Supplicò
per il genere umano, pregandoci con lacrime
che scendesse il Verbo Eterno.”
che scendesse il Verbo Eterno.”
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