Tu devi sapere che il vivere nella nostra Volontà è un Dono che la nostra magnanimità vuol dare alle creature e con questo Dono la creatura si sentirà trasformata: da povero ricco, da debole forte, da ignorante dotto, da schiavo di vile passione, dolce e volontario prigioniero d’una Volontà tutta Santa che non lo terrà prigioniero, ma re di se stesso, dei domini divini e di tutte le cose create. Il gran Dono della nostra Volontà, dato come dono, cambierà la sorte infelice delle umane generazioni, menoché chi volontariamente vuol restare nella sua infelicità, molto più che questo Dono fu dato all’uomo nel principio della sua Creazione ed, ingrato, lo respinse col fare la sua volontà, sottraendosi dalla Nostra.Ora, chi si dispone a fare il nostro Volere prepara il posto, la decenza, la nobiltà dove poter mettere questo Dono sì grande ed infinito; le nostre conoscenze sul Fiat aiuteranno e prepareranno in modo sorprendente a ricevere questo Dono e, ciò che non hanno ottenuto fin oggi lo potranno ottenere domani.

giovedì 17 maggio 2012

Comprendere il Divin Volere per entrarci e viverci


Abbiamo detto che il Signore ci ha creati per uno scopo ben preciso che è di realizzare il progetto che Lui ha nei nostri riguardi di farci partecipi, in modo attivo e familiare, della SS. Trinità. Non ci ha creati per adornare il Cielo, come questi fiori adornano l’altare, ma ci ha creati per farci vivere insieme con Lui, come in una casa i figli gioiscono e fanno gioire la famiglia. Abbiamo detto che partecipare alla vita intima della SS. Trinità significa ricevere tutto quello che Dio è, per partecipazione e non per natura, come invece è per Gesù, che ha detto: “Padre, che essi siano una sola cosa con Me come Io sono una sola cosa con Te, affinché il mondo creda che Tu mi hai mandato”. Dunque, l’essere uno con Cristo come Lui è Uno con il Padre, non significa esserlo per natura, ma per partecipazione. Alla domanda: ‘Come può il limitato contenere l’infinito?’, abbiamo risposto che per Dio non esistono problemi senza soluzione; difatti tra pochi minuti si compirà nuovamente il grande miracolo di rendere presente tutto il Signore in questo pane e questo vino, perché questi elementi non hanno una volontà propria che ostacoli l’azione di Dio.
Abbiamo parlato dell’esigenza dell’amore di dare tutto alla persona amata, ed abbiamo ricordato che il Signore desidera che ci sia questo ricevere e rimandare: il Padre dà tutto al Verbo ed il Verbo ridona tutto al Padre, ed è lo Spirito Santo; e questo nell’Unica Divina Volontà propria delle Tre Divine Persone.
Il vero amore va dimostrato nelle opere. Se una persona ci dicesse, dal mattino alla sera: “Ti amo, ti amo...”, noi desidereremmo vedere con i fatti questo suo amore. Così, tutto ciò che ci circonda è un segno tangibile di questo amore di Dio verso di noi. Adamo ed Eva avevano il dono della scienza infusa, cioè conoscevano le cose nella loro essenza profonda tanto da poter dare loro il nome che le significava (ad esempio: il cane non può essere il gatto, per natura; e Adamo ed Eva avevano questa conoscenza intrinseca delle cose). Ma questo è ancora niente di fronte a ciò che veniamo a sapere ora con questi Scritti ! Adamo ed Eva non avevano solo questo tipo di conoscenza, non solo sapevano quante stelle esistono, ma potevano, coscientemente, prendere il ti amo unico eirripetibile, cioè sempre nuovo, di Dio verso di loro in ogni scintillio di ogni stella. In ogni cosa creata Adamo ed Eva potevano scorgere ed abbracciare l’Amore che Dio, attraverso tutta la Creazione, riversava ogni istante su di loro. In ogni raggio di luce del sole, nel trillo dell’uccello, nell’acqua che cade, in tutto ciò che è, Adamo ed Eva avevano la capacità di scorgere l’atto d’amore unico e irripetibile di Dio verso di loro; e potevano far questo grazie al grande Dono che Dio, dopo averli creati perfetti, aveva fatto loro: il Dono della DIVINA VOLONTA’, che li rendeva capaci di fare per partecipazione ciò che per natura non avrebbero potuto fare. Ricordiamo l’esempio del bambino che guida la macchina: lui, per natura non può farlo, ma si può dire che immedesimandosi con il papà è come se le braccia del padre diventassero estensioni delle sue piccole braccia, i piedi diventassero prolunghe dei piedi del bimbo; e così, ciò che per natura non può fare lo fa per partecipazione, per grazia, per dono. Così, le braccia di Adamo ed Eva, le loro capacità, erano immense, potevano abbracciare l’inabbracciabile, cioè Dio stesso, che pioveva su di loro in ogni istante, in tutto, donando tutto quello che Lui è - perché il vero amore dà sempre tutto di sé. Però, non si può solo ricevere. Adamo ed Eva, con la grande capacità che avevano, ricevevano il tutto, lo facevano proprio e lo ridonavano a Dio personalizzato. La Madonna stessa, nel libro da Lei dettato a Luisa, ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà’, spiega con chiarezza a Luisa questo fatto, cioè come vi era unaspecie di gara tra Lei e il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo: gareggiavano per vedere chi amasse di più. Certo, Dio vince sempre! Però, la Madonna, ricevendo tutto questo Amore che Dio faceva piovere su di Lei come mari immensi, prendeva questi mari d’amore, li faceva suoi e con il suo amore personale li voleva ingrandire per poterli rimandare a Dio più grandi di quelli che Lui aveva dato a Lei. Questo gioco d’amore faceva andare in estasi Dio! Era sempre una sorpresa anche per Lui il vedere come la sua Divina Volontà lavorasse nella sua creatura, come Maria sapesse personalizzare l’amore ricevuto da Lui e glielo ridonasse diverso, sempre nuovo! Dio si diceva: “Non posso lasciarmi vincere”, e dava di più. Ma la Madonna prendeva questo nuovo amore, lo rifaceva nuovo in Lei e glielo ridonava nuovamente. Per Maria SS. è avvenuto così fin dal suo concepimento. E questo è anche ciò che il Signore desidera che facciamo noi.
Vediamo, ora, come noi possiamo amare Dio. Noi possiamo amarlo con tutto ciò che Lui ci dona: con ogni palpito, ogni respiro... Ma, noi doniamo a Dio tutto quello che Lui stesso ci ha dato; la stessa preghiera è ispirata da Dio; allora che cosa di nostro doniamo a Lui? Vediamo allora con un esempio come personalizzare il dono.
Nel festeggiare il compleanno di un genitore la più piccola di casa corre da lui con slancio dicendo: “Mamma... papà, buon compleanno!”, presentandogli il biglietto d’auguri sul quale lei ha scritto con un grosso pennarello Ti amo papà, Ti amo mamma. Cos’è che fa sorridere? E’ proprio la personalizzazione che lei ha fatto del dono; dono che lei ha ricevuto dall’altro genitore che l’ha comprato e glielo ha dato. La piccina ha scritto gli auguri ed è corsa con slancio verso il genitore per donarglieli: è questo slancio d’amore che commuove e fa sorridere il genitore, questo desiderio della piccola di far proprio il dono e dire ‘questo viene da me’. E questo è ciò che il Signore vorrebbe da noi!
Vediamo praticamente come realizzare questo. Gesù ha spiegato a Luisa ciò che deve fare l’anima:
L’anima, per iniziare a camminare nella Divina Volontà, deve incominciare a chiamare la Divina Volontà in tutte le sue azioni: “Vieni, Divina Volontà, a parlare in me; vieni ad ascoltare in me; vieni a confidare nel mio cuore;
vieni ad alzarti in me; vieni a prendere la colazione ed a farla in me;
vieni a scuola, al lavoro in me...’, e così dicendo; ma con tranquillità, non con ansia. Prima bisogna farlo nelle cose grandi, nelle cose facili, ricordando che Dio è il Dio della pace. Col passar del tempo, ci accorgeremo che, quasi senza accorgerci, chiameremo la Divina Volontà anche nelle più piccole cose, senza fatica. Cominceremo a dire: “Vieni ad aprire la macchina in me; vieni a sederti nella macchina in me...’; cominceremo a chiamare la Divina Volontà nelle diverse cose che faremo, ad esempio, nel preparare il pranzo, ecc.. Facendo questo esercizio saremo più capaci di fare coscientemente ogni cosa. Percorrendo questo cammino ritorneremo a vivere secondo il desiderio che Dio ha nei nostri riguardi: ritorneremo a fare della nostra giornata un atto ininterrotto di ricevere e donare, in tutto ciò che ci capita. Per aiutarci Gesù ha dato anche dei suggerimenti. Ha spiegato il valore dell’ atto preventivo (che si fa al mattino) e dell’ atto attuale. Con l’ atto preventivo, in un solo atto o momento, io abbraccio tutto ciò che Dio vuole che io oggi faccia nella sua Divina Volontà. Per esempio, alzandomi alle ore 8 del mattino io dico a Gesù: “Vieni, Divina Volontà, ad abbracciare in me tutto quello che vuoi che oggi io faccia; che tutto sia nella tua Divina Volontà per darti il ricambio di amore, adorazione, gloria, come se tutte le creature aprendo gli occhi ti avessero dato questo contraccambio completo”. E questa immersione nella Divina Volontà sarà ogni giorno nuova, anche perché nella Divina Volontà non esistono formule fisse; le stesse preghiere scritte da Luisa vogliono essere solo esempio ed aiuto per noi, per avviarci su questa strada, ma è certo che Luisa queste preghiere non le pregava mai nello stesso modo: cambian-do le circostanze, cambiava la sua preghiera. Quando il confessore le ha chiesto per obbedienza di scrivere una Consacrazione alla Divina Volontà, allora, in quel caso ha dovuto fissare una formula scritta, ma chissà quante volte si era consacrata alla Divina Volontà con parole completamente diverse! Quindi, un mattino pregheremo l’atto preventivo in un modo, il giorno seguente forse in modo diverso... più prenderemo pratica e più sarà diversa e varia la nostra preghiera. Gesù però ha detto che: “Non basta l’atto preventivo (cioè l’atto fatto una volta al giorno, il primo atto che abbraccia tutto ciò che farò nella giornata). Io voglio che tu lo faccia momento per momento, nel momento attuale, invocando praticamente la Divina Volontà atto per atto”. Come nel primo atto ho invocato la Divina Volontà per tutto ciò che farò, cioè per quando camminerò, quando mangerò, quando studierò, quando lavorerò... Nell’ atto attuale chiamerò la Divina Volontà: “Vieni, Divina Volontà, a camminare in me... a studiare in me... a lavorare in me...”, cioè, l’atto attuale si fa nel momento reale. Negli scritti di Luisa poi troviamo sovente frasi come queste: “Stavo girando nel Supremo Volere... facevo il mio giro nella Creazione, nella Redenzione, nella Santificazione...”; oppure Gesù le dice: “Devi seguirmi nel giro...”.
Gesù, cioè, desidera che prendiamo in rassegna tutto il suo operato, che lo facciamo nostro e che lo ricambiamo. Come ogni cosa è un ti amo di Dio, uno ed irripetibile, per ognuno di noi, (il canto dell’uccello che tutti noi qui udiamo, pur essendo lo stesso canto è tuttavia un ti amo individuale diretto ad ognuno di noi, è cioè un ti amo personalizzato per ogni creatura che lo sente), così, il Signore desidera che noi prendiamo questo suo Amore che scende a noi attraverso le sue opere, lo facciamo nostro e Glielo ridoniamo personalizzato. Vediamo come possiamo percepire e realizzare questo desiderio di Dio nelle tre grandi sue opere che conosciamo: nella Creazione, nella Redenzione e nella Santificazione delle anime. Nella Creazione ad esempio noi possiamo vedere il ti amo di Dio negli oggetti che il sole illumina; possiamo ascoltare il ti amo di Dio nell’uccello che canta; possiamo odorare il ti amo di Dio nel profumo che emana il fiore; possiamo gustare il ti amo di Dio nei cibi, nella frutta chemangiamo; possiamo sentire il ti amo di Dio nel vento, nella brezza che ci accarezza... L’altra grande opera di Dio è la Redenzione. Girando nelle opere della Redenzione vediamo tutto l’operato di Gesù, la sua Vita, ciò che Lui ha detto (il Vangelo), quello che ha fatto (i fatti raccontati nel Vangelo, l’istituzione della Chiesa, tutta l’opera dei Sacramenti). Nell’ Orologio della Passione, nelle 24 Ore della Passione di N.S.G.C., possiamo toccare con mano l’operato di Gesù: leggere questo scritto è uno dei modi migliori per conoscere le ultime ore della vita di Gesù. Ad esempio, in esso Gesù spiega a Luisa il perché della sua volta, ma tre volte; e Gesù spiega anche tante cose di quelle ultime 24 ore della sua Vita, e tutto ha un significato particolare.
Perciò, più ci diventerà familiare questo libro e più si arricchirà il nostro giro nella Redenzione. Per comprendere meglio il concetto di girare, immaginiamo tutte le opere di Dio esposte sul muro: Creazione, Redenzione, Santificazione. Girando lo sguardo sul muro vediamo: le stelle, i pianeti, il sole, la luna, la terra; poi le cose terrestri: nell’aria, sulla terra e nell’acqua; poi il mondo dell’uomo: noi stessi siamo tutto un mondo nel nostro operato spirituale e corporale, in ciò che pensiamo e facciamo. Quindi, scorrendo lo sguardo sul muro ci rivolgeremo al Padre dicendogli:“Per le stelle, Padre, Ti amo … per la terra, Padre, Ti amo … per...”. Passiamo poi ad amare Dio nelle opere della Redenzione, in tutto quello che Gesù ha fatto, dal primo istante del suo concepimento fino all’ultimo respiro sulla Croce. La terza opera è l’opera della Santificazione, nello Spirito Santo, il FIAT Voluntas Tua sulla terra come in Cielo. Pensiamo a tutto l’operato dello Spirito Santo; pensiamo a quante ispirazioni date, a quante accettate, ma vissute solo nella volontà umana e quindi in modo imperfetto; e pensiamo anche a quante ispirazioni dello Spirito Santo non accettate! Nel 18° Volume Gesù spiega quanto lo Spirito Santo piange; quanto piange per esempio nei Sacramenti, dove molte volte il suo lavorio è bloccato o mal realizzato (quanti Sacramenti mal celebrati o mal ricevuti,... velocemente!...: quanta distrazione abbiamo nei riguardi di Gesù!...) Nel guidare e nel santificare le anime, possiamo vedere l’opera dello Spirito Santo.
..fine quarta parte volume 1*....

2 commenti:

  1. 1. S. TRINITA' nel divin volere regnate con noi nel mondo.
    2. s.s Trinita' nel divin volere regnate con noi, siate guida e rifugio per noi vostri piccoli figli.Fa che ci santifichiamo sotto la vostra amabile volonta' raggiungendo poi il regno celeste
    per l'eternita'.arcangelo MICHELE
    LOURDESDIVINVOLERE.COM

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  2. Mio Gesù Ti Amo e Ti Amerò sempre nella Tua Divina Volontà......Fiat......!!!

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